"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 9 giugno 2014

Dopo Sauris, Verzegnis. E sul Lago di Cavazzo c'è qualche brivido... (VII)

Il sito de "La Vita Cattolica" ha fornito per primo una dettagliata cronaca di quanto emerso nella conferenza stampa di questa mattina nella sede della regione a Udine sul problema dello sfangamento di Verzegnis. In sostanza, dicono i Comitati, lo sfangamento tocchi ad Edipower, ma senza che di ciò si abbia un peso economico per la Comunità ma, soprattutto, la Regione obblighi Edipower a intraprendere un'altra strada per lo sfangamento che non sia quella di disperdere i fanghi lungo l'Ambiesta prima ed il Tagliamento poi.
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LA BATTAGLIA DEL COMITATO TUTELA ACQUE DEL TAGLIAMENTO
«Dopo il Lumiei, Edipower non deturpi anche l'Ambiesta»

Un invito ai sindaci dei comuni disposti lungo il Tagliamento, da Verzegnis a Lignano, affinché dicano no alle modalità del progetto di Edipower per lo sfangamento del bacino artificiale di Verzegnis,  un progetto che rischia di deturpare il torrente Ambiesta ed anche il lago di Cavazzo, dove i fanghi sono destinati a finire.
A lanciarlo è stato il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede della Regione a Udine. 

Il piano presentato prevede che i fanghi vengano prelevati da una draga nei pressi della diga e poi gettati nel torrente Ambiesta. I lavori si sfangamento dovrebbero iniziare a settembre prossimo e durare due mesi. periodo durante il quale Edipower non intende bloccare l’attività della Centrale idroelettrica di Somplago, che proprio dal bacino dell’Ambiesta prende le sue acque. Per questo, a causa della movimentazione, si prevede che parte del fango finisca nella condotta della centrale e poi di qui nel lago di Cavazzo.
La presa di posizione, ha affermato il presidente del Comitato, Franceschino Barazzutti, avviene dopo che la direzione centrale Ambiente ed Energia nei scorsi giorni ha rivelato il progetto che la stessa Regione, insieme ad Edipower, intende spiegare ai sindaci in un incontro del prossimo 13 giugno. E fa seguito anche alle dichiarazioni dell’assessore regionale, Sara Vito, che ha definito “positivo”, il “bilancio ambientale” di un analogo svaso, quello del  Bacino del Lumiei, realizzato un anno fa e che aveva causato la distruzione della fauna ittica. “Quello svaso – ha detto Barazzutti – ha cementificato il fondale e i pesci sono ritornati nel lago di Sauris perché li hanno reintrodotti”. Per questo “quello di Sauris non può essere un esempio”, afferma Barazzutti che prosegue. “I costi dello sfangamento devono essere a carico di Edipower”  e non dell’ambiente friulano che ne risulterebbe deturpato. Come si dovrebbe, allora agire?  “Nei paesi civili, ma anche in Toscana, - ha risposto Barazzutti -  hanno proceduto in modo completamente diverso: hanno raccolto i fanghi, meccanicamente o con draghe, li hanno trattati, vagliati e selezionati. Una parte è stata usata per colmate, un’altra per usi agricoli, un’altra per l’industria edilizia”. In Friuli, invece, si intende semplicemente prendere il fango e gettarlo nell’Ambiesta. Ipotesi contro la quale il Comitato intende combattere.

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