Tagliamento, le sponde adesso sono più sicure
Lavori per 500 mila euro, in particolare sul lato di Braulins e Pineta. Nella zona è anche in corso una costante opera di sghiaiamento affidata a ditte
di Piero Cargnelutti
Messaggero Veneto, 15 ottobre 2014
TRASAGHIS. Argini e scogliere in ordine prima che inizi la stagione delle piogge lungo il corso del Tagliamento, all'altezza del largo di Braulins. I lavori annunciati un anno fa a Osoppo dai funzionari della direzione regionale Ambiente ed Energia sono quasi terminati, e le sponde del fiume sono dunque in sicurezza in quei punti nevralgici.
Nel corso degli ultimi mesi sono stati realizzati interventi sia sulla sponda di Pineta a Osoppo e fino all'altezza del Cimano a Majano, e sia sul fronte opposto, a Braulins, dove nel corso dei prossimi giorni saranno terminati anche gli ultimi lavori per il rifacimento di una scogliera:
«E' stato fatto un intervento di pulitura della sponde arginali del fiume - hanno spiegato dagli uffici della direzione regionale ambiente - ed è stato portato via tutto il materiale che si era accumulato, mentre a Braulins abbiamo provveduto a mettere in sicurezza due erosioni che erano pericolose: quei lavori si sono conclusi a fine settembre».
Nei prossimi giorni termineranno gli interventi per il rifacimento di una scogliera alta una settantina di metri a Braulins, anche quello un punto che era a rischio».
Nella zona sono stati investiti ben 500 mila euro per la messa in sicurezza, più in dettaglio 350 mila sulle sponde di Braulins e Pineta (lungo il Tagliamento è stata messa in sicurezza l'area di San Rocco e Carantan) con sistemazione delle erosioni, 100 mila euro sui torrenti interni a Trasaghis Leale e Melò, e altri 100 mila euro invece sulla scogliera di Braulins: «Oltre a questi interventi che hanno messo in sicurezza l'alveo del fiume in quel punto, nella zona - dicono ancora dagli uffici della Regione - è in corso una costante azione di manutenzione per lo sghiaiamento del materiale superfluo affidato ad alcune aziende con un continuo monitoraggio della situazione del fiume».
Il largo del Tagliamento attraversato dal ponte di Braulins è un punto nevralgico in caso di consistenti precipitazioni piovose proprio perché gli argini del fiume insistono su una zona abitata, sia sul lato di Trasaghis con la frazione di Braulins e il successivo capoluogo, sia dalla parte di Osoppo con l'insediamento abitativo situato immediatamente dopo gli argini del fiume e dunque fortemente a rischio in caso di innalzamento delle acque, sebbene le consistenti precipitazioni dell'anno scorso non abbiano fortunatamente causato emergenze: in questi mesi si è provveduto a eliminare la vegetazione cresciuta nel corso degli anni, le cui radici spesso avevano contribuito all'erosione delle sponde in alcuni punti (nella zona, anche i gestori dell'oleodotto hanno contribuito all'opera di pulizia), contribuendo a prevenire i possibili rischi di esondazione che potrebbero verificarsi con l'arrivo delle piogge.
Un blog per informare, per ragionare, per confrontarsi su quel che capita ad Alesso e nei dintorni. Ce sucedial, ce si fàsie, ce si podarèssie fâ a Dalés e intal dulintôr? Scuvierzìnlu su chest Blog.
"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

giovedì 16 ottobre 2014
mercoledì 15 ottobre 2014
I 90 anni di Galìni e Pieri Carulina citati anche sul MV
Riconoscimento per due ex partigiani
Messaggero Veneto, 14 ottobre 2014
TRASAGHIS La sezione "Val del Lago" dell'Anpi, in collaborazione con il comitato provinciale, ha recentemente attribuito un riconoscimento a due cittadini di Trasaghis protagonisti della guerra di Liberazione. Si tratta di Manlio Picco "Galini" (che è anche presidente della sezione Anpi "Val del Lago") e di Pietro Stefanutti "Carulina", entrambi nati ad Alesso nel 1924. Dopo il saluto del sindaco di Trasaghis Augusto Picco, è intervenuto Ivo Del Negro dell'Anpi "Val del Lago", che ha tracciato il profilo dei due festeggiati. Lo storico Pieri Stefanutti ha ripercorso l'esperienza partigiana di Manlio e Pietro i quali, ventenni, aderirono alla Resistenza nelle file del battaglione osovano "Friuli", partecipando a numerose azioni. (p.c.)
Sfangamento di Verzegnis, per l'Etp tutto sta andando regolarmente
Edipower: ambiente e fauna sono ok con lo sfangamento
Messaggero Veneto, 14 ottobre 2014
CAVAZZO CARNICO Ambiente e soprattutto fauna ittica dell'Ambiesta e del lago dei Tre Comuni sotto controllo, mentre è in corso lo sfangamento della diga del torrente effettuato da Edipower. Da parte sua l'Ente tutela pesca regionale ha già provveduto a portare in salvo oltre mille esemplari fra pesci e gamberi presenti nelle acque del torrente, che saranno riportati sul posto tra diversi mesi, quando l'operazione di sfangamento sarà terminata e la situazione del corso d'acqua sarà tornata alla normalità. «Al momento – hanno detto dagli uffici dell'Etp – sulle acque compare una leggera torbidità, ma la situazione è sotto controllo, nel senso che non sono stati registrati dati compromettenti nei riguardi dell'habitat naturale». In base alle direttive della direzione regionale ambiente, sono state applicate tre sonde precisamente nelle acque dell'Ambiesta, in quelle del Tagliamento (nel punto successivo alla confluenza con il torrente) e sul lago di Cavazzo, alle quali se ne aggiunge una quarta che invece viene utilizzata dal personale della ditta a cui Edipower ha affidato i lavori mentre vengono fatti i controlli quotidiani: i dati, relativi alla torbidità delle acque e alla consistenza di ossigeno presente in esse, giungono direttamente ai terminali dell'Etp, dell'Arpa, ma soprattutto a una cabina di regia avviata dalla Regione, alla quale spetta la decisione di intervento qualora il processo di sfangamento incontrasse alcune difficoltà.
