"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

giovedì 30 aprile 2020

Sabato la commemorazione di Avasinis: un'occasione per riflettere, pur senza cerimonie

Ricorre sabato il 75esimo anniversario dell’eccidio di Avasinis avvenuto il 2 maggio del 1945. Quel giorno, una squadra di SS penetrò in paese e compì una strage indiscriminata che provocò 51 vittime innocenti (parecchie delle quali bambini, donne e anziani) tra la popolazione civile. Ininterrottamente, dal 1946 a oggi, la gente di Avasinis e della vallata ha mantenuto viva la memoria; negli anni Novanta è stato realizzato un monumento-memoriale ove sono state inglobate le sepolture delle vittime. Il percorso è stato integrato, alcuni anni fa, dallo scoprimento di una targa commemorativa, in un itinerario accompagnato anche da varie iniziative per la conoscenza di quei fatti, come la pubblicazione integrale del diario del parroco  dell’epoca don Francesco Zossi e la realizzazione di videodocumentari con la raccolta di testimonianze dirette su quelle vicende. L’appuntamento del 2 maggio ha sempre rappresentato un appuntamento rilevante (spesso sono intervenuti, per la commemorazione ufficiale, i presidenti della Giunta e del Consiglio regionale allora in carica). 
Quest’anno, stante le limitazioni imposte dai decreti per fronteggiare il Coronavirus, non si avrà la consueta celebrazione di una messa nella chiesa, né la cerimonia pubblica con la deposizione di corone di fiori al monumento memoriale.

Il ricordo della Amministrazione comunale sarà comunque assicurato dall’intervento del Sindaco Stefania Pisu con il vicesindaco Roger Stefanutti i quali, sabato 2 maggio, depositeranno un omaggio floreale al monumento, in un momento di commozione accompagnato da 52 rintocchi di campana (uno per ogni vittima ed uno a ricordare il sacrificio e l’impegno di don Zossi, anch’egli rimasto ferito nella strage) e dalle tristi note di tromba  (preregistrate) del “silenzio”.




mercoledì 29 aprile 2020

Un plauso alla gente che non è andata al Lago per il rispetto della quarantena

Un lago deserto diventa simbolo di civiltà dei friulani ai tempi del coronavirus


Il lago dei Tre Comuni simbolo di civiltà dei friulani.

Un lago senza “trasgressori” dell’obbligo di rimanere in casa diventa un simbolo della nostra civiltà. Ai tempi del coronavirus, con la quarantena forzata, la voglia di uscire è tanta.
A scattare una fotografia del lago dei Tre Comuni senza invasione di turisti è Giuseppe Ierace, socio/operatore dell’Aisa di Udine. “Ogni anno come da tradizione non solo in Friuli ma in ogni parte d’ Italia dopo la pasqua l’attesa è stata sempre trepidante chi sui colli chi in montagna chi sulle spiagge milioni d’italiani pronti a festeggiare una delle feste più rinomate – racconta Ierace -. Quest’ anno purtroppo non è stato lo stesso credo che la voglia di uscire di travisare sia stata tanta e i dati non smentiscono la realtà su scala nazionale, nel weekend pasquale le forze dell’ordine hanno eseguito verifiche complessivamente su 795.990 persone e 244.131 attività con una stretta sulle fughe pasquali che ha evidenziato 13.756 sanzionati amministrativamente non in regola con le ultime ordinanze che rispecchiavano il divieto assoluto di assembramento e di uscite anche in solitaria se non per comprovati motivi urgenti di salute e approvvigionamenti“.
“Ma ben si sa – aggiunge Ierace – che nell’uomo la debolezza è una caratteristica che lo rende tale tra un equilibrio di pregi e difetti non si hanno chiari certi concetti, tralasciando il modo di interpretare di ognuno e tornando sul territorio regionale che comprende la parte alta del Friuli Venezia Giulia partendo da Trasaghis e arrivando ai confini austriaci attraversando la “Carnia” si è potuto constatare un eccellente risultato, quello che da “addetto ai lavori” pensavo sinceramente di non trovare data anche la giornata con favorevoli condizioni climatiche”.
“Proseguendo con un mezzo di servizio sulla strada regionale 512 direzione sud arrivati sul lago di Cavazzo lo spettacolo si è presentato nel migliore dei modi, quel verde corallo contornato dalla fauna selvatica che in questo frangente è riuscita a riappropriarsi di quanto le è stato tolto, destava ancor più stupore la totale assenza di persone e nello stesso tempo faceva riflettere di quanto ognuno di noi deve essere responsabile del proprio operato nel rispetto della natura e tutto ciò che ci circonda. Non posso che indirizzare un plauso a tutta la popolazione del posto – conclude Ierace – che in linea di massima ha interpretato con grande senso civico il messaggio di Stare a Casa”.
(da https://www.friulioggi.it/)

