"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 5 agosto 2019

Lago, un'interrogazione al Ministro dell'Ambiente

Il lago di Cavazzo è in pericolo, il deputato Tondo e altri presentano un’interrogazione al ministro dell’Ambiente

Il lago di Cavazzo è in pericolo e nell’arco di un secolo rischia di trasformarsi in una palude. Da anni c’è un comitato, guidato dal battagliero Franceschino Barazzutti, che sta cercando di far conoscere i rischi corsi dal lago dei “Tre Comuni”.
Ora anche il parlamento e il governo sono chiamati ad occuparsene, grazie a un’iniziativa promossa da Renzo Tondo, deputato del Gruppo misto e presidente di Autonomia Responsabile. È sua la proposta di un’interrogazione parlamentare indirizzata al ministro dell’Ambiente Sergio Costa, sottoscritta anche dai colleghi Aurelia Bubisutti (Lega), Roberto Novelli (Fi), Germano Pettarin (Fi), Silvia Benedetti (Gruppo misto). 
“È giusto che le problematiche del lago di Cavazzo non siano solo a carico di Comuni e Regione, ma assumano una valenza nazionale, in quanto questo specchio d’acqua rappresenta un biglietto da visita per chi arriva dall’est Europa e non solo – chiarisce Tondo – . Con questa azione, che non vuole essere polemica, c’è l’intenzione di dar vita a un tavolo di discussione tra tutti i portatori di interesse (pubblici e privati) in modo da affrontare la questione ambientale ed estetica del lago, che ultimamente è sempre più precaria”.
Un tema di cui si era occupata, nella recente campagna elettorale per le Europee, anche la coordinatrice di Ar Giulia Manzan. Proprio da un incontro avuta a Cavazzo insieme a Barazzutti e a Tondo, è nata l’idea dell’iniziativa parlamentare.
Come ha spiegato Barazzutti, a mettere a rischio l’ecosistema del lago c’è l’immissione delle acque gelide provenienti dai torrenti della Carnia (sottoposti a captazione più a monte) a cui vanno a sommarsi il limo e il materiale fangoso trasportati dai corsi d’acqua, che depositandosi sul fondo del lago lo intorbidiscono, alzandone il livello. “Serve un bypass per evitare che lo scarico della centrale di Somplago vada a finire nel lago”, aggiunge Barazzutti.
Qualcosa si sta muovendo negli ultimi mesi, con la Regione Fvg che ha dato vita a un laboratorio con l’obiettivo di studiare interventi di rinaturalizzazione dello specchio d’acqua e di una sua fruibilità in termini turistici.
“Il lago è malato – chiarisce Barazzutti – e quindi necessità di interventi urgenti per la sua salvaguardia. Ecco perché abbiano ritenuto importante portare la questione fino in Parlamento. Questo specchio d’acqua può avere un ruolo importante a livello turistico: basta prendere spunto da quanto fatto nella vicina Austria o nel Bellunese”.
Un tema che si innesta anche con la scadenza della concessione della centrale di Somplago, che nel 2029 passerà in mano pubblica, diventando proprietà della Regione. 
(https://www.altofriulioggi.it/cavazzo-carnico/lago-di-cavazzo-pericolo-deputato-tondo-presenta-interrogazione-ministro-ambiente-6-agosto-2019/) 
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ADDENDA:
Pronta l’interrogazione al ministro dell’ambiente sul lago di Cavazzo

Riconsegnare al territorio un lago sano e capace di essere una risorsa turistica, economica e ambientale. Questo è l’obiettivo del parlamentare Renzo Tondo, della collega Aurelia Bubisutti, di Silvia Bendetti, Roberto Novelli e Guido Germano Pettarin, che hanno redatto e firmato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Sergio Costa proprio per attirare l’attenzione sul lago di Cavazzo. «Questa nostra richiesta – ha spiegato Tondo nel corso di una conferenza stampa, che si è svolta nella sede regionale di Udine – non ha alcuna intenzione polemica, anzi. Abbiamo voluto alzare il livello del confronto». All’incontro ha partecipato anche Franceschino Barazzutti, rappresentante dei Comitati salvalago, che ha illustrato lo stato di salute del Lago dei Tre Comuni: «Con il completamento del sistema idroelettrico del Tagliamento è cambiato tutto. La centrale di Somplago turbina le acque dei fiumi della Carnia, che sono fredde e fangose, attraverso 34 opere di captazione, e le riversa nel lago dopo che hanno percorso 80 chilometri di gallerie. Quando queste arrivano nel bacino sono ancora più fredde e il risultato è che il lago è diventato freddissimo e il fondale pieno di fango. Entro 100 anni sarà una palude. Dobbiamo intervenire presto».
In realtà qualcosa si sta muovendo per soccorrerlo: il piano regolatore regionale per la tutela delle acque prevede la realizzazione di un bypass che catturi l’acqua e la riversi a valle senza coinvolgere il lago, affinché possa realizzarsi una rinaturalizzazione spontanea; inoltre, la Regione ha stabilito l’istituzione di un laboratorio ad hoc. «La giunta regionale – ha aggiunto in una nota l’assessore al bilancio Barbara Zilli – ha a cuore il lago e lo ha dimostrato con il recentissimo emendamento alla legge di assestamento di bilancio, il quale destina 50 mila euro per la creazione del “Laboratorio Lago dei Tre Comuni”; un tavolo tecnico composto da Regione, Comuni e tutti i portatori di interesse, finalizzato alla creazione di un piano di sostenibilità per la riqualificazione del lago e delle zone limitrofe». Da tenere in considerazione, infatti, ci sono anche altri aspetti, come la necessità di fornire energia elettriche alle zone produttive, garantire acqua ai terreni, e potenziare la vocazione turistica della zona. «Ho già chiesto un tavolo di confronto con il Ministro attraverso il sottosegretario Vania Gava – ha spiegato la deputata Aurelia Bubisutti –. Inoltre, serve un salto di qualità sotto l’aspetto turistico e per questo inviterò il ministro Centinaio affinché venga di persona a rendersi conto di cosa stiamo parlando. Chiederemo anche l’aiuto di fondi europei. Gli strumenti per fare qualcosa di importante ci sono».
E tutto con un occhio al 2029: tra dieci anni la centrale di Somplago, oggi in gestione alla multiutiliy A2a, passerà alla Regione. «Dovremo farci trovare pronti – ha concluso Tondo –, è un’opportunità che non potremo permetterci di sprecare». —
Simonetta d'Este
Messaggero Veneto, 7 agosto 2019 

