"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

mercoledì 9 agosto 2017

Come si faceva la "marmelada di moléa di Vasinas" (II)

Il sito de ilgazzettino.it ha dedicato un ampio articolo di Paola Treppo alla prossima festa di Avasinis:

Mirtilli e lamponi in festa: 600 kg di frutti e una vecchia ricetta in soffitta

TRASAGHIS (Udine) - Quattrocento chili di mirtilli e 180 kg di lamponi raccolti a mano sul Cuar, il monte che sovrasta il piccolo abitato di Avasinis, a Trasaghis. E una ricetta, la più anticatrovata in soffitta, per realizzare la marmellata di lamponi come una volta, come la facevano le nonne, le mamme e le ragazze negli anni Cinquanta del secolo scorso. Sono i numeri e le curiosità di una delle manifestazioni più amate del Friuli, nata negli anni Settanta e organizzata da 20 dalla pro loco Amici di Avasinis: è la Festa del lampone e del mirtillo che si terrà dal 12 al 15 agosto prossimi.

Avasinis è una frazione di Trasaghis dove vivono poco meno di 300 abitanti; per l’organizzazione della festa lavorano tutti, a eccezione delle persone molto anziane e dei bimbi molto piccoli. Per l’evento arriva anche chi vive fuori paese da tempo perché chi è originario di Avasinis lo è per sempre. Del resto, questo abitato è noto per la raccolta dei piccoli frutti da più di 80 anni: lo raccontano le foto che la comunità locale ha tirato fuori dai bauli, da vecchi album e dalle soffitte per realizzare una mostra che racconta la storia del paese.

La vecchia ricetta
Si vedono le donne con le gerle intente a raccogliere i piccoli frutti che venivano portati poi a Gemona del Friuli, nella distilleria Falomo, per la produzione e vendita disciroppi naturali. Con i mirtilli e i lamponi si guadagnava abbastanza bene e le ragazze facevano “la stagione” per potersi comprare un bel vestito nuovo. Parte dei frutti venivano tenuti a casa per fare le marmellate. E una vecchia ricetta è stata trovata quest’anno a sorpresa scritta a mano, a matita, in lingua friulana, dietro a una scheda del gioco della tombola che risale agli anni Cinquanta. Il gioco, in ottime condizioni, è stato trovato dentro a una scatola di latta (nelle foto). La ricetta sarà sperimentata questo fine settimana, durante la festa.

La quattro giorni di Avasinis è di quelle da leccarsi i baffi con prodotti tutti a base di piccoli frutti: gnocchi ai mirtilli, dolci di ogni tipo, grappe, sciroppi, frutti freschi e ogni altro genere di delizia. Quest’anno ci sono anche le bustine dello zucchero personalizzate con le scritte in friulano e il logo della manifestazione. 
(Paola Treppo)

Per vedere tutte le foto del servizio:

martedì 8 agosto 2017

Come si faceva la "marmelada di moléa di Vasinas" (I)

Trovata ad Avasinis l’antica ricetta della marmellata di lamponi

Scritta su un cartoncino in friulano era in una scatola di latta con la tombola. Il documento sarà reso pubblico nel corso della festa che prenderà il via sabato
TRASAGHIS. Ritrovare tra le schede della tombola, in una vecchia scatola di latta delle caramelle Dufour, la ricetta della marmellata di lamponi scritta in friulano con una calligrafia d’altri tempi, emoziona anche chi non è nato e cresciuto ad Avasinis.
Ad aprire quella scatola recuperata 41 anni fa tra le macerie del terremoto che distrusse il Friuli e conservata nella casa disabitata da tempo di Giovanni Ridolfo, morto qualche anno fa a 97 anni, è stato il presidente della Pro loco di Avasinis, Giovanni Rodaro.
«È la più vecchia ricetta della marmellata di lamponi di Avasinis». Quel cartoncino ingiallito riannoda i fili della storia della festa nata spontaneamente negli anni 1970 e 1971 quando le donne preparavano la marmellata in piazza.
Sospesa e poi rilanciata nel 1997, la ventesima edizione della festa del lampone e del mirtillo prenderà il via sabato, alle 17, con la presentazione della ricetta trovata casualmente. «Cercavo vecchie fotografie per allestire la mostra su Avasinis - rivela il presidente della Pro Loco, Giovanni Rodaro –, mai avrei immaginato di imbattermi nella più antica ricetta della marmellata di lamponi rimasta invariata nel tempo».
Quel cartoncino scritto da una parente di Ridolfo ufficializza il ruolo che svolse la raccolta dei lamponi ad Avasinis, ai piedi del monte Cuar. «Fino alla fine degli anni Sessanta le ragazze andavano a raccogliere i lamponi a 800 metri di altitudine e i mirtilli a 1200. Tornavano a casa a casa anche con 50 chili di lamponi a testa. Li vendevamo alla distilleria “Falomo” di Gemona e con il ricavato acquistavano il vestito nuovo». Rodaro racconta la storia e si emoziona. È una storia d’altri tempi ricca di significato.