Rispetto alla fauna ittica, gli operatori dell'Ente tutela pesca negli scorsi mesi hanno recuperato circa 500 gamberi presenti nell'Ambiesta e altrettanti esemplari di trota fario e scazzoni (esemplare protetto a livello europeo), che sono stati portati in impianti appositi dell'ente per essere riportati sul luogo a intervento terminato: in quell'occasione, l'Etp provvederà a liberare nel torrente carnico trote marmorate, un tempo molto più presenti in quelle acque che saranno introdotte anche in virtù di un'apposita direttiva europea. «Nell'effettuare lo sfangamento – hanno spiegato ancora dagli uffici dell'Etp – Edipower è tenuta a seguire precise prescrizioni che sono state imposte dalla direzione regionale ambiente nell'autorizzare l'intervento. Si prevede la ripulitura della paratoia situata sotto la diga dell'Ambiesta: in base a ciò, si aspireranno i fanghi che saranno fatti in seguito diluire nel letto del torrente e successivamente sul Tagliamento in base a precisi rilasci di acqua, in modo tale da assicurare la corretta diluizione del materiale. La pulitura della paratoia ha anche finalità relativa alla sicurezza in caso di particolari esondazioni e calamità».(p.c.)
Messaggero Veneto, 14 ottobre 2014
CAVAZZO CARNICO Ambiente e soprattutto fauna ittica dell'Ambiesta e del lago dei Tre Comuni sotto controllo, mentre è in corso lo sfangamento della diga del torrente effettuato da Edipower. Da parte sua l'Ente tutela pesca regionale ha già provveduto a portare in salvo oltre mille esemplari fra pesci e gamberi presenti nelle acque del torrente, che saranno riportati sul posto tra diversi mesi, quando l'operazione di sfangamento sarà terminata e la situazione del corso d'acqua sarà tornata alla normalità. «Al momento – hanno detto dagli uffici dell'Etp – sulle acque compare una leggera torbidità, ma la situazione è sotto controllo, nel senso che non sono stati registrati dati compromettenti nei riguardi dell'habitat naturale». In base alle direttive della direzione regionale ambiente, sono state applicate tre sonde precisamente nelle acque dell'Ambiesta, in quelle del Tagliamento (nel punto successivo alla confluenza con il torrente) e sul lago di Cavazzo, alle quali se ne aggiunge una quarta che invece viene utilizzata dal personale della ditta a cui Edipower ha affidato i lavori mentre vengono fatti i controlli quotidiani: i dati, relativi alla torbidità delle acque e alla consistenza di ossigeno presente in esse, giungono direttamente ai terminali dell'Etp, dell'Arpa, ma soprattutto a una cabina di regia avviata dalla Regione, alla quale spetta la decisione di intervento qualora il processo di sfangamento incontrasse alcune difficoltà.
Rispetto alla fauna ittica, gli operatori dell'Ente tutela pesca negli scorsi mesi hanno recuperato circa 500 gamberi presenti nell'Ambiesta e altrettanti esemplari di trota fario e scazzoni (esemplare protetto a livello europeo), che sono stati portati in impianti appositi dell'ente per essere riportati sul luogo a intervento terminato: in quell'occasione, l'Etp provvederà a liberare nel torrente carnico trote marmorate, un tempo molto più presenti in quelle acque che saranno introdotte anche in virtù di un'apposita direttiva europea. «Nell'effettuare lo sfangamento – hanno spiegato ancora dagli uffici dell'Etp – Edipower è tenuta a seguire precise prescrizioni che sono state imposte dalla direzione regionale ambiente nell'autorizzare l'intervento. Si prevede la ripulitura della paratoia situata sotto la diga dell'Ambiesta: in base a ciò, si aspireranno i fanghi che saranno fatti in seguito diluire nel letto del torrente e successivamente sul Tagliamento in base a precisi rilasci di acqua, in modo tale da assicurare la corretta diluizione del materiale. La pulitura della paratoia ha anche finalità relativa alla sicurezza in caso di particolari esondazioni e calamità».(p.c.)
martedì 14 ottobre 2014
Giovedì a Trasaghis si discute di prevenzione oncologica
L'Afds Val del Lago propone per giovedì 16 alle 20.30 nella sala consiliare di Trasaghis un incontro sulla prevenzione oncologica e sui programmi regionali di screening, con la partecipazione di esperti e la presentazione di testimonianze dirette.
lunedì 13 ottobre 2014
Finisce sul Gazzettino l'accesa discussione sulla piazza lordata
Ebbene sì: il dibattito al vetriolo accesosi su facebook negli scorsi giorni a proposito dell'a chi toccasse il compito di pulire la piazza di Alesso lordata dalla fuoriuscita di liquami, ha attirato l'attenzione anche del "Gazzettino": David Zanirato, nella seguita rubrica "Blog notes" riprende il fatto e la discussione, sottolineando l'intervento di sollecito del sindaco per la soluzione del problema e il successivo, amaro commento riferito a "L'Italia delle chiacchiere".
Il Blog non aveva sinora affrontato l'argomento (anche se vi era stato un intervento nella discussione per auspicare la prosecuzione di servizi "a misura d'uomo") poiché pareva si stesse spesso perdendo "la creance e il sintiment" che è alla base del rispetto reciproco, anche tra posizioni differenti.
