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"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons
martedì 29 dicembre 2009
Il rapporto della gente col Lago nelle foto del Lunari di Dalès
Il Lunari è stato redatto da un gruppo redazionale ormai affiatato, che ha già curato, negli anni scorsi, l’edizione di 18 numeri: Zuan Cucchiaro, Luigi Stefanutti, Pieri Stefanutti, Decio Tomat, Elena Vidoni e don Giulio Ziraldo. Rilevante è, come sempre, la partecipazione della popolazione, chiamata a collaborare nella raccolta di fotografie (una cinquantina quelle pubblicate sul Lunari) e informazioni.
Edito dalla Parrocchia di Alesso col contributo del Comune di Trasaghis e la collaborazione del Centro di Documentazione sul Territorio, il Lunari, stampato dalla Graphis di Fagagna, sarà presentato mercoledì 30 dicembre, alle 20.30, nel Centro Servizi di Alesso, dopo di che sarà in distribuzione nei principali esercizi pubblici del paese. Il calendario sarà presente anche alla rassegna itinerante dei "Lunaris fats in Cjargne" che si terrà in gennaio a Bordano.
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giovedì 24 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: l'opinione del presidente Tondo
Consegnate le 8mila firme. Tondo: vigilerò sul futuro del lago
da: Il Gazzettino, Giovedì 24 Dicembre 2009
CAVAZZO CARNICO (d.z.) "Ricevo con attenzione queste firme e vigilerò puntualmente anche su questa vicenda perché ritengo necessaria la salvaguardia del lago, patrimonio ambientale di tutta la Regione". Renzo Tondo ha accolto così ieri a Tolmezzo una rappresentanza del Comitato per la salvaguardia dei laghi di Cavazzo e Verzegnis che gli ha consegnato le 8656 firme raccolte per fermare il progetto proposto da Edipower, firme già fatte pervenire in settimana al presidente del consiglio Edouard Ballaman. La delegazione, composta dal consigliere regionale Enore Picco e da Franceschino Barazzutti, ha fatto notare come attualmente il progetto sia a Roma presso il Ministero competente in attesa della Via regionale, il cui iter è momentaneamente sospeso. Il progetto ha già il parere favorevole di alcuni comuni "ai quali - rileva il comitato - sono state promesse compensazioni economiche. Ma se ci sono compensazioni, significa che c'è un danno!".
martedì 22 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: l'opinione di L. Stefanutti
Si deve credere in un futuro migliore
Da: Messaggero Veneto — 20 dicembre 2009 pagina 19
Quello che sta succedendo nella Val del Lago non è solo una difficile prova di dialogo democratico. In gioco c’è anche dell’altro! Negli incontri pubblici sull’ipotesi di ampliamento della centrale idroelettrica di Somplago, è apparso infatti evidente che i primi a essere a rischio sono i rapporti: quelli di amicizia pluriennale tra persone che a lungo hanno condiviso percorsi di vita, ma che ora si ritrovano schierate, chissà perché, su posizioni contrapposte. Quello che proprio non serve è essere divisi di fronte a chi sostiene il progetto: Edipower Spa. In questa situazione la Spa può rallegrarsi; la gente si è divisa e ciò le consentirà di avere spianata la via per la realizzazione, indolore, dei suoi ambiziosi progetti e avere così il suo guadagno. Purtroppo in questo pesa anche la convinzione, di parte degli amministratori comunali, che il lago sia irrimediabilmente perso, da molti anni ormai. Il loro ragionamento quindi è giustificato, anzi dovuto, visto che ormai credono che tutto sia perduto! Questo è un atto di presunzione inaccettabile. Se non siamo noi (compresi i nostri amministratori) a credere in un futuro migliore, come possiamo pretendere che lo credano i nostri figli? Se diamo di noi questa immagine rinunciataria tarpiamo anche i sogni delle future generazioni, perché non li abituiamo a pensare positivo e costruttivo, a reagire alle avversità, confidando nelle loro qualità. Tanto è tutto inutile! La sensazione attuale è che per molti dei nostri amministratori sia estremamente difficile concepire un contraddittorio e ancora di più un "ripensamento riflessivo". Quasi che essere "Uomini" voglia solo dire avere certezze assolute e immodificabili nel tempo. Forse la vera intelligenza, invece, è proprio quella di avere, sempre, dei provvidenziali dubbi! Con queste riflessioni pubbliche non mi permetto certo di dare "lezioni" ad alcuno, ma vorrei solo stimolare amici e conoscenti a riflettere sulle conseguenze estreme di atteggiamenti e azioni che mi risultano incomprensibili e non solo perché non sono mai stato un amministratore di ente locale. Quest’occasione è unica per ricompattare le risorse umane disponibili, considerato che non ci sono dubbi da dove provenga l’attacco all’integrità di un territorio. Solo una cecità (temporanea si spera!) non consente di vedere il risveglio delle intelligenze che si sta realizzando, però, se non si coglie l’assist, si rischia un vero tracollo. Se l’atteggiamento rimarrà quello di non ascoltare la gente (non la intendo come un’esortazione populista), poi non ci si potrà lamentare per l’isolamento (che non sarà mai dorato) e per lo spopolamento della montagna e di un territorio che ha già dato molto al presunto progresso.
