"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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venerdì 20 giugno 2014

Dopo Sauris, Verzegnis. E sul Lago di Cavazzo c'è qualche brivido... (XIII)

Dopo la riunione in Regione di lunedì scorso, il WWF, Legambiente ed il Cai del Fvg hanno inviato congiuntamente all'assessore regionale all'ambiente un documento nel quale analizzano il progetto Edipower di sfangamento del Lago di Verzegnis ed esprimono al riguardo parecchie perplessità.

Lo scopo della comunicazione inviata all'assessore Vito è  " perché possa trarne elementi utili di valutazione al fine di meglio rafforzare la posizione dell'Amministrazione Regionale nei confronti del concessionario richiedente e di implementare l'eventuale atto autorizzatorio finale con più chiari e significativi elementi a difesa dell'ambiente e della sicurezza idraulica di quanto non sia attualmente previsto".
Nel documento si esaminano innanzitutto le modalità scelte da Edipower per procedere allo sfangamento, lamentando come non siano state prese in considerazioni modalità quali l'utilizzo industriale e l'utilizzo agricolo dei fanghi e soprattutto le modalità per lo smaltimento: "Appare evidente come tutta l’impostazione della proposta progettuale sia volta ad assicurare il minimo impatto sul f. Tagliamento, sacrificando a tale obiettivo, il torr. Ambiesta. Questa logica del “piccolo che deve soccombere di fronte al 
grande” va rigettata completamente. La legge e il buon senso parlano chiaro; la tutela deve essere garantita al massimo livello possibile anche per l’Ambiesta, corso d’acqua naturale di grandissima bellezza morfologica e paesaggistica e ricco di specie anche rare (gambero d’acqua dolce).
Ogni proposta volta ad utilizzare l’Ambiesta come “buffer” di compensazione di un’operazione volta a contenere i costi e a limitare i danni (per Edipower) va respinta decisamente.".

Particolare risalto viene data alle conseguenze dei lavori per il Lago di Cavazzo/Tre Comuni:
pag. 36: si afferma “Entrambi gli interventi sopra descritti comporterebbero l’impossibilità, per un tempo molto prolungato, di alimentazione del lago di Cavazzo, dovuto all’inattività della centrale di Somplago, con effetti imponderabili e potenzialmente rilevanti sui livelli del lago e conseguenti ricadute sugli aspetti ecologici, paesaggistici ed igienico-sanitari”.
Tale affermazione va dimostrata e non solo enunciata.
In merito si osserva che:
➔ durante le operazioni di sfangamento, anche a bacino pieno, è possibile sospendere l’attività di turbinazione delle acque, senza che ciò determini un grave danno al concessionario;
➔ la rimobilizzazione di 25-35 mila mc di limi in prossimità dello scarico di fondo della diga per mantenere quest’ultimo operativo provocherà la rimobilizzazione di grandi quantità di sedimento che non sarà aspirato e trasferito a valle della diga attraverso lo scarico superficiale ma porterà ad un sensibile incremento della torbidità delle acque in prossimità dell’opera di presa. Attraverso le condotte forzate acque particolarmente torbide raggiungeranno il lago di Cavazzo per tutta la durata delle operazioni pari a oltre due mesi. Questo aspetto sembra del tutto trascurato nella relazione di progetto.
➔ il lago di Cavazzo non è alimentato dalle acque del lago di Verzegnis; esso possiede propri immissari che possono garantire la ricarica d’acqua e, ove essa fosse insufficiente, il concessionario può intervenire a valle del lago regolando il volume di scarico in modo da mantenere il livello del lago costante durante tutte le operazioni di sfangamento. Parlare di effetti imponderabili sul livello del lago per chiusura prolungata della centrale è una mera ipocrisia. La volontà è invece quella di non perdere i profitti derivanti dal mantenimento in funzione della centrale che ha la contropartita pesante di effetti rilevanti causati dall’incremento di torbidità delle acque scaricate dalla centrale durante i 2 mesi di attività di sfangamento prevista.

In conclusione, WWF, Legambiente e Cai ritengono che sia necessario rivedere completamente il progetto:
"Dalla lettura del progetto e dalle considerazioni sopra esposte, appare evidente la necessità di una rivisitazione profonda del progetto.
Edipower ripete i comportamenti dello scorso anno, quando provocò il disastro sul torr. Lumiei e sul Tagliamento per svariati chilometri.
Oggi non appare voler dimostrare una maggiore sensibilità ambientale tanto che deliberatamente assume di voler sacrificare il torr. Ambiesta alle proprie esigenze operative ed economiche.
Lo svolgimento del progetto così come presentato produrrà effetti, se possibile, peggiori, sull’Ambiesta e forse anche sul Tagliamento, di quelli prodotti l’anno scorso sul Lumiei. 
Questo va corretto con una trattativa tecnica (e politica) forte che metta in primo piano la tutela ambientale, la continuità bioecologica degli ambienti interessati.
Si auspica quindi una profonda revisione progettuale di cui si condivide solo la scelta del dragaggio rispetto a quella dello scarico dal fondo (caso Lumiei)".


Per leggere tutto il documento: http://cms.legambientefvg.it/component/attachments/download/683.html

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