"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

venerdì 11 luglio 2014

Somplago, in 1700 "nel ventre della centrale" (II)

Il numero della "Vita Cattolica" appena uscito dedica una pagina intera alla manifestazione "Centrale aperta" proposta domenica da Edipower a Somplago: anche la giornalista Monika Pascolo - in compagnia di Franceschino Barazzutti - ha seguito il percorso guidato ed ha ascoltato le spiegazioni fornite dai tecnici di Edipower.
.............
Oltre 1700 persone, domenica 6 luglio, hanno visitato
l'impianto idroelettrico Edipower a Somplago

Nel «cuore» della centrale

Costruita tra il 1953 e il 1962 dalla Società adriatica di elettricità (Sade, oggi Enel), la centrale - di proprietà Edipower - è la più grande in Friuli-Venezia Giulia ed è in grado di produrre 165 milioni di watt all'ora, sfruttando l'acqua del bacino artificiale di Verzegnis alimentato dalla portata scaricata dalla centrale di Ampezzo (lungo una condotta di 18 chilometri) e in parte dalle acque del Medio Tagliamento e dei suoi affluenti.

La Vita Cattolica, Giovedì 10 Luglio 2014

Un viaggio nel «cuore» della centrale idroelettrica di Somplago, la più grande del Friuli-Venezia Giulia, per vedere da vicino come l'energia potenziale dell'acqua - che arriva dal bacino artificiale di Verzegnis - si trasforma in meccanica e di seguito, tramite un generatore, viene convertita in energia elettrica e distribuita all'intera rete regionale.
Lo ha proposto domenica 6 luglio la società milanese Edipower (fa parte del gruppo A2A), titolare in regione di 26 impianti (Somplago e Ampezzo sono quelli più grandi), finita negli ultimi anni alla ribalta delle cronache per il progetto di raddoppio della centrale costruita sulla sponda nord-est del Lago di Cavazzo (erano previste due turbine in aggiunta alle tre esistenti, per un investimento di 100 milioni di euro). Un disegno che aveva mobilitato centinaia di persone «strette» attorno ai due comitati - quello «per la difesa e lo sviluppo del lago» e quello di «tutela della acque del bacino montano del Tagliamento» - che, contrari fin dall'inizio all'ampliamento (stando ad alcuni studi avrebbe ridotto il lago in una palude nel giro di poco meno di 100 anni), hanno anche organizzato una petizione in difesa di quello che è lo specchio d'acqua naturale più grande della regione. Una vicenda a cui è stata messa la parola «fine» proprio da Edipower che ha deciso di ritirare il tanto discusso progetto perché ritenuto non più strategico.
Società che domenica, dal mattino fino a pomeriggio inoltrato, «ha accolto» nella sua centrale i tantissimi visitatori arrivati a Somplago - dove era in corso la tradizionale Festa del pesce - per «scoprire» come nasce l'energia verde. Anche noi abbiamo visitato l'impianto - guidati dal tecnico Edipower Mauro Codutti - e accompagnati per l'occasione da Franceschino Barazzutti, ex sindaco di Cavazzo Carnico e portavoce dei due comitati «anti raddoppio»; da giovane (erano gli anni ‘50), ci ha raccontato, durante le vacanze estive (allora studiava ingegneria), ha lavorato nella centrale al seguito dei minatori dell'impresa Monti di Auronzo di Cadore, per scavare la galleria - «Al tempo si faceva tutto a mano», commenta - che dalle turbine scende verso il lago.

