"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 23 giugno 2014

Sfangamento di Verzegnis, conseguenze per il Lago di Cavazzo. Analisi e controproposte dell'ing. Franzil (II)

Pubblichiamo la seconda e ultima parte della relazione redatta dall'ing. Dino Franzil e diffusa dai Comitati, nel quale vengono analizzate le proposte di Edipower per lo sfangamento del Lago di Verzegnis. L'ing. Franzil, sulla base dei dati disponibili, contesta il metodo scelto da Edipower per le operazioni di sfangamento, ritiene che questa procedura porterà alla distruzione ambientale del torrente Ambiesta e avrà non poche conseguenze dannose per il Lago di Cavazzo. In alternativa, viene proposta la rimozione del fango ed il suo utilizzo per finalità agricole e/o industriali.
Ovviamente ci si augura che anche la lettura di questo documento sia utile alla definizione del problema e contribuisca alle discussioni partecipate e, in ultima analisi, aiuti alla corretta individuazione delle scelte che dovranno essere intraprese. (A&D)
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Con questa operazione il rio Ambiesta verrà cementificato, ossia ricoperto a tal punto da soffocare tutto l’ecosistema fino alla confluenza col Tagliamento, a vantaggio d’interessi privati. Infatti, con questa operazione «sacrificale» si riducono i tempi operativi e si risparmiano spese. Ad ogni modo simil procedura sarebbe inaccettabile anche nel caso fosse di gestione pubblica perché travisa ogni logica e rispetto.


PUNTO CINQUE - La diluizione del fango a norma vigente

Si sottolinea che la scelta operativa adottata dall’Azienda porterà al collasso il rio Ambiesta e andrà ad inquinare il Tagliamento fino a raggiungere tollerabile diluizione del fango.

I motivi addotti contro la scelta operativa di diluire il fango a partire dalla diga li «giustificano» con l’impossibilità di regolare la diluizione, con la difficoltà o rischio ad aprire lo scarico di fondo della diga che si immette direttamente nel rio e la non disponibilità d’acqua sufficiente per la diluizione. Questo, è a dir poco un paradosso che tutti possono capire.

Visto che avranno in funzione un sistema GPS, il primo consiglio è quello di procurarsi anche uno scandaglio e di controllare l’area dello scarico di fondo al fine di verificare se risulta ostruito con tronchi d’albero e altra spazzatura come ipotizzato. Poi se la paratoia dello scarico e gli organi di comando non funzionano, è dovere e responsabilità del Concessionario di riattivarli per ovvi motivi di sicurezza, a meno che, utilizzare una diga non significhi gestirla a piacimento.





PUNTO SEI - Analisi modalità defluizione di 35.000 mc con 6,5 gr/l – secondo D.Lgs.152/99

 Defluizione continua consentita 6,5 gr/l 

 Peso specifico fango ps = 2.150 kg/mc 

 Peso complessivo del fango da rimuovere Qp= 35.000x2.150 = 64.500.000 kg 

 Volume d’acqua necessario V= 64.500.000/6,5 = 9.923.100 mc. 

Se la pompa asporta q=80 l/sec = 288 mc/ora, il tempo (t) di estrazione continua (24/24 h) sarà:

t= 9.923.100/288 =34.455 ore = 1.435 gg = 57 mesi (di 25 giorni lavorativi).

Tempo insostenibile quindi occorre aumentare la quantità trasportata litro!

Chiaramente sono tempi inaccettabili e dimostrano che l’attrezzatura proposta è inadeguata per una diluizione a norma. Per rientrare nei 2 mesi (65 giorni) previsti occorrerebbe una aspirazione di circa 22 volte maggiore ossia di 1765 l/sec ed aspirare circa 11,5 kg/sec di fango.

Questa diluizione è ottenibile con aspiranti più potenti utilizzando lo scarico di fondo oppure attraverso lo scarico di superficie, perché in entrambi i casi la quantità d’acqua necessaria la fornisce l’immissario senza alterare il livello idraulico. Ma, condizione «sine qua non», è l’arresto delle turbine, a cui l’Azienda è contraria per ovvio motivo.