Comunque, aggiornando i dati, c'è da dire che il "commento positivo", quello che dava la notizia dell'avvenuta soluzione del problema, quello che pareva passare sotto silenzio, sta ottenendo 19 "mi piace" e 4 commenti, mentre la riflessione sulla pagina personale del sindaco arriva a oltre 40 commenti (più di quelli della "storica" discussione tra Alesso e Avasinis sui coscritti, hanno commentato sulla rete). Vogliamo considerarlo un segnale verso una discussione che aiuti a crescere?
Il Blog non aveva sinora affrontato l'argomento (anche se vi era stato un intervento nella discussione per auspicare la prosecuzione di servizi "a misura d'uomo") poiché pareva si stesse spesso perdendo "la creance e il sintiment" che è alla base del rispetto reciproco, anche tra posizioni differenti.
Comunque, aggiornando i dati, c'è da dire che il "commento positivo", quello che dava la notizia dell'avvenuta soluzione del problema, quello che pareva passare sotto silenzio, sta ottenendo 19 "mi piace" e 4 commenti, mentre la riflessione sulla pagina personale del sindaco arriva a oltre 40 commenti (più di quelli della "storica" discussione tra Alesso e Avasinis sui coscritti, hanno commentato sulla rete). Vogliamo considerarlo un segnale verso una discussione che aiuti a crescere?
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Piazza I Maggio prima e dopo l'intervento di pulizia |
domenica 12 ottobre 2014
La posizione del Comune di Cavazzo sullo sfangamento di Verzegnis
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L'Assessore Vito e il Sindaco Borghi |
Prende la parola il Sindaco, il quale riferisce ai presenti sugli appuntamenti più importanti che hanno interessato il Comune nel mese di settembre:
- incontro in data 15 settembre presso la sede comunale di Cavazzo con la II e IV Commissione permanente del Consiglio Regionale del Friuli venezia Giulia, con sopralluogo al lago per discutere delle criticità e dello stato di conservazione dello stesso e della valle, anche in relazione alle previsioni del piano di sfangamento dell'invaso del fiume Ambiesta.
- partecipazione del comune di Cavazzo in data 26 settembre all’incontro promosso dalla Regione con la cittadinanza, per esporre e discutere del piano di sfangamento dell’Ambiesta, tenutosi presso la sede comunale di Verzegnis; all’incontro hanno partecipato l’Assessore regionale all’ambiente, i tecnici della Regione ed i Sindaci dei comuni di Cavazzo Carnico e Verzegnis.
Il Sindaco sottolinea come in entrambi gli incontri sopra citati il comune di Cavazzo Carnico ha ribadito la propria posizione, già espressa in occasione della Conferenza dei Servizi sia in forma verbale che attraverso atti formali. Con l’Assessore regionale all’Ambiente si è creata una convergenza di vedute, in particolare sulla necessità di monitoraggi e controlli costanti nel corso dell’intervento di sfangamento.
sabato 11 ottobre 2014
San Simeone e religiosità popolare: se ne parla martedì a Pioverno
La Pro Loco di Pioverno propone, nell'ambito delle iniziative di
“CJATINSI A PLUVÈR”
MARTEDÌ 14 OTTOBRE 2014, nel CENTRO SOCIALE – AREA FESTEGGIAMENTI, alle ORE 20.45
un incontro su
SAN SIMEONE, IL SASSO E LA CROCE
Segni di religiosità popolare sul monte San Simeone
raccontati da PIERI STEFANUTTI.
Una riflessione sul rapporto e sui tanti segni di devozione popolare che legano la gente di Pioverno, di Bordano, di Interneppo al San Simeone
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 (stesso luogo e ora) si parlerà poi invece di
LA CIVILTÀ DEL TAGLIAMENTO
Dèi, santi e pirati sulle strade azzurre
in un viaggio tra mito e storia
con ANGELO FLORAMO
Altre informazioni su:
venerdì 10 ottobre 2014
Comunicazione tra genitori e figli, se ne parla stasera ad Alesso
Riceviamo e pubblichiamo:
Servizio sociale dei Comuni dell’Ambito distrettuale n. 3.1 «Gemonese, Canal del Ferro, Val Canale»
Azienda per i Servizi Sanitari n. 3 «Alto Friuli»
Società Cooperativa Sociale
Istituto Comprensivo di Trasaghis
Iniziativa realizzata nell’ambito del Progetto «Tessitori di reti ed altri racconti» (V edizione) finanziato dalla Regione Autonoma Friuli – V.G.
ai sensi della L.R. n. 20/2004, art. 21 e rientrante nel Piano di Zona 2013-2015
INCONTRI PER GENITORI
di bambini frequentanti le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado
Percorso articolato in due incontri
Con Andrea Mian, psicologo e psicoterapeuta
I incontro
LA COMUNICAZIONE TRA GENITORI E FIGLI
Centro Studi di Alesso
VENERDÌ 10 OTTOBRE 2014, ORE 17.00
Scuola Primaria di Bordano
GIOVEDÌ 16 OTTOBRE 2014, ORE 17.30
giovedì 9 ottobre 2014
Mercoledì ad Alesso l'inaugurazione della mostra fotografica sullo sfollamento del 1944 (II)

mercoledì 8 ottobre 2014
Lo sfollamento del 1944 visto da oltre il ponte di Braulins
Nel giorno dell'inaugurazione ad Alesso della mostra fotografica dedicata allo sfollamento, il "Messaggero Veneto" pubblica un articolo con la testimonianza di un gemonese che rievoca il dramma di quelle giornate visto "da oltre il ponte di Braulins", da quanti videro cioè arrivare la fiumana degli sfollati e cercarono di prestar loro soccorso.
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GEMONA. A 70 anni dall'arrivo dei Cosacchi in Friuli durante la seconda Guerra Mondiale, c'è ancora qualcuno che non si è dimenticato quel periodo, durato fino al maggio del 1945. La storia è quella di Mirko Londero, 82enne residente in Campagnola che aveva 12 anni quell'8 ottobre del 1944.