La centrale - costruita, infatti, nella roccia tra il 1953 e il 1962 dalla ditta Sade (ora Enel), tristemente famosa per il disastro del Vajont - sfrutta l'acqua del lago di Verzegnis, alimentato dalla portata scaricata dalla centrale di Ampezzo e da parte delle acque del Medio Tagliamento e dei suoi affluenti; lo fa tramite tre condotte metalliche (del diametro di due metri e mezzo, con un assorbimento massimo di 66 mila litri al secondo) che attraverso una galleria di 8 chilometri e mezzo - il salto è di 280 metri - si collegano a tre generatori da 55 milioni di watt all'ora.
L'impianto - che accoglie il visitatore in un lungo corridoio le cui pareti «raccontano» attraverso immagini la storia di quella che Codutti ha definito «un'opera grandiosa per i tempi in cui è stata costruita» che, in seguito al terremoto del 1976 non ha subito alcun danno strutturale nonostante la vicinanza con l'epicentro del sisma -, è considerato strategico in caso di black out: ciò sta a significare che, oltre a essere presidiato dall'Esercito in caso di emergenza (come è avvenuto durante la guerra dei Balcani), «nel giro di un minuto è in grado di azionare tutte le pompe e i servizi ausiliari affinché sia immediatamente garantita l'energia alla centrale termoelettrica di Monfalcone che se spenta andrebbe a creare un enorme danno».
L'ingresso vero e proprio in centrale (da qui in poi è vietato fare fotografie per non «divulgare» la tecnologia presente) avviene lungo una galleria di 600 metri alle cui pareti sono appesi tre gruppi di cavi ad alta tensione (220 mila volt), tramite i quali l'energia viene trasportata all'esterno e quindi smistata per l'immissione definitiva in rete. Dopo la lunghissima «passeggiata» si arriva alla galleria principale (arcuata per impedire, in caso di attacco, il danneggiamento dei macchinari), illuminata a giorno non solo da luci, ma anche grazie a finte finestre dalle vetrate enormi che danno l'idea di trovarsi a due passi dall'uscita e non 700 metri dentro la montagna. Qui - nella sala macchine sovrastata da un originale affresco dell'artista Walter Resentera che racconta la storia del Friuli - si trovano i tre generatori che rappresentano il nucleo della struttura e che in questi mesi Edipower ha deciso di sostituire con impianti più moderni. Accanto, da una piccola porta in metallo si accede a un immenso spazio scavato nella roccia che avrebbe dovuto ospitare ulteriori due generatori.
La centrale di Somplago non impiega personale, ma l'intero sistema - controllato e protetto da apparecchiature elettroniche - viene comandato a distanza da una sede Edipower vicina alla Svizzera.
La visita - «un'esperienza unica» come hanno commentato con entusiasmo due bimbi della nostra comitiva - si conclude nell'atrio della centrale, molto simile a un ingresso di un museo piuttosto che di un impianto idroelettrico grazie ai pregevoli mosaici del maestro veneziano Mario De Luigi.
Monika Pascolo

5 commenti:

  1. neanche mezza parola sulla festa del pesce che era a pochi metri da tutto quello scritto sopra!!!! forse rode a qualcuno????? mah!!!!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il primo pesce è sempre il più veloce: IL BACCALA'

      Elimina
    2. L'articolo della Vita cattolica parla di "tantissimi visitatori arrivati a Somplago - dove era in corso la tradizionale Festa del pesce". Sul Blog si è parlato diverse volte della manifestazione ed è stata pubblicata a lungo la locandina. Plui di cussì....

      Elimina
    3. infatti la mia non era una critica al blog che anzi trovo molto interessante e sempre aggiornatissimo!!! era una critica verso chi ha scritto l articolo.

      Elimina
  2. Probabilmente Barazzutti non ha accompagnato la giornalista alla sagra del suo paese........

    Ron

    RispondiElimina

Ogni opinione espressa attraverso il commento agli articoli è unicamente quella del suo autore, che conseguentemente si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione sul Blog "Alesso e Dintorni" del testo inviato.
OGNI COMMENTO, ANCHE NELLA CATEGORIA ANONIMO;, DEVE ESSERE FIRMATO IN CALCE, ALTRIMENTI NON SARà PUBBLICATO.
Grazie.