Quattordici comuni della regione potranno usufruire del riparto da 2.162.810,19 euro approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente Fabio Scoccimarro, per realizzare opere di difesa del suolo a prevenzione di caduta di massi, smottamenti, frane. La scelta degli interventi tiene conto delle segnalazioni dei Comuni negli ultimi due anni, delle istruttorie del Servizio geologico regionale sulla base di sopralluoghi svolti nel corso del 2018 e della prevenzione basata sul grado di pericolosità – situazione idrogeologica, sismicità – stabilito dal Piano di assetto idrogeologico (Pai): alcuni interventi, infatti, interessano le frane censite in aree a pericolosità elevata e molto elevata dal Pai, altri risultano dalle segnalazioni pervenute attraverso il Sistema informativo difesa del suolo (Sids). “Implementiamo così – spiega Scoccimarro – le opere di difesa, un settore, quello della prevenzione, che non ha mai la ribalta mediatica ma che è importantissimo e direi indispensabile per mitigare l’effetto devastante di eventi atmosferici incontrollati come quello accaduto recentemente e con cui dovremo sempre più spesso confrontarci visto il cambiamento climatico in corso”. I Comuni interessati in provincia di Udine sono: Artegna (80mila euro per mitigazione rischio caduta massi sul versante iovest del Colle di San Martino); Chiusaforte (410mila euro per evitare caduta massi a Sella Nevea); Savogna (100 mila euro per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico in località Polava e lungo viabilità Ieronizza-Masseris); Sutrio (120 mila euro completamento interventi di mitigazione del rischio da caduta massi della strada Priola-Monte Zoncolan); Taipana (220 mila euro per mitigazione del rischio idrogeologico nel capoluogo e a Prossenicco); Torreano (200mila euro per evitare caduta massi in località Casali Rieca e lungo la strada per Reant); Trasaghis (48 mila euro per interventi contro rischio idrogeologico lungo la viabilità di accesso alla presa dell’acquedotto comunale); Forgaria nel Friuli (90mila euro contro caduta massi in località Cà Jogna); Pulfero (150 mila euro contro caduta massi in località Capoluogo e Buttera) e Venzone (224.810 mila euro per intervento contro caduta massi lungo la comunale per Tugliezzo in frazione Carnia). In provincia di Pordenone riceveranno fondi Castelnuovo del Friuli (80 mila euro per opere di consolidamento di dissesti franosi in località Oltrerugo) e Pinzano al Tagliamento (100 mila euro per consolidare dissesto franoso in località Costabeorchia). Infine, sono interessati dagli interventi Doberdò del Lago (240 mila euro per evitare rischio caduta massi lungo la comunale per Doberdò) in provincia di Gorizia e San Dorligo della Valle (100 mila euro mitigare caduta massi su strada per la Val Rosandra) in provincia di Trieste.
(http://www.ilpais.it/2018/11/25/ambiente-oltre-2-mln-a-14-comuni-per-opere-difesa-frane-e-smottamenti/)
Un blog per informare, per ragionare, per confrontarsi su quel che capita ad Alesso e nei dintorni. Ce sucedial, ce si fàsie, ce si podarèssie fâ a Dalés e intal dulintôr? Scuvierzìnlu su chest Blog.
"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons
domenica 25 novembre 2018
lunedì 19 novembre 2018
Sabato Alesso propone una pastasciuttata di solidarietà con la Carnia alluvionata
Tutte le associazioni di Alesso propongono assieme una cena solidale per la Carnia. L'appuntamento è per le 18 di sabato 24, nei locali dell'ex asilo e della latteria. Gli organizzatori rivolgono un significativo appello per la solidarietà, rilanciando lo slogan del "Delés a nal dismentea": "Partecipiamo numerosi a quest importante iniziativa per la nostra terra. Tutti i contributi raccolti verranno donati alle popolazioni carniche colpite da quest'ultima alluvione".
martedì 13 novembre 2018
Mercoledì sera a Cavazzo si parla di cosacchi
L'Associazione "Mille e una storia" propone per mercoledì 14 novembre, alle 20.30, nella sala dell'ex latteria di Cavazzo, un incontro con Franceschino Barazzutti che parlerà sul tema "I cosacchi: dalle origini ai giorni nostri". Barazzutti, laureato all'Università Statale Lomonosov di Mosca, avendo operato a lungo in Russia, relazionerà sulle origini del popolo cosacco, sulla esperienza della occupazione cosacca in Carnia (proprio Cavazzo era stata ribattezzata dagli occupanti come la città cosacca di Krassnodar) per relazionare infine sul faticoso tentativo di ricostituzione delle comunità cosacche in Russia.