sabato 18 aprile 2020

Lago, avviare subito il tavolo tecnico per garantirne la restituzione allo stato naturale

Riceviamo e pubblichiamo:

Laboratorio Lago dei Tre Comuni: a quando?

Nel Bollettino Ufficiale della Regione del 6 agosto 2019 veniva pubblicata la L.R. n.13 che all’articolo 4 commi 35-38 così recita:  “Al fine di individuare le criticità del Lago dei Tre Comuni e proporre le conseguenti soluzioni finalizzate a recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e a garantirne la fruibilità, anche ai fini turistici, in conformità al Piano regionale di tutela delle acque, è istituito presso la Direzione centrale ambiente ed energia, il tavolo tecnico denominato Laboratorio Lago dei Tre Comuni”.
   Il Laboratorio, oltre ai rappresentanti della Direzione Ambiente, è composto da  un esperto designato da ciascuno dei tre Comuni rivieraschi di Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis nonché, su invito, dai vari portatori d’interesse.
  Tale previsione legislativa ha rappresentato una tappa importante dopo un lungo percorso che, da un lato, ha impegnato la popolazione della Val del Lago ed i Comitati Salvalago nella battaglia contro il disastroso progetto di pompaggio di Edipower, ritirato, e per la rinaturalizzazione e valorizzazione del lago, dall’altro lato, la Regione nella elaborazione del Piano Regionale di Tutela delle Acque (PRTA) in cui viene finalmente considerato lo stato di grave sofferenza del lago ed indicato il rimedio.      
    
 Infatti già nel gennaio 2014 la IV Commissione Consiliare in sede di esame della bozza del PRTA, considerando la criticità del Tagliamento nel tratto immediatamente a valle della derivazione irrigua del Consorzio di Bonifica Friulana ad Ospedaletto ed il progetto dello stesso Consorzio di derivazione irrigua dallo scarico del lago, unanimemente segnalava “  che anche il Lago di Cavazzo si trova in condizioni di criticità ambientale, a causa dell’avanzata modificazione dello stato di qualità delle sue acque, dovuta alla pluridecennale immissione delle acque di scarico della centrale idroelettrica di Somplago, provenienti dalla Carnia tramite il sistema derivatorio ex ENEL, ora Edipower, e quindi da ecosistemi profondamente diversi da quello originario del lago. Al fine di mitigare il progressivo snaturamento dell’ambiente lacustre, viene contestualmente chiesto che sia presa in considerazione la possibilità di realizzare un canale di by-pass che convogli le acque della centrale direttamente all’emissario del lago per recuperarlo ad una condizione di naturalità. La Commissione ravvisa una possibile utilità nell’integrazione delle due soluzioni sopra prospettate, al fine di conseguire la salvaguardia ambientale sia del Tagliamento a valle di Ospedaletto  che del Lago di Cavazzo. Pertanto, ritiene opportuno che negli indirizzi del PRTA sia presa in considerazione tale  possibilità, mediante gli studi e le valutazioni necessarie”.
   Il parere della IV Commissione Consiliare ha trovato piena accoglienza nel testo definitivo del PRTA, che al punto 3.2.3. Conclusioni , considerando la citata criticità del tratto del Tagliamento ed il progetto derivatorio del Consorzio così dispone:  “Contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico - economica di realizzazione di un canale di by – pass, o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità”.
   E’ il caso di sottolineare che i punti fondamentali delle citate disposizioni regionali sono due: un canale di by-pass che convogli le acque di scarico della centrale direttamente all’emissario del lago ed il recupero delle condizioni di naturalità del lago  garantendone la fruibilità.
    Invero il recupero delle condizioni di naturalità e di fruibilità del lago è stato nel 2018 oggetto da parte della Regione di un successivo bando di concorso di idee andato, purtroppo deserto, nonché ripetutamente sollecitato da diversi consiglieri regionali e parlamentari di varie forze politiche.
    