La raccolta dei moleas, con questo termine vengono indicati i lamponi nella ricetta - «è un termine che deriva dalla sloveno come pure cirignicula usato per i mirtilli» - consentiva di racimolare qualche soldo per i “capricci” che le condizioni economiche non rendevano possibili.
Una parte del raccolto però veniva trattenuta per confezionare la marmellata e l’antica ricetta rivela quantità e ingredienti. «Un chilo di moleas dai Pecolaz – i Pecolaz è il toponimo del luogo dove il lampone cresce meglio – e 250 grammi di zucchero» devono bollire per otto ore nel pentolone dove va aggiunto il succo di mezzo limone prima di invasare. Vasi che vanno aperti solo 20 giorni dopo. Il presidente della Pro loco giura che la ricetta è rimasta invariata. È stata seguita anche per confezionare il prodotto che sarà servito sabato e domenica e il 14 e il 15 agosto ad Avasinis.
«In questi giorni – aggiunge Rodaro - le donne hanno raccolto sul monte Cuar 400 chili di mirtilli e 200 di lamponi». Quest’anno sarà un’edizione speciale, la ventesima, quella in cui gli organizzatori saranno in grado di esibire la ricetta senza tempere confronti o competizioni.

Con i proventi della festa realizzati in tutti questi anni, la Pro loco è rimasta al fianco della Chiesa, ha acquistato la sede mettendo a disposizione camere con bagno per i turisti che arrivano ad Avasinis, nel paese di 300 anime privo di alberghi. Ha realizzato la cucina e i magazzini e «lo scorso anno - continua il presidente – abbiamo acquistato l’ex latteria per trasformarla in un Circolo ricreativo. Abbiamo recuperato le edicole votive e affrescato la navata principale della chiesa».

A questo punto la festa del lampone e del mirtillo può iniziare. Sabato alle 19.30 la band “Trabeat furlan rock” eseguirà i brani scritti e interpretati dal giornalista Piero Cargnelutti. Un’ora più tardi toccherà a Doogie white: la voce dei Rainbow il gruppo formato con Ritchie Blackmore il chitarrista dei Deep Purple. Domenica, alle 20, sarà la volta di Goliardika rock’n’ show band e delle Voci sole in concerto.

Somplago caput mundi. Come rapportarsi con la centrale?

I Comitati hanno diffuso una nota - inviata  da V. Rabassi e F. Barazzutti - nella quale criticano l'inserimento - all'interno di una recente pubblicazione dell'Ecomuseo della Val del Lago - della Centrale di Somplago tra gli "obiettivi ecologici di riferimento" del territorio . 

Questo il testo della nota: 