Inoltre, pretendere per comodità, e vantaggio di pilotare la diluizione tramite una sonda posta nel Tagliamento, anche se possibile, non offre garanzie di salvaguardia ambientale, in quanto la densità del fango non viene prevenuta ma solo constatata a posteriori quando i depositi nel rio Ambiesta sono già avvenuti ed a quel punto il rientro nelle diluizioni prefissate non può dare alcuna garanzia né rimedio alla cementificazione provocata né ai conseguenti danni irreparabili. (Concedere una tal procedura può solo creare conflitti d’interessi, ambiguità e supposizioni negative nei confronti dei responsabili concedenti ai quali per logica consequenziale verrebbero attribuiti motivi di interesse ed accuse di incompetenza, per aver appoggiato interessi privati).


PUNTO SETTE – Analisi defluizione con aspirazione di 250 gr/l di fango

 La pompa richiama q=80 l/sec e trasferisce q =80x250 = 20.000 gr/sec = 72.000 kg/ora. 

 Essendo il peso totale del fango da asportare Q= 64.500.000 kg, il tempo operativo sarà: T=64.500.000/72.000=896 ore = 37 giorni (attività continua). 
 Il volume di acqua necessario sarà: 

V= 64.500.000/250= 258.000 mc ossia q= 258.000/896x3.600= 0.08 mc/sec 0 80 l/sec (cdv). 

Per rientrare nei parametri previsti dalla normativa (6,5 gr/l) col travaso di 250 gr/l che cementifica il rio Ambiesta, evitando che si depositi il 30 % come dichiarato, occorre aumentare la diluizione con nuova acqua pompata nello scarico di superficie o fatta defluire dallo scarico di fondo della diga.
 La quantità di fango da diluire sarà: dq=250-6,5= 243,5 gr/l 

 Quindi occorre aumentare la quantità d’acqua di: Dv=243,5/6,5 = 37,5 volte 

Quindi per  operare a norma occorrono: V=258.000x37,5 =9.675.000 mc d’acqua. Di cui:
 V1=258.000 mc per il dragaggio; 

 V2= 9.675.000-258.000= 9.417.000 mc, per completare la diluizione nel rio Ambiesta prelevando una quantità d’acqua q= 9.417.000/896=10.510 mc/H = 2,9 mc/sec. dallo scarico di fondo per una durata di 896 ore di cantiere: 

N.B. Si sottolinea che con questa proceduta la durata dell’operazione non sarebbe di 8-10 settimane bensì di sole 6 settimane!

Buon motivo per arrestare le turbine e non inquinare il lago di Cavazzo.

Conclusione:

1) trasferire i fanghi in termine di legge si sforano i due mesi! 

2) trasferirlo provocando un disastro ambientale, si rientra nei tempi aziendali e si anticipano. 

3) di conseguenza: o si rispetta la legge, l’ambiente oppure si favoreggiano gli interessi privati. 

4) logica e correttezza dicono: modificare il Piano Operativo ed evitare di ripetere l’esperienza del Lumiei. 




PUNTO OTTO - Diluizione diretta da 300 gr/l asportato a 1,5 gr/l nel rio Ambiesta

La proposta programmatica di far defluire 300 gr/l di fango nel rio Ambiesta (che distruggerebbe ogni forma di vita) può essere modificata come segue per diventare accettabile e far arrivare 1,5 gr/l nel fiume Tagliamento utilizzando lo scarico di fondo della diga.

Per diluire il fango fino a 1,5 gr/l = 1,5 kg/mc occorrerà una quantità d’acqua maggiore al previsto di dV=300/1,5 = 200 volte. Ossia 200 l/300 gr = 200 mc/300 kg.

Siccome il peso di 35.000 mc di fango è Q= 64.500.000 kg il volume d’acqua sarà:

Va= 200x 64.500.000/300= 43.000.000 mc.

 
Se (come si dice nel Piano) l’immissario porta q=18,75 mc/sec, ossia entrano in Ambiesta Vi= 18,75x3.600x24 = 1.620.000 mc/giorno, il tempo dell’operazione di sfangamento sarà: Ta= 43.000.000/1.620.000= 26,5 giorni-

Quindi si hanno le alternative:
 operazione continua: G= 26,5; 

 operazione 16/ore/giorno: G= 1,33x26,5=35,3 = 1,4 mesi di 25 giorni lavorativi; 

 operazione 8 ore/giorno: G= 3x26,5=79,5=3,2 mesi di 25 giorni lavorativi. 