Ritornando al “Tavolo tecnico denominato Laboratorio Lago dei Tre Comuni”previsto dalla L.R. 13/2019 constato con amarezza che alla data odierna a distanza di ben otto mesi non è ancora stato costituito, sia perché sinora solo i Comuni di Bordano e di Trasaghis hanno nominato il proprio esperto, sia perché la Regione, cui va dato atto dei positivi provvedimenti adottati, non è stata sul punto con la determinazione dovuta, sebbene la legge istitutiva preveda che “Il Laboratorio Lago dei Tre Comuni è convocato e coordinato dal Direttore della struttura regionale”. Persona a cui sono ben note le criticità del lago e idriche generali, presenti e future.
    Nonostante i cambiamenti climatici abbiano già presentato anche da noi il proprio biglietto da visita con i fenomeni ben noti, si continua a non comprendere la strategicità del Lago non solo per lo sviluppo della sua valle e del più vasto circondario, ma  per il sistema acquifero e relative utenze a valle dello stesso dal momento che tutte le acque della Carnia, quelle del torrente But escluse, finiscono proprio nel lago e non nel naturale alveo del Tagliamento. E così, senza un piano complessivo e condiviso di valorizzazione il lago resta, da un lato, solo funzionale alla centrale idroelettrica ed agli interessi degli azionisti della lombarda proprietaria a2a e, dall’altro lato, oggetto delle richieste derivatorie irrigue del Consorzio di Bonifica Friulana, che si ripetono puntualmente con la siccità estiva. Inoltre, come se ciò non bastasse, perseverando nella sciagurata politica di rilascio a piene mani di concessioni idroelettriche, la Regione ha autorizzato la costruzione di ben 4 centrali sul canale di scarico del lago (una all’Industrial Park di Tolmezzo e tre ad una ditta veneta). Centrali che, in mancanza del by-pass, provocheranno forti oscillazioni del livello del lago deletrerie per la sua rinaturazione e fruibilità. Le egoistiche soluzioni di parte vanno sostituite con l’impegno a individuare e praticare soluzioni complessive e condivise.  
    
E’ tempo di comprendere che il lago rinaturalizzato, fruibile turisticamente, pescoso come lo era ante centrale è la base fondamentale per lo sviluppo della valle attraendo turisti, pescasportivi, gruppi giovanili, convegnisti, amanti degli sport acquatici, escursionisti, società sportive in ritiro, etcc. permettendo di riaprire l’albergo di Somplago e quello di Interneppo, di mettere a frutto con affittanze, bed and breakfast e alberghi diffusi quel notevole patrimonio abitativo  ora giacente inutilizzato nei paesi della valle.
    Il lago rinaturalizzato e fruibile è un elemento importante che interagisce fruttuosamente con le rilevanze del comprensorio: la Casa delle Farfalle di Bordano, i centri storici di Venzone e di Gemona modelli della ricostruzione postsismica, il Forte di Osoppo, Cornino con i grifoni, il laghetto, i lecci abbarbicati sulle rupi ed il Tagliamento finalmente integro nel suo corso, la Forra del Leale, il Monte Cuar con la malga, il Palar, il Monte San Simeone (balconata sul Friuli), la fortezza del Monte Festa, la Storica Pieve di Cesclans svettante sulla valle e, più su, la valletta del rio Faeit e la carnica Tolmezzo. Oltre ad altre importanti presenze.
    Si attivi quindi subito il Laboratorio Lago dei Tre Comuni ed inizi a lavorare per il concreto raggiungimento dell’obiettivo finale: la rinaturalizzazione e fruibilità del lago. Guai se fosse concepito come un espediente a cui far seguire nulla di concreto abbandonando il più grande lago della regione – che sfigura al confronto con quelli carinziani e sloveni -  alla reale prospettiva di essere nel tempo di poco superiore a 100 anni riempito dai sedimenti e fango scaricati in esso dalla centrale, come dimostrato da diversi studi tra cui quelli recenti dell’ing Franco Garzon, incaricato dai Comuni rivieraschi, Comunità Montane e Consorzio BIM, e quello dell’ing. Dino Franzil.     
    Simile disastrosa prospettiva caricherebbe le attuali rappresentanze istituzionali nazionali, regionali e comunali – nessuna esclusa - di una pesante responsabilità verso le future generazioni. Il lago e la sua valle hanno già subito troppa violenza. Questi giorni difficili dovrebbero offrirci l’occasione per interrogarci se la natura violentata non ci presenti prima o poi il conto.