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«Quell’8 ottobre del ’44 i cosacchi nella mia casa»
Mirko Londero aveva 12 anni ma ricorda tanti momenti di quel periodo. Il padre Pietro aiutò gli sfollati di Trasaghis a trasportare le loro cose oltre il fiumedi Piero Cargnelutti
La sua memoria non lo inganna su allora, forse perché i Cosacchi gli piombarono in casa, quella di famiglia, ubicata dove si trova attualmente la sua abitazione in via Cavazzo, la direttrice che conduce al ponte di Braulins: «Mio padre Pietro - ci ha raccontato Mirko Londero - faceva il trasportatore con il suo carro trainato dai buoi, e nel '44 il ponte era stato fatto saltare in aria dai partigiani: quando l'8 ottobre i tedeschi ordinarono lo sfollamento delle case di Trasaghis per lasciarle ai Cosacchi, fummo proprio noi ad aiutare le persone a trasportare le loro cose sulla sponda gemonese del Tagliamento
Lavorammo per tutta la giornata, fino a tarda sera. L'ultimo che aiutammo, lo ricordo bene, era il segretario Della Pietra, ma l'acqua era salita e il nostro carro si ribaltò: mio padre non sapeva nuotare, ma io sì, e riuscii a salvarlo dall'annegamento. Dopodiché, rigirammo il carro, e facemmo quell'ultimo trasporto». Quei mesi di presenza cosacca lasciarono un ricordo indelebile nella famiglia Londero perché nella loro casa c'era una stanza libera che fu utilizzata proprio da un comandante cosacco: «Ogni mattina - ricorda Mirko - mi svegliavo e trovavo gruppi di loro addormentati sul pavimento della nostra cucina: venivano ricevuti da noi dal comandante che successivamente li indirizzava verso quella che sarebbe stata la loro casa».
L'adolescenza di Mirko fu proprio segnata da quello scorcio di fine guerra, caratterizzato dagli scontri tra i soldati tedeschi e le squadre dei partigiani. Il padre Pietro continuava a fare il trasportatore e dovette cedere la sua pistola ai partigiani, ma non poteva aiutarli nel trasporto degli alimenti, da una sponda all'altra del Tagliamento, per il timore di essere mandato in un campo di concentramento. Lo fece Mirko che, allora bambino, non era sospettabile.
Proprio in questo frangente, il signor Londero ricorda quando fu salvato dal leggendario capitano partigiano carnico Elio "Furore" Martinis: «Un giorno - ci ha raccontato Mirko Londero - ero andato con il carro a prendere legna a Peonis: stavo tornando indietro ed ero sceso sul greto del Tagliamento più o meno all'altezza di Braulins, dirigendomi verso casa quando mi trovai nel mezzo delle raffiche di fucile tra i partigiani che stavano a Trasaghis e i tedeschi che invece erano all'altezza di Pineta.
Ero terrorizzato, e mi nascosi sotto il carro mentre sopra di me volavano le pallottole; dopo circa due ore, il capitano Furore, che mi aveva visto, mi urlò: "Sei ancora vivo Bocia?", e mi disse di correre al segnale. Pieno di paura, corsi a più non posso e feci un salto incredibile sulla rosta, accolto da Furore che mi diede una pacca sulle spalle».
Nel dicembre dell'anno scorso, quando Elio Martinis è morto, c'era anche Mirko Londero al suo funerale, su ad Ampezzo.
(Messaggero Veneto, 8 ottobre 2014)
martedì 7 ottobre 2014
Mercoledì ad Alesso l'inaugurazione della mostra fotografica sullo sfollamento del 1944
A 70 anni dallo sfollamento imposto alla popolazione di alcuni paesi del Comune di Trasaghis, il Comune di Trasaghis e il Centro di Documentazione sul Territorio propongono la Mostra fotografica "Memorie di un esodo" che rimarrà aperta ad Alesso, nel Centro Servizi di via Libertà, dall'8 al 12 ottobre 2014.
Tra il 2 e l'8 ottobre del 1944 le popolazioni dei paesi di Braulins, Trasaghis ed Alesso, assieme a quelle del Comune di Bordano, vennero obbligate dai nazifascisti a sfollare, lasciando in poco tempo le proprie case a migliaia di occupanti cosacchi. Fu un esodo drammatico che costrinse gli sfollati a cercare ospitalità nei Comuni vicini (Cavazzo, Gemona, Osoppo, Artegna, Buja…) ma anche assai più lontano (San Daniele, Martignacco, Povoletto, Premariacco, Rauscedo…). Altre frazioni del Comune, come Peonis ed Avasinis, oltre alla borgata di Oncedis, riuscirono invece ad evitare lo sfollamento e lì si visse per sette mesi gomito a gomito con gli occupanti cosacchi.
A 70 anni di distanza una mostra fotografica (costituita dalle immagini scattate da un fotografo tedesco durante l'occupazione dei paesi e recuperate alcuni anni addietro dallo storico Stefano Di Giusto presso il Museo di Storia moderna di Lubiana), arricchita da testimonianze materiali sull'occupazione cosacca, documenta quelle dolorose giornate.
L'inaugurazione avrà luogo mercoledì 8 ottobre alle ore 18 con gli interventi del sindaco di Trasaghis Augusto Picco, del responsabile del Centro di Documentazione Pieri Stefanutti e di Zuan Cucchiaro che, per l'occasione, ha realizzato una certosina ricerca sulle dimensioni del fenomeno dello sfollamento dalla frazione di Alesso, seguendo la sorte di decine e decine di gruppi familiari in una ventina di comuni friulani.
La mostra sarà poi aperta Giovedì 9, Venerdì 10 e Sabato 11 dalle 18 alle 21 e Domenica 16 ottobre dalle 16 alle 21.