Ovviamente occorre modulare l’immissario scaricando nel fiume Tagliamento e fermare le turbine.



PUNTO NOVE - Diluizione diretta da 300 gr/l aspirati a 6,5 gr/l nel rio Ambiesta

Volendo fluitare, come desiderata, 300 gr/l nel torrente Ambiesta evitando che si depositi il previsto 30 % occorre aumentare l’acqua come segue.

Secondo il D.Lgs 152/99 in continua si possono trasportare 6,5 gr/l quindi la diluizione dovrà essere ben 300/6,5=46 volte maggiore, ossia occorrono 46 l/300 gr = 46 mc/300 kg.
 Il peso del fango da asportare è: Q1=2.150x35.000=64.500.000 kg. 

 Il Volume d’acqua necessario sarà: V=46x64.500.000/300=9.890.000 mc. 

Utilizzando tutta l’acqua dell’emissario con la portata dichiarata qI =18,75 mc/sec, il tempo di sfangamento sarà Ts=9.890.000/18,75x3.600= 146,5 ore.

Quindi le alternative:
 attività continua: G= 146,5/24= 6,1; 

 attività 16/ore/giorno: G= 146,5/16=9,1; 

 attività 8 ore/giorno: G= 146,5/x8=79,5=18,2. 





PUNTO DIECI – Diluizione diretta da 150 gr/l aspirati a 6,5 gr/l nel rio Ambiesta

L’acqua necessaria sarà circa la metà ossia:
 Portata istantanea qu=18,75/2= 9,4 mc/sec circa; 

 Peso del fango da asportare e volume totale d’acqua inalterato; 

 Tempo di sfangamento doppio Ts=2x146,5=293 ore. 

E riferito al caso precedente:
 attività continua: G= 2x6,1 = 12,2; 

 attività 16/ore/giorno: G= 2x9,1 = 18,2; 

 attività 8 ore/giorno: G= 2x18,2 = 36,4. 

N.B. Con questa alternativa il deposito di fango lungo il rio Ambiesta potrebbe essere ridotto al 15% ossia 5.250 mc, che non è poco.



 PUNTO UNDICI – Diluizione diretta da 100 gr/l aspirati a 6,5 gr/l nel rio Ambiesta

Se il dragaggio, porta 100 g/l = 100 kg/mc diminuisce ancora di più la sedimentazione (10%) a favore del rio Ambiesta inizialmente valutata del 30% del totale.

Per trasferire sempre 35.000 mc di fango ma i tempi saranno più lunghi, per rispettare il D.Lgs 152/99.

La diluizione dovrà essere 100/6,5 =15,4 volte maggiore, ossia occorrono:15,4 l d’acqua per 100 gr di fango (15,4 mc/100 kg).
 Peso fango Q= 64.500.000 Kg 

 Volume necessario V=15,4x64.500.000/100 = 9.933.000 mc 

Facendo la proporzione la portata specifica dovrà essere: qIII 18,75/3=6,3 mc/sec

Perciò l’immissario dovrà fornire: Yi=6,3x3.600x24=544.320 mc/G

Quindi il tempo di sfangamento sarà: Ts=9.933.000/544.320=18,2 giorni ossia occorrono:
 attività continua: 24 ore/giorno G=18,2; 

 attività 16/ore/giorno: G= 1,33X 18,2=24,2; 

 attività 8 ore/giorno: G= 3x18,2 = 54,6 =2,2 mesi. 

Quindi il tempo massimo sono 2,2 mesi (di 25 giorni lavorativi). Tempo che rientra nelle previsioni del Piano.

Naturalmente di deve modulare l’immissario fermare le turbine ed ottenendo un inquinamento da sedimenti contenuto al 10 % con la possibilità di un ulteriore riduzione continuando ad immettere acqua pulita, ricordando però che 3,500 mc di fango depositato in un sistema ecologico vergine, non sono poi nulla!





PUNTO DODICI – Parlando di efficienza ed effetti dragaggio

A sostegno della scelta del «dragaggio a pieno invaso e turbine attive» si afferma che nel Lago «potrebbe verificarsi» un intorbidimento, e che sarà più che altro dovuto alle acque fangose delle piogge, perchè il dragaggio potrebbe produrre esclusivamente un effetto estetico affatto dannoso all’ambiente ed alla biocenosi.

