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mercoledì 14 ottobre 2015

Addio a Mariuta, lucida testimone dei fatti di Avasinis (II)

Anche il Messaggero Veneto ha ripreso la notizia della scomparsa di Maria Rodaro, riportando anche alcune delle informazioni pubblicate dal Blog:

Avasinis, morta testimone dell’eccidio

Trasaghis: Maria Rodaro aveva 87 anni, raccontò la sua esperienza in molte occasioni e non mancò mai alle commemorazioni
TRASAGHIS. La Val del lago ha salutato per l’ultima volta Maria Rodaro, testimone dell’eccidio di Avasinis avvenuto il 2 maggio del 1945.
Sono stati celebrati sabato scorso nella chiesa della piccola frazione i funerali di Maria Rodaro, 87 anni, la donna che nella sua vita ha più volte ricordato e raccontato la tragica esperienza vissuta durante i fatti di fine guerra il 2 maggio 1945, che visse in prima persona.
Fra le 51 vittime oggi ricordate ad Avasinis con un monumento, ci sono, infatti, anche la madre e la sorella di Maria che furono uccise dai nazisti in quell’ultimo scorcio del secondo conflitto mondiale.
«Era uno dei pochi testimoni rimasti rispetto a quegli eventi – racconta Ivo Del Negro, segretario Anpi della Val del lago e per lungo tempo sindaco di Trasaghis – e anche una persona che ha avuto il coraggio e la voglia di raccontare quello che aveva vissuto, mantenendo viva la memoria.
Lo fece in particolare alcuni anni fa anche di fronte ai microfoni di una televisione tedesca di Norimberga. Maria è sempre stata presente alle commemorazioni che dal 1946 il Comune tiene ogni anno ad Avasinis per ricordare i 51 caduti. Era lì anche lo scorso 2 maggio».
Come ricorda sul sito web “Alesso e dintorni” in questi giorni lo storico locale Pieri Stefanutti, le narrazioni di Maria Rodaro sono riportate tra le testimonianze a corredo del diario di don Zossi, nei libri di Carnier e Ghigi.
Con le seguenti parole, rilasciate in un’intervista nel 2005, Maria Rodaro ricordava quei tragici momenti che cambiarono profondamente la sua vita: «Dopo che c’era stato il cambio delle sentinelle, ho convinto un altro soldato a riaccompagnarmi.
Sono entrata in cucina e le ho trovate, uccise: mia madre e mia sorella erano state uccise lí, in cucina, per terra era pieno di sangue. Ho iniziato a piangere e a urlare: subito sono accorsi 5-6 soldati coi fucili puntati. Meno male che il soldato che mi accompagnava li ha allontanati tutti, urlando “Fertig kaputt!”.
La mia famiglia é stata rovinata per sempre. Io non ho mai potuto contare sull’appoggio e la confidenza di una madre, e sull’affetto di una sorella. E mio padre? I medici hanno detto che è morto d’infarto. Non fate più guerre, che ci rimettono gli innocenti».
Maria Rodaro ha lasciato due figli oggi residenti con le rispettive famiglie a Montenars e a Fagagna. Già da molti anni vedova, Maria si è sempre occupata dei propri cari vivendo sempre nella sua Avasinis.
(Messaggero Veneto, 13 ottobre 2015)
Il monumento dedicato all'eccidio


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