"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 13 aprile 2015

Verso il 40ennale del terremoto, amministratori a confronto

Sabato a Venzone parecchi amministratori del 1976 si sono incontrati per riesaminare l'importanza  della esperienza - difficile e impegnativa - del dopo-terremoto e riflettere sul senso da dare al prossimo anniversario del quarantennale. A quasi un anno dal quarantennale del terremoto che sconvolse il Friuli (quel 6 maggio 1976 una scossa di 6,4 gradi Richter si accanì sulle province di Udine e Pordenone, causando quasi 1.000 morti, 2.600 feriti, distruggendo 18.000 edifici, colpendo quasi 300 fabbriche) la Regione e l'Associazione dei Comuni terremotati e dei sindaci della Ricostruzione hanno "coralmente preso l'impegno - ha sottolineato il presidente della Regione Serracchiani - in concomitanza anche con i 70 anni della Repubblica, non solo di ricordare quei fatti e di commemorare chi non c'è più ma soprattutto di far riemergere il Modello Friuli, quell'esperienza straordinaria di un'opera di ricostruzione sociale ed economica che parlava di crescita, ancora senza eguali a livello nazionale".


Dalla stampa, alcune dichiarazioni di amministratori che hanno operato o operano nei Comuni della Val del Lago:

QUEL 1976

Risultati immagini per "Franceschino Barazzutti"Terre rase al suolo i cui abitanti, però, come spiega Franceschino Barazzutti, ex primo cittadino di Cavazzo Carnico, ritrovarono se stessi. «Dimostrammo lo spirito, la cultura, la storia e la capacità di rimboccarci le maniche – dice – tipico di noi friulani. Non siamo rimasti a piangere per quello che non c’era più, ma ci siamo rimessi immediatamente a lavorare per ricostruire tutto come, e meglio, di prima». Elevando al massimo quel concetto, tutto locale, del “fasin di bessôi”. «In Irpina e all’Aquila non hanno ottenuto gli stessi risultati – sostiene Barazzutti – perché si è scelto di centralizzare la gestione del post terremoto. Il Friuli, invece, è la prova maestra che il decentramento funziona. Una scelta tecnica, perché permise ai singoli Comuni di decidere le priorità di intervento, ma anche fortemente democratica in una terra che ha dimostrato con i fatti di saper utilizzare bene i fondi ricevuti senza aspettare che fossero altri a intervenire». Con risultati concreti, in un breve lasso di tempo.
Risultati immagini per "Ivo Del Negro"«Il punto di svolta – dice Ivo Del Negro, ex sindaco di Trasaghis – è stato quando il Governo ha stanziato 3 mila miliardi di lire per le zone terremotate permettendoci, già nel 1978, di cominciare la costruzione delle prime nuove case. In quel momento la nostra gente ha capito, davvero, che tutti i paesi sarebbero rinati dalle loro ceneri». Con un preciso ordine d’importanza e di priorità. «Prima le fabbriche, dopo le case e infine le chiese – ricorda Del Negro – : fu il motto di quel periodo duro fatto proprio anche dai vertici della Curia. È stata dura, durissima, ma alla fine abbiamo completato un’opera che per me resta il punto più alto toccato negli ultimi 50 anni dall’Autonomia della nostra Regione».
(dal Messaggero Veneto del 12 aprile)

IL QUARANTENNALE
Risultati immagini per "Gianni Borghi"Per Gianni Borghi, sindaco di Cavazzo Carnico, occorre riflettere «su cosa vogliamo dire e su come dirlo. Pensiamo ad un messaggio nuovo che lasci qualcosa di significativo alle nuove generazioni perché il problema dei terremoti è che sono sempre dietro le quinte, impegnamoci a lavorare su come imparare a gestirli».
Si appella all'unitarietà Franceschino Barazzutti (...): «Serve coraggio, la ricostruzione è stata un evento corale, allora anche questo appuntamento deve essere impostato con condivisione, guardando al presente e al futuro».
(dal Gazzettino - edizione FVG -  del 12 aprile)
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Ai lettori del Blog l'invito a intervenire sul tema : "Quali valori, quali fatti dovrebbero essere maggiormente sottolineati per far comprendere il  senso del quarantennale del terremoto"?

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