Così, come per conferma riportano una foto del Lago che si presenta bianco lattiginoso, ossia con quel aspetto «estetico» che lo ha intasato di fango! La «sparata» stupisce, ma è stata fatta per: motivare l’attività delle turbine, sostenere che il dragaggio non disperde fango e che il limo depositato sui versanti della forra non frana.

Parole e solo parole che non dimostrano nulla, come al solito pur trattandosi di cose importanti!

Secondo noi e per logica, l’attrezzo presentato in mini foto, è un disgregatore a getto che produrrà, non solo, alta turbolenza e nuvole di fango in sospensione, ma anche forti vibrazioni che innescheranno il movimento franoso delle lenti di fango dalle pareti scoscese del sito in prossimità delle bocche di presa e scarico.

Se ciò succederà, vedrete che per l’Azienda sarà solo una fatalità vantaggiosa, per Noi invece no perché il fango sarà finito nel Lago!



PUNTO TREDICI - Smottamento del fango sedimentato
 
Nel Piano Operativo viene riprodotto il grafico di una sezione della forra in prossimità della diga in cui il deposito è tagliato orizzontalmente alla quota 442 slm, ossia non raggiunge stranamente il fondale.

Singolare è poi, che i depositi siano notevolmente più alti a destra che a sinistra. Poi, anche se l’immagine è quasi illeggibile, si riesce a valutare le pendenze del sito quantificandole a destra dai 55 ai 45 gradi ed a sinistra dai 70 ai 46 gradi, ma non si riesce a fare valutazioni quantitative. «More solito» le cose importanti non vengono fatte comprendere, ma il limo sovrasta sicuramente anche le prese.

Si ricorda che non è stata illustrata alcuna draga e nemmeno la procedura operativa, limitandosi a dire che nell’area indicata verrà rimosso uno strato di sedimento di alcuni metri, curando in particolare le aree antistanti a scarichi e presa.

Ciò premesso, si richiama che nel Piano Operativo viene «escluso lo scivolamento di lenti di limo».


Anche questa è un’affermazione che, per non essere gratuita e per nulla convincente, doveva essere dimostrata.

Ammucchiando un materiale sciolto esso si dispone a forma di conoide per fisica e statica naturale, formando un angolo di stabilità influenzato dalla granulometria, dalla coerenza interna, attrito e rugosità; si constata inoltre che per una questione statistica la sua sezione è simile alla curva di Gauss ma che varia dall’asciutto al bagnato.

La sabbia finissima ha un angolo di stabilità naturale variabile da asciutto a bagnato da 25 a 20 gradi e l’attrito interno da 0,47 a 0,37 con un peso da 1.400 a 1.650 kg/mc, mentre il fango di cui si parla, si dice pesi 2.150 kg/mc.

Dallo studio sulle terre si evince che anche il fango, con granulometria micrometrica, si comporta come tutti i materiali ma con valori angolari di sedimentazione sempre più bassi passando dal secco, al bagnato ed al
saturo fino a scomparire con l’aumentare della diluizione. Da qui deriva la variazione inversa del deposito in funzione della pendenza del sito.

Primo caso.

Consideriamo un sedimento isostatico, ossia depositato secondo natura. Immaginiamo di asportare una parte sulla cima (B’-C-C’) (vedi.Figura 1).



Automaticamente si rompe l’equilibrio interno del sistema, poiché in esso si genera un sovraccarico di scorrimento lenticolare (B-B’-C’) la cui massa si siede sul piano rappresentato dalla linea ( B-C’) ed il suo baricentro G2 ora non si trova più allineato seguendo la curva dei baricentri statici delle varie sezioni. Però, la linea suddetta forma con la sovrastante (B’-C’) l’angolo di staticità naturale, il quale va a sommarsi con l’angolo di pendio e si innesca lo scivolamento del fango non potendo più stare in equilibrio.

Secondo caso.

Immaginiamo di partire ad estrarre il fango al piede del sedimento, zona punteggiata (A-E-B). In questo caso avviene lo sbilanciamento del sistema per carenza di carico reagente al piede e l’equilibrio in condizioni di stato limite si spezza. Perciò, s’innesca la frana che fa scivolare tutto il materiale situato in (E-C-B’-B) sul fondo. Ciò avviene perché la risultante dell’attrito interno non riesce più a contrastare la componente di slittamento prodotta dal carico a seguito dell’incremento angolare che ha superato quello di staticità relativa.