Luigi Stefanutti - Alesso
martedì 15 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: il parere dell'ex sindaco Rabassi
Dal progetto Edipower nessun vantaggio
(Messaggero Veneto — 12 dicembre 2009 pagina 19)
Il 4 e il 5 dicembre scorsi i cittadini di Cavazzo Carnico e Verzegnis sono stati chiamati in assemblea per l’illustrazione del progetto Edipower: questa volta alla presenza di alti esponenti della Spa stessa. Dopo quella del 12 ottobre di Alesso, che interessava i cittadini di Trasaghis e Bordano, siamo giunti alla terza esposizione del progetto senza che alcun tecnico, con esperienza ambientale e geologica, fosse incaricato dai Comuni per esaminare il progetto sotto questo punto di vista. A parte i rappresentanti di Legambiente, Cavallo e Lepre, che si sono prodigati nell’esporre i loro forti dubbi sulla realizzazione dell’opera con indubbia competenza e a cui va il nostro ringraziamento per la partecipazione, il solo esperto delle amministrazioni incaricato di approfondire lo studio del progetto è stato l’ingegner Facchin, laureato in ingegneria meccanica e, secondo quanto affermato dagli stessi amministratori, esperto in idraulica applicata allo sfruttamento delle acque per la produzione elettrica (leggasi turbine, termine usato dai sindaci). Nonostante le nostre sollecitazioni, nessun’amministrazione ha avuto alcun dubbio o ripensamento, ribadendo costantemente il parere sostanzialmente favorevole ai lavori. È strano questo comportamento, perché ripensando al lamento delle amministrazioni prive di fondi, a norma dell’articolo 4 comma 3 della Legge regionale 43/1990 l’eventuale costo delle attività di esame e di pubblica informazione sarebbero state, e sono, a completo carico del proponente la realizzazione dell’opera: a Edipower sarà risparmiato pure questo disturbo. Nell’ultima riunione di Verzegnis, inoltre, il tanto sbandierato aumento occupazionale si ridurrà, come pubblicamente ammesso dalla stessa Edipower, alla mera occupazione edile peraltro altamente specializzata e relativa ai soli lavori di costruzione, stante che la stessa ha già in carico il personale utile e sufficiente alla gestione, presente e futura, dell’impianto. Alla richiesta dei cittadini di conoscere l’ammontare delle compensazioni (in pratica vedere cammello e poi pagare), debbo ammettere che i responsabili Edipower si sono dimostrati più realisti dei nostri re, confessando che tali interventi si limiteranno a quello che il loro budget aziendale consente. Vale a dire piccoli lavori di miglioria, tra cui: manutenzione di sentieri, pubblicazione di libri, sostegni a feste locali, fontanelle eccetera. Premettendo la ferma contrarietà all’intervento, a una mia domanda provocatoria su una compensazione sulla fornitura di elettricità da concedere alle aziende che s’installassero nei comuni danneggiati e tale da consentire uno spontaneo aumento occupazionale, poco ci mancava che questi signori si mettessero a ridere sonoramente. Ai vari sindaci vorrei inoltre ribadire che le attuali norme legislative dovrebbero essere rese note ai cittadini non soltanto per la parte inerente ai doveri degli amministratori nell’essere propositivi sulle necessità energetiche nazionali, ma anche per quella dei diritti del popolo a essere compiutamente informato e, nel nostro caso, soprattutto su quanto richiama l’articolo 144 del Decreto legge 162/2006, che è il più esplicativo circa il corretto uso e la tutela delle risorse idriche che così cita: «Tutte le acque superficiali e sotterranee ancorché estratte dal sottosuolo, appartengono al demanio dello Stato. Le acque costituiscono una risorsa che va tutelata e utilizzata secondo criteri di solidarietà; qualsiasi uso è effettuato salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future di fruire di un integro patrimonio ambientale. La disciplina degli usi delle acque è finalizzata alla loro realizzazione, allo scopo di evitare gli sprechi e di favorire il rinnovo delle risorse, di non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura, la piscicoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrogeologici. Gli usi diversi dal consumo umano sono consentiti nei limiti nei quali le risorse idriche siano sufficienti e a condizione che ne pregiudichino la qualità. Le acque termali, minerali e per uso geotermico sono disciplinate da norme specifiche, nel rispetto del riparto delle competenze costituzionalmente determinato». Orbene: dopo l’onesta ammissione della dirigenza Edipower nel ribadire che la loro è una società per azioni privata, il cui scopo principale è, oltre a mantenere un bilancio attivo, quello di garantire il massimo ricavo per gli azionisti; dopo la pubblica esibizione delle foto scattate al fondo del bacino dall’Ambiesta, nelle quali si possono ammirare le centinaia di migliaia di metri cubo di fango depositate e in procinto di defluire allegramente verso il lago di Cavazzo; avendo appurato che in sole 8 ore nel lago di Cavazzo sarebbero riversati 3.168.000 mc di acqua gelida; che in altre 8 ore 1.267.200 mc di acqua sarebbe ripompata a Verzegnis e mc 1.900.800 uscire dal canale di scarico creando un notevole rimescolamento con effetto torrentizio; che, come ammesso dagli stessi dirigenti Edipower, stante che il canale di deflusso del lago è tarato su 66 mc/sec, le quote di massimo e minimo invaso nel Lago di Cavazzo difficilmente potrebbero mantenersi in alcuni casi, soprattutto nei periodi di piovosità eccezionale, come da noi spesso accade, determinando una forte erosione spondale; che la temperatura delle acque rimescolate in continuazione salirebbero solo nella media tra lo strato idrico iniziale e quello di fondo, con un’ovvia e forte diminuzione di quelle superficiali che in luglio-agosto dagli attuali 16,5/17° scenderebbero a 13,5/14°; che quello che rimane della fauna ittica e della flora sarebbe del tutto compromesso interessando, fra l’altro, anche quella del torrente Leale e del Tagliamento; che vi è pure, da pochi e semplici calcoli elementari e stanti le prove già in essere da mesi sul canale di scarico del lago, la concreta possibilità che il surplus idrico possa nascondere anche la captazione delle acque a fini irrigui con ulteriori guadagni per Edipower; che inoltre, ma celato abilmente, oltre ai sopra citati guadagni, vi siano anche quelli derivanti dai certificati verdi sulle fonti rinnovabili, mai ammessi da Edipower, ma che pure rientrano nei suoi progetti d’impresa come meglio si può appurare dal suo stesso sito informatico; ciò detto, non sembra a tutti voi che questa popolazione abbia già dato a sufficienza per le necessità nazionali. Signori amministratori, possibile che qualche dubbio non emerga dalle vostre coriacee e ostinate convinzioni e vi spinga a rivedere gli atti da voi assunti, anche alla luce delle sospensiva per maggior approfondimento da parte della Regione? Vorrei inoltre che fosse definitivamente accettato che il nostro comitato è sorto spontaneamente, non per senili nostalgie di vecchi amministratori e proprio perché è mancato il dialogo tra amministratori e cittadini, raccogliendo, con una quindicina di persone e in breve tempo, oltre 8.000 firme che saranno a supporto, tra breve, di una petizione agli enti interessati. Tra questi ovviamente anche al sindaco di Cavazzo, il quale non ha mancato di criticare il nostro modo di raccogliere adesioni, reo, secondo lui, di averlo fatto addirittura anche nelle mense della Fantoni e in altre aziende di Osoppo. Forse egli però dimentica che queste ditte da decenni danno il pane a centinaia di nostri concittadini, che sono state create, fatte crescere e dirette da friulani resistendo con noi durante il terremoto, non certo da Edipower che, come tanti stranieri del passato, cercano solo di trarre dalla nostra terra i propri tornaconti, non certo quelli della madre Patria né ancor meno i nostri. Il tutto detto da un cittadino che, pur rispettandoli, mai ha aderito a movimenti verdi e si chiede anche che cosa pensi la politica regionale e in particolare il vostro partito di riferimento del problema in essere.