(dal Blog del Centro di Documentazione: http://blog.libero.it/centrodocalesso/view.php?nocache=1412630712 )
Tra il 2 e l'8 ottobre del 1944 le popolazioni dei paesi di Braulins, Trasaghis ed Alesso, assieme a quelle del Comune di Bordano, vennero obbligate dai nazifascisti a sfollare, lasciando in poco tempo le proprie case a migliaia di occupanti cosacchi. Fu un esodo drammatico che costrinse gli sfollati a cercare ospitalità nei Comuni vicini (Cavazzo, Gemona, Osoppo, Artegna, Buja…) ma anche assai più lontano (San Daniele, Martignacco, Povoletto, Premariacco, Rauscedo…). Altre frazioni del Comune, come Peonis ed Avasinis, oltre alla borgata di Oncedis, riuscirono invece ad evitare lo sfollamento e lì si visse per sette mesi gomito a gomito con gli occupanti cosacchi.
A 70 anni di distanza una mostra fotografica (costituita dalle immagini scattate da un fotografo tedesco durante l'occupazione dei paesi e recuperate alcuni anni addietro dallo storico Stefano Di Giusto presso il Museo di Storia moderna di Lubiana), arricchita da testimonianze materiali sull'occupazione cosacca, documenta quelle dolorose giornate.
L'inaugurazione avrà luogo mercoledì 8 ottobre alle ore 18 con gli interventi del sindaco di Trasaghis Augusto Picco, del responsabile del Centro di Documentazione Pieri Stefanutti e di Zuan Cucchiaro che, per l'occasione, ha realizzato una certosina ricerca sulle dimensioni del fenomeno dello sfollamento dalla frazione di Alesso, seguendo la sorte di decine e decine di gruppi familiari in una ventina di comuni friulani.
La mostra sarà poi aperta Giovedì 9, Venerdì 10 e Sabato 11 dalle 18 alle 21 e Domenica 16 ottobre dalle 16 alle 21.
(dal Blog del Centro di Documentazione: http://blog.libero.it/centrodocalesso/view.php?nocache=1412630712 )
lunedì 6 ottobre 2014
Lo sfangamento di Verzegnis e i livelli del Lago di Cavazzo
Riceviamo e pubblichiamo una nota dei Comitati sull'andamento delle operazioni di sfangamento del Lago di Verzegnis, avviate da alcuni giorni, ed i rapporti con il Lago di Cavazzo / Tre Comuni. E' un ulteriore esempio di come la "questione sfangamento" venga seguita con attenzione ai più diversi livelli.
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Il Comitato per la difesa e la valorizzazione del lago di Cavazzo ed il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento danno atto che ad iniziare dal giorno 2 ottobre, in cui sono iniziate le operazioni di sfangamento di una parte del bacino dell’Ambiesta (Verzegnis), a tutt’oggi 06 ottobre la centrale di Somplago non ha scaricato fango nel lago di Cavazzo, fatto positivo che va mantenuto anche in seguito.
Senonchè al mattino di lunedì 06 i Comitati hanno avuto la sorpresa di trovare il livello del lago abbassato di circa un metro da quello solito e, quindi, si sono posti la domanda di che cosa sia successo durante la notte.
Poiché il lago non è nei secoli mai stato un catino con il fondo bucato tant’è che i nostri vecchi hanno costruito uno scarico a cielo aperto (il taj) per scolmarne le piene stagionali (montane) tanto meno lo può essere ora che i suoi fondali sono ricoperti da un consistente strato di fango accumulatosi per l’apporto delle torbide scaricate in esso in quasi 60 anni di funzionamento della centrale.
il citato abbassamento del livello di circa un metro è dovuto al fatto che la paratoia dell’imbocco della galleria dello scarico artificiale del lago è rimasta aperta.
Pertanto,
ci auguriamo che ciò non sia avvenuto in relazione alla volontà di dimostrare l’assurda ed interessata tesi che senza l’apporto dello scarico della centrale il lago “sparirebbe”. Chi avesse tale intendimento sbaglierebbe i suoi calcoli. Il lago è sempre stato vivo, vegeto, ricco, bello nel secoli e secoli prima dello scarico in esso della centrale. Anzi è questo ultimo che ne ha compromesso l’esistenza.
Confidiamo che, oltre a quello dei componenti dei Comitati, la Regione attui, come suo dovere, uno stretto controllo con proprio personale in loco nell’intero arco delle 24 ore e chiarisca per quali motivi si sia verificato il citato abbassamento di circa 1 metro del livello del lago di Cavazzo.
Valentino Rabassi per il Comitato difesa e valorizzazione del Lago – Alesso
Franceschino Barazzutti per il Comitato Tutela acque del bacino montano del
Tagliamento - Tolmezzo
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Sfangamenti a Verzegnis (foto Angelo Stefanutti) |
Senonchè al mattino di lunedì 06 i Comitati hanno avuto la sorpresa di trovare il livello del lago abbassato di circa un metro da quello solito e, quindi, si sono posti la domanda di che cosa sia successo durante la notte.
Poiché il lago non è nei secoli mai stato un catino con il fondo bucato tant’è che i nostri vecchi hanno costruito uno scarico a cielo aperto (il taj) per scolmarne le piene stagionali (montane) tanto meno lo può essere ora che i suoi fondali sono ricoperti da un consistente strato di fango accumulatosi per l’apporto delle torbide scaricate in esso in quasi 60 anni di funzionamento della centrale.
il citato abbassamento del livello di circa un metro è dovuto al fatto che la paratoia dell’imbocco della galleria dello scarico artificiale del lago è rimasta aperta.
