"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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mercoledì 5 novembre 2014

Dal "pulmin di Nesto" a Carniacque, il servizio è migliorato? (II)

A proposito della riflessione sul ruolo di Carniacque pubblicata ieri sera, è arrivato al Blog  un articolato commento di Paolo Martinis che viene riproposto qui sotto, dal momento che nei commenti non vengono visualizzati correttamente i link. A stretto giro di posta è arrivata anche la replica di Franceschino Barazzutti che si pubblica in calce. Sono, come si vede, argomenti complessi, sui quali è utile ragionare e riflettere.
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Acque, anche i Comuni trentini esternalizzano 
di Paolo Martinis

Siccome mi infastidisce un po' quel "corre voce di 600 euro all'anno" che non ha senso (pura disinformazione stile "i comunisti mangiano i bambini"), tralasciando ogni discorso sulla presunta semplicità della gestione sottolineo che:
- il "Consorzio (ente pubblico)" di cui parla il volantino in realtà è la Dolomiti Energia SpA, tra le prime dieci multiutility italiane, con parecchi azionisti privati (http://it.wikipedia.org/wiki/Dolomiti_Energia#Principali_Azionisti ) e a sua volta azionista della famigerata (secondo Barazzutti) Edipower;
- in realtà anche i Comuni trentini esternalizzano: non lo dico io ma il Comitato Acqua Bene Comune di Trento alle pagine 9-11 della presentazionehttps://slaicobastrentino.files.wordpress.com/2010/05/111-presentazione-comitato-trento-acqua-2010-04-28-ridotta.pdf , che credo sia una delle tante da cui Barazzutti ha preso ispirazione;
- come è logico, a pagina 27 dello stesso documento si legge "In alcuni Comuni campione della Prov. TN la tariffa è inferiore del 50% di quella che risulterebbe se venissero computati tutti i costi del servizio; la parte restante viene a gravare sulla fiscalità collettiva”(riferimento PAT, PROGETTO CLIMA 2008, Previsioni e conseguenze dei cambiamenti climatici in Trentino, 2008, pag. 85);
- nonostante ciò la tariffa mediamente pagata è quantomeno paragonabile (in realtà spesso superiore) alle nostre: lo dimostra sempre lo stesso documento a pagina 29 (dati 2009: media di 107€/persona e 1,3€/mc; con le tariffe Carniacque del 2014 una famiglia di due persone che consumi 146mc/anno paga 185€, ovvero 92,5euro/persona per 1,27€/mc complessivi; nel 2009 da noi non si arrivava ad 1€/mc) oltre al confronto fatto nel 2012 con il Comune di Calavino quando i Comitati presentarono il Trentino come modello per il settore idrico in montagna;
- la gestione provinciale degli impianti di depurazione è una chimera: l'Agenzia per la Depurazione ha praticamente le funzioni dell'ATO (anche se fa più cose, soprattutto più cose intelligenti: http://www.adep.provincia.tn.it/compiti.htm ) mentre la gestione diretta è in realtà fatta dalla SEA SpA ( http://www.grupposea.net/attivita/environment/depurazione/lang/it-IT/default.aspx ).

Paolo Martinis
                                                      
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Acque, restituire la gestione ai Comuni, singoli o associati 

di Franceschino Barazzutti

Se Paolo Martinis,,che sottoscrive il commento n.1, è la persona che per anni e sino a poco tempo fa era funzionario di Carniacque, anzichè mettersi in cattedra dovrebbe fare un atto di umiltà e chiedere scusa ai montanari, che hanno pagato bollette salate, per aver ridotto la società nella brutta situazione finanziaria venuta a galla solo ora, di cui egli ha sempre taciuto e,anzi, si è prodigato a decantare i "successi" e la "bontà" di Carniacque.  In questi tempi di crisi occupazionale non faccio mancare la mia comprensione a chi difende il proprio "pagnut". Ma per favore....il buco di 4 milioni di Carniacque non lo avrà mica provocato Barazzutti! Barazzutti da anni va dicendo in tutti i modi che nelle nostre condizioni territoriali e demografiche una gestione centralizzata del servizio idrico non può stare in piedi per mancanza di presupposti e che la gestione va restituita ai Comuni singoli o in associazione. Mi fermo qui e tralascio alcuni aspetti non brillanti riguardanti le assunzioni passate e recenti in Carniacque.
Se Paolo Martinis è il neo componente del consiglio di amministrazione di Carniacque, carica alla quale sarebbe passato da già funzionario della stessa società, si qualifichi come tale, sì da permettere a chi lo legge di capire che sta difendendo .... se stesso.


Franceschino Barazzutti del Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento

                                                      

4 commenti:

