L’arrampicata sugli specchi di Edipower
Pur di continuare a far funzionare, per guadagnare denaro, la centrale di Somplago anche durante lo sfangamento dell’invaso dell’Ambiesta che la alimenta, i dirigenti di Edipower nella recente presentazione del piano operativo dell’operazione hanno ribadito che senza l’apporto dello scarico della centrale nel lago quest’ultimo va soggetto a secca ed a gravi danni, poiché – a loro dire – l’immissario naturale Schiasazza non ha portata sufficiente per alimentarlo. Hanno affermato ciò in risposta ai Comitati che hanno chiesto la sospensione del funzionamento della centrale durante le operazioni di sfangamento per evitare che - possibilità prevista dallo stesso piano operativo - ulteriori quantità il fango finiscano nel lago andando ad inspessire il notevole strato già depositato dallo scarico della centrale.
A dimostrazione che la permanenza dello scarico nel lago delle acque turbinate sia “vitale” per il lago hanno esibito a sorpresa:
una frase di una relazione pubblicata a pagina 87 degli atti dal titolo “Obiettivo lago” del convegno internazionale organizzato dai Comuni rivieraschi di Bordano, Cavazzo, Trasaghis e dalla Comunità Montana del Gemonese “Il lago di Cavazzo o dei Tre Comuni un patrimonio da salvare e valorizzare” svoltosi ad Alesso il 12-13 settembre 1987, con l’obiettivo di contrastare il progetto di derivazione del Consorzio Ledra Tagliamento.
una fotografia ante costruzione della centrale della parte nord del lago con le rive parzialmente in secca.
La frase della relazione “nella situazione naturale, poiché i torrentelli che alimentano il lago sono per molta parte dell’anno asciutti il lago subisce forti escursioni di livello nell’arco dell’anno…. Sino ad una quota minima inferiore di alcuni metri (sino a 6 ed eccezionalmente sino a 8 m), a seguito dell’evaporazione e delle perdite di fondo e dalle sponde”. I dirigenti di Edipower si sono guardati bene dal nominare il relatore. Lo diciamo noi: erano l’ing.Agostini e l’ing. Joannilli, alti dirigenti dell’Enel, allora gestore della centrale. A parte il fatto che, stante il loro ruolo, questi ingegneri hanno parlato e detto cose non vere “pro domo sua”, loro –Enel venuta anni dopo - non potevano conoscere quale fosse la “situazione naturale” del lago prima che la Sade costruisse negli anni ’50 la centrale sconvolgendo profondamente tale situazione naturale, ben conosciuta invece dalle locali persone anziane che la possono descrivere con veridicità.
I due relatori si sono guardati bene dal dire che il lago da quando esiste è alimentato dall'emissario Schiasazza con portata consistente e quasi costante e dalle polle dislocate sui fondali alle quali giunge attraverso le falde sotterranee l’acqua del Tagliamento scorrente a circa +40 m. rispetto al livello del lago. Lago, che nel corso della sua esistenza, sia nei periodi di notevole piovosità (è circondato dalle prime Prealpi!) sia in quelli di particolare siccità, ha sempre autoregolato la propria esistenza, ricca per l’ambiente e le forme di vita in esso presenti, fornendo in tempi grami una importante base alimentare alla popolazione rivierasca.
La fotografia
A differenza di Edipower i Comitati sono in grado di mostrare non una fotografia ma centinaia, testimonianti lo stato del lago nelle varie fasi ante e post costruzione della centrale.
Se i dirigenti di Edipower hanno scelto strumentalmente una foto relativa all’eccezionale calamità siccitosa dei primi anni ‘20 o qualche altra rarissima, successiva significa che non hanno altre argomentazioni e che si stanno arrampicando sugli specchi.
Se dovesse ripetersi la siccità del 1922 anche Edipower non avrebbe acqua da turbinare.