UNA CENTRALE DI TROPPO

Alla pagina CONTATTI della recente pubblicazione “VAL DEL LAGO – UNA NATURA SPECIALE”, edita dall’ECOMUSEO VAL DEL LAGO, fra le indicazioni riguardanti gli obiettivi più importanti quali la Casa delle farfalle di Bordano e lo stesso Ecomuseo/Parco Botanico figura anche la Centrale idroelettrica di Somplago.
L’inserimento di tale centrale tra i principali obiettivi ecologici di riferimento della Val del Lago ci sembra una trovata che sminuisce la pubblicazione in quanto rivela una sottostante mentalità del curatore succube se non addirittura funzionale alla centrale che, scaricando le acque turbinate nel lago, lo ha sconvolto.
Tale inserimento confligge con il significato ed i compiti di un ecomuseo che tale voglia essere, nel nome e nella sostanza. Peraltro, reclamizzare la centrale in una pubblicazione finanziata con soldi pubblici ha del paradossale dal momento che la società proprietaria A2A, sfruttando le acque dei fiumi e torrenti della Carnia desertificandoli, realizza consistenti profitti per i suoi azionisti, i Comuni di Milano e di Brescia in primis.
Se è vero – come sostiene il coordinatore dell’ecomuseo a giustificazione dell’inserimento – che la centrale sta nella valle, altrettanto vero è che nella valle stanno sia le acque gelide sia il fango che lo scarico della centrale immette nel lago sconvolgendolo, del che non vi è traccia nella pubblicazione: volutamente taciuti!
Dov’è l’ecologia dell’Ecomuseo?
Dov’è la corretta informazione?
Che l’acqua del lago sia gelida e con abbondanti particelle di fango in sospensione, oltre allo spesso strato fangoso depositato sul fondale, se ne sono accorti anche i bagnanti che al lago preferiscono le acque del torrente Palar.
All’ecomuseo c’è chi ha abbracciato e propaganda la teoria che il lago vada bene così com’è, tant’è che già nella mappatura della Val del Lago scriveva “lasciare alle spalle la nostalgia del passato, in particolare di quel periodo precedente alla costruzione della centrale di Somplago, considerandola invece come uno degli elementi che al giorno d’oggi compongono il paesaggio”. Bel paesaggio fatto di tralicci e cavi aerei!
Così si ignorano volutamente le conclusioni della perizia dell’ing. Franco Garzon, incaricato non dai Comitati ma dai Comuni rivieraschi, dal Consorzio BIM e dalle Comunità Montane, che a pagina 32 scrive “Il Lago di Cavazzo presumibilmente tra 110 anni sarà riempito” (di fango). Risultanze confermate dallo studio dell’ing. Franzil “Lago, Ambiente, Energia” premiato con BANDIERA VERDE di Legambiente, unitamente all’ISMAR del CNR.
Pertanto è ampiamente dimostrato che il lago non resterà così com’è, ma negli anni POTRA’ SOLO PEGGIORARE SINO A DIVENTARE UNA PALUDE se non si mette mano allo scarico della centrale convogliandolo fuori dal lago.
Ma questo tema, purtroppo, non interessa a quelli dell’Ecomuseo, mentre sarebbe loro compito dare la completa informazione sullo stato reale del lago.
Perché non lo fanno? Lo facciano con un’apposita pubblicazione a cui noi potremmo partecipare.
E’ grazie alla costante azione che i Comitati - e non l’Ecomuseo – hanno condotto da anni, pagando di tasca propria e non con soldi pubblici, per la rinaturazione e valorizzazione del lago se per la prima volta, dopo decenni di lotte nella valle, nel Piano Regionale di Tutela delle Acque la Regione ha recepito la soluzione del problema primario del lago nel contesto generale Tagliamento-Consorzio di Bonifica-lago: “punto 3.2.3 Conclusioni. In tale ambito dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico - economica di realizzazione di un canale di by – pass che convogli direttamente le acque della centrale di Somplago all’emissario del lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso.”
Quindi, “BY-PASS” e “RECUPERO DELLE CONDIZIONI DI NATURALITÀ DEL LAGO”: questa è la nuova frontiera, da cui partire per la loro concreta realizzazione con una dimensione culturale ampia e profonda e non già con la comoda ed angusta filosofia, cara al curatore della pubblicazione, dell’accettazione della gestione dello status quo del lago, che porta solo alla sua futura agonia.
QUESTA È ANCHE UNA FRONTIERA DI DIGNITÀ PER GLI ABITANTI DELLA VAL DEL LAGO E NON SOLO.
Questa è l’apertura di una fase nuova, che non si ripresenterà, che va colta e percorsa con intelligenza, determinazione e unità d’intenti di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti.
Una fase favorevole che non dovrebbe sfuggire all’esperienza politica ed amministrativa del Presidente dell’Ecomuseo Ivo Del Negro nelle valutazioni e decisioni conseguenti.
QUANTO AI COMITATI, C’ERANO, CI SONO E CI SARANNO, CON LE LORO IDEE, PROPOSTE E STIMOLI.
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Il taccuino dell'Ecomuseo "Una natura speciale" può essere scaricato dal seguente indirizzo:
http://www.ecomuseovaldellago.it/wp-content/uploads/2017/07/taccuino01-natura-italiano-lowres.pdf 

I lettori sono invitati a prendere visione del documento e poi a esprimere il proprio parere sulle osservazioni poste dai Comitati.
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Addenda 10.08.17

La nota dei  Comitati  "Una centrale di troppo" è diventata anche il contenuto della pubblicazione "Il Punto" datata 09.08.17 diffusa in forma cartacea dai Comitati stessi.

lunedì 7 agosto 2017

Hotel "Al Lago", spazi nuovi e attività diversificate per il rilancio turistico

A metà luglio si dava notizia anche sul Blog dell'avvio dei lavori di ristrutturazione dell'Hotel "Al Lago", chiuso da anni, in vista di una apertura entro la prossima stagione:

"Sull’hotel da tempo la famiglia Polo, conosciuta a Ravascletto e in Carnia dove gestisce l’hotel La Perla, aveva manifestato l’interessamento e avviato le pratiche, ma ora ci sono date più precise: «Contiamo – spiega l’imprenditore Paolo Polo – di riaprire con l’inizio della stagione estiva 2018. È una struttura con una quindicina di camere, 40 posti, in cui ci sarà anche un ristorante e, in giardino, una piscina con relativo spazio wellness. L’obiettivo è quello di implementare l’offerta turistica di quella parte di lago».