Dino Rabassi già sindaco di Trasaghis
lunedì 14 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: resoconto delle assemblee di Cavazzo e Verzegnis
Munitisi di indagini geologiche, idrogeologiche e biologiche i vertici della Edipower hanno illustrato e giustificato venerdì 11 sera a Cavazzo Carnico e sabato sera a Verzegnis davanti ad una nutrita platea di cittadini, le loro “buone intenzioni” in merito al progetto di ampliamento della centrale idroelettrica di Somplago che, come ha spiegato Giuseppe Monteforte, direttore Progetti Edipower, “è compatibile con l’ambiente, non prevede alcuna modifica delle concessioni di derivazione e quindi non comporta alcun incremento dell’acqua attualmente utilizzata dalla centrale, né alcuna variazione dei livelli attuali massimi e minimi nei laghi di Cavazzo e Verzegnis”. All’incontro organizzato dai primi cittadini dei due comuni Dario Iuri e Luciano Sulli, erano presenti anche Giorgio Cavallo, Presidente di Legambiente Friuli Venezia Giulia ed il professor Gabriele Borsani, docente di Ecologia presso il Politecnico di Milano.
“Prima di avviare l’iter autorizzativo per l’ampliamento della Centrale Edipower ha fatto realizzare una serie di studi da enti specializzati di primaria importanza, per analizzare l’impatto del progetto sul territorio – ha dichiarato Monteforte – che trae spunto e ragion d’essere dalle politiche comunitarie e nazionali volte alla riduzione delle emissioni di gas serra mediante l’incentivazione, la valorizzazione e l’ottimizzazione della produzione da fonti rinnovabili”. L’iniziativa lo ricordiamo, prevede l’ampliamento dell’impianto mediante l’installazione di due gruppi reversibili per una potenza complessiva di circa 124 MW e la realizzazione di una seconda galleria (lunga 8,5 km), in affiancamento alla galleria esistente, al fine di permettere il pompaggio dell’acqua tra il lago di Cavazzo e il serbatoio di Ambiesta. L’istallazione dei due nuovi gruppi reversibili consentirà, a parità di acqua utilizzata, un aumento della produzione e della potenza nelle ore di maggior richiesta, con una diminuzione della produzione da fonte termoelettrica fossile. L’ampliamento di Somplago, costituisce secondo Edipower, “il naturale completamento dell’impianto, già stato previsto al momento della costruzione della centrale negli anni ’50 e comporterà circa 25-30 mesi di attività, a partire dall’ottenimento delle autorizzazioni, con l’impiego di 60 addetti nella fase di picco e un investimento pari a circa 100 milioni di euro, con rilevanti ricadute positive sull’indotto locale”. "La nuova configurazione della centrale di Somplago contribuirà "all’incremento e valorizzazione della produzione da fonte rinnovabile e alla sicurezza dell’intero sistema elettrico nazionale e del Friuli Venezia Giulia incrementando l’efficienza delle macchine e la potenza complessiva disponibile nelle ore di punta. In base a ciò, l’intervento, è stato inoltre incluso nell’Accordo di Programma siglato con il Ministero dell’Ambiente in quanto apporterà con un rilevante contributo in termini di riduzione delle emissioni di CO2".