--------------------- Ecco il testo della interrogazione a risposta scritta che l'on. Tondo, assieme ai colleghi Benedetti, Novelli, Pettarin e  Bubisutti, ha presentato al Ministro dell'Ambiente per conoscere quali atti si intendono intraprendere per salvaguardare il Lago e restituirlo alla sua naturalità.

ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03406
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 215 del 25/07/2019
Firmatari
Primo firmatario: TONDO RENZO
Gruppo: MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Data firma: 25/07/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENEDETTI SILVIA MISTO-SOGNO ITALIA-10 VOLTE MEGLIO 25/07/2019
NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 25/07/2019
BUBISUTTI AURELIA LEGA - SALVINI PREMIER 25/07/2019
PETTARIN GUIDO GERMANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 25/07/2019
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 25/07/2019
Stato iter: IN CORSO
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-03406
presentato da
TONDO Renzo
testo di
Giovedì 25 luglio 2019, seduta n. 215
TONDO, BENEDETTI, NOVELLI, BUBISUTTI e PETTARIN. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
il lago di Cavazzo, di origine glaciale, è il più grande della regione Friuli Venezia Giulia, ubicato in una posizione strategica là dove le prealpi carniche si affacciano sulla pianura friulana di cui, assieme al fiume Tagliamento, alimenta la falda e non solo;
il sopradescritto quadro ha subìto un traumatico sconvolgimento nella metà del 1900 con la costruzione della centrale idroelettrica di Somplago, terminale del sistema idroelettrico del Tagliamento della allora Società Adriatica di Elettricità (Sade) – ora della multiutility lombarda A2a – che si articola più a monte anche sulla centrale idroelettrica di Ampezzo. Infatti, la centrale di Somplago scarica direttamente nel lago le acque turbinate da 22 a 66 mc/sec, trasformandolo in bacino di carico di un'ulteriore centrale a valle mai realizzata in conseguenza della tragedia dell'impianto del Vajont, gemello del sistema del Tagliamento. La citata tragedia ha rivelato tutta la logica perversa del modello della totale conversione a ogni costo delle acque in chilowattore. Il sistema idroelettrico del Tagliamento è antiquato e pertanto va superato;
il traumatico sconvolgimento deriva dal fatto che le acque scaricate dalla centrale sono gelide e torbide in quanto provenienti dalle montagne della Carnia da ben 34 opere di captazione, sbarramenti e dighe in quota sul Tagliamento e suoi affluenti a carattere torrentizio, rimasti con gli alvei in secca, provocando un diffuso dissesto idrogeologico. Tali acque giungono alla centrale attraverso un sistema di gallerie di circa 80 chilometri che abbassa ulteriormente la temperatura dell'acqua del lago;
le conseguenze sono l'acqua gelida e torbida ben percepibile sensorialmente, l'assenza di vita nei fondali per il notevole accumulo di fango su di essi, l'oscillazione del livello, l'instabilità delle rive, la scomparsa della fauna ittica. Si tratta di un notevole danno ambientale ed economico che dovrebbe essere ristorato dai produttori dell'energia idroelettrica;
è necessario pertanto un condiviso e ragionato piano di utilizzo delle acque e di recupero delle condizioni di naturalità e fruibilità del lago di Cavazzo;
infatti, il piano regionale di tutela delle acque (Prta), considerando le criticità del Tagliamento e le esigenze irrigue del Consorzio, giustamente prevede che: «contestualmente dovrà essere valutata la fattibilità tecnico-economica di realizzazione di un canale di by-pass, o di altra soluzione progettuale che mitighi l'impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità»;
il lago di Cavazzo, rappresentando nel più generale contesto del sistema delle acque del Friuli una riserva idrica strategica e uno snodo di grande importanza anche per il contesto tra montagna e pianura in cui è collocato, presenta gravi problematiche relative alla gestione dell'acqua che vanno evitate, attuando equilibrati piani di utilizzo della medesima acqua –:
se non ritenga di promuovere, nell'ambito delle sue competenze, iniziative affinché nello snodo idrico lago di Cavazzo-Tagliamento-sistema irriguo del Consorzio si intervenga con un piano complessivo armonizzando e tutelando i vari interessi, in primo luogo quello delle popolazioni locali, e rifuggendo da interventi parziali ed unilaterali;
se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza in relazione alla situazione suesposta, dal momento che le concessioni relative al sistema idroelettrico del Tagliamento sono state rilasciate alla Sade dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
(4-03406)

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