"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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giovedì 5 gennaio 2012

Da Bordan a Curnìn: i tanti nomi della sbìte

Si è parlato tante volte, in Val del Lago,  della "specificità" di un paese rispetto all'altro: è un argomento che va continuamente approfondito, per dare un senso positivo al termine campanilismo: non senso di prevalenza nei confronti di un altro paese, ma riconoscimento e valorizzazione delle proprie caratteristiche particolari.
Un esempio, spicciolo, lo possiamo trovare nell'ultimo numero di "Tiere furlane" (il n. 11 del dicembre 2011), nell'articolo "Uva di cornacchia". Tratta dell'Olivello spinoso,  un umile arboscello spinoso, comune intas gravas dal Tajament, i cui frutti venivano utilizzati nella preparazione di sciroppi, integratori e cosmetici.
Scientificamente, si chiama Hippophaë rhamnoides, in larghe fasce del Friuli viene chiamato Ue di curnîle. L'indagine linguistica di Enos Costantini porta a definire  un numero incredibile di denominazioni, alcune curiose e originali, che la pianta assume nei diversi paesi: pomule va per la maggiore, ma vi sono anche baraç di cise, boraçâr, uve di baraç...
A Bordano lo chiamano sbìte, ad  Avasinis è noto  come pissaç di mus , a Trasaghis è detto marça, a Peonis peruç di gleria.
La rivista ospita anche, sullo stesso tema, un interessante contributo di Linda Picco,  "Il timp de sbite", dove viene ricostruita la raccolta dei frutti nella zona di Bordano e nell'intera Val del Lago (Il timp de sbite al tacave di Jugn - Lui fintremai sul finî di Setembar e le cjapavin sù propit intal periodi de ue. Lis “tapis” a jerin a Bordan, la Glerie, a Osôf tal Tiliment, a Pluver là sù de strade dal Cai; e po ancje tal Tai dal Lâc, a Vasinis e a Peonis), una attività che, dal dopoguerra agli anni '60, ha costituito anche una forma di interazione al reddito familiare (A Bordan no son pocjis lis feminis che tai agns Cincuante, prins Sessante, si son compradis i linçûi nuviçâi, il gas, o un biel pâr di scarpis gnovis vendint chê pomule.).
Indagare sulle specificità (linguistiche, storiche, culturali) dunque, può portare a risultati inattesi e assai interessanti. Anche in Val del Lago.
(Pieri Stefanutti)

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