“Prima di avviare l’iter autorizzativo per l’ampliamento della Centrale Edipower ha fatto realizzare una serie di studi da enti specializzati di primaria importanza, per analizzare l’impatto del progetto sul territorio – ha dichiarato Monteforte – che trae spunto e ragion d’essere dalle politiche comunitarie e nazionali volte alla riduzione delle emissioni di gas serra mediante l’incentivazione, la valorizzazione e l’ottimizzazione della produzione da fonti rinnovabili”. L’iniziativa lo ricordiamo, prevede l’ampliamento dell’impianto mediante l’installazione di due gruppi reversibili per una potenza complessiva di circa 124 MW e la realizzazione di una seconda galleria (lunga 8,5 km), in affiancamento alla galleria esistente, al fine di permettere il pompaggio dell’acqua tra il lago di Cavazzo e il serbatoio di Ambiesta. L’istallazione dei due nuovi gruppi reversibili consentirà, a parità di acqua utilizzata, un aumento della produzione e della potenza nelle ore di maggior richiesta, con una diminuzione della produzione da fonte termoelettrica fossile. L’ampliamento di Somplago, costituisce secondo Edipower, “il naturale completamento dell’impianto, già stato previsto al momento della costruzione della centrale negli anni ’50 e comporterà circa 25-30 mesi di attività, a partire dall’ottenimento delle autorizzazioni, con l’impiego di 60 addetti nella fase di picco e un investimento pari a circa 100 milioni di euro, con rilevanti ricadute positive sull’indotto locale”. "La nuova configurazione della centrale di Somplago contribuirà "all’incremento e valorizzazione della produzione da fonte rinnovabile e alla sicurezza dell’intero sistema elettrico nazionale e del Friuli Venezia Giulia incrementando l’efficienza delle macchine e la potenza complessiva disponibile nelle ore di punta. In base a ciò, l’intervento, è stato inoltre incluso nell’Accordo di Programma siglato con il Ministero dell’Ambiente in quanto apporterà con un rilevante contributo in termini di riduzione delle emissioni di CO2".
venerdì 11 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: conclusa la raccolta di firme contro il progetto Edipower
Centrale di Somplago, 9 mila no:"Rovina il lago e il territorio"
di Domenico Pecile
(Messaggero Veneto, 11 dicembre 2009)
di Domenico Pecile
Cresce e si diffonde a macchia d’olio la protesta contro la realizzazione dell’ampliamento della centrale idroelettrica a Somplago, sul lago di Cavazzo. Sono già quasi novemila le firme raccolte nei quattro comuni interessati dal mega-impianto: Cavazzo, Trasaghis, Bordano, Verzegnis. E oggi, alle 11, nella sala Pasolini del palazzo della Regione, a Udine, i Comitati per la difesa del lago e del Tagliamento hanno indetto una conferenza stampa nel corso della quale presenteranno la petizione popolare "La difesa del lago di Cavazzo e di Verzegnis". Per il Comitato, la realizzazione dell’impianto rappresenterebbe il "de profundis" del lago e dell’intera zona.I fatti. Edipower, società proprietaria della centrale idroelettrica di Somplago, ha presentato un progetto di ampliamento per il potenziamento della stessa centrale di Somplago. Il piano prevede, tra l’altro, la costruzione dal bacino di Verzegnis a Somplago di una seconda galleria (lunga 8,5 chilometri) in pressione e l’installazione, accanto alle tre già in esercizio, di due nuove turbine reversibili, che producono energia di giorno, mentre di notte pompano nel bacino di Verzegnis la stessa acqua accumulata di giorno nel lago di Cavazzo. La portata d’acqua raddoppierebbe, passando dagli attuali 66 a 110 metri cubi il secondo e la variazione di livello del lago potrebbe arrivare a 2,50 metri, rischiando così – sostengono i Comitati – di "fare più danni di un terremoto" per l’accumulo di fanghi provenienti dall’invaso di Verzegnis e per le oscillazioni quotidiane del livello dell’acqua che impedirebbero ogni altra attività, comprese quelle sportive. È chiaro – sostengono i Comitati – che lo scarico dal bacino di Verzegnis nel lago di Cavazzo e il pompaggio da quest’ultimo provocano una continua movimentazione di enormi masse d’acqua. "La continua oscillazione del livello e la movimentazione delle acque avranno allora un risultato certo: non ci sarà più pace per il lago". I Comuni interessati, tuttavia, hanno dato parere favorevole. "Ma questo – sottolinea il Comitato – in cambio di indennizzi. E non è un caso che le popolazioni non stiano seguendo le decisioni dei loro consigli comunali". Ma l’ultima parola spetta alla Regione Friuli Venezia Giulia. Che al momento ha sospeso il suo parere e chiesto alcuni approfondimenti alla ditta Edipower. Ma serve anche il parere della Via (Valutazione di impatto ambientale) nazionale. Proprio per questo tutta la documentazione relativa alla vicenda (compresa la petizione con le oltre 8 mila firme) sarà inviata la prossima settimana dai Comitati al ministero competente. Ma ci sono anche altri risvolti.Resta il fatto che la centrale sarebbe destinata a essere una mega-realizzazione dal costo preventivato di circa 100 milioni di euro. Franceschino Barazzutti, presidente del Comitato della tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento, si spinge oltre. E spiega: "Secondo i conti effettuati da Legambiente del Friuli Venezia Giulia, grazie alla produzione di energia, alle incentivazioni e ai cosiddetti "certificati verdi", Edipower dovrebbe ricavare circa 600 milioni di euro in 15 anni di validità dei certificati verdi. Visti i costi di gestione, riteniamo che l’u tile possa aggirarsi tra i 400 e i 450 milioni. Dunque, un grande business". Barazzutti aggiunge di dirsi "stupefatto che un presidente carnico come Renzo Tondo, che conosce bene le problematiche delle derivazioni idroelettriche, non faccia un ragionamento non soltanto sotto l’aspetto ambientale, ma anche per l’ammontare di queste cifre". Insomma, secondo i Comitati e lo stesso Barazzutti "la Regione dovrebbe mettere il naso nel piano industriale di questo progetto". Anche perché – chiosa Barazzutti – "si tratta di soldi che sono destinati a uscire dal Fvg per finire alle municipalizzate lombarde tramite l’A2A, a quelle svizzere tramite l’Alpiq, a Torino e Genova mediante Iride e in Francia grazie l’Edison che controlla il 50% della Edipower".
Risvolti economici. Soldi. Ma per adesso il nodo principale è il futuro del lago di Cavazzo e del suo territorio. Dunque, tutto ruota per ora attorno al problema dei fanghi. Quelli che l’invaso di Verzegnis riceve da gran parte dei fiumi limacciosi della zona durante le precipitazioni più abbondanti. Nel bacino di Verzegnis ci sono metri e metri di fanghi depositati che saranno movimentati quando l’acqua sarà pompata a pressione da Somplago e sarà poi fatta turbinare di nuovo a Somplago. Secondo il consigliere regionale della Lega Nord, Enore Picco, in prima fila nella battaglia dei Comitati "per ottenere il disco verde della Via è stato seguito un iter molto strano, escludendo dalle consultazioni i Comuni del territorio e soggetti che avrebbero dovuto essere interpellati". Senza contare – insistono i Comitati – che "una centrale delle dimensioni prospettate da Edipower annienterebbe le potenzialità naturalistiche e turistiche del lago di Cavazzo, che viceversa andrebbero valorizzate da un apposito piano che ponga il lago in sistema con le particolari presenze storico-culturali e ambientali del territorio: Venzone, Gemona, forte di Osoppo, Casa delle farfalle, il pianoro del monte San Simeone, la fortezza di Monte Festa, la pieve di Cesclans, la zona del leccio, la riserva naturale del lago di Cornino, il pianoro del Mont di Prât, le valli dei torrenti Palâr e Leale".Non possiamo desertificare la montagna nel nome del progresso avallando – concludono i Comitati – progetti che rovinano il territorio e, contestualmente, non offrono nulla dal punto di vista economico né aprono nuovi varchi sul fronte dell’occupazione".
Risvolti economici. Soldi. Ma per adesso il nodo principale è il futuro del lago di Cavazzo e del suo territorio. Dunque, tutto ruota per ora attorno al problema dei fanghi. Quelli che l’invaso di Verzegnis riceve da gran parte dei fiumi limacciosi della zona durante le precipitazioni più abbondanti. Nel bacino di Verzegnis ci sono metri e metri di fanghi depositati che saranno movimentati quando l’acqua sarà pompata a pressione da Somplago e sarà poi fatta turbinare di nuovo a Somplago. Secondo il consigliere regionale della Lega Nord, Enore Picco, in prima fila nella battaglia dei Comitati "per ottenere il disco verde della Via è stato seguito un iter molto strano, escludendo dalle consultazioni i Comuni del territorio e soggetti che avrebbero dovuto essere interpellati". Senza contare – insistono i Comitati – che "una centrale delle dimensioni prospettate da Edipower annienterebbe le potenzialità naturalistiche e turistiche del lago di Cavazzo, che viceversa andrebbero valorizzate da un apposito piano che ponga il lago in sistema con le particolari presenze storico-culturali e ambientali del territorio: Venzone, Gemona, forte di Osoppo, Casa delle farfalle, il pianoro del monte San Simeone, la fortezza di Monte Festa, la pieve di Cesclans, la zona del leccio, la riserva naturale del lago di Cornino, il pianoro del Mont di Prât, le valli dei torrenti Palâr e Leale".Non possiamo desertificare la montagna nel nome del progresso avallando – concludono i Comitati – progetti che rovinano il territorio e, contestualmente, non offrono nulla dal punto di vista economico né aprono nuovi varchi sul fronte dell’occupazione".