 (...) Presto, con l’avvio dei lavori, si potrà vedere anche un cartello fuori dall’hotel con un rendering della futura struttura, chiusa dal 2003".


Ora il cartello è stato collocato davanti alla struttura e dà l'idea di quale sarà il nuovo aspetto, profondamente rinnovato, dell'Hotel (che cambierà anche nome, ricorrendo a un gioco di parole utile sul piano pubblicitario, quello di "Trilago"):


L'entità dei lavori e l'impegno per il rilancio turistico della zona dovrebbero rassicurare quanti sul web, nelle scorse settimane, hanno delineato scenari foschi ipotizzando ben altre utilizzazioni della struttura (e non aggiungiamo nient'altro, ognuno può fare le sue ricerche e rintracciare i "messaggi preoccupati" lasciati circolare).

domenica 6 agosto 2017

Luci soffuse e palati gratificati in piazza ad Alesso

Serata animata ieri sera in piazza ad Alesso sotto le stelle: tante persone chiamate dalla magìa delle candele di Paola, dalla musica  e  dai dolci & cocktails di  Ste  (iniziative  sostenute da tanti validi collaboratori, in primis la Pro Loco).


Una piccola antologia antologia fotografica (immagini di A&D e Riccardo) per ricordare la serata: 





Come sempre, i lettori del Blog possono mandare ulteriori foto e commenti.

sabato 5 agosto 2017

Torna Acromax. Tutti col naso all'insù, dal San Simeone al Lago

ACROMAX 2017: L’EVENTO PIÙ SPETTACOLARE DELL’ANNO

Riparte l’Acromax, il Campionato Mondiale di Parapendio Acrobatico

L’Acromax si riconferma l’evento dell’anno nel programma di Sportland: 5 giorni di grande spettacolo, musica e attività per tutta la famiglia.

Conclusa la tappa dei Campionati Italiani di parapendiocon l’Open Gemona, Sportland è pronto per l’Acromax, un’altra grande manifestazione.
Da venerdì 11 a martedì 15 agosto 2017 sarà possibile ammirare manovre mozzafiato al limite della fisica compiute dai piloti e dalle loro vele, che dopo il decollo (Monte San Simeone a 1200mt) atterreranno sulle rive ovest del Lago di Cavazzo o sulla zattera galleggiante.
Per l’occasione le sponde del Lago dei Tre Comuni, una delle mete turistiche più apprezzate nella nostra regione, saranno attrezzate a festa per l’occasione, con un  ricco programma di attività musicali, sportive e dimostrazioni.
Dal giro sui Pony per i più piccoli alle prove di Kayak e Canoa canadese, dalla dimostrazione di pool dance all”attività subacquea con istruttore.
Il tutto condito da musica e chioschi con cucina sempre aperti per tutti i giorni della gara.
Queste sono solo alcune delle iniziative gratuite previste per l’intrattenimento e la cornice di Acromax.
 Un’anticipazione? Ecco quello che è stato nel 2016! 

Acromax: la competizione

Particolarmente attesa dagli appassionati di parapendio acrobatico, vedrà i primi 50 piloti più bravi al mondo, dare vita ad indimenticabili duelli aerei a colpi di manovre mozzafiato al limite della fisica.
Accelerazioni e forza di gravità sembrano piegarsi al talento e alla creatività di questi ragazzi, fino all’atterraggio in zattera galleggiante sulla superficie del lago, a garantire lo spettacolo fino all’ultimo!
5 giorni all’insegna dello sport, musica, intrattenimento ma, soprattutto, grande spettacolo!
Per questo l’Acromax, una competizione organizzata dall’Associazione Volo Libero Friuli, è l’evento più atteso tra quelli targati Sportland.
Seguite la pagina Facebook di Sportland per rimanere aggiornati su tutto il programma, mentre la pagina di Acromax del Volo Libero è il modo migliore per avere tutte le info i dettagli sulla competizione.

venerdì 4 agosto 2017

Sabato e domenica ... per imparare a volare (magari, poi, sul Lago)!

