"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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mercoledì 4 giugno 2014

Da Trasaghis alla campana del Monte Cuar, con un commosso pensiero per il 1976 (II)

FORGARIA, TRASAGHIS E VITO D’ASIO

Tre comunità ricordano le vittime del terremoto


Le comunità di Forgaria, Trasaghis e Vito d’Asio si sono ritrovate lunedì mattina in cima al monte Cuar per ricordare le loro vittime del terremoto del 1976. Lassù, a quota 1.500 metri sul livello sul mare, persone di tutte le età si sono raccolte in preghiera davanti alla Madonna sistemata sulla cima oltre 10 anni fa, in uno dei luoghi più suggestivi, per ricordare i propri cari e per non dimenticare quell’immane tragedia che mise in ginocchio tante comunità. Un luogo ideale in cui il confine tra terra e cielo si riduce al minimo, complici una vista mozzafiato e le bellezze naturali che circondano la vetta della montagna.
Un centinaio di persone, tra cui anche molte famiglie con bambini, ha voluto passeggiare dalla forcella fino in cima, per due lunghe ore di camminata. Una volta arrivati sulla vetta, i rappresentanti delle tre comunità hanno letto, uno a uno, tutti i nomi degli oltre 80 morti, per poi chiudersi in preghiera guidati da don Paolo Scapin, parroco di Forgaria.
Questo appuntamento si ripete ormai da 20 anni, dal maggio del 1994, quando una decina di persone partì a piedi con gerle colme di sabbia, cemento, taniche d’acqua, assi di legno e tanta buona volontà per dare corso ad un progetto nato a tavolino e fortemente voluto da un gruppo di amici amanti della montagna: posizionare una campana in cima al monte Cuar in ricordo delle vittime del tragico terremoto del 1976 che colpì duramente le tre comunità. Conclusa la preghiera, un bambino ha fatto rintoccare la campana per ben 38 volte, un rintocco per ogni anno che separa la comunità dalla tragedia del terremoto.
La cerimonia è poi proseguita qualche metro più in basso, alla malga Cuar, dove i sindaci e altri rappresentanti civili e militari hanno portato il loro saluto sia ai partecipanti alla camminata sia a chi era arrivato in auto. Le penne nere del gruppo di Forgaria hanno, infine, offerto il pranzo a tutti i 200 presenti.
Luciana Idelfonso
(da Messaggero Veneto, 3 giugno 2014)

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