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giovedì 13 settembre 2012

Lago, presentata la proposta alternativa - III


Cavazzo, controproposta dei Comitati per il Lago

"Il Gazzettino", 12 settembre 2012

L’acqua del lago di Cavazzo, e dei vari corsi d’acqua della Carnia convogliati in esso, non può essere sfruttata solo per il dio “kilowatt”. E’ un bene pubblico che deve avere un utilizzo plurimo. Parte da questo assunto lo studio “Lea; lago, energia, ambiente”, prodotto dall’ingegnere tarcentino Dino Franzil, composto da oltre 200 pagine, all’interno delle quali si rivoluziona da cima a fondo quello che viene considerato lo “snodo” idrico dell’intera Provincia.

A presentarlo martedì a Udine c’era lo stesso ingegnere, ed i comitati che in questi anni si stanno opponendo al progetto Edipower di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago, che fanno segnare questo documento come la svolta nella loro battaglia, “non più solo opposizione, ma anche contro-proposta, documentata, confutativa, tecnica, lungimirante”. Perché non c’è solo la questione del raddoppio della centrale tramite pompaggio notturno delle acque dal lago di Cavazzo al bacino Ambiesta di Verzegnis e viceversa, “insostenibile economicamente e tecnicamente”; c’è anche il fattore ambiente da salvaguardare con lo specchio d’acqua più grande della regione “da ri-naturalizzare”, e poi c’è anche la crescente necessità di disponibilità idriche per il sistema agricolo delle colline e della pianura friualana, che la siccità di questa annata ha fatto emergere in maniera evidente.

Il tutto però, hanno spiegato Franceschino Barazzutti e Dino Rabassi, portavoce dei comitati, può comunque coesistere con la necessità di produrre energia. Ma come? “Mentre il progetto Edipower considera l’utilizzazione di 5 turbine e due pompe, vincolate a mantenere l’escursione idrica del Lago ad un metro – ha illustrato l’ingegner Franzil - noi proponiamo due turbine ed una sola pompa di rinvio, che porta ad una differenza enorme nell’utilizzo del lago in termini ambientali; a ciò va accompagnata la realizzazione di uno “scarico autonomo” – prosegue Franzil - collegato ad una condotta sotterranea che porti a recuperare quest’acqua in uscita lungo il canale emissario, isolando dal lago l’impianto prescelto, riportando il bacino a natural vita e favorendo la sua rinascita con il ritorno delle acque al clima temperato con conseguenze ripopolazione della fauna ittica”.

Una proposta che secondo lo studio porterebbe addirittura al raddoppio della produzione di energia, attraverso anche la realizzazione di tre centraline idroelettriche nel tratto tra il canale emissario e la foce del torrente Leale. Infine una derivazione opportuna permetterebbe di trasferire al canale Ledra l’acqua di irrigazione per il Medio Friuli.
                                                                           David Zanirato

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Il progettista. L'ingegnere che invita a voltar pagina

"Il Gazzettino", 12 settembre 2012

“Il sapere si conquista, si comunica, giammai si compra”. Inizia così lo studio “LEA” dell’ingegner Dino Franzil, residente a Tarcento ma originario, per parte di padre, di Alesso di Trasaghis, riva ovest del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni. Sono 250 pagine fitte di testi, documenti, tabelle, dati, cifre, confutazioni del progetto Edipower presentato nel 2008 e controproposte.

Otto i capitoli, dalle “problematiche sociali e criticità”, al “fango e vita dei laghi”, alla “diatriba tecnica”, alle “centrali e pompaggio” con una indagine su otto possibili alternative di impianti realizzabili con l’idrologia disponibile a Somplago, dalla quale emergono le tre migliori soluzioni applicabili e poi che la “trovata idraulica detta pompaggio – scrive Franzil - è tecnicamente inaccettabile ed economicamente sconveniente, anche perché il delta tra il prezzo del kW/h prodotto di giorno e quello prodotto di notte, alla base della teoria Edipower, andrà via via sempre più riducendosi e l’utile aziendale si ridurrebbe del 37%”.

Lo studio si chiude con una pagina bianca, e con l’invito, rivolto alla Regione, a “voltare pagina, e cominciare a scriverne di una nuova”. Sullo sfondo poi i comitati continuano a monitorare i movimenti delle società multiutility Iren e A2A che si stanno battagliando per le quote societarie partecipate in Edipower. (d.z.)
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