--------------------------
NON BY PASS, MA
APERTURA DEL TAJ
In risposta
all’articolo del Sindaco Picco su quanto concerne il by pass delle
acque della centrale di Somplago, chiarisco che sotto la mia
Amministrazione l’intervento non si era mai presentato come prima
soluzione, soprattutto perché la centrale e, conseguentemente il
lago, erano gestiti dall’ENEL: Ente statale che ai tempi aveva
considerevole peso politico e contrarissima a questa soluzione, dato
che, per loro, la massima operatività delle turbine era legata anche
al controllo dei livelli del lago stesso.
Quindi gli sforzi
sia del sottoscritto che di Barazzutti per Cavazzo, Picco Enore per
Bordano, ma anche con gli interessamenti delle Comunità Montane,
Provincia e Regione, furono rivolti ad ottenere innanzitutto una
stabilizzazione del livello del lago allora assai elevata,
attraverso la proposta della riapertura del Canale Taj.
Questo canale che
permetteva anche la naturale risalita ittica, si sarebbe attuata con
la costruzione sul canale di scarico di setti di sfioro ad altezza
fissa in cemento, così da consentire sia una stabilizzazione del
livello delle acque, che un afflusso idrico costante in primis al Tai
e poi allo stesso canale di scarico artificiale.
Questa proposta
così concepita, andava soprattutto a contrastare le esose pretese,
allora ancora pressanti, del Consorzio Ledra-Tagliamento per ottenere
un maggior prelievo di acque nei periodi di siccità e che invece,
così agendo, doveva accontentarsi solo delle acque in surplus ,
salvando il lago da un’enorme prelievo che lo avrebbe
definitivamente ucciso: (L’acqua c’è, basta andare a prenderla!
Così si esprimeva allora il Consorzio).
Una soluzione che
aveva incontrato i favori dell’ENEL, disposta a trasferire buona
parte di un finanziamento destinato ad un museo in Venezia,
subordinandola alla partecipazione di tutti gli Enti locali sopra
elencati, e necessari a coprire le spese che, effettivamente, si
quantificavano in circa 6 miliardi di vecchie lire.
Una spesa dettata
anche dal problema più grosso che si riscontrò nel tunnel scatolare
con cui l’autostrada scavalca il Taj, ormai divenuto un’opera di
salvaguardia per eventuali emergenze ma ancora necessario: un budello
di 4 metri per 4, lungo 120 metri con murature in cls armato dello
spessore di 80 cm. la cui quota, rispetto al lago se non ricordo
male, é di solo 10 cm più basso del punto odierno di massimo
invaso.
Scartata la
demolizione del fondo di questo tunnel, si era pensato a crearne uno
nuovo affiancato, da realizzare semplicemente con spingi tubo.
Ricordo pure che
anche allora le Amministrazioni locali si lamentarono con Enel per
lo scarico dei fanghi, che però non avevano ancora soffocato la più
grande delle sorgive subacquee che il lago possedeva.
Testimone ancora
vivente di queste sorgive è il cognato di Augusto Stefanutti,
residente a Pordenone, che partecipò alla spedizione Nautilago,
così com’è testimone della profondità del lago che raggiungeva
ancora i 40 metri e dello spessore, già notevole dei fanghi,
depositatisi in poco più di una decina d’anni dall’apertura
della Centrale.
Per quanto attiene le
sorgenti subacquee infatti, bisognerebbe verificare la loro
situazione perché, stante la montagna di fanghi scaricati,
potrebbero essere occluse: qui si che lo sfangamento andrebbe bene
per riattivarle.
Per quanto attiene
invece il ritiro delle acque del lago se non alimentato dalla
Centrale, mi pare un tantino pessimistica come previsione in quanto,
sorgenti subacquee o meno, storicamente avveniva questo: il lago si
espandeva fino a raggiungere quasi l’abitato di Alesso nel periodo
autunnale di forti piogge, per poi ritirarsi lentamente nel periodo
estivo fino a circa duecento metri dall’attuale campo sportivo e
ciò, fino a quando si creò il Tai.
Con la costruzione
del Taj (anch’esso artificiale e scavato dagli Alessani e dai
Somplaghini per evitare che le acque del lago invadesse le loro
case), le acque autunnali venivano scaricate a partire dal
raggiungimento della sua quota, per poi ritirarsi come prima nel
periodo estivo ma non oltre, anche perché l’inondazione
interessava terreni prettamente alluvionali e, quindi,
particolarmente permeabili all’acqua se non alimentata.
Infatti come in
sogno mi ricordo ancora, seppur vagamente, di quando mia madre
falciando i nostri prati situati proprio a circa due – trecento
metri dal campo sportivo di Alesso, era poi costretta a trasferire
l’erba in luoghi asciutti perché c’era ancora acqua.
Dino RABASSI
"Per quanto attiene le sorgenti subacquee infatti, bisognerebbe verificare la loro situazione perché, stante la montagna di fanghi scaricati, potrebbero essere occluse: qui si che lo sfangamento andrebbe bene per riattivarle" . Al momento si conosce la situazione delle sorgenti subacquee ?
RispondiEliminaC'è un video su youtube che documenterebbe le condizioni subacquee attuali del Lago, dove si intravede un unico pesciolino vagante su una distesa di fango: https://www.youtube.com/watch?v=f0iLHZk-iX8
EliminaSe questo fosse il quadro reale è chiaro che le sorgenti subacquee risulterebbero tutte "stropadas"....
QUindi i vari studi fatti finora non tengono conto delle sorgenti subacque e quindi del possiile effetto "vasi comunicanti" mica una cosa da poco .
Elimina