Franceschino Barazzutti, già sindaco di Cavazzo Carnico, già presidente del Consorzio BIM  del Tagliamento. Membro dei Comitati Salvalago. 


venerdì 17 aprile 2020

Nuova vita per il Lago, un auspicio in rima

L'ing. Dino Franzil, che alle prospettive di salvaguardia del Lago ha dedicato svariati lavori tecnici, sceglie ora la forma della poesia per formulare gli auspici che il "tavolo tecnico", istituito dalla Regione per effettuare una analisi seria delle possibili soluzioni per ovviare al degrado, riesca a dare risposte efficaci.


LAGO DI CAVAZZO APPESO AL FILO

GIUNTA E’ FORSE L’ORA DI FAR FESTA
DI SUONAR CAMPANE E FARE CANTI
E CHE LA VITA NON SIA PIU’ MESTA ?
PAESANI, ASSAI ABBIAM LOTTATO,
DA FRIULANI ABBIAM SPERATO,
LA NOSTRA VOCE HAN ASCOLTATO!
LORO, CHE PER “LA REGION” IL VOTO
DA NOI S’ASPETTAN D’OTTENERE,
IL BYPASS, ALL’ANALISI HAN PORTATO.
SPERIAM IN “TRIO TECNICO“ SINCERO,
CHE DAVVER INTENDA SALVAR IL LAGO
E DAL CAMIN MAI ESCA FUMO NERO!
SI RIDIA AL LAGO IL SUO SORRISO
RIGENERATO PURE L’AMBIENTE,
DEL FRIULI TORNI UN PARADISO.
RITORNI AD ESSER UNA SPERANZA
PER LA VALLE, NOSTRA TERRA,
E PORTI UN POCA D’ABBONDANZA.
DIA GIOIA A TUTTI QUANTI,
TAL RINASCITA DEL CREATO,
DOPO TANTI I GUAI PASSATI!
NON S’INDUGI, PER IL BEN DI TUTTI, SU’ OVVIA!
PER IL FRIULI, IL BYPASS SI DEVE FARE,
SIA TUBO O GALLERIA, LA CENTRAL SI CACCI VIA!

--Ing. Dino Franzil – Delessan 15/4/020--


NOTA: - Tecnicamente il bypass e’ fattibile! Le due soluzioni hanno costi diversi, ma ciò va in secondo piano, perché necessita considerare che non si tratta di spesa, ma di proficuo investimento. (D.F.)


giovedì 16 aprile 2020

Trasaghis, fondo di solidarietà per l'emergenza Coronavirus

Avviata una raccolta di fondi La giunta versa mille euro sul conto 

Anche il Comune di Trasaghis ha aperto un conto corrente bancario per raccogliere fondi da destinare all’emergenza coronavirus. L’Iban indicato come riferimento è il seguente: IT69E0103064340000001313585, mentre la causale è “Donazione emergenza Coronavirus”. I fondi che verranno raccolti grazie alla generosità dei concittadini saranno utilizzati per l’acquisto di beni di prima necessità e di farmaci. La prima donazione è stata fatta dalla giunta comunale che complessivamente ha messo a disposizione un migliaio di euro mentre un’altra è giunta dalla Pro Loco Alesso, iniziative che, si spera, ispirino altre persone. «Ringrazio sin d’ora – ha detto il sindaco Stefania Pisu (nella foto) – tutti coloro che contribuiranno con un atto di estrema generosità, non importa con quale importo. Attivissime anche le nostre attività commerciali che stanno aiutando i nuclei familiari in difficoltà, regalando loro dei pasti, rientra fra queste anche il dono del pranzo di Pasqua. La nostra è una comunità all’interno della quale si sente forte il legame».