Avete presente quelle macchie colorate che spesso sorvolano il Lago e i paesi vicini? A guardare da lassù è tutta un'altra cosa:

E l'Associazione "Volo Libero Friuli" propone per sabato e domenica un incontro (gratuito) con il parapendio, per chi vuole avvicinarsi e provare l'esperienza:

Giornate di avvicinamento al volo 2017

GIORNATE G­RATUITE DI AVVICINAMENTO AL VOLO IN PAR­APENDIO

Con piacere invitiamo tutti alle Giornate G­ratuite di Avvicinamento al Volo in Par­apendio
Queste si svolgeranno ­Sabato 05 e Domenica 06 Agosto 20­17. Durante queste giornate si potrà prova­re in campo scuola, con l’ aiuto di Istr­uttori e aiuto istruttori qualificati, le fasi di pre­parazione pre volo dell'attrezzatura,  di decollo e di atterraggio! T­utto ciò in maniera ludica ma con la fu­nzionalità di far conoscere al pubblico come sono strut­turate le giornate del corso e poter toc­care con mano le attrezzature di volo e conoscere le splendide aree dove pratichiamo le attività didattiche e di volo.
Le giornate sono ­assolutamente gratuite­ e non costituiscono alcun impegno ai  successivi corsi, sono esclusivamente volte ad offrire la possibilità di entrare a contatto con questa stupenda disciplina.Le giornate sono regolamentate e orga­nizzate dalla scuola Aeroclub Blu­e Phoenix che ormai da svariati anni organizza i corsi di volo in parapendio nel Ge­monese.
Obbligatoria la prenotazione per uno­ dei due giorni tramite sms al 347 9280670
Indicare NOME e COGNOME e data preferita!
(agli sms non seguirà risposta se non in caso di maltempo o cambio orari)
L’ attività si svolgerà in uno dei due “campi scuola” in zona Maiano (UD) in funzione dell’ aria prevista in quel giorno.
Il punto di ritrovo, sarà a Majano sull’ incrocio di Viale Rino Snaidero (edificio bianco a cubi ditta Snaidero) alle ore 08.00 poi alle 08.10 partiremo per il campo scuola!!
Puntualita!!!...perche poi é difficile arrivarci.
Alle 12.00 circa saremo a Gemona per presentazione corso.
L’ attività pratica si conclude verso mezzogiorno e poi ci si sposterà in una trattoria dove mangeremo un piatto di pastasciutta e si farà la presentazione del corso di volo con annesse spiegazioni e proiezioni video.
La fine dei “lavori” è prevista per le ore 14.00 ma se qualcuno vuole andar via prima, non ci sono problemi!!! 
Ricordiamo a chi vuole partecipare di portare:
-Abbigliamento adeguato
-Scarponcini o scarpe di ricambio
-T-shirt di ricambio
-Bottiglia d’acqua!!!
-Berretto!
 
Aspettiamo le prenotazioni!!!! Ricordo che sono a numero chiuso!
In caso di maltempo proporremo altre date.

giovedì 3 agosto 2017

Avasinis si prepara alla festa di agosto: definito il programma

Avasinis è pronta per la festa del lampone e del mirtillo

AVASINIS - Anche quest’anno dal 12 al 15 Agosto, per le vie di Avasinis (Vasinas o Vasinis in lingua Friulana) torna la Festa del Lampone e del Mirtillo in cui si potranno acquistare i famosi mirtilli e lamponi freschi e i loro derivati. Durante la giornata e fino a tarda sera si potranno gustare dolci e tante altre prelibatezze a base di lamponi e mirtilli. Non solo crostate, biscotti, pane, crepes, bomboloni, miele al lampone, gelato artigianale coi lamponi e mirtilli caldi, confetture ma anche i tipici piatti paesani, preparati secondo antiche e segrete ricette. Potrete gustare con gli amici e la famiglia frico, polenta nostrana cotta al momento, frittata col formaggio filante, salam tal aset di lampone, frico cul Sprês, luania tal suf, ridic cu l’ai di Vasinas, formaggio del malgaro, sorprese roventi alla griglia, gli imperdibili gnocchi al lampone e mirtillo, e gli introvabili cjarsons al mirtillo e al lampone. Per dissetarvi potrete bere l’acqua al lampone, l’ottima birra anche al lampone, il sorbetto al lampone o al mirtillo, i migliori vini e una sgnaputa al mirtillo.