Mercoledì a Bordano il Quaderno dell'Ecomuseo sui misteri del San Simeone
L'Ecomuseo e gli enigmi del monte San Simeone
Mercoledì 14 novembre alle 20 sarà presentato a Bordano, nella sala consiliare, l'ultimo Quaderno dell'Ecomuseo della Val del Lago
Mercoledì 14 novembre alle 20 sarà presentato a Bordano, nella sala consiliare, l'ultimo Quaderno dell'Ecomuseo della Val del Lago, il n. 8, che presenta le ricerche dallo studioso udinese Sabino Leskovic svolte sino agli anni '50 sul monte San Simeone e sulle zone circostanti: un lavoro che lo appassionò a lungo e che fu praticamente l’ultimo della sua vita, tanto da rimanere incompiuto in alcune parti. La pubblicazione «Il Monte San Simeone ed i suoi enigmi» è stata curata da Danilo Bressan, con la collaborazione di Pieri Stefanutti del Centro di documentazione sul territorio e la cultura locale del Comune di Trasaghis e di Luigi Stefanutti, Coordinatore dell’Ecomuseo. Nella presentazione di mercoledì, a illustrare le caratteristiche e l'importanza del lavoro, oltre ai curatori, interverrà il professor Angelo Floramo, direttore della Biblioteca Guarneriana di San Daniele e appassionato ricercatore di storie e tradizioni friulane.
Da anni i Quaderni dell’Ecomuseo della Val del Lago cercano di fornire materiali di documentazione utili alla comprensione degli aspetti naturalistici e culturali del territorio che sta attorno al Lago di Cavazzo / Tre Comuni e in questa occasione sono rivolti a esemplificare le ricerche di Leskovic relativamente alla conoscenza degli antichi insediamenti e dei castelli che anticamente erano posti attorno al monte, nonché al complesso patrimonio di leggende e tradizioni popolari che riguardano il monte.
Si tratta di un'opera rimasta incompiuta in quanto la morte, sopravvenuta nel 1957, non consentì a Leskovic di completare il lavoro. La ricerca, nel Quaderno dell'Ecomuseo, è stata messa assieme con rispetto, cercando di ricomporre anche buona parte delle note, dei riferimenti, dei rimandi rimasti indefiniti. In appendice alla trascrizione dei capitoli e ai riferimenti bibliografici del Leskovic, viene infatti riportato un aggiornamento della bibliografia allo stato attuale, seguito da brevi considerazioni sugli argomenti trattati, anche alla luce di alcuni documenti non citati dal Leskovic. Il quadro complessivo viene comunque a testimoniare, una volta di più, l'amore e l'interesse di Sabino Leskovic per la zona attorno al Lago.
giovedì 8 novembre 2018
Venerdì a Cavazzo un libro con le immagini di Bujatti nella Valle del Lago
Com’erano 70 anni fa il Lago ed i Tre Comuni circostanti: 60 foto riscoperte del fotografo Bujatti
Venerdì 9 novembre, alle 20, nella sala del Museo del Forte di Monte Festa, in via San Rocco a Cavazzo, verrà presentato il libro fotografico “Un Lago per il mago del flou”, curato da Pieri Stefanutti e dedicato al lavoro fotografico di Silvio Maria Bujatti attorno al Lago di Cavazzo/Tre Comuni.
La ricerca, edita dall’Ecomuseo della Val del Lago, tende a documentare l'opera di uno dei più celebri fotografi friulani, Silvio Maria Bujatti (1890-1982) sulla zona del Lago dei Tre Comuni, rintracciando e catalogando il materiale fotografico prodotto da Bujatti relativamente a questa zona e cercando di inquadrare nel contesto storico relativo il periodo della produzione delle opere fotografiche.
Fra i paesaggi più amati da Bujatti ci furono infatti quelli legati alla zona del Lago di Cavazzo. È certo che egli abbia già, ancora tra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30, frequentato la zona ed eseguito fotografie.