(Messaggero Veneto, 11 dicembre 2009)
martedì 8 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: il parere di V. Rabassi
Il lago di Cavazzo e l’etica politica. “Libertà è partecipazione...”.
Ma per il lago di Cavazzo è tutta un’altra storia.
“Libertà è partecipazione...” cantava Giorgio Gaber. Se fosse ancora vivo il signor G., sarebbe da chiedergli se trasparenza, informazione, partecipazione e condivisione siano di “sinistra” o di “destra” . Sono in molti (anche senza sforzarsi a imitare il signor G.) a chiedersi se esista ancora un’etica nella politica e se per appartenere a un partito servano ancora certi ideali e certi valori o se ormai tutto questo sia passato in secondo piano, superato. A chiederselo sono anche i cittadini della val del Lago, traditi dal voto favorevole delle loro amministrazioni comunali all’ampliamento della centrale di Somplago, amareggiati per il mancato coinvolgimento, stupiti e delusi dall’atteggiamento e dai silenzi delle stesse. Il quesito nasce dalla convinzione che la partecipazione attiva della popolazione nell’amministrazione di un Comune costituisca uno straordinario esercizio di democrazia. Trasparenza, informazione e condivisione sono poi principi guida fondamentali soprattutto quando le scelte divengono importanti. In questi casi, più che mai, superare le frammentazioni e attivare la forza del “fare insieme” per avere più peso e capacità contrattuale diventano strategici e qualificanti. Tutto sommato, trasparenza, informazione e condivisione si possono tradurre semplicemente in buona politica (nel caso a cui mi riferisco ci sta anche “intelligente”). Si dice che questi argomenti siano di “sinistra”, ossia siano più propri a persone e movimenti di sinistra e alle amministrazioni di sinistra. Ma non sempre è così. L’eccezione (mi auguro che la regola sia confermata) la forniscono i sindaci dei Comuni della val del Lago (Cavazzo, Bordano, Trasaghis) unitamente al sindaco del Comune di Verzegnis, tutti di sinistra o vicini alla sinistra. Questi sindaci non si pongono minimamente il problema di vivere l’impegno politico, come dice il codice etico del loro partito (il Pd), «con responsabilità, di confrontarsi e di dare conto del proprio operato» né di sostenere «un modello di comunicazione basato sull’ascolto, sul dialogo, sulla chiarezza di espressione» o tanto meno di impegnarsi «a condurre il confronto con volontà d’intesa», o infine di favorire «la trasparenza dei processi decisionali e la partecipazione democratica nelle forme più inclusive». Costoro si mostrano come figure di altri tempi, si sentono padroni delle cose e delle persone. Pieni della delega ricevuta con il voto, come se il tempo e le esperienze passate non avessero lasciato traccia e insegnamento; dispongono anche per gli altri, non motivano le scelte fatte e non rispondono alle domande che da più parti vengono poste. È evidente e indiscutibile che chi ha responsabilità di amministrare deve prendere delle decisioni. Ma chi prende le decisioni senza coinvolgere anche gli altri (coloro che li hanno votati come coloro che non l’hanno fatto), senza conoscere cosa ne pensano, senza condividere le scelte e motivarle, allora non esercita la democrazia. E quando non si fa democrazia, non ci sono garanzie dell’inviolabilità dei diritti, del rispetto degli impegni presi. Ben lungi dal voler insegnare, vorrei concludere con un suggerimento e un invito a tutti i consiglieri comunali di Bordano, Cavazzo, Trasaghis e Verzegnis che dovranno avvalorare le scelte fatte dai propri sindaci. Il suggerimento è solo quello di sperimentare una mentalità aperta per ascoltare, approfondire, valutare e decidere insieme: questo potrà condurre a risultati vincenti. Sull’ampliamento della centrale di Somplago è necessario decidere su dati e analisi, non su opinioni personali o di pochi individui. L’invito è quello di far proprie le domande rivolte dai comitati, che di seguito riporto, rimaste da tanto tempo senza risposta e di interpellare i propri sindaci. 