Lago. Il valore del territorio
da: Messaggero Veneto — 01 giugno 2010
Il Friuli si è risollevato dal terremoto, ha saputo trovare lo scatto d’orgoglio per ricostruire mattone su mattone i paesi distrutti, tanto da essere portato a esempio ovunque. I nostri nonni e i nostri padri, non con false promesse, non puntando su guadagni improbabili ma con i fatti e con dignità ci hanno insegnato che è possibile riscattarsi da un passato di emarginazione, emigrazione e povertà rimboccandosi le maniche e rimanendo tenacemente legati a questa terra, a questo territorio, a questa valle e a questo lago. Possibile che noi figli e nipoti non siamo in grado di sfoderare altrettanto orgoglio? Possibile che siamo talmente apatici e passivi da acconsentire che il lago e il nostro territorio siano irrimediabilmente compromessi dal progetto di ampliamento della centrale di Somplago senza battere ciglio? Il nostro territorio vale per noi così poco da ritenere che non valga neanche la pena informarsi per comprendere quali conseguenze ne deriveranno? Se la generazione che ci ha preceduto è stata capace di risorgere dalle macerie, la nostra si distinguerà per aver acconsentito a ridurre in macerie il maggior lago naturale regionale che molti ci invidiano, ma che non siamo capaci di tutelare? La nostra generazione si distinguerà per averlo lasciato in mani di chi lo rovinerà definitivamente invece di valorizzarlo con un adeguato progetto mirato allo sviluppo del turismo naturalistico? Consideriamo la difesa del lago, dell’Ambiesta e di Verzegnis una battaglia persa pur avendo ancora a disposizione tempo e modo per impedire che il nostro territorio venga di nuovo messo sottosopra? Cosa possiamo aspettarci dal "forest" se noi, per primi, abbiamo già rinunciato a far valere i nostri diritti? Mi auguro che la frase "Il lac e la so val a ringracin e no dismentein" non compaia dopo che ne è stata decretata la fine.
Tiziana De Cecco Trasaghis
Tiziana De Cecco Trasaghis
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