"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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martedì 17 gennaio 2012

Lago, Lettera Aperta di "Luci". "Signori Sindaci, non è più tempo di aspettare"

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo di "Luci", nella forma di una Lettera Aperta al Sindaco,  sulla discussione in atto sul futuro del lago e sulla richiesta di referendum. Come è facilmente deducibile, l'articolo è stato scritto durante la fase della raccolta delle firme, della contrapposizione tra le parti a suon di volantini  e prima del documento dei sacerdoti della Forania. Rappresenta comunque un utile contributo di discussione, col suo invito a evitare opposizioni sterili e a individuare strategie corrette per affrontare il problema. (A&D)
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Per il lago, ben altro servirebbe, che le sterili polemiche a base di volantini e contro -  volantini, che poi nulla dicono, che sono vuoti nei contenuti, che oramai la gente non legge più. 
Ma se per alcuni estensori è quasi la norma scrivere, parlare e nulla dire, per Lei  - signor Sindaco - non può essere la norma: Lei ha tutti gli strumenti per comunicare ai suoi concittadini  il contenuto di Delibere  (di Giunta, di Consiglio) e tutti quegli strumenti istituzionali più consoni, e lasci il nulla ad altri, risponda coi fatti, porti avanti con coerenza le scelte fatte, se le ritiene giuste assieme alla sua maggioranza, stare nel limbo non serve a nessuno. 
Certo, non serve un referendum che non può essere accolto, con il quesito posto, e lascia un po' sconcertati, che consiglieri, seppure di minoranza, non abbiano ben ponderato il testo, prima di chiedere la firma dei cittadini: si rischia di dare una nuova delusione, che certo non è quello che più serve.  Il quesito  non è di competenza del Comune di Trasaghis, primo perché è un sito di interesse nazionale, ripetuto da tutti, in tutte le salse, secondo, e non secondario, l'opera - la centrale da potenziare - si trova interamente nel territorio del Comune di Cavazzo. Porre il quesito ai cittadini di Trasaghis mi sembra fuori luogo, si potrebbe referendare anche sul sesso da attribuire agli angeli, quesito mai risolto, ma la riposta del Capo sarebbe  sicuramente di "non ammissibilità".
Detto questo, Signori Sindaci, non è più tempo di aspettare, Voi dovete subito nel più breve tempo possibile, farvi finanziare dalla regione uno studio affidato a un Tecnico, che sia non  "sopra le parti", ma "dalla parte del lago", che dica quali compensazioni, e mitigazioni siano compatibili con la permanenza della Centrale, anche senza potenziamento. 
Aiutateci a capire, magari riavvolgendo il film, cominciando dall'arrivo della S.A.D.E nel 1953 , quale era il progetto complessivo, magari poterlo esaminare,   capire perché non completò l'opera, quali erano le strategie idrauliche a valle, se ci furono errori di quote, di calcolo, delle quantità di acqua che poteva ricevere dalla Carnia. 
Ma quello che più sconcerta, è che hanno rovinato un lago, che non è funzionale alla produzione di energia elettrica, non serve alla centrale se non per lo scarico, per riportare l'acqua nel Tagliamento altre erano le soluzioni, anche meno costose, se invece c'era qualcos'altro che giustifichi, senza fantasiose elaborazioni di qualche illuminato. Cosa spinse la S.A.D.E a chiedere una modifica delle quote vincolo 196,90-192,90? Per un profano come me significa che la Centrale può lavorare tra queste due quote, se fosse così, e solo un supporto adeguato ce lo potrà dire, perché in tutti questi anni, non si è chiesto, dopo aver sacrificato inutilmente il Lago, che fosse almeno mantenuto alla quota più alta 196,90? Del resto, a mio parere, non c'è nessun motivo che l'acqua del lago vada su e giù , lo scarico a valle ben supporta ciò che entra.
Se questo era fattibile, significava avere il lago almeno nelle dimensioni antecedenti alla centrale, con benefici anche per  la temperatura. Forse la mia è solo una fantasiosa ipotesi, ma i numeri sono quelli, e se non si esplorano tutte le possibilità attentamente con perseveranza tenacia in questa fase, rischiamo grosso. 
Qualche errore in passato l'abbiamo sicuramente fatto; oggi c'è la possibilità di valutare meglio, di incidere di più: sfruttiamo tutte  le possibilità, i volantini poco  giovano.
Luci

2 commenti:

  1. Confesso di aver moltissimi pregiudizi (negativi) nei confronti della classe dirigente e politica friulana. Una classe dirigente/politica che considero pesantemente inadeguata e con gravi complessi di inferiorità, soprattutto nei confronti della classe dirigente triestina ( ma anche veneta).

    Quest'ultima - la classe dirigente triestina - risulta al contrario priva di complessi di inferiorità e sempre pronta a difendere gli interessi di Trieste, non importa se legittimi o meno. Mai si è vista la classe dirigente triestina porsi contro gli interessi - spesso pesantemente campanilisti - di cui i triestini reclamavano la difesa.

    Al contrario mi pare che la classe dirigente e politica friulana consideri gli interessi del Friuli e dei friulani, sempre e solamente "interessi di campanile": se poi ciò non è vero poco conta. Dunque difendere gli interessi del Friuli, per la classe politica e dirigente friulana, è troppo spesso sinonimo di "provinciale campanilismo". Ed ecco allora questa "inadeguata" classe dirigente friulana, porsi sempre dalla parte di Terna (elettrodotti), la Regione Veneto (autostrada Cimpello-Sequals ma in futuro "forse" anche la Cadore-Carnia), Trieste (università friulana, Erdisu, azienda sanitaria unica,ecc.). Mai una volta che difenda gli interessi, legittimi, del Friuli e dei friulani! E i Comitati popolari che, unici in Friuli, cercano di difendere gli interessi del Friuli e dei friulani? Pupazzi! Campanilisti! E altro ancora. Non certamente, come in realtà sono, persone serie e informate che cercano di informare la gente su come stanno le cose, spendendo inoltre il loro tempo libero magari rubato alla famiglia.

    Si può continuare ad andare avanti con questa inadeguata classe dirigente friulana sempre pronta a mettersi contro gli interessi del Friuli e dei Friulani?

    Credo sia una domanda che i Friulani devono incominciare a porsi seriamente se vogliono che il Friuli (e quindi anche la Carnia) abbia un futuro che non sia quello di essere un territorio con servitù di passaggio o un futuro di colonia a favore del Veneto, Trieste o regione del Nord Italia.

    E' una mia personale e amara riflessione su cui vi invito a riflettere.

    mandi
    Michi

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  2. Ovviamente quando scrivo di classe dirigente friulana, includo anche la coinfindustria friulana che ritengo tutt'altro che illuminata, almeno nella sua dirigenza. Altro sono gli imprenditori friulani che hanno spesso dimostrato alta capacità imprenditoriale e si sono fatti onore nel mondo.

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