1) Se il progetto di ampliamento della centrale di Somplago non provoca danni al lago, come affermano la società Edipower e i sindaci, perché si chiedono «mitigazioni ambientali» e «compensazioni»? 2) Sono stati fatti degli studi e delle ricerche sulla qualità e sulla quantità di fango che si sono depositate nel lago di Verzegnis, in 50 anni, e se lo stesso finirà nel lago di Cavazzo per effetto delle correnti generate sul fondo dall’afflusso delle acque captate dal fiume Tagliamento e ripompate da valle? 3) Come mai nell’assemblea del 12 ottobre scorso, organizzata dalle amministrazioni di Trasaghis e Bordano, il tecnico di fiducia dei Comuni non ha esposto alcuna osservazione sul progetto, ma ha semplicemente proceduto a illustrarlo, come se si trattasse di un tecnico incaricato dalla società Edipower? 4) Con il comportamento tenuto fino a oggi, i sindaci e le amministrazioni comunali non corrono il rischio di essere usate dalla società Edipower contro il territorio e la loro gente? 5) Per quali motivi si è trattato con la società Edipower per oltre un anno senza informare la popolazione sul progetto? 6) Nelle delibere dei Comuni di approvazione del progetto si legge che in caso di mancata osservanza del limite fissato per le escursioni, in 1 metro per il lago di Cavazzo e in 9 metri per il lago di Verzegnis, verranno definite apposite clausole di salvaguardia da inserire in un successivo accordo. Non vi sembra che da ciò derivi la possibilità di superare i livelli citati e che il lago venga venduto un tanto a spanna? 7) Secondo la logica adottata delle “mitigazioni ambientali” e delle “compensazioni”, qual è il valore in euro che viene attribuito al lago? 8) Per quali motivazioni il Comune di Trasaghis, senza disporre degli elaborati di progetto, ha espresso parere favorevole già il 4 luglio 2008? 9) A quanto ammontano le “compensazioni” concordate con la società Edipower per ciascun Comune? 10) Le amministrazioni comunali sono a conoscenza che a fronte di un finanziamento di 100 milioni di euro la società Edipower ricaverà un utile di circa 500 milioni di euro in 15 anni? Mi auguro che i consiglieri partecipino e decidano in autonomia di giudizio. “Libertà è partecipazione...”, partecipazione è democrazia.
Valentino Rabassi già assessore comunale di Trasaghis
(dal "Messaggero veneto" del 7 dicembre 2009)
domenica 6 dicembre 2009
Alesso 8 dicembre: tradizionale mercatino di solidarietà
Ad Alesso, nel Centro Servizi di via Libertà (vicino al Centro Studi) sarà aperto anche quest’anno un mercatino di dolci ed oggetti natalizi allestito da volontari in collaborazione con la Parrocchia di Alesso; le offerte raccolte saranno interamente devolute in beneficenza, per emergenze locali e per aiutare i 400 bambini senza famiglia ospiti dell’Asilo di Minas Novas in Brasile, una struttura che si regge grazie all’impegno di una religiosa italiana, suor Annamaria Ortelli.
Il mercatino è aperto :
MARTEDI' 8 DICEMBRE DALLE 10 alle 21
MARTEDI' 8 DICEMBRE DALLE 10 alle 21
Gli organizzatori auspicano si approfitti dell'occasione per acquistare dei doni di Natale originali e fatti a mano e, nello stesso tempo, aiutando persone che vivono in difficoltà.
mercoledì 2 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: novità da Cavazzo e Verzegnis
Assemblee pubbliche a Cavazzo e Verzegnis, per un dibattito aperto sulla centrale di Somplago
E' stato fissato dalle Amministrazioni comunali un appuntamento per venerdì 4 dicembre a Cavazzo e sabato 5 dicembre a Verzegnis, entrambi alle ore 20 nei rispettivi Municipi.
Nel corso degli incontri, verrà illustrato il progetto presentato da Edipower per il potenziamento della centrale e la posizione dei Comuni. Ne seguirà un dibattito che vedrà protagonisti i sindaci, i funzionari Edipower e i rappresentanti di Legambiente. Faranno da moderatori Francesco Brollo e Giulio Magrini.
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