  1. Non entro in merito alle questioni prettamente "tecniche" quali: investimenti e tempi di ritorno sugli stessi, vetustà degli impianti e delle condutture, tempi medi di manutenzione e numero di interventi, costi della stessa, percentuale di perdita d'acqua delle condutture (verificata e/o presunta) ecc. in quanto mi riservo di approfondire se e quando reperirò la relativa documentazione.
    Desidero invece soffermarmi su alcune questioni che ritengo fondamentali e che spesso chi si trova a dover difendere - per necessità o per la convinzione di aver ben operato - le scelte aziendali o politiche sceglie di ignorarle.
    Punto primo: gli errori di investimento ed il mancato controllo dei costi (gestione, dipendenti ecc.) che generano le conseguenti perdite economiche devono essere sempre ripianate dai cittadini? In parole povere: gli amministratori vengono promossi ad incarichi più prestigiosi ma i costi sono pagati di tasca propria dagli utenti.
    La qual cosa mi sembra inaccettabile poichè si tratta di un servizio - l'erogazione di acqua potabile e tutto ciò che ne consegue - primario ed essenziale, soprattutto in tempi come questi in cui la percentuale di occupati (individui che lavorano e percepiscono lo stipendio regolarmente e indeterminatamente) è bassa in rapporto alla percentuale di persone in età lavorativa.
    Quindi, le bollette le pagano i pensionati?
    E a chi non ce la fa, l'erogazione dell'acqua e relativi servizi viene sospesa?
    Punto secondo: a fronte di un passivo, normalmente le aziende tagliano tutto ciò che possono (dipendenti, investimenti non necessari, riduzione dei benefit agli amministratori ecc. i titolari di imprese spesso non prelevano la loro quota perchè significherebbe togliere all'azienda quel poco di liquidità che c'è).
    Carniacque in questo specifico caso che fa? Riduce l'organico non necessario? I Soci rimettono in discussione l'utilità di mantenere in essere Carniacque?
    Si spera nell'acquisizione di un'altra SpA e nella quotazione in Borsa?
    Così gli investitori, che sono sempre i cittadini che pagano le bollette - quelli che hanno un lavoro e qualche soldino da parte pagano due volte i debiti di Carniacque: pagando le bollette ed acquistando azioni e/o obbligazioni.
    Pagare di più per lo stesso servizio?
    Se Carniacque ci costa tanto, non è preferibile tornare alla "vecchia" gestione? Visto l'aumento delle bollette, è preferibile contribuire al risanamento del bilancio del proprio Comune o il doversi sobbarcare anche degli oneri non direttamente legati al SII?
    In caso di rottura degli impianti in più punti e in più Comuni, vista la non liquidità dell'azienda e l'impossibilità ad investire (acquistare), gli utenti devono arrangiarsi come possono?
    Come verrebbe garantito il rispetto dei parametri previsti dalla legge riguardo la potabilità e degli scarichi fognari?



    (Cittadino critico)

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  2. In questi momenti di crisi, bisogna cercare di sprecare meno denaro pubblico possibile e sopratuttto cercare di pescare il meno possibile sulla tasca dei cittadini. Iniziamo dai vitalizi che gli ex consiglieri regionali prendono, diano l'esempio gli ex primi cittadini.

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  3. Speravo in una risposta sul merito, ma Barazzutti al solito preferisce gli attacchi personali. Sarà il gap generazionale...
    Siccome sono uno che guarda ai concetti e non a chi li esprime, non mi sembra fondamentale riportare cosa faccio nella vita nella firma dei commenti. Anche perchè non ci sono tanti Paolo Martinis in giro e chi proprio vuole può trovare il mio curriculum su linkedin e la mia attuale carica sul sito di Carniacque.
    Aspettando una risposta da Barazzutti almeno in merito a quei 600€ all'anno (di chi è la voce e come questi ha fatto i calcoli, per inciso), preferisco non dilungarmi sulle colpe che mi si addebitano o sul mio "colpevole silenzio" in merito alla situazione finanziaria dell'azienda, perchè credo non interessino a nessuno. Sottolineo solo che il "buco" è un problema finanziario di liquidità (ovviamente pane quotidiano per chi coordinava le manutenzioni) e che mi sono licenziato da un lavoro a tempo indeterminato nel dicembre 2013 per tornare a fare lo studente (quindi è lampante che ogni mio intervento su carnia.la verteva unicamente a salvaguardare il mio posto di lavoro).

    Rispondo invece ad alcune delle importanti questioni poste dal "cittadino critico", anche se (stando a Barazzutti) in quanto anonimo non meriterebbe risposta... Solo un paio (e molto velocemente) perchè sono temi complessi, difficilmente sintetizzabili in poche righe di giornale o di commento ad un post.

    Paolo Martinis

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  4. Paolo, io credo che la faccenda possa essere ricondotta ad un principio generale:
    Fino a che i cittadini avevano il loro, in fondo non erano tanto interessati a sapere quali e quanti erano i benefici che parlamentari ed amministratori regionali deliberavano per se stessi. Ora che le persone normali sono in ambascie per far quadrare il mese; ora che leggi di uno che ha avuto un malore all' arrivo dei funzionari che erano venuti a staccargli l' acqua, ora non accetti più:

    Carniacque era un disastro annunciato di cui si sono resi responsabili gli amministratori pubblici di ogni livello: Come Regione si é voluto forzare entro logiche "extraterrestri" un territorio che aveva da sempre gestito benissimo il suo servizio idrico integrato e come amministratori locali si ha di buon grado scelto di demandare delle responsabilità (fatte peraltro apparire più gravose del reale per ovvi motivi).

    Il danno per i cittadini della montagna é fuori discussione, ma qualcuno si ostina ancora a volerci dare da intendere che siamo dei favoriti perché in altre zone i cittadini sono trattati anche peggio. E' un argomento che non passa più.

    Buon senso vorrebbe che a questo punto venisse fatto un reset e ogni Comune rientrasse nel possesso delle proprie reti. Invece viene commissionato dalla società uno studio e le soluzioni prospettate per il risanamento quali sono?

    - Non onorare gli impegni verso i soci (cosa peraltro fatta già da subito ma che adesso si vorrebbe formalizzare)

    - Impossessarsi delle reti per poter esibire un patrimonio con il quale ottenere credito, ma più realisticamente ATTRAVERSO IL QUALE DIVENIRE APPETIBILI PER L' ACQUISTO (V. al link la relazione finanziaria - pag.6):

    https://drive.google.com/file/d/0Bz2Qhv9ZRJ24aDA0clR2aWlKREk/view

    Tu dimmi se non ci sono tutti i presupposti per essere inviperiti

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