Nel settembre del 1947 Bujatti presentò a Udine, in una sala dell'Ente Provinciale per il turismo, una serie di 25 fotografie sul lago, iniziativa commentata assai favorevolmente dalla stampa.
Intanto attorno al Lago i Comuni di Cavazzo, Trasaghis e Bordano avevano deciso di dare vita alla costituzione di un ente sovracomunale, un Consorzio capace di guardare ed affrontare i problemi in maniera coordinata, giungendo anche, non senza un sofferto dibattito interno, al proposito di ridenominare il lago col titolo "dei Tre Comuni" per superare antichi campanilismi. Con ogni probabilità, S. M. Bujatti venne espressamente contattato dal Consorzio per eseguire una serie di fotografie nella zona del lago. L’opera di promozione iniziò con i “quadri” di Bujatti che vennero ben presto trasformati in cartolina;a questo primo "stock" seguì l'uscita di diverse altre cartoline, questa volta eminentemente documentaristiche, finalizzate all'illustrazione di panoramiche e di scorci, oltre che del Lago, dei paesi circostanti compresi nell'area di influenza del Consorzio.
Le fotografie scattate da Silvio Maria Bujatti sul Lago e nella zona circostante non ebbero il successo previsto, per la crisi capitata al Consorzio; il diverso materiale prodotto venne disperso in vari rivoli, provocando - di fatto - la mancata conoscenza di questa importante fase dell'opera di Bujatti.
La complessa ricerca ed il lavoro di catalogazione operato da Pieri Stefanutti ha portato dunque a identificare oltre sessanta foto di Bujatti scattate sul lago e nei paesi circostanti; è stato fatto uno sforzo particolare per individuare le diverse edizioni promosse dal Consorzio.
Il materiale fotografico documenta quindi il paesaggio della Valle del Lago negli anni ’30 e ’40: in prospettiva, come ha sottolineato il prof. Gianfranco Ellero che ha scritto le note introduttive, “questo libro, che già oggi ricostruisce un dimenticato ma importante episodio della storia della fotografia regionale, sarà anche una finestra aperta sulla storia politica, economica ed ecologica del Friuli nel XX secolo”.
domenica 4 novembre 2018
4 novembre 1918, la fine della Grande Guerra nella Valle del Lago
Dopo le pagine dedicate alla situazione della Valle del Lago nei giorni seguenti a Caporetto, è doveroso produrre una pagina simile dedicata alla fine della Grande Guerra che, anche nella Valle del Lago, si concluse il 4 novembre di cent'anni fa.
L'occupazione austroungarica si concluse, dopo un anno, con la controffensiva Italiana. Il 4 novembre del 1918 entrò in vigore l’armistizio tra Regno d’Italia e Impero Austro Ungarico.
A Trasadis [Trasaghis] riceviamo, Bosca ed io, l’ordine di lanciarci soli alla massima velocità verso Tolmezzo prima che il ponte sul Tagliamento sia fatto saltare. La piazza di Alesso è tutta ingombra di bersaglieri ciclisti. Sono uomini e biciclette tutti sdraiati a terra affranti, sfiniti dalla corsa sovramuscolare. Vorrei elogiare cantare i battiti burrascosi di quei cuori giovanili, l’ansare di quei polmoni, il respiro di quelle bocche bruciate e nutrite di polvere e il sudore grondante di quelle facce smaniose. (…)
Entriamo in Somplago come una pugnalata di velocità. Il paesello è come spento, chiuso inchiavardato dal terrore, e cacciato sotto delle coltri di pericolo e di morte. Presto, presto, correre, correre virare, scansare. Quel carretto abbandonato! Quel pietrone! Quel cumulo di ghiaia! Gli ostacoli sono innumerevoli. Agilità anguillesca della mia blindata 74 che sfiora tutto senza agganciare. Io prego, supplico, imploro il motore perché collabori senza posa. Basterebbe un po’ di grasso e un po’ di polvere di più! Ma il motore è fedele, pronto, obbediente e la sua quarta velocità è veramente alata, aerea, come se il vento prestasse alle ruote infiniti trampolini imbottiti di nuvole.
Testimonianze di civili e di soldati, seppur sporadiche, possono darci dunque un’idea del clima di quelle giornate , quando veniva a chiudersi, cent’anni fa, uno dei periodi più duri della storia d’Italia.
