"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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giovedì 3 gennaio 2013

Somplago caput mundi. Senza elettrodotto, Il Gruppo Pittini minaccia di andarsene all'estero

Qualcuno, negli scorsi giorni, si è lamentato sul Blog dicendo che dare tanto spazio alla "vicenda coscritti" avrebbe tolto attenzione a problematiche più "serie" come la minacciata delocalizzazione del gruppo Pittini che causerebbe notevoli conseguenze in zona sul piano occupazionale. Del problema si è discusso più volte, sul Blog: abbiamo lanciato lo slogan "Somplago caput mundi" proprio per sottolineare lo snodo cruciale somblaghino dove vengono a confluire le tematiche dell'elettrodotto e del raddoppio della centrale.
Pittini, dunque. La minaccia di delocalizzare è, per il gruppo, una  conseguenza della mancata realizzazione dell'elettrodotto Wurmlach Somplago. Ne ha parlato anche "Il Sole 24ore":
«Abbiamo intrapreso la strada della delocalizzazione all'estero; tutto il comparto delle verticalizzazioni del gruppo è destinato a essere trasferito verso Paesi più amichevoli nei confronti delle imprese». Federico Pittini, amministratore delegato del Gruppo omonimo (per la capogruppo Ferriere Nord 964 milioni di fatturato nel 2011, 930 milioni di previsione di fatturato nel 2012) annuncia che “la decisione di trasferire all'estero una serie di produzioni è stata presa”. Di conseguenza, “qualche centinaio di posti di lavoro (attualmente il gruppo ne occupa 1210.
Il primo motivo della delocalizzazione? «È assolutamente la mancata realizzazione della linea di elettrodotto Wurmlach-Somplago» aggiunge Federico Pittini. 
da: Paolo Pinchierri - Il Sole 24 Ore - leggi su http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-12-28/gruppo-pittini-guarda-oltreconfine-064241.shtml?uuid=AbpcrdFH


Sulla vicenda, il Coordinamento dei Comitati della montagna ha diramato un comunicato di netta contrarietà alle ipotesi di delocalizzazione, con argomentazioni che toccano direttamente la Valle del Lago:


   Il Cavalier Pittini, proprietario delle acciaierie di Rivoli di Osoppo, qualche giorno fa ha contemporaneamente versato una lacrimuccia e lanciato una minaccia.             
   La lacrimuccia è  provocata dal dispiacere  -  a dir suo -  che non gli lasciano fare il l’elettrodotto Würmlach- Somplago. 
   La minaccia, lanciata nel suo modo rude che non si concilia con la lacrimuccia, consiste nella delocalizzazione delle sue produzioni. 
   La lacrimuccia non meriterebbe attenzione, perché ricorda quella del coccodrillo, ma la ricorrenza di queste Feste c’induce alla bontà, limitandoci ad alcune domande:
   1) come può il Cavalier Pittini lamentarsi che non gli lasciano fare l’elettrodotto quando all’esecuzione interrata non ci sono opposizioni? Perché fa come il lupo che incolpa l’agnello di intorbidirgli l’acqua? Se la variante interrata – adottata nei paesi civili - costa di più, perché il Cavalier Pittini ha la pretesa di scaricarne i costi – suoi – sulle valli e le popolazioni della Carnia?  
   2) dov’era il Cavalier Pittini (e la Regione) quando alcuni anni fa lo Stato ha privatizzato la centrale idroelettrica di Somplago? Se fosse stato lungimirante e l’avesse acquistata assieme ad altri industriali avrebbe avuto la centrale vicinissima. Invece no: ha lasciato che finisse nelle mani dei lombardi-piemontesi- emiliani di Edipower, che si comportano da colonialisti con le nostre acque pretendendo addirittura di pomparle per guadagnarci ancora di più;
   3) come può il Cavalier Pittini pretendere di scaricare la sua non lungimiranza sugli abitanti della Carnia, che dovrebbero subire un elettrodotto-mostro con tralicci alti 60 metri? 
   4)  non è mai stato colto il Cavalier Pittini dal dubbio che se da noi il kwh è caro lo sia per imposizione della nostra lobby energetica? Se la prenda con questa lobby, non con altri.
     Ora veniamo alla minaccia di delocalizzazione dei suoi  stabilimenti che non merita domande, ma ferme prese di posizione da parte delle Istituzioni più che dei Comitati:
    a) il cittadino Pittini è libero di portare i suoi stabilimenti dove crede, ma ad una condizione però: prima di andarsene restituisca al Friuli i contributi e gli incentivi pubblici ricevuti dalle sue aziende prima, durante e dopo il terremoto. Diversamente sarebbe troppo comodo!
    b) fa tanta amarezza e rabbia constatare che questo fior fiore dell’imprenditoria friulana di fronte alle difficoltà di quel mercato - che loro tanto adorano - non sanno far altro che minacciare di andarsene, che  usare il ricatto verso la Regione, le Istituzioni, i loro dipendenti, la terra che a loro ha dato tanto: altro che patrioti del Friuli!  
   Ebbene,  se costoro, il Presidente Tondo ed i suoi pretoriani in Carnia, i Sindaci e amministratori di Tolmezzo e di Cavazzo che hanno tradito la Carnia, i vari “sorestanz” locali, regionali e statali, compresa  la candidata Serracchiani, i sindacalisti elettrodottisti alla Belci (cgil) ed alla Palese (cisl) hanno già dimenticato i 2.500 manifestanti a Paluzza ed i 4.500 a Tolmezzo, i Comitati sono pronti a ricordarglielo con una nuova imponente manifestazione, che porterà l’intera Carnia a travolgerli, a presentare loro il conto di tutti i torti e malefatte passate, presenti ed incombenti sulla Carnia. E ce ne sono a bizzeffe! Sarà certamente una bella giornata per la gente, non per loro!
  A tutti costoro consigliamo di non andare a cercarsi notte. La Carnia non ne può più di esssere spogliata di tutto (acque, malghe, boschi, scuole, uffici postali, stazioni forestali, piccole attività commerciali, ater, azienda sanitaria, agenzia delle entrate, tribunale) e di essere “ricompensata” con l’oleodotto, il supercarcere, il poligono del Bivera, lo svuotamento dei poteri dei Comuni per centralizzarli su Tolmezzo, il carobollette di Carniacque, il pompaggio nel lago di Cavazzo, l’inutile autostrada Cadore-Amaro, l’elettrodotto aereo e …una nuova emigrazione. 
                            CUMO AVONDA!   ADESSO BASTA!

   
 



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