Quella della necessità dello scarico della centrale nel lago per “salvarlo” è una sfacciata bufala. E’ vero l’opposto: lo scarico della centrale ha rovinato il lago. Pertanto lo scarico della centrale non deve finire nel lago, ma a valle dello stesso mediante un adeguato by-pass. Agli ingegneri di Edipower non manca certo l’intelligenza per capire che il buon senso consigli che all’inizio di tale by-pass sia prudenzialmente previsto un dispositivo che permetta di versare modeste quantità di acqua nel lago in caso di particolari emergenze che ci possono riservare i futuri mutamenti climatici
I dirigenti di Edipower sappiano che il lago di Cavazzo, senza lo scarico della centrale – che loro tentano di spacciare per salvifico – ha sempre ben superato alluvioni e siccità nel corso della sua esistenza “nudrendo trotte di perfetto gusto, che pesano più di libre 15, ma ancora anguille quasi di simile grandezza, e non altrove pari, parimenti lucci e tinche che simili non se ne trovano” (Nicolò Grassi).
Vero è che lo scarico della centrale ha distrutto un angolo di paradiso! Ciò è arcinoto a tutti tranne a coloro che alla verità antepongono i propri interessi pecuniari.
Poiché alla presentazione alle Associazioni ed ai Comitati del piano operativo di sfangamento abbiamo avuto l’impressione che tutto ormai sia stato deciso e che - nonostante il disastroso sfangamento dell’invaso del Lumiei, per il quale né Edipower né la Regione si sono sentite in dovere di chiedere scusa - presso il competente assessorato regionale la voce di Edipower sovrasti quella di altri soggetti, ci permettiamo di sottoporre all’attenzione della dirigenza dell’Assessorato come si comportava la Serenissima Repubblica Veneta in materia di opere idrauliche, pretendendo che, oltre a quello degli ingegneri, si sentisse “ il parere di otto pescadori, due da S. Nicolò, uno da Sant’Agnese, uno da Maran, due da Buran e due da Chiozza”. Magari andando a verificare sul posto.
Franceschino Barazzutti per il Comitato tutela acque del bacino montano del Tagliamento
(foto dall'archivio Luigino Picco allegate come documentazione al documento inviato alla Regione e agli organi di informazione)
Ecco, ora hanno parlato proprio tutti; Edipower, l'Assessore Regionale, Legambiente, WWF, CAI, Comitati, tecnici, politici, semplici cittadini, tutti hanno espresso la propria opinione. Anzi, no; non proprio tutti. I soggetti più direttamente ed istituzionalmente coinvolti, quelli che più alta degli altri avrebbero dovuto e potuto far sentire la loro voce, tacciono; i COMUNI. In un silenzio assordante, l'unica iniziativa che sono riusciti a partorire, è stata la richiesta di un'assemblea per spiegare alla popolazione ciò che verrà fatto. Non si sa nè come, nè dove sarà fatta quest'assemblea. Di sicuro c'è solo il quando; sarà fatta quando le decisioni saranno già state prese. Lo scorso 30 maggio avevo sottolineato la necessità che gli Enti locali parlassero un'unico linguaggio e si presentassero all'incontro del 13 giugno con una posizione chiara, univoca e ferma; niente di tutto ciò è accaduto. Non risulta si siano incontrati tra loro, che abbiano concordato qualcosa di comune, che abbiano intrapreso una qualche iniziativa; solo qualche generica chiacchiera sparsa quà e là. Ora siamo alla vigilia della Conferenza dei Servizi, prevista per lunedì 23. L'ultima speranza è riposta nella Regione, anche se viste le premesse, non c'è di che essere ottimisti. C'è da sperare che essa, in un rigurgito di ragionevolezza, riesca a porre dei vincoli e delle limitazioni, se non ad impedire le modalità proposte, per quello che si annuncia come l'ennesimo scempio perpetrato ai danni di questa terra e di queste Comunità.
RispondiEliminaLe popolazioni sappiano giudicare. Mandi.
P.S.: Qualcuno ha delle foto del rio Ambiesta da mandare ? Serviranno a memoria di ciò che era e non sarà più.
Vorrei sapere se il sindaco di Trasaghis era presente all'incontro del 13 giugno in Regione o se era troppo concentrato ad organizzare la propria festa di ri-elezione. Qualcuno sa rispondermi? Xyz
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