L'occupazione austroungarica si concluse, dopo un anno, con la controffensiva Italiana. Il 4 novembre del 1918 entrò in vigore l’armistizio tra Regno d’Italia e Impero Austro Ungarico.
In quelle ore, però, la Valle del Lago era ancora percorsa dalle truppe austro tedesche in ritirata e dalle avanzanti truppe italiane. A Somplago ricordavano: “Quando, un anno dopo i Tedeschi furono sconfitti sul Piave, nei nostri paesi riapparvero i soldati sbandati, feriti, sporchi, affamati; erano i soldati Tedeschi che fuggivano verso le loro terre. Ancora una volta i nostri paesi furono depredati”. Fu una fase tumultuosa di soldati in ritirata che, tra l’altro,impossibilitati a portarlo con sé, ma non volendo farlo arrivare in mani nemiche, provvidero a scaricare nel lago anche una ingente quantità di materiale bellico.
Dopo il transito degli austriaci in ritirata, gli abitanti di Somplago provvidero a recuperare una campana che era stata nascosta per evitarle il sequestro dell’occupante: essa fu riportata in paese e issata sul campanile dove è visibile ancora oggi,
Il 4 novembre 1918 anche nel comune di Trasaghis arrivarono le prime truppe Italiane in avanscoperta: i bersaglieri e la cavalleria.
Sono state raccolte le testimonianze di alcuni anziani che ricordavano ancora l'euforia di quel momento. Così Amalia Zilli: "Per primi sono arrivati i bersaglieri: sono arrivati in piazza e 4-5 donne hanno provveduto subito a fare delle polente e a portarle in piazza per loro. I bersaglieri ne prendevano una porzione, ringraziavano e poi continuavano la loro marcia verso Somplago".
Questo invece il racconto di Guido Stefanutti: “Quando è finita la guerra, ero sulle montagne di Val. Ho sentito una donna che gridava: «A son tornâts i talians, a son i bersaglîrs!». Dall’eccitazione, siamo scesi giù dalla montagna scalzi, per andare a vedere i soldati italiani arrivare!”.
Uguali sentimenti di gioia traspaiono dal diario di Antonio Franzil: “Il giorno 4 novembre alle ore 11 sono entrate in paese le truppe motorizzate italiane ed io ebbi immediatamente a issare il tricolore su una altissima pianta di pioppo di fronte all’abitazione, alcuni ufficiali si fermarono e mi fecero un cordialissimo applauso, regalandomi alcuni pacchetti di sigarette. La sera stessa dal comando militare italiano vennero distribuiti dei viveri a tutta la popolazione”
Anche il curato di Avasinis, prè Michieli, dopo vere annotato sul suo diario le vicende dolorose dell’occupazione, poté finalmente raccontare la gioia della conclusione della guerra con l’arrivo delle truppe italiane: “Vedo una <moto farer> percorrere a volo la via della palude e fermarsi al crocicchio del molino diritto di là del Tai. Poi giunto, si ferma, ne scende un individuo, parla con dei paesani e si ferma incerto. Poco dopo vedo una turba di ciclisti che muovono a quella volta e si fermano pure al crocicchio! Chi sono, chi non sono? È una novità interessantissima.
I tedeschi non costumano quei <moto farer> e <sidecar> e tante ciclette. Ma chi sono? Mi sporgo su una rupe a strapiombo in Cornolêt, acquisto la vista ed … oh, scoperta! Sono nientemeno che l’avanguardia italiana!!
Mi rizzo in piè sullo strapiombo, alo le braccia al cielo e grido con quanta voce ho in gola: Evviva l’Italia e giù a precipizio a portare la bella nuova in paese. Sono venuti gli italiani: li ho veduti io stesso. Allegri. Sono qua. Vado ad incontrarli. E di fatto vado al crocevia ove li saluto…”.
E effettivamente anche altre testimonianze confermano che “I primi soldati Italiani giunti a Somplago furono i bersaglieri in bicicletta”.