Dimostrazione grafica.

Lo scorrimento franoso del fango lo si può spiegare anche con i parallelogrammi delle forze in gioco,(vedi figura 2).




 G = baricentro massa di peso Q. 

 Fs = risultante parallela al piano di scorrimento AB derivata dalla scompos. di Q. 

 Fn = risultante verticale ad AB derivata dalla scomposizione di Q. 

 Fa = risultato reazione attrito della massa. 

 R = tensione equilibrante G . 

 α = angolo piano inclinato e «φ»angolo sedimentazione naturale della massa. Il primo è quello di un fianco della forra (50°) ed il secondo, molto inferiore. 

La dimostrazione è più che evidente per chi sa leggere il grafico;

Riportato l’angolo «φ» dalla normale Fn si vede che il carico Q è esterno al triangolo di stabilità (G-F’n-Q’) : Quindi la massa G scivola trainata dalla forza Fs in quanto lo stato di equilibrio isostatico comporta l’eguaglianza dei due angoli che invece non c’è.

Conclusione: Se verrà adottato il Piano di sfangamento proposto, non c’è dubbio che gran parte del limo finirà nel Lago trascinato nella condotta di adduzione alle turbine, cosa molto grave perché non solo inquinerà il lago, ma darà anche il via ad un precedente.





PUNTO QUATTORDICI - Il lago non si prosciuga se la centrale si ferma o se viene isolata

Il Lago più grande del Friuli si trova collocato in un bacino imbrifero di 21,5 kmq delle Prealpi Carniche e nella vallata dei tre comuni: Trasaghis, Bordano, Cavazzo.

Le sue caratteristiche medie generali sono:

 Ubicazione in quota 194,5 m slm

  Superficie  110 ettari 

 Volume 14.500.000 di mc 

 Profondità  40 m 

 Caratteristiche climatiche medie dei mesi di settembre, ottobre novembre: Temperatura 12 Co (Tm); Piovosità 280 mm; Umidità 78% (Um). 

Evaporazione naturale: L’evaporazione di superficie avviene attraverso uno scambio molecolare continuo che perfora il pelo d’acqua avanti-indietro col predominio delle molecole che non rientrano nel liquido per la loro velocità di fuga coadiuvata dalla ventilazione e dal gradiente termico di stato. (Il calcolo dell’evaporazione degli specchi d’acqua e dei Laghi è stato studiato da vari autori fra cui il Vicentini, di cui usiamo la formula di valutazione.)

Evaporazione mensile:  E = 5,33 x Tm + 0,75 x ( 100 – Um ) ( mm acqua ).

Di cui :
 Valore mese:  E = 5,33 x 12 + 0,75( 100 – 78 ) = 80,5 mm 

 Valore per tre mesi d’autunno: Ea = 80,5 x 3 = 241,5 mm 

 Evaporazione del Lago: E° = 0,2415 x 1100000 = 265.650 mc evaporati. 

Apporto dovuto alle pioggie: Dai grafici della Comunità Montana del Gemonese si estrapola che la piovosità media mese varia dai mesi di magra a quelli di grassa da 185 mm a 280 mm.

Considerando di prendere anche un valore circa medio di 230 mm/mese e supponendo pure che il 20% dell’acqua del bacino non arrivi nel Lago, in tre mesi autunnali sarà:
 Apporto Pioggie Ap = 21500000x0,8x0,23x3 = 11.868.000 mc d’acqua. 

 Apporto rio Schiasazze: (Portata in magra rilevata q = 200 l/sec) V3 = 0, ci,2x3600x24x3x30x3 = 1.555.200 mc 
 Totale acqua naturale immessa nel Lago Vt= 11868000+1555200 = 13.423.200 mc 

 Rimanenza dopo evaporazione:  dV = 13423200 – 265650 = 13.157.550 mc 

Pari ad un apporto giornaliero di  Q = 13157550/90 = 146.195 mc

Conclusione: Come storicamente prevedibile, l’apporto idrico naturale positivo conferma che il Lago è, come sempre stato, autosostentate, non ha bisogno della centrale. Esso sarà autonomo anche quando una condotta lo isolerà dalla centrale perché manderà la sue acque nell’antico emissario «Taj».





