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giovedì 19 gennaio 2012

Trasaghis, preoccupazioni per il fallimento della Ektron

Venti di crisi anche nella zona industriale di Trasaghis: dopo il caso della Leader Pumps, ora tocca alla Ektron, dichiarata fallita. Preoccupazioni per il posto di lavoro che verrebbe perso da 25 donne, provenienti tutte dal Comune di  Trasaghis e dal Gemonese.

Trasaghis, fallita l’Ektron. Senza lavoro 25 donne

L’azienda si occupava dell’assemblaggio di materiale elettronico. La Cgil: il 23 la firma della cassa integrazione per un anno, poi la mobilità


di Maura Delle Case

TRASAGHIS. I segnali di difficoltà erano evidenti da tempo, così come lo erano i problemi finanziari di un’azienda che a più riprese aveva ritardato, anche di tre mesi, il pagamento degli stipendi ai propri dipendenti. Il tribunale di Roma ha messo fine a questa situazione poche settimane fa decretando il fallimento della Ektron di Trasaghis che oggi è chiusa. A casa restano circa 25 lavoratori, tutte donne della zona, una vera e propria emorragia occupazionale al cuore del Gemonese che si annuncia, vista la crisi in corso, di non facile soluzione.
Fortuna che recentemente l’azienda è passata al contratto industriale in virtù del quale potrà oggi godere degli ammortizzatori sociali per i suoi dipendenti. L’appuntamento per la richiesta di un anno di cassa integrazione straordinaria per fallimento è già fissato: «Ci incontreremo il 23 gennaio a Trieste per la firma della Cigs – fa sapere il segretario regionale di Fiom Cgil, Giampaolo Roccasalva –. La cassa garantirà un anno di sostegno a questi lavoratori che poi beneficeranno, a seconda dell’età, di uno, due o tre anni di mobilità».
Votata all’assemblaggio di materiale elettronico, la Ektron si era recentemente fusa con altre due piccole aziende passando dal comparto artigianale a quello industriale. Storicamente, stando a quanto riferiscono le parti sociali, aveva avuto problemi di liquidità tanto da non essere in grado di pagare gli stipendi ai lavoratori e di onorare i propri debiti con i fornitori, che alla fine si sono rivolti alla magistratura chiedendo il fallimento per l’azienda di Trasaghis. Il decreto del tribunale di Roma, fa sapere ancora Roccasalva, risale allo scorso mese di dicembre, ma la notizia in Friuli è arrivata solo alcune settimane dopo.
«Avevamo firmato una Cigs per i lavoratori dallo scorso mese di giugno e concordato con l’azienda un piano di rientro che – prosegue il sindacalista – visto quanto successo è stato rispettato solo in parte». Cgil denuncia la difficoltà di interloquire con l’azienda, proprietà di una coppia d’imprenditori veneti (Zucchella e Della Torre) con sede legale a Roma, e oggi anche con il curatore fallimentare, lui pure operativo nella capitale.
Il primo incontro sarà quello di lunedì prossimo, quando Roccasalva e il collega di Fim Cisl, Marco Palese, firmeranno appunto assieme al curatore e alla Regione la richiesta di Cigs. Il segretario di Fiom annuncia infine di voler contattare in breve il sindaco di Trasaghis, Augusto Picco, per vedere se e come il Comune possa intervenire in questa vicenda.

(da. Messaggero Veneto, 18 gennaio 2012)

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