"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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venerdì 15 settembre 2017

41 anni fa, la fuga. Ora si può esportare il senso del ritorno e della ricostruzione

Chi ha più di cinquant'anni, ricorda il dramma del 15 settembre 1976, con la fuga dai paesi messi in ginocchio dalla ennesima rovinosa scossa e la ricerca di una nuova, temporanea sistemazione sulla costa.

Poi c'è stato il ritorno e l'impegno per la ricostruzione. Anni faticosi e impegnativi, ma vincenti. E oggi il Friuli può fare un bilancio positivo di quella esperienza, anche con gesti come quelli di oggi, quando a Sarnano, nelle Marche, è stata inaugurata una scuola ricostruita dal terremoto proprio con l'apporto della Regione FVG, delle sue strutture e dei friulani.


Cosa trarre da questa breve riflessione? Che è giusto e sacrosanto ricordare, conoscere e far conoscere. E, parallelamente, fare.
Ce pensàiso?

2 commenti:

  1. Quel giorno, per mia fortuna ,non l'ho vissuto, non l'ho subito: mi avevano mandata, provvidenzialmente, da parenti in un luogo lontano, sicuro ,dove la terra non tremava, dove non c'erano tende al posto delle case che un colpo di vento poteva far volare, dove sarei riuscita a riposare. Quel giorno è entrato nel mio cuore ugualmente, attraverso tanti racconti di tanti occhi diversi: quelli che vedevano montagne franare, case crollare, tende ondeggiare...occhi spaventati che forse per la prima si sentivano senza coraggio e speranza con nessun'altro pensiero che la fuga...precipitosa, disperata .Il momento più buio di tanti momenti difficili...questo mi hanno raccontato quegli occhi che hanno asciugato velocemente le lacrime e hanno puntato tenacemente verso quel piccolo punto dove si vedeva la luce.
    Tutto il resto è sotto gli occhi di tutti, dei friulani che non avevano dubbi e degli italiani che si ricordano spesso di quell'angolo di terra solo per quello...perché anche per loro è luce per gli occhi...disillusi!

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  2. Il 15 Settembre fu la resa. Ci rendemmo conto che non potevamo rimanere a ricostruire, sistemare aggiustare. Arrivò quel terremoto, il 15 Settembre forte, anzi di più della prima, e rase al suole quello che era rimasto. Ed allora, tutti via. Via, lontano dalle cose, dal cuore, estirpati come fiori che si stavano per riaprire. Prima le fabbriche, poi le case, ed infine le Chiese. cosi disse Zamberletti. Cosi se ne andammo, lasciando indietro solo macerie, morti e dolore. Ma gli uomini, no. Accompagnarono le famiglie al mare, presero il minimo indispensabile, calze di lana, guanti e piccone, e maglione, e tornarono a lavorare. Ogni giorno. Come gli alpini, pioggia, neve, vento, ma un mattone alla volta un metro d'asfalto alla volta, furono costruiti i villaggi, villaggi che ancora oggi stanno li per i turisti o per chi è meno fortunato.. Ed il Friuli rivide la Luce! Mandi

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