"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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mercoledì 19 marzo 2014

Uno sfratto per le farfalle di Bordano? (VII)

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Dino Rabassi sull'<affaire> "Casa delle Farfalle" nel quale viene analizzata e commentata soprattutto la procedura adottata dall'Amministrazione comunale nella gestione degli atti relativi.
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BORDANO: La querelle sulla “Casa delle farfalle”

Definire assurda la vicenda della Case delle Farfalle di Bordano è riduttivo, avendo ormai assunto i connotati di una vera e propria guerra dove non si lesinano colpi bassi di cui si farebbe volentieri meno.
Da questo bailamme, purtroppo, è l’immagine complessiva di Bordano che ne esce sminuita.
Un paese che, grazie ad amministratori capaci, anni fa riuscì ad emergere dai luoghi comuni di cui è ricca la storia di “chei di là da l’aghe”: un’espressione spesso usata in modo dispregiativo per etichettare gli abitanti della val del lago quali baruffanti, ubriaconi, bestemmiatori ecc. ecc.
Considerato però che l’espressione, “chei di là da l’aghe”, dovrebbe identificare correttamente la riva orografica sinistra del Tagliamento, (verso il confine per intenderci ), da anni faccio più caso a questa auto flagellazione.
Detto ciò e valutando solo da quanto scritto dalle parti, è difficile comprendere bene le cause che hanno portato alla “guerra delle farfalle”.
Da ex amministratore , non posso però esimermi dal chiamare in causa soprattutto i’Amministrazione che, tergiversando non poco sui tempi di effettuazione della gara d’appalto, è stata costretta prima a concedere una proroga per poi trovarsi, anche dopo questo tempo, impreparata .
Non trattandosi di bandire una gara per la mensa scolastica o la conduzione di un museo, ma la gestione di una struttura che contiene piante ed animali vivi e delicati, oltre ad attrezzatura e personale, i tempi per la predisposizione dell’appalto dovevano essere calibrati con oculatezza da parte della stazione appaltante.
Non conosco bene i termini del contratto, tanto meno le relazioni scritte intercorse tra le parti e, quindi, potrei anche sbagliare, ma se l’Amministrazione Comunale avesse avviato per tempo la procedura d’appalto non saremmo giunti a tutto questo.
E’ pur vero che la scadenza del contratto era nota ai gestori, ma spettava innanzitutto al Comune di predisporre nei tempi dovuti la gara e fissare il termine per la presentazione delle offerte, oltre al loro esame e conseguente affidamento.
Tutta la procedura doveva essere avviata molto prima della scadenza di contratto fissando nel Capitolato le nuove condizioni e, nel contempo, fissare termini precisi al vecchio gestore affinchè ponesse maggior attenzione al rispetto dei tempi di un’eventuale sgombero delle attrezzature e degli animali.
In questo modo, e solo dopo l’indizione del bando che la prevedesse, si poteva usufruire anche di una eventuale proroga dilazionatoria per problemi derivanti dalla delicatezza di trasporto e cura di animali e piante.


Dino RABASSI (già Sindaco di Trasaghis)


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