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domenica 15 gennaio 2012

Lago. Dalla forania di Gemona un sì al referendum - III

I sacerdoti del Gemonese contro la super-centrale
Lago dei Tre Comuni: s’allarga il fronte del no al potenziamenti di Edipower. Da Cavazzo Carnico l’accusa a Regione e Comuni: «“Foresti” ci colonizzano»


di Maura Delle Case
(Messaggero Veneto, 14 gennaio 2012)

CAVAZZO CARNICO. Il fronte del “no” al progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago guadagna l’appoggio dei sacerdoti del Gemonese che nei giorni scorsi hanno inviato al “Comitato per la difesa e lo sviluppo del lago” una missiva in cui si dicono «aperti a ogni più ampia collaborazione».
La missiva è stata divulgata ieri a una conferenza stampa indetta dai comitati della val del Lago e ospitata nella sede della Regione a Udine, da Franceschino Barazzutti, Valentino Rabassi e diversi altri membri dei comitati che nell’occasione hanno puntato il dito contro la Regione, la Provincia e i Comuni interessati dal progetto: «Si sono mangiati tutta la dignità che il Friuli si era conquistato dopo il terremoto», ha tuonato Barazzutti.
«Nella vicenda Edipower il comportamento della pubblica amministrazione è stato a dir poco atipico – ha continuato Barazzutti –: i Comuni hanno dato parere favorevole al progetto sperando in compensazioni che non arriveranno, mentre la Regione è rimasta a guardare mentre “foresti” venivano a colonizzarci».
Il Comitato rivendica il ruolo positivo che gli enti pubblici avrebbero potuto e dovuto avere in questa vicenda, anzitutto cercando d’intervenire nell’assetto azionario di Edipower, partecipata da società private (molte estere) e da municipalizzate di Milano, Bergamo, Parma, Piacenza, Torino solo per citarne alcune.
“Nei macro-movimenti azionari che sono in atto, la Regione Fvg è totalmente assente – hanno ribadito i comitati –. E questo è tanto più grave se si guarda cosa accade, sul fronte dell’energia, nella “vicina” provincia autonoma di Bolzano dove la Sel (Società elettrica altoatesina) ha una struttura azionaria al 100% pubblica (il 93,88% risponde alla stessa provincia). Questo – dicono ancora i comitati – dev’essere il modello da seguire perché solo così si può rispondere al compito di governo del territorio: le acque sono loro, le usano loro e dell’energia dispongono loro».
Ad affiancare Barazzutti, tra gli altri, ieri sono intervenuti il consigliere regionale di Ln, Enore Picco, impegnato da anni nella difesa del territorio della val del Lago, e il neopresidente di Legambiente Elia Mioni. Anche se non fisicamente, al fianco dei comitati c’erano pure i sacerdoti della forania di Gemona, che come detto hanno formalmente preso posizione inviando una missiva: «Vogliamo assicurarvi – scrivono – che appoggeremo convinti ogni richiesta di confronto chiarificatore sul problema e daremo il nostro contributo di cristiani abitanti nel giardino che il Creatore ci ha prestato e che deve rimanere a servizio del bene di tutti».
La lettera, firmata da don Dino Pezzetta e condivisa, tra gli altri, da mons. Valentino Costante, parroco di Gemona, si conclude con un cenno alla ricostruzione post sisma: “Il Friuli – scrivono ancora i sacerdoti – si è alzato subito dopo il dramma del terremoto, che ha segnato più di altri proprio questi nostri paesi. Non inginocchiamoci ora, a Friuli ricostruito, di fronte a chi vorrebbe sfruttarlo per interessi che non saranno mai i nostri».

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