Dopo polemiche e ricorsi al Tar sulla nuova gestione,
il sindaco assicura: «La casa riaprirà entro l'estate»
La data esatta del loro «arrivo» ancora non si conosce, ma una cosa è certa: le farfalle torneranno a Bordano e la Casa a loro dedicata, chiusa da un anno, riaprirà i battenti entro l'estate. Parola di Gianluigi Colomba, sindaco del piccolo paese montano che non arriva a 800 abitanti e che lo scorso anno è rimasto «orfano» di circa 40 mila visitatori.
Intanto in questi giorni la struttura di proprietà comunale - che grazie ad un progetto avviato nel 2003, fino al 2013 ha «collezionato» qualcosa come 600 mila turisti arrivati alle pendici del monte San Simeone per ammirare gli spettacolari lepidotteri -, è oggetto di una serie di manutenzioni che si concluderà nel giro di un mese. «Poi saremo pronti a formalizzare il contratto con la cooperativa che si è aggiudicata l'appalto di gestione» afferma Colomba, sottolineando che non vuole assolutamente rimarcare le vicende dell'ultimo anno, rimanendo sulla strada adottata fin dall'inizio dall'Amministrazione comunale, cioè «quella di non alimentare le polemiche».
Ma, per dovere di cronaca, torniamo un passo indietro. Fin dalla sua apertura, la «Casa delle farfalle» è stata gestita dalla Cooperativa Pavees, nata nel 2003 per volontà di alcuni concittadini, tra cui anche l'ex primo cittadino, Enore Picco. Il contratto siglato con il Comune è scaduto nel 2013; poi c'è stata la proroga di un anno. Nel 2014, senza un contratto in tasca, la Pavees, su invito ufficiale del Comune, ha dovuto fare armi e bagagli chiudendosi alle spalle la porta della Casa, dove aveva allestito anche un centro didattico con laboratori attrezzati e dove, lungo l'arco dell'anno, organizzava eventi e mostre sui temi dell'educazione ambientale. Ha così lasciato nei luoghi di origine le crisalidi (che nel 2014 non sono mai arrivate in Friuli per dare il via alla nuova stagione) e trasferito gli animali - uccelli, rettili vari e persino un caimano -, che rallegravano le tre serre dedicate ad Africa, Asia ed Amazzonia, in altri giardini zoologici. La struttura di Bordano, infatti, dopo un intricato iter portato avanti dalla cooperativa, aveva ricevuto dal ministero competente la certificazione di «giardino zoologico», quale riconoscimento del valore didattico dell'iniziativa; un documento che ha dato la possibilità di ospitare anche animali diversi dalle farfalle.
«In tutta questa vicenda ho solo seguito le regole - ci ha detto Colomba, ribadendo quanto già aveva scritto ai suoi compaesani nell'editoriale che apre il periodico dell'Amministrazione «Bordano e Interneppo oggi», consegnato alle famiglie poco prima di Natale -; mi sono rifiutato di entrare in polemica e ho persino "sopportato" durissimi attacchi personali arrivati da molte parti, perché come Amministrazione abbiamo un'unica volontà: quella di riaprire la "Casa delle farfalle", uno dei fiori all'occhiello del Friuli, sottraendola al teatrino della politica per farla diventare quello che deve essere. Cioè un centro di ricerca, di educazione e di svago per le famiglie e gli appassionati di natura. E patrimonio di tutti i bordanesi, non solo una parte di essi».
Sta di fatto che poi c'è stato il bando di gara per la gestione della struttura per i prossimi sette anni, lanciato dal Comune a livello nazionale. Tre i partecipanti, tutti friulani. Uno dal Cividalese e due cooperative di Bordano. La Pavees e «Farfalle nella testa». È risultata vincitrice la seconda. La prima ha fatto ricorso al Tar sollevando dubbi sulla legittimità della gara (finita con il punteggio di 93,77 a 93,74) e chiedendo la sospensiva della procedura; il Tribunale amministrativo regionale ha però respinto l'istanza. «Questo esito, con nostra grande soddisfazione - commenta il sindaco - ci dà la possibilità di siglare, anche subito, il contratto con la cooperativa risultata vincitrice». Nel frattempo, si attende la «trattazione del merito» da parte del Tar, fissata per l'udienza del 25 febbraio.
Il resto è storia di oggi. A gennaio Colomba ha chiesto alla Regione un finanziamento straordinario da destinare alla manutenzione della struttura, chiusa da mesi. Così, nel giro di qualche giorno, sono arrivati nelle casse comunali 30 mila euro; i lavori sono stati affidati alla Cacitti di Caneva di Tolmezzo che ora si sta occupando della cura di alberi e piante tropicali. L'Amministrazione si sta anche attivando per individuare la ditta che avrà il compito di mettere mano - anche in questo caso grazie al contributo arrivato da Trieste - agli impianti che assicurano clima e umidità ideali nelle serre.
«Così l'edificio sarà consegnato in piena efficienza a chi ha vinto la gara», rimarca il sindaco, lasciando intendere che, al di là di beghe politiche e non, riaprire la «Casa delle farfalle» è assicurare un futuro a Bordano. E con la «scusa» delle farfalle potrà prendere maggior «quota» anche il progetto «Gemona, città dello sport e del benstare» che a Bordano significa parapendio e volo libero (qui, grazie alla concessione del Comune, vicino al campo sportivo c'è la pista di atterraggio, mentre i decolli in genere avvengono dal monte San Simeone); e si potrà pure legare i «voli» - di lepidotteri e quelli sportivi -, alle attività commerciali e al vicino Lago di Cavazzo, «magari con pacchetti promozionali», tutto compreso, destinati a turisti e visitatori.