Dell’avanzata dei soldati italiani si ha una singolare testimonianza nel romanzo “L’alcova d’acciaio” che il famoso poeta futurista Filippo Tommaso Marinetti pubblicò nel 1921 per raccontare la propria esperienza da militare nell’ultimo anno di guerra:
A Trasadis [Trasaghis] riceviamo, Bosca ed io, l’ordine di lanciarci soli alla massima velocità verso Tolmezzo prima che il ponte sul Tagliamento sia fatto saltare. La piazza di Alesso è tutta ingombra di bersaglieri ciclisti. Sono uomini e biciclette tutti sdraiati a terra affranti, sfiniti dalla corsa sovramuscolare. Vorrei elogiare cantare i battiti burrascosi di quei cuori giovanili, l’ansare di quei polmoni, il respiro di quelle bocche bruciate e nutrite di polvere e il sudore grondante di quelle facce smaniose. (…)
Entriamo in Somplago come una pugnalata di velocità. Il paesello è come spento, chiuso inchiavardato dal terrore, e cacciato sotto delle coltri di pericolo e di morte. Presto, presto, correre, correre virare, scansare. Quel carretto abbandonato! Quel pietrone! Quel cumulo di ghiaia! Gli ostacoli sono innumerevoli. Agilità anguillesca della mia blindata 74 che sfiora tutto senza agganciare. Io prego, supplico, imploro il motore perché collabori senza posa. Basterebbe un po’ di grasso e un po’ di polvere di più! Ma il motore è fedele, pronto, obbediente e la sua quarta velocità è veramente alata, aerea, come se il vento prestasse alle ruote infiniti trampolini imbottiti di nuvole.
Testimonianze di civili e di soldati, seppur sporadiche, possono darci dunque un’idea del clima di quelle giornate , quando veniva a chiudersi, cent’anni fa, uno dei periodi più duri della storia d’Italia.
Pieri Stefanutti
(Dal Blog del Centro di Documentazione sul Territorio:
giovedì 1 novembre 2018
Parte sabato a Interneppo il corso base col computer promosso dall'Auser
Si segnala una interessante iniziativa organizzata dall'Associazione Auser Volontariato Alto Friuli che, grazie alla collaborazione con l'Ecomuseo della Val del Lago, si è resa disponibile a realizzare corsi di computer di base anche nella Val del Lago. Grazie alla disponibilità dell’Amministrazione comunale di Bordano che ha messo a disposizione i locali dell’ex sede scolastica di Interneppo, il 3 novembre inizierà ad Interneppo un nuovo corso di informatica.
Il corso si svilupperà su 10 lezioni da 2 ore, il numero massimo dei partecipanti sarà di 10 (non 20, come precedentemente segnalato) corsisti. Il corso sarà dedicato alla terza età, però se ci fosse qualcuno più giovane non sarà un problema, anzi, se poi fosse già un po' formato potrebbe benissimo dare una mano a chi gestirà il corso (una specie di aiuto a disposizione per i neofiti).
L'Associazione Auser Alto Friuli mette a disposizione i formatori, il materiale didattico, la connessione alla rete internet (tramite modem gsm - quindi senza la necessità di disporre di linee telefoniche) e un terminale internet (pc o notebook) per ogni corsista, anche grazia alla collaborazione con l’Associazione CarniaLUG ONLUS.
Tipologia di corsi:
frequenza: gratuita aperta a tutti (iscrizione eventuale e volontaria all'Auser (13 euro annuali)
durata: 20 ore con cadenza settimanale
livello: base
sede: ex sede scolastica di Interneppo
Inizio previsto: 3 novembre 2018 orario 16.00-18.00
Iscrizioni ed informazioni presso:
Sede Auser a Gemona in via S.Giovanni 20, il GIOVEDI dalle ore 9.00 – alle 12.00 tel.0432/98141; per email all'indirizzo: gemonauser@yahoo.it
Vista l’imminenza dell’inizio del corso sarà possibile iscriversi presentandosi anche sabato all’avvio del corso.
Il responsabile del corso, Ernesto Gallo, precisa:
"il corso è per un max di 10 allievi e non 20 (la stanza è piccola e non ne può contenere oltre);- gli allievi possono essere anche tra i meno anziani, ma il livello deve essere essenzialmente zero. Non accetterò gente che si improvvisa esperto e senza esperienza di insegnamento, nè tantomeno persone che pensando di sapere vanno a suggerire qua e là, ognuno deve cavarsela da solo. La cosa è già stata sperimentata e NON funziona assolutamente perchè si fa solo caos e si esce dal corso senza aver imparato nulla. Chiedo scusa se ho voluto rimarcare questo, ma vorrei evitare disguidi sin dall'inizio. L'ambiente deve essere sereno e tranquillo e le cose verranno fatte con la massima chiarezza e semplicità.".
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