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Esiti di un precedente abbassamento di livello |
ci auguriamo che ciò non sia avvenuto in relazione alla volontà di dimostrare l’assurda ed interessata tesi che senza l’apporto dello scarico della centrale il lago “sparirebbe”. Chi avesse tale intendimento sbaglierebbe i suoi calcoli. Il lago è sempre stato vivo, vegeto, ricco, bello nel secoli e secoli prima dello scarico in esso della centrale. Anzi è questo ultimo che ne ha compromesso l’esistenza.
Confidiamo che, oltre a quello dei componenti dei Comitati, la Regione attui, come suo dovere, uno stretto controllo con proprio personale in loco nell’intero arco delle 24 ore e chiarisca per quali motivi si sia verificato il citato abbassamento di circa 1 metro del livello del lago di Cavazzo.
Valentino Rabassi per il Comitato difesa e valorizzazione del Lago – Alesso
Franceschino Barazzutti per il Comitato Tutela acque del bacino montano del
Tagliamento - Tolmezzo
domenica 5 ottobre 2014
Canonica e Chiesa di Trasaghis: fondi dal Comune, da Parrocchia e Parrocchiani e poi ...
Chiesa di Santa Margherita, caccia a 20 mila euro
E' la somma ancora da trovare per pagare i lavori di sistemazione e messa in sicurezza della facciata e dell’ingresso.di Piero Cargnelutti
(Messaggero veneto, 5 ottobre 2014)
(Messaggero veneto, 5 ottobre 2014)
TRASAGHIS. Ancora 20 mila euro da trovare per pagare i lavori di sistemazione e messa in sicurezza della facciata e dell’ingresso della chiesa di Santa Margherita. La questione è stata discussa nel corso della recente seduta di consiglio comunale: dopo che l’anno scorso il parroco don Fausto Quai aveva segnalato il rischio di caduta dei lastroni della facciata della chiesa, nonché la pericolosità degli scalini, nel corso dei mesi è stato possibile raccogliere una consistente fetta di soldi ed effettuare gli interventi necessari, ma ora si cercano ancora 20 mila euro per pagare tutte le spese.
«Di fronte alla problematica – ha spiegato il sindaco Augusto Picco – come Comune abbiamo messo a disposizione 10 mila euro e la parrocchia, con fondi propri e con la raccolta avviata in collaborazione dei cittadini, ha aggiunto ulteriori 20 mila. Per quanto ci riguarda, verificheremo con l’assestamento di bilancio di novembre se sarà possibile stornare ulteriori contributi».
C’è stato chi in consiglio, come il consigliere di opposizione Gianni Toffoletto, ha ricordato il possibile intervento della Curia di Udine, proprietaria della chiesa. Lo stesso Toffoletto ha proposto un investimento sulla canonica per la creazione di due appartamenti: la struttura, di fatto, da tempo necessita di una sistemazione da diverso tempo. Da parte sua, il sindaco Picco ha espresso qualche perplessità riguardo al possibile investimento proprio sui costi che esso comporterebbe, i quali al momento non sembrano sostenibili per le casse comunali.
sabato 4 ottobre 2014
Sfangamento del Lago di Verzegnis, iniziate le operazioni
Edipower ha iniziato lo svaso del bacino di Verzegnis
3.10.2014 Dopo i lavori di cantierizzazione, di verifica e messa a punto della strumentazione per i controlli ambientali e le prove dei sistemi di asportazione del deposito di fondo, oggi sono iniziati i lavori di pompaggio del sedimento nel bacino artificiale dell’Ambiesta. Gli interventi avranno una durata di circa due mesi. Ne dà notizia, con un comunicato stampa, la società Edipower (gruppo A2A) che gestisce la centrale elettrica di Somplago e l'invaso di Verzegnis, alimentato dall'Ambiesta, e sotto la cui direzione verranno effettuati i lavori. Dopo le polemiche seguite lo scorso anno all'analoga operazione nel bacino del Lumiei (Lago di Sauris), i Comitati ambientalisti seguono con particolare attenzione l'evento, visto che le acque dell'Ambiesta confluiscono poi nel pregevole ambito paesaggistico del Lago di Cavazzo.
«Le attività, finalizzate a mantenere liberi gli scarichi e quindi garantire la sicurezza della diga - spiega nel comunicato Edipower -, saranno effettuate con innovativi sistemi tecnologici - provvisti di moduli di georeferenziazione – che permetteranno di asportare i sedimenti presenti con la necessaria precisione e, conseguentemente, di modellare il fondo dell’invaso secondo quanto previsto dal progetto tecnico. Sul fiume Tagliamento, sul torrente Ambiesta e nel lago di Cavazzo, sono state istallate sonde di misura e di controllo della torbidità nei numerosi punti previsti dal decreto autorizzativo; in questo modo sarà possibile monitorare in tempo reale l’andamento delle operazioni e la loro rispondenza ai parametri fissati dal decreto emanato dalla Regione Friuli-Venezia Giulia».
La Direzione Centrale Ambiente ed Energia della Regione, a garanzia e salvaguardia del territorio e per una totale trasparenza delle operazioni, ha inoltre istituito una cabina di regia sulle attività previste, composta da diversi enti regionali, che riceverà quotidianamente da Edipower i dati rilevati in modo da permetterne un controllo costante. «L’Ente Tutela Pesca del Friuli-V.G., da parte sua - informa ancora Edipower - ha provveduto nel periodo estivo a mettere in salvaguardia le diverse specie ittiche presenti, prelevandole del torrente Ambiesta, dove saranno reimmesse al termine dei ripristini. A conclusione delle operazioni, appositi lavaggi dell’alveo con adeguate portate d’acqua permetteranno nel breve periodo il ripristino delle condizioni ecologiche».