Monika Pascolo
Intanto in questi giorni la struttura di proprietà comunale - che grazie ad un progetto avviato nel 2003, fino al 2013 ha «collezionato» qualcosa come 600 mila turisti arrivati alle pendici del monte San Simeone per ammirare gli spettacolari lepidotteri -, è oggetto di una serie di manutenzioni che si concluderà nel giro di un mese. «Poi saremo pronti a formalizzare il contratto con la cooperativa che si è aggiudicata l'appalto di gestione» afferma Colomba, sottolineando che non vuole assolutamente rimarcare le vicende dell'ultimo anno, rimanendo sulla strada adottata fin dall'inizio dall'Amministrazione comunale, cioè «quella di non alimentare le polemiche».
Ma, per dovere di cronaca, torniamo un passo indietro. Fin dalla sua apertura, la «Casa delle farfalle» è stata gestita dalla Cooperativa Pavees, nata nel 2003 per volontà di alcuni concittadini, tra cui anche l'ex primo cittadino, Enore Picco. Il contratto siglato con il Comune è scaduto nel 2013; poi c'è stata la proroga di un anno. Nel 2014, senza un contratto in tasca, la Pavees, su invito ufficiale del Comune, ha dovuto fare armi e bagagli chiudendosi alle spalle la porta della Casa, dove aveva allestito anche un centro didattico con laboratori attrezzati e dove, lungo l'arco dell'anno, organizzava eventi e mostre sui temi dell'educazione ambientale. Ha così lasciato nei luoghi di origine le crisalidi (che nel 2014 non sono mai arrivate in Friuli per dare il via alla nuova stagione) e trasferito gli animali - uccelli, rettili vari e persino un caimano -, che rallegravano le tre serre dedicate ad Africa, Asia ed Amazzonia, in altri giardini zoologici. La struttura di Bordano, infatti, dopo un intricato iter portato avanti dalla cooperativa, aveva ricevuto dal ministero competente la certificazione di «giardino zoologico», quale riconoscimento del valore didattico dell'iniziativa; un documento che ha dato la possibilità di ospitare anche animali diversi dalle farfalle.
«In tutta questa vicenda ho solo seguito le regole - ci ha detto Colomba, ribadendo quanto già aveva scritto ai suoi compaesani nell'editoriale che apre il periodico dell'Amministrazione «Bordano e Interneppo oggi», consegnato alle famiglie poco prima di Natale -; mi sono rifiutato di entrare in polemica e ho persino "sopportato" durissimi attacchi personali arrivati da molte parti, perché come Amministrazione abbiamo un'unica volontà: quella di riaprire la "Casa delle farfalle", uno dei fiori all'occhiello del Friuli, sottraendola al teatrino della politica per farla diventare quello che deve essere. Cioè un centro di ricerca, di educazione e di svago per le famiglie e gli appassionati di natura. E patrimonio di tutti i bordanesi, non solo una parte di essi».
Sta di fatto che poi c'è stato il bando di gara per la gestione della struttura per i prossimi sette anni, lanciato dal Comune a livello nazionale. Tre i partecipanti, tutti friulani. Uno dal Cividalese e due cooperative di Bordano. La Pavees e «Farfalle nella testa». È risultata vincitrice la seconda. La prima ha fatto ricorso al Tar sollevando dubbi sulla legittimità della gara (finita con il punteggio di 93,77 a 93,74) e chiedendo la sospensiva della procedura; il Tribunale amministrativo regionale ha però respinto l'istanza. «Questo esito, con nostra grande soddisfazione - commenta il sindaco - ci dà la possibilità di siglare, anche subito, il contratto con la cooperativa risultata vincitrice». Nel frattempo, si attende la «trattazione del merito» da parte del Tar, fissata per l'udienza del 25 febbraio.
Il resto è storia di oggi. A gennaio Colomba ha chiesto alla Regione un finanziamento straordinario da destinare alla manutenzione della struttura, chiusa da mesi. Così, nel giro di qualche giorno, sono arrivati nelle casse comunali 30 mila euro; i lavori sono stati affidati alla Cacitti di Caneva di Tolmezzo che ora si sta occupando della cura di alberi e piante tropicali. L'Amministrazione si sta anche attivando per individuare la ditta che avrà il compito di mettere mano - anche in questo caso grazie al contributo arrivato da Trieste - agli impianti che assicurano clima e umidità ideali nelle serre.
«Così l'edificio sarà consegnato in piena efficienza a chi ha vinto la gara», rimarca il sindaco, lasciando intendere che, al di là di beghe politiche e non, riaprire la «Casa delle farfalle» è assicurare un futuro a Bordano. E con la «scusa» delle farfalle potrà prendere maggior «quota» anche il progetto «Gemona, città dello sport e del benstare» che a Bordano significa parapendio e volo libero (qui, grazie alla concessione del Comune, vicino al campo sportivo c'è la pista di atterraggio, mentre i decolli in genere avvengono dal monte San Simeone); e si potrà pure legare i «voli» - di lepidotteri e quelli sportivi -, alle attività commerciali e al vicino Lago di Cavazzo, «magari con pacchetti promozionali», tutto compreso, destinati a turisti e visitatori.
Monika Pascolo
- La Vita Cattolica, Giovedì 29 Gennaio 2015