Un promemoria per un'altra bandiera nera, anche se metaforica, sventola in questi giorni sui monti della Carnia: è quella ipotizzata da Legambiente per Edipower. E' se vogliamo un piccolo record, perché la bandiera nera era già stata assegnata dall'associazione ambientalista ad Edipower nel 2010 per il progetto di raddoppio della centrale di Somplago («per il progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago che devasterebbe il lago naturale di Cavazzo») e nel 2013 per lo svaso di Sauris (“per la colata di fango verificatasi a valle della diga di Sauris”). Il referente di Legambiente per la Carnia, Marco Lepre, ha riferito al Blog: "L'azienda non ha ricevuto una vera e propria "bandiera nera" (e quindi non figura nel "dossier" nazionale) per il fatto che ne aveva già ottenute due negli ultimi quattro anni. Ci siamo pertanto limitati ad assegnare una "segnalazione per una possibile prossima bandiera nera" come si evince dalla scheda che è stata consegnata o inviata ai giornalisti e che verrà inserita anche sul sito regionale dell'associazione.
Saputo della cosa Edipower si è affrettata ad inoltrare un suo comunicato in cui parla già di inizio lavori e di un progetto che accoglie le richieste di Regione, enti locali ed associazioni ambientaliste. Cosa evidentemente non vera. Scorrettamente il TG3 regionale ha dato prima notizia di questo comunicato e poi ha parlato delle "bandiere" attribuite da Legambiente, omettendo di citare la "segnalazione" per il progetto di sfangamento del Lago. Potere di chi conta economicamente!".
Ecco il testo della segnalazione di Legambiente:
SEGNALAZIONE per possibile prossima BANDIERA NERA
Titolo: Una nuova densa marea scura?
a Edipower
Motivazioni:
Per il progetto di sfangamento del Lago di Verzegnis
Descrizione:
All’inizio di febbraio del 2013 circa 56.000 m³ di limo e detrito fine vennero scaricati dal Lago artificiale di Sauris negli alvei del torrente Lumiei e del fiume Tagliamento. Una densa “marea scura” si spinse fino oltre il paese di Invillino, situato una ventina di chilometri più a valle, lasciando dietro di sé migliaia di trote e di altri pesci morti e gravi danni per la fauna bentonica e per ogni forma di vita animale (anfibi, crostacei, micro e mesofauna ittica, insetti acquatici, ecc.). Si parlò, non a caso, di un “disastro” ambientale, le cui conseguenze non si sarebbero rimarginate in breve.
A distanza di circa un anno da quell’evento, che già meritò l’assegnazione di una “bandiera nera”, Edipower ci riprova. Ad essere coinvolto questa volta è il Lago di Verzegnis. Le soluzioni proposte dal progetto sembrano in apparenza diverse e meno impattanti di quelle che tante polemiche sollevarono in Carnia lo scorso anno. È previsto, infatti, che i fanghi, invece di uscire dallo scarico di fondo, vengano prelevati da una draga nei pressi della diga e poi gettati nel torrente Ambiesta. I lavori dovrebbero iniziare il prossimo settembre e concludersi nell’arco di due mesi. A ben guardare, però, si scopre che per svasare 35.000 m³ di fango, Edipower ha intenzione di “sacrificare” letteralmente la parte terminale del bellissimo torrente Ambiesta, un affluente del Tagliamento caratterizzato dalla presenza di enormi massi e di pozze, noto per la presenza di gamberi, che condivide con il vicino torrente Faeit l’interesse e la frequentazione degli abitanti della conca tolmezzina.
Nelle limpide acque dell’Ambiesta verrebbe scaricata infatti una quantità di sedimenti in una concentrazione 5 volte più alta di quella, già elevata, sversata un anno fa nel Lumiei. Un vero e proprio disastro annunciato, secondo le associazioni ambientaliste, che interesserà inevitabilmente anche il Tagliamento e, attraverso le condotte forzate, il Lago di Cavazzo, nonostante le rassicurazioni, non dimostrate, né dimostrabili, di Edipower. La minaccia di una nuova “bandiera nera” ci auguriamo serva a modificare il progetto, attualmente in corso di esame da parte della Regione e degli enti locali, e ad accogliere le richieste avanzate da Legambiente, Cai e WWF. Situazioni analoghe in Italia sono state infatti affrontate con la sedimentazione ed il trasporto del materiale estratto, o dragato, per esempio mediante fango dotto; un’opzione che la stessa normativa suggerisce come prioritaria e che garantirebbe la protezione dei corpi idrici interessati. Quello che non si può accettare è che si continuino a mettere gli interessi economici di un’azienda davanti al rispetto per l’ambiente e per le popolazioni locali.
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ADDENDA: dell'argomento si è occupato anche il "Messaggero Veneto" del 31 luglio con un articolo siglato g.g. :
ADDENDA: dell'argomento si è occupato anche il "Messaggero Veneto" del 31 luglio con un articolo siglato g.g. :