(http://www.lavitacattolica.it/stories/cronaca/6261_edipower_ha_iniziato_lo_svaso_del_bacino_di_verzegnis/#.VC7H9Wd_vCo)
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3.10.2014 Dopo i lavori di cantierizzazione, di verifica e messa a punto della strumentazione per i controlli ambientali e le prove dei sistemi di asportazione del deposito di fondo, oggi sono iniziati i lavori di pompaggio del sedimento nel bacino artificiale dell’Ambiesta. Gli interventi avranno una durata di circa due mesi. Ne dà notizia, con un comunicato stampa, la società Edipower (gruppo A2A) che gestisce la centrale elettrica di Somplago e l'invaso di Verzegnis, alimentato dall'Ambiesta, e sotto la cui direzione verranno effettuati i lavori. Dopo le polemiche seguite lo scorso anno all'analoga operazione nel bacino del Lumiei (Lago di Sauris), i Comitati ambientalisti seguono con particolare attenzione l'evento, visto che le acque dell'Ambiesta confluiscono poi nel pregevole ambito paesaggistico del Lago di Cavazzo.
«Le attività, finalizzate a mantenere liberi gli scarichi e quindi garantire la sicurezza della diga - spiega nel comunicato Edipower -, saranno effettuate con innovativi sistemi tecnologici - provvisti di moduli di georeferenziazione – che permetteranno di asportare i sedimenti presenti con la necessaria precisione e, conseguentemente, di modellare il fondo dell’invaso secondo quanto previsto dal progetto tecnico. Sul fiume Tagliamento, sul torrente Ambiesta e nel lago di Cavazzo, sono state istallate sonde di misura e di controllo della torbidità nei numerosi punti previsti dal decreto autorizzativo; in questo modo sarà possibile monitorare in tempo reale l’andamento delle operazioni e la loro rispondenza ai parametri fissati dal decreto emanato dalla Regione Friuli-Venezia Giulia».
La Direzione Centrale Ambiente ed Energia della Regione, a garanzia e salvaguardia del territorio e per una totale trasparenza delle operazioni, ha inoltre istituito una cabina di regia sulle attività previste, composta da diversi enti regionali, che riceverà quotidianamente da Edipower i dati rilevati in modo da permetterne un controllo costante. «L’Ente Tutela Pesca del Friuli-V.G., da parte sua - informa ancora Edipower - ha provveduto nel periodo estivo a mettere in salvaguardia le diverse specie ittiche presenti, prelevandole del torrente Ambiesta, dove saranno reimmesse al termine dei ripristini. A conclusione delle operazioni, appositi lavaggi dell’alveo con adeguate portate d’acqua permetteranno nel breve periodo il ripristino delle condizioni ecologiche».
(http://www.lavitacattolica.it/stories/cronaca/6261_edipower_ha_iniziato_lo_svaso_del_bacino_di_verzegnis/#.VC7H9Wd_vCo)
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venerdì 3 ottobre 2014
Bottecchia, da San Martino a Peonis, nella collezione Bulfon
Chi era presente alla presentazione a Trasaghis del libro "Ottavio Bottecchia, quel mattino a Peonis", nel 2005, ricorderà la ricca mostra di giornali, pubblicazioni e cimeli sportivi riguardanti l'epopea del campione.
Ora quella mostra, curata da Renato Bulfon, arricchita nel frattempo di nuovi materiali, viene esposta nel Comune di Caneva (PN).
Ora quella mostra, curata da Renato Bulfon, arricchita nel frattempo di nuovi materiali, viene esposta nel Comune di Caneva (PN).
Omaggio a Ottavio Bottecchia

Nel 90esimo anniversario della prima vittoria italiana al Tour, Comune di Caneva e Alba edizioni ricordano il campione con una mostra
Nel 90° anniversario della prima vittoria italiana al Tour de France, il Comune di Caneva e Alba edizionirendono omaggio a Ottavio Bottecchia. L’indimenticato fuoriclasse del ciclismo, nato a San Martino di Colle Umberto il1° agosto 1894 e morto a Gemona del Friuli il 15 giugno 1927, nel 1924 si aggiudicò la Grande Boucle, bissando la sua vittoria l’anno successivo. Una carriera professionista breve, la sua, ma baciata dalla gloria sportiva. Sabato 4 ottobre, alle 18.30, a Villa Frova a Stevenà di Caneva si inaugura la mostra storica intitolata ‘La leggenda di Ottavio Bottecchia’, curata dal collezionista Renato Bulfon.
L’esposizione, soprattutto attraverso i giornali e le riviste originali dell’epoca, oltre alle fotografie, propone un’indagine sull’atleta e sull’uomo Ottavio Bottecchia. In occasione dell’inaugurazione, fissata alle 18.30, sarà presentato anche il libro ‘Il ciclismo che parla veneto’ (Alba edizioni) diGiacinto Bevilacqua che narra le imprese sportive di 14 grandi ciclisti veneti di tutti i tempi, fra i quali Bottecchia, al centro della tavola rotonda-dibattito, alla quale sono stati invitati i rappresentanti dei Comuni di Colle Umberto, Pordenone, Trasaghis e Gemona e le società ciclistiche trevigiana e pordenonesi intitolate al campione. Accompagneranno la serata la cantanteLiliana Magro e il pianista Omar Zanette. (...)
