Riconoscimento riparatore
da: Messaggero Veneto — 07 gennaio 2010
Friulani, collaborate alla salvezza del nostro lago! Non permettete che scompaia a causa delle speculazioni private stimolate dalle centinaia di milioni di euro che lo Stato può regalare attraverso i certificati verdi ossia le sovvenzioni per gli impianti a energie rinnovabili. A Somplago, di Cavazzo, vi è una grossa centrale idroelettrica che capta l’acqua del lago di Verzegnis e la scarica nel lago dei Tre Comuni o di Cavazzo, sin dagli anni 50. Ha reso miliardi alla costruttrice Sade e per ultimo alla milanese Edipower. Questa, non contenta, vorrebbero potenziarla mediante il rimando dell’acqua al lago di Verzegnis nelle ore notturne, quando cioè la corrente costa poco perché meno richiesta. Il tutto avverrebbe, naturalmente, senza che alcuno si preoccupi minimamente né della gente né delle ricadute negative sull’ambiente, bensì ignorando anche i danni che l’impianto ha già provocato in più di mezzo secolo anche con l’appoggio di amministrazioni ottuse, disinformate, presuntuose e dispotiche. Il lago è stato biologicamente distrutto dal saliscendi del livello e dal deposito di una trentina di metri di fango portato attraverso la centrale. Prima era fiorente fonte di vita e sostentamento per la popolazione del circondario. Doveroso è un cenno storico su questa terra di emigranti: rassegnati, tenaci, fortemente radicati alle origini, che si sono fatti onore disperdendosi per l’Europa e non solo... La Grande guerra portò miseria nera e disgrazie. La seconda guerra mondiale uccise oltre cinquanta innocenti con l’eccidio di Avasinis, l’incendio di Interneppo e Bordano. Alesso fu bombardato vigliaccamente dagli inglesi poiché non vi erano più cosacchi! Seguì la pace che portò la devastazione della poca misera campagna di Alesso, con il passaggio dell’oleodotto e dell’autostrada. Naturalmente per il progresso dell’Italia. Il terremoto del ’76 aggiunse la sua parte a questa terra martoriata. Solo da questo disastro la gente ebbe un contributo; per tutto il resto, nessuno vide mai un quattrino! Orbene mi sorge una domanda: vogliamo solo parlare di democrazia e di equità, perché va di moda, oppure vogliamo averla veramente, praticarla e migliorarla? Allora, basta ipocrisia, sia dato a ognuno il suo. Per questo motivo invoco enti, uffici e autorità locali, regionali, nazionali e tutti i responsabili a non concedere mai l’esecuzione di opere d’interesse unilaterale e di anteporre sempre il bene per la comunità. Questo territorio ha già pagato a caro prezzo la storia e lo sviluppo economico italiano, ora ha diritto a un riconoscimento riparatore. La problematica insorta offre un’occasione da non mancare, poiché se è vero che abbiamo bisogno di energia, è anche giusto che tutti contribuiscano e non venga prodotta a danno di "pochi" per l’utile di molti, ossia dell’Edipower e degli italiani. Quindi è necessario che chi può provvedere provveda! A contributo di tutto ciò, ritengo che la soluzione tecnica di conciliazione per l’annosa diatriba lago-energia-ambiente possa essere la seguente: 1) Il lago deve ritornare tranquillo e naturale come un tempo; 2) occorre costruire una condotta stagna che porti l’acqua dalla centrale fin oltre l’emissario del lago; 3) bisogna realizzare una "vasca" opportuna, o bacino autonomo, nei pressi della centrale, senza travasi nel lago, adatta a far invertire il flusso idrico per rimandarlo a monte; 4) il bacino d’inversione, tutto artificiale o solo in parte, deve essere collegato con lo scarico a mezzo di una paratìa per regolare il deflusso a seconda delle necessità. Ritengo che sia questa una concreta soluzione di compromesso e non una fantasia, come qualcuno può malignare. Non ha alcun senso scaricare l’acqua nel lago, da cui se ne esce, è meglio accumulare l’acqua di riutilizzo delle ore di convenienza. Da questa riserva programmata, l’acqua può essere rimandata a monte o con l’energia di esubero, in certe ore, oppure con quella proveniente dall’esterno. Naturalmente l’operazione di riciclaggio conviene nelle ore di minor richiesta di energia e di notte, ossia quando la corrente costa meno. Si tratta di ottimizzare il funzionamento globale dell’impianto. La gente non si lasci incantare, prima sono da fare le opere a valle, poi quelle a monte. Occorre molta cautela! Soltanto in questo modo si può potenziare la centrale, ristabilire il livello delle acque, non inquinare e rigenerare l’ambiente. Di qui può rinascere la vita lacustre e ripartire il turismo. Realizzando queste opere tutta la valle potrà avere almeno un parziale risarcimento dei danni subiti in passato. Mi auguro che tutto ciò sia recepito, diversamente i nostri figli si ritroveranno un bel canale circondato da sabbie mobili al posto del lago. Dio voglia che ciò non succeda e si smuovano, invece, le coscienze al fine di operare nel miglior modo affinché questa terra possa rinascere non solo con giusto riconoscimento per la gente ma anche con la conseguente rivalutazione della democrazia.
Dino Franzil - Tarcento