P.C.
(Messaggero Veneto, 14 aprile 2020)


lunedì 13 aprile 2020

Coronavirus, ancora una vittima nel Comune di Trasaghis: Maria DG da Avasinis


Maria Di Gianantonio è la terza vittima da coronavirus nel Comune di Trasaghis: si è spenta il giorno di Pasqua nella casa di riposo di Paluzza dove era degente.

Se ne sono andate via per sempre la notte di Pasqua Elvira, Ida, Maria e Rosa. Senza l’ultima carezza dei loro cari, senza la parola dolce e di conforto di un figlio o di una nipote. È stata la notte più buia alla casa di riposo Brunetti di Paluzza. Quattro vittime, quattro addii lontane dai parenti, lontane dal sorriso di chi per una vita le aveva amate. (...)

Trasaghis. Si era occupata della chiesa del piccolo borgo di Avasinis per vent'anni. Maria Di Gianantonio, 86enne, era stata la perpetua nella frazione di Trasaghis. Era molto conosciuta in paese come una donna mite, molto riervata ma sempre disponibile a dare una mano a chi ne avesse bisogno.
Ospite della casa di riposo Brunetti di Paluzza da quasi un anno, lascia la figlia Giannina. "Dispiace molto - ha riferito - non esserle stata accanto negli ultimi giorni e non averla potuta salutae. Da alcuni anni era un po' debilitata dopo essere caduta alcune volte. Fa male pensare che se ne sia andata da sola".
(dal sito del "Messaggero Veneto")

venerdì 10 aprile 2020

Processioni di Vinars Sant. Filo conduttore, il patî

La vita, in tempi di corona virus, è radicalmente cambiata. Il Venerdì santo, per esempio, non risuona più del gracidare di craçulas, non ha visto bambine biancovestite nè il benaugurante tornâ sù della baluta di Menôt (come gli alessani ben sanno). Un filo conduttore lega forse, però, il soffrire negli ospedali di queste settimane a un altro Patî di duemila anni fa. Sperando che la "resurrezione" non sia lontana, una carrellata fotografica delle processioni di anni addietro.
Nonostante tutto, buina Pasca.
A&D

                                    









                                                       



sabato 4 aprile 2020

Coronavirus, anche due donne del Comune di Trasaghis tra i deceduti

Anche nel Comune di Trasaghis si piangono le vittime del Coronavirus: due donne, entrambe degenti in casa di riposo, sono decedute, una nella serata di giovedì 2, l'altra nella mattinata di venerdì 3 aprile.

È una donna di 73 anni la prima vittima registrata nella casa di riposo di Gemona. Si chiama Andrée Marie Schiltz ed era originaria di Alesso di Trasaghis. Schiltz è mancata giovedì all’ospedale di Udine dopo essere stata messa in isolamento una settimana fa, quando nella struttura di via Croce del Papa di Gemona emerse la presenza di tre casi di contagio da coronavirus. Come le altre due ospiti, anche Andrée Marie era stata messa in isolamento e seguito dai sanitari ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Quando è risultata colpita dall’influenza, Schiltz era già da tempo malata di Alzheimer.

L’improvvisa scomparsa di Andrée Marie Schiltz ha registrato la vicinanza ai familiari della popolazione di Alesso dove la donna aveva abitato prima di spostarsi in casa di riposo. Ad Alesso era conosciuta da tutti come “Dedée”: Schiltz era di origine belga ma viveva a Trasaghis da qualche decina di anni. Nel suo paese natio, Marie Andrée aveva conosciuto il marito Valentino Turisini che allora vi lavorava come emigrante.

I due tornarono a Trasaghis dopo il terremoto e decisero di porre la loro dimora nel paese di provenienza del marito. La coppia è molto conosciuta in paese: Turisini, che attualmente è ospitato nella casa di riposo di Tolmezzo, aveva lavorato come artigiano edile e dopo il terremoto con la sua ditta aveva contribuito alla ricostruzione. Andrée Marie era nota in paese anche per il suo lavoro di magliaia. Andrée Marie Schiltz, con il marito Valentino Turisini, lascia anche i figli Sandra, Marco e Giorgio.