Il pensiero del Comitato per la difesa del lago

Premessa. Sono decenni che si parla di conservazione e difesa ambientale ma da quanto risulta anche dalla disastrosa esperienza di svaso del bacino del Lumiei, si direbbe che troppi ancora non abbiano recepito i concetti basilari ed il valore delle operazioni non inquinanti atte a proteggere la vita sulla Terra unico vero paradiso fra miliardi inestimabili di astri sparsi in un universo.

Noi del Comitato di difesa delle acque e del Lago vogliamo che ognuno abbia il suo e ne sia responsabile, e, che le cose riguardanti in particolar modo la Comunità vengano gestite e fatte nel miglior modo nell’interesse di tutti. Riteniamo di esprimere non soltanto il desiderio di diecimila sottoscrittori della petizione per la difesa del Lago, ma anche quello della maggioranza della popolazione. La nostra posizione sul tema in questione è
resa rigida dalle esperienze del passato recente e lontano che ci hanno visti colonizzati, danneggiati nel territorio e derubati delle nostre risorse energetiche, e non solo!

Chiediamo e proponiamo:

 che il piano di rimozione selettiva del sedimento del bacino di Ambiesta programmato venga modificato. 

 che il cantiere non operi in contemporaneità con la centrale idroelettrica di Somplago. 

 che si provveda ad aspirare il fango con pompe studiate per impedire la diffusione del torbido. 

 che il fango venga estratto, addensato meccanicamente senza l’aggiunta di additivi chimici 

 che venga trasferito in luogo sicuro, adatto allo scopo, anche nelle vicinanze, per poterlo riciclare. 

I fanghi estratti possono essere risorse e fonte di ricchezza. Se non sono radioattivi né tossici, sono composti naturali che possono e devono essere lavorati, selezionati e quindi riutilizzati per ricavareprodotti industriali, e materiali vari per l’edilizia e anche per l’agricoltura, come stanno già facendo altrove.

La soluzione di drenaggio che «chiediamo» dovrebbe essere scontata, non è una nostra invenzione, e dettata dal buonsenso e dalla serietà istituzionale. In altre nazioni e regioni che in questo caso, si dimostrano più civili e responsabili, questi casi sono stati risolti con la dovuta serietà, responsabilità e garanzia per la conservazione dei beni pubblici.

Ci chiediamo il perché deve ripetersi l’increscioso fatto del Lumiei: rovinare perché si ha la presunzione di aggiustare. Questa è pura follia, è come dire, ripetendo, di ritenersi autorizzati a massacrare qualcuno con la presunzione di rimetterlo in sesto!

Il Comitato si oppone con risolutezza all’operazione di sfangamento del bacino di Ambiesta ed alle modalità esecutive contenute nel «Piano Operativo» proposto perché:
 distrugge l’ambiente naturale irreparabilmente per vari chilometri; 

 è irrazionale ed inaccettabile la gestione ed il metodo; 

 perché è stato reso evidente che è una scelta puramente di convenienza. 

La posizione del Comitato rimane rigida e ferma perché rientra nel giusto e nel logico del «chi rompe paga, chi danneggia ripara», secondo il principio della giusta ed equa responsabilità. Bisogna ricordare a tutti che in questo caso il fango e’ uno SCARTO INDUSTRIALE, perciò appartiene a chi lo ha prodotto, e per esso ha ottenuto lauti ricavi. Quindi è giusto che le spese per lo sfangamento vadano a carico del vero responsabile, e non è tollerabile che le facciano diventare spese pubbliche. Del resto, non si capisce, né si giustifica con quale logica e per quale arcano motivo il cittadino ed il suo ambiente dovrebbero farne le spese, per sostenere gli interessi di un qualsiasi privato!

Perciò, non sarebbe più che opportuno cominciare ad operare per il bene del territorio della nostra Regione ed a pensare finalmente al doveroso recupero del nostro Lago, nonché a curarlo come fanno altrove, e quindi a mettere in moto l’idea di installare una condotta per bypassare l’acqua delle turbine e ricavare ulteriore energia da essa come suggerisce il Comitato? Questo non è forse un problema politico-sociale che non può più essere procrastinato e che merita attenzione?

Giugno 2014

Ing. Dino Franzil





(II e ultima parte - fine)

































































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