Un borgo dalle mille risorse
Avasinis, un punto nella carta geografica, una certezza per i palati più esigenti. Il borgo del Friuli Venezia Giulia ha conquistato una posizione di riguardo nel panorama delle feste mitteleuropee, offrendo in poche centinaia di metri quadrati tra vie e piazzette, benessere, gusto, ritmo e relax. La festa del lampone e del mirtillo vi attende ai piedi del monte Cuar, a pochi Km dal casello autostradale di Gemona – Osoppo, a due passi dal lago dei Tre comuni (o di Alesso, o di Cavazzo e, per altri ancora: il lago vicino ad Avasinis).
Sabato 12 agosto

Alle 17 apertura festeggiamenti e musica No Stop. Melodie e canti dei nostri luoghi e per ogni gusto. Sino a tarda sera, per le vie e le piazze del paese, si alterneranno diversi gruppi di musica popolare per fare il pieno di lamponi e mirtilli. Anfiteatro della musica: alle 19.30 Trabeat Furlan Rock, alle 21.30 Doogie White e la sua band in concerto la voce dei famosi Rainbow il gruppo formato assieme a Ritchie Blackmore il chitarrista dei Deep Purple. Grande artista e collaboratore degli Iron Maiden, di Michael Schenker e Uli John Roth degli Scorpions.

Domenica 13 agosto
Alle 9 apertura festeggiamenti e musica No Stop. Melodie e canti dei nostri luoghi e per ogni gusto. Sino a tarda sera, per le vie e le piazze del paese, si alterneranno diversi gruppi di musica popolare per fare il pieno di lamponi e mirtilli. All'anfiteatro della musica alle 20 Goliardika rock’n’ show band, direttamente dalla 90esima adunata nazionale Alpini Treviso 2017, canti della Naja con un occhio di riguardo per gli Alpini, riarrangiati in chiave Rock ed inoltre: twist, ska, rock, reggae, blues, ecc. Alle 22 Voci Sole in concerto è un concentrato melodico estivo e coloratissimo che fa dell’eclettismo la colonna sonora portante dello show. Il repertorio è composto infatti da cover con particolari arrangiamenti che attingono da un vasto e variegato panorama musicale dagli anni '70 ad oggi, dai Beatles agli Abba fino alle grandi voci femminili.

Lunedì 14 agosto
Alle 17 apertura festeggiamenti e musica No Stop. Melodie e canti dei nostri luoghi e per ogni gusto. Sino a tarda sera, per le vie e le piazze del paese, si alterneranno diversi gruppi di musica popolare per fare il pieno di lamponi e mirtilli. All'anfiteatro della musica: alle 19.30 I flames musica live con la prima band dai 7 ai 15 anni, alle 21.30 Kee Marcello e la sua band in concerto Uno dei chitarristi più talentuosi mai usciti dalla vivace scena scandinava. Ha fatto la storia per la sua lunghissima militanza negli Europe, band straordinaria con vendite nell’ordine di decine di milioni di dischi.

Martedì 15 agosto
Ferragosto ad Avasinis, alle 9 apertura festeggiamenti e musica No Stop. Sino a tarda sera, per le vie e le piazze del paese, si alterneranno diversi gruppi di musica popolare nordestina. Alle 18 Francofabrica direttamente da Italia's got Talent cabaret e musica, all'anfiteatro della musica 19.30 i Vegas anche loro con i capelli bianchi, alle 21.30 The Animals & Friends. Da Manchester ad Avasinis: il superconcerto con i Rolling Stones ed i Beatles, gli Animals furono una delle band di maggior successo negli anni sessanta. Dopo più di 30 anni i due membri originali John Steel e Mickey Gallager hanno deciso di far rivivere la magia dei tempi andati e di tornare con le loro hits in giro per il mondo, come 'House of the rising sun', 'We gotta get out of this place', 'Boom boom' o 'I’m crying'.

Per informazioni: www.prolocoavasinis.org.

(Articolo pubblicato da: https://udine.diariodelweb.it/udine/articolo/?nid=20170724_434220)

mercoledì 2 agosto 2017

Peonis vicino a Trasaghis: il mito, la memoria, la cronaca

Enrico Rossi del sito "Forum Julii Project", dopo aver ragionato pochi giorni fa sulle leggende del San Simeone, torna ad occuparsi della Val del Lago proponendo una rilettura di tre episodi che hanno fatto porre l'attenzione, anche al di fuori dei confini friulani, su Peonis. Anche in questa occasione vengono citati come fonte anche alcuni articoli usciti su questo Blog (e anche questo è un motivo di soddisfazione).
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PEONIS TRA IL MITO DI BOTTECCHIA, IL FILM DI SCOLA E IL TERREMOTO

Il Friuli antropico è composto per la maggior parte da villaggi e medio-piccoli paesi, che ben raramente vengono ricordati e menzionati per una qualche attrazione o per un fatto storico in particolare; sembrano far parte della massa indistinta dei piccoli centri che ben pochi conosceranno a fondo. Eppure, oltre alle storie più o meno dettagliate e che possono più o meno incuriosire dei singoli centri abitati, spesso ci si accorge dell’esistenza di uno di questi paesi solo perché il caso ci ha messo lo zampino, facendo succedere qualcosa di clamoroso e indelebile.