La mostra è aperta al pubblico fino al 2 novembre, con ingresso gratuito, osservando il seguente orario: martedì e venerdì dalle 9 alle 13, lunedì, mercoledì e giovedì dalle 15 alle 18 e domenica dalle 15 alle 19.
giovedì 2 ottobre 2014
Farfalle di Bordano, "le posizioni delle parti si sono irrigidite "
Casa delle farfalle: Bolzonello risponde, Zilli non è convinta
BORDANO. La questione della Casa delle farfalle è stata affrontata ieri in consiglio regionale, con la risposta fornita dall'assessore Sergio Bolzonello all'interpellanza presentata dalla consigliera Barbara Zilli (Ln): «Nel mese di luglio - ha risposto Bolzonello - abbiamo avuto modo di sentire anche la cooperativa Pavees che ha preannunciato un ricorso al Tar contro un risultato della gara per presunte irregolarità riscontrate in sede di valutazione delle offerte presentate per la gara stessa. Crediamo che a oggi non ci siano le condizioni e i termini per convocare il sindaco di Bordano per indicare soluzioni tali da scongiurare il prolungarsi della chiusura della Casa delle farfalle in quanto le posizioni delle parti si sono irrigidite sino a giungere alle vie giudiziarie». La Regione, con Bolzonello, ha fatto sapere di essere ancora impegnata a seguire gli sviluppi della situazione, ma la risposta non ha convinto Zilli: «Inaccettabile questa situazione - ha detto la consigliera - che era prevedibile quando la primavera scorsa ho sostenuto e preteso l’interessamento della Regione. Ho esortato il vicepresidente Bolzonello, visto il pessimo esempio di Bordano, a prevedere il potere di avocazione per futuri investimenti in realtà importanti come la Casa delle farfalle». (p.c.)
(Messaggero Veneto, 1 ottobre 2014)
mercoledì 1 ottobre 2014
L'ospedale di Gemona ... e "di là da l'aghe" (II)
Nel mentre pare proseguire oltre Tagliamento il "silenzio" [inteso come mancanza di commenti e prese di posizione ufficiali] segnalato ieri a proposito della "questione ospedale di Gemona", pubblichiamo una nota arrivata sulle mosse successive alla manifestazione di Trieste a sostegno della funzionalità del "San Michele".
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Trieste, 30 settembre (foto Messaggero Veneto) |
Ancora una volta il
Coordinamento dei Comitati alza la voce per perorare la giusta causa
degli abitanti della Montagna friulana e della sua Pedemontana. Forti
della grande partecipazione alla manifestazione del 30 settembre, che
ha portato più di 400 persone e 19 Sindaci a Trieste in piazza
Oberdan, domani una delegazione di cittadini tra cui anche il sindaco
Paolo Urbani seguirà la votazione della riforma sanitaria in
consiglio regionale: “Riferiremo alla gente quali consiglieri
voteranno a favore dell’emendamento che salva gli ospedali di
montagna e chi no” fanno sapere dal coordinamento.
L’iniquo ddl
59, che andrà a riformare la struttura sanitaria della nostra
Regione, provocherà notevoli problemi ai territori a nord di Udine,
che rappresenta la metà della superficie regionale, che rimarranno
praticamente con il solo Ospedale di Tolmezzo. Delle promesse fatte a
parole o a mezzo stampa non c’è traccia nel testo portato in aula.
Le fantasiose proposte come ad esempio l’ambulanza di valle sono il
chiaro segno della confusione che si riscontra nella maggioranza
regionale- Come abbiamo già evidenziato in una cartina, mezzo
Friuli, dalla Montagna pordenonese alle Valli del Natisone, avrà
solo poliambulatori/cronicari e verrà privato degli indispensabili
Pronto Soccorso/Area di Emergenza esistenti. “Ci spiace constatare
che si continua a confondere la gente, come da dichiarazioni odierne
alla stampa: ricordiamo ancora una volta che il Punto di Primo
Intervento riguarda solo i codici bianchi e verdi e che quindi il
malato, in codice giallo e rosso, dovrà essere trasferito in un
Ospedale “ Hub “ o “ Spoke “, con un ritardo che gli potrebbe
essere fatale. In più gravando strutture già oberate di pazienti,
come ha dimostrato il recente flash mob al P. S. dell’Ospedale di
Udine. Episodio passato totalmente sotto silenzio dal sindaco udinese
Honsell e dagli altri politici udinesi. E’ questo che si vuole?
Come possiamo credere alla riforma e al potenziamento dell’assistenza
primaria, uno dei principi della riforma, quando i medici di medicina
generale lavoreranno su base volontaria nei centri di assistenza
primaria, come stabilito da recente delibera di giunta regionale? Noi
chiediamo che al momento di discutere alcuni passaggi cruciali del
suddetto ddl, si portino le necessarie modifiche. L’emendamento
salva ospedali di montagna viene offerto dal “ Patto per la Salute
“, recentemente emanato dal Ministro Lorenzin, che permette
l’esistenza di Ospedali in zone montane, economicamente e
socialmente svantaggiate. L’impianto della riforma, anche se da noi
non condiviso, non verrà messo in discussione e nel contempo
verranno mantenute le strutture indispensabili alla ns. popolazione.
Però, qualora dovesse malauguratamente passare l’attuale testo
senza i correttivi richiesti, da parte nostra continueremo nella
battaglia con tutti i metodi democratici a disposizione,
verificandone puntualmente l’attuazione e segnalando nelle
opportune sedi sia amministrative, giudiziarie e contabili le
eventuali disfunzioni. Viene ricordato ai consiglieri regionali la
responsabilità del loro atto, che verrà portato a conoscenza degli
elettori nei vari collegi della regione.
Ma confidiamo e chiediamo
che il buon senso e la coscienza portino a modifiche in alcuni
articoli del testo presentato, argomenti che sono stati ripresi in
una email inviata a ciascun consigliere, richiamandoli alla
responsabilità personale. Questa contestata riforma, che in ogni
caso non è stata discussa con i territori interessati, per mancanza
di trasparenza e cattiva volontà politica, non sarà a vantaggio del
Cittadino. Sembra invece a servizio di una pletorica burocrazia tanto
strapagata quanto incapace di cogliere le vere necessità della
Comunità regionale e delle baronie mediche udinesi e triestine, ben
rappresentate in Consiglio, che non vogliono perdere i loro
privilegi.
Coordinamento dei
Comitati contro la riforma
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