 A Trasaghis la seconda vittima da coronavirus è Elsa Di Doi, 79 anni, da due anni ospite nella casa di riposo di Paluzza. La donna è spirata ieri all’ospedale di Udine dove era sta portata martedì sera quando aveva lamentato i primi problemi di respirazione dovuti a contagio da coronavirus. Purtroppo, nonostante le attenzioni dei sanitari, non c’è stato niente da fare: «L’influenza l’ha colpita improvvisamente – spiega la figlia di Elsa, Liliana Bogana –: mia mamma aveva alcune patologie, ma l’avevo sentita anche lunedì e stava bene. Anche al primo tampone che le avevano fatto era risultata negativa. Martedì ha purtroppo cominciato ad avere problemi di respirazione».

Elsa Di Doi era originaria di Trasaghis ma per buona parte della vita aveva vissuto con la famiglia a Osoppo. Negli ultimi undici anni, con l’avanzare dell’età, la figlia Liliana aveva voluto tenerla a casa sua, nella località di Cjalcor a Trasaghis, e due anni fa era stata portata in casa di riposo a Paluzza.

Elsa Di Doi lascia i figli Liliana e Mauro, il genero, la nuora, e i nipoti Domenico, Stefano e Luca. I funerali si svolgeranno in forma privata martedì nella chiesa di Alesso alle 14.30.

(da: "Messaggero Veneto" del 4 aprile 2020)

Anche l’amministrazione comunale di Trasaghis, con il sindaco Stefania Pisu, ha espresso la vicinanza alle famiglie colpite. 

Ecco intanto il quadro riassuntivo della situazione nei tre Comuni della Valle del Lago sulla base degli ultimi dati disponibili:



venerdì 3 aprile 2020

Leale, l'idea di un sentiero naturalistico tra salvaguardia e promozione

Sentiero naturalistico sulla “Forra del Leale” Ecco l’idea del comitato 
TRASAGHIS

Un sentiero naturalistico attrezzato sulla forra del Leale. Dopo che la Regione ha riconosciuto ufficialmente il biotopo “Forra del Leale” , l’omonimo comitato che ha sostenuto con il Comune di Trasaghis la richiesta per salvaguardare il territorio e le specie protette che sono presenti in quell’area, propone di valorizzare ancora di più quell’ambito naturale.
«C’è la possibilità – spiega Claudio Polano del comitato “Forra del Leale" – di creare un sentiero naturalistico attrezzato, utilizzando anche tratti già esistenti tra la briglia a monte dell’abitato di Avasinis e la sorgente del Leale sul monte Corno a malga Cuvji. Su questo progetto lavoreremo nei prossimi mesi in collaborazione con l’Ecomuseo della Val del Lago, mentre il torrente sarà ancora meta di qualche avventuroso pescatore e degli appassionati di canyoning, soprattutto austriaci e sloveni. Naturalmente, ringraziamo la presente e passata amministrazione comunale di Trasaghis, che ha creduto da subito nella nostra idea, Legambiente del Gemonese, lo Spinning Club Italia, l’associazione Acqua, il Corpo Forestale, l’Università di Udine e gli uffici regionali di competenza».

Nel 2019 il torrente Leale era diventato area di rilevanza erpetologica nazionale, rientrando nella categoria e codice Aren – Ita105Fvg002. Nel suo contesto sono presenti una ventina di specie animali e vegetali, protette dalla direttiva Habitat. In particolare, ci vive una importante popolazione di Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata), studiata da anni dal Tiziano Fiorenza della Societa’Herpetologica Italiana: si tratta di un piccolo rospo che si trova in particolare nel tratto denominato “Marmitte dei giganti”.

Un’altra specie importante che vive nel corso d’acqua è il Gambero d’acqua dolce (Austropotamobius pallipes), un crostaceo ormai molto raro, già censito a suo tempo da uno studio dell’Ente Tutela Pesca, e di cui è proibita la cattura. 

Piero Cargnelutti
(Messaggero Veneto, 2 aprile 2020)