bottecchia
Ottavio Bottecchia dopo il successo al Tour de France del 1924, prima volta per un italiano.
Peonis, villaggio di poco oltre 300 anime situato alla confluenza delTorrente Leale nel Tagliamento, inComune di Trasaghis, è uno di quei paesi colpiti dal destino, spesso malevolo. Nel suo caso ci parevano significativi tre episodi, tutti del Novecento e attraverso i quali il suo nome potrebbe non suonarci poi così estraneo. Il primo è entrato, oltre che nella storia del paese, anche in quella del ciclismo italiano. Siamo verso la fine degli anni ’20 e all’epoca Ottavio Bottecchia era un vincente e promettente ciclista, originario di San Martino di Colle Umberto, nel Trevigiano. La sua carriera, però, che sembrava avviata verso nuovi ed entusiasmanti successi dopo la vittoria al Tour de France nel ’24 e nel ‘25, fu bruscamente interrotta da un tragico e imprevedibile incidente. Tre anni dopo essere stato il primo italiano a vincere il Tour de France, infatti, Bottecchia moriva all’ospedale di Gemona, il 15 giugno 1927, per frattura della volta e della base cranica. Dove la tragedia? Proprio sulle strade di Peonis la mattina del 3 giugno. Stava venendo da Sompcornino e aveva appena passato una curva a sud di Peonis quando rovinò al suolo sbattendo la testa. Data la posizione non esattamente prossima al paese, forse nessuno per un certo tempo avrebbe capito che c’era qualcosa che non andava se non ci fosse stata al lavoro nelle immediate vicinanze la famiglia Di Santolo. I fratelli Lorenzo e Antonio erano indaffarati in uno stavolo, mentre la cognata del primo, Maria, stava dando qualche colpo di vanga in un vicino campo di patate. Fu proprio quest’ultima ad udire un forte tonfo provenire dalla strada e a notare un corpo riverso su un prato. Bottecchia era ancora cosciente ma era tutto dolorante e sanguinante dal capo, dal naso e da un occhio per via di un colpo al capo, procurato nella caduta battendo su un sasso. Farneticò appena qualche parola e poi Lorenzo e Antonio lo portarono a spalle in paese, ove ricevette l’estrema unzione da Don Dante Nigris, che lo riconobbe grazie a un documento che rinvenne in una tasca. Fu proprio il sacerdote a dare per primo la notizia, telegrafando a un dirigente del Club Ciclistico Udinese che si trattava di “Bottecchia Ottavio, corridore d’Italia”. Ma cosa ci faceva il campione veneto su quella strada che corre lungo il Tagliamento, oggi Provinciale 41? Visto che si era dovuto ritirare alla decima tappa del Tour de France del 1926, intendeva recuperare la miglior forma fisica possibile, con il prossimo tour in vista per il 19 di quel mese. Visto che non ci furono testimoni oculari della caduta, sulla sua morte aleggiarono varie ipotesi, alcune tendenti a coinvolgere persone del posto, scatenando il comprensibile malumore degli abitanti: dall’omicidio a sfondo politico per il suo antifascismo, sostenuta da Don Dante, all’assassinio da parte di un contadino per unfurto d’uva (uva a giugno?), a quello per mezzo di un emigrante italiano direttamente dagli Stati Uniti. Secondo quest’ultima ipotesi
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La lapide in ricordo del grande campione, collocata quello stesso 1927 nel punto in cui fu trovato agonizzante, a due passi dal paese di Peonis. (foto di Oscar Rossi)
il delitto sarebbe avvenuto addirittura su commissione, per motivi legati al mondo del racket delle scommesse. Oltretutto si sapeva che soleva allenarsi in compagnia e non da solo, a differenza di quel giorno. La versione ufficiale parla di malore, di cui sembrava soffrisse parecchio, anche se un velo di mistero resta. Pieri Stefanutti, però, uno degli autori del grosso libro su Peonis presentato nel 2011, non ha dubbi: “Non ci fu alcun giallo ma la disgrazia accadde per un malore, un incidente occorso a Bottecchia per essere stato violentemente disarcionato all’atto di sganciare i fermapiedi dei pedali, una “fine banale” che portò alla scomparsa del campione lungo le strade della pedemontana friulana”. Fatto sta che all’epoca del fatto i giornali e le riviste si riempirono di notizie o presunte tali sul fatto, e, come molto spesso accade quando le speculazioni superano per intensità e insistenza la verità dei fatti, nacquero ben presto miti e girarono voci di ogni sorta, che non ci interessa analizzare in questa sede. Oltre alla parte di provinciale che va dal bivio di Avasinis al confine col Comune di Forgaria a lui dedicata, nel punto in cui fu trovato agonizzante vi è ora una lapide a ricordo del grande campione delle due ruote, anche se la salma fu inumata nel cimitero del natio Colle Umberto. Il cippo fu collocato già nell’anno della morte, su iniziativa dell’Associazione Sportiva di Osoppo, e ristrutturato dal Comune di Trasaghis nel 1953, mentre la bici stilizzata che lo sormonta fu aggiunta nel 1974 per i 50 anni della sua prima vittoria al Tour de France. Quello stesso anno i due Comuni testimoni della nascita e della fine del campione delle due ruote, Trasaghis e Colle Umberto, organizzarono anche una manifestazione sportiva, e da allora il Comune friulano lo ricorda ogni anno il 15 giugno dinnanzi al monumento, ricorrenza portata avanti grazie anche al poeta carnico Giorgio Deotto. Da allora le iniziative non hanno mai avuto fine, con varie gare ciclistiche organizzate una volta con partenza da Trasaghis e una volta da Colle Umberto

