Il referendum è possibile, "Messaggero Veneto", 01 febbraio 2010
Nulla ormai ci sorprende sulla questione del Lago di Cavazzo o dei 3 Comuni! Dopo i silenzi sul potenziamento della centrale di Somplago, le mancate valutazioni sulla tutela ambientale e i pareri favorevoli espressi dai locali amministratori e basati soltanto sul progetto Edipower ora, di punto in bianco, i sindaci rifiutano ai cittadini anche la possibilità di ricorrere allo strumento referendario. Dopo tutte le riunioni, silenzi, presunti esperti, viaggi a Edolo eccetera, i sindaci di Bordano e Trasaghis se ne escono con un articolo ove testualmente affermano due cose. Ai Comuni è stato chiesto solo un apporto collaborativo e non vincolante, per cui il tema non è materia referendaria e, comunque, il tempo per fare ciò sarebbe scaduto nel luglio scorso. Poi, forse nel tentativo di scaricare il proprio barile di responsabilità, demandano alla Regione il compito di fare un’analisi più approfondita del progetto non disponendo di idonei mezzi tecnici. Al sindaco di Bordano, che non ha espresso nemmeno un parere ai sensi della legge regionale 43/1990, risponderanno i suoi cittadini, mentre a quello di Trasaghis accodatosi al parere favorevole espresso dal suo predecessore nel 2008, rammento invece che l’articolo 69 comma 1 dello Statuto cita: «Sono previsti referendum consultivi in tutte le materie di esclusiva competenza comunale, al fine di sollecitare manifestazioni di volontà che devono trovare sintesi nell’azione amministrativa»; poi al comma 3: «Possono essere indetti solo dopo che siano state esperite senza successo o le istanze o le petizioni o le proposte, secondo le modalità negli articoli precedenti». Pur avendo fatto poco per Trasaghis in qualità di sindaco, come ebbe a sostenere Augusto Picco, tra le poche cose da me attuate, guarda il caso, vi sono anche la proposta e l’approvazione dello Statuto comunale tuttora vigente per cui, conoscendone i contenuti, vorrei ricordagli che l’indizione del referendum è prevista per tutte le attività amministrative, fatte salve solo quelle in materia di tributi locali e tariffarie, come cita il comma 2 dell’articolo 69. Stendo un velo pietoso sull’articolo 6 dello Statuto che, sul patrimonio naturale, storico e artistico, imporrebbe alle Amministrazioni la loro difesa e conservazione per il godimento da parte della comunità È quindi oltremodo scorretto dire ai cittadini che lo strumento referendario è precluso sul tema di che trattasi, anche trattandosi di un parere non vincolante, ma pur previsto dalla legge. Sappiamo bene quello che era chiesto ai Comuni, ma non vedo cosa ci sia di più importante, moralmente e politicamente vincolante per un amministratore che saper ascoltare il parere dei suoi cittadini prima di esprimere, “motu proprio” e a qualsiasi livello, un parere su lavori che incideranno non poco sul futuro dell’intera comunità. In una delle riunioni del Comitato per la difesa del lago in Alesso, ebbi ad affermare che in Trasaghis la democrazia era stata violentata dal silenzio degli amministratori. Alla luce delle ultime esternazioni sindacali posso affermare che la democrazia, dal greco démos cràtos: “potere o governo del popolo”, continua a essere lesa e ormai, il termine, possa tranquillamente declinarsi in politburo cràtos: “potere dell’ufficio politico”! Di antica e sovietica memoria.
Dino Rabassi già sindaco Trasaghis
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