I decenni passarono, e anche un’altra guerra mondiale, senza che il nome di Peonis fosse di nuovo sulla bocca di molti. Nel frattempo era però comparso un oggetto che ben presto ebbe il merito di amplificare significativamente ogni novità che passava attraverso di esso; era la televisione. Grazie a essa una nuova eco che contribuì a rispolverare il nome del paese fu propagata dal film di Ettore Scola, scomparso nel 2016 a 84 anni, “C’eravamo tanto amati”, del ’74. A un certo punto Luciana Zanon, interpretata da Stefania Sandrelli col ruolo di una aspirante attrice, dice ad Antonio (Nino Manfredi), suo futuro fidanzato, “son di Trasaghis, vicino Peonis“. Ma come mai nel copione di una commedia all’italiana Scola pensò
Ettore-Scola-1974
Antonio (Nino Manfredi) e Luciana (Stefania Sandrelli) in “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola, 1974. Con quel “son di Trasaghis, vicino Peonis” il regista ha inserito un rimando autobiografico, scoperto molti anni dopo.
di far comparire i nomi di questi due paesini friulani, all’epoca praticamente sconosciuti? Questa domanda se la pose per parecchio tempo Ivo Del Negro, vicesindaco di Trasaghis anche all’epoca del terremoto, fino a che non riuscì a trovare una risposta a inizi anni ’90 presso lo stesso regista, a Roma. Egli racconta che quando era bambino serviva comedomestica in casa sua, a Roma, una giovane di Peonis. Non seppe però fornire il nome della ragazza, perché non se lo ricordava, e Del Negro dovette aspettare non pochi altri anni per scoprire, pochi mesi dopo l’uscita del libro su Peonis del 2011, che era tale Maria Di Santolo, classe 1923. La notizia arrivò grazie a un colloquio col figlio di lei, Edi. Si seppe così anche che ella passò dei momenti felici con gli Scola e che i nonni di Ettore volevano persino adottarla. Un rapporto che non finì del tutto nemmeno con la guerra, a causa della quale Maria dovette rientrare a Peonis, in quanto nel 2003, in seguito alla visita della nipote Sara presso lo studio romano di Scola, il regista telefonò alla domestica della sua infanzia per salutarla. “Parlare di Maria significa anche ricordare le migliaia di ragazze friulane che dalla fine degli anni Venti fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale hanno prestato servizio nelle famiglie benestanti delle grandi città”, rammenta Del Negro, e non posso fare a meno di pensare a mia volta a mia nonna paterna, Vilma Colomba di Bordano, classe 1920, che dal 1934 al 1940 lavorò presso una famiglia di Milano, praticamente nello stesso periodo di Maria Di Santolo, rientrando con lo scoppio della guerra.

Appena due anni dopo il film del noto regista, piombò dirompente il dramma del terremoto, che raggiunse anche questa tranquilla e isolata località alle ore nove di sera di quel 6 maggio. In particolare imperversarono le frane, che isolarono completamente il paese. Furono esse a impedire il trasporto in ospedale dell’unico ferito di Peonis, il signor Cucchiaro. Anch’egli, come Bottecchia quasi
Peonis
Il paese di Peonis oggi, ricostruito in loco dopo il terremoto con rispetto per la disposizione originaria dei borghi. Questa in particolare è una veduta dal Monte Covria, che quel 6 maggio 1976 bloccò con le sue frane la strada per Trasaghis.
cinquant’anni prima, era in fin di vita per un colpo al capo, causato da un sasso staccatosi dalla parete della stalla a finitogli sulla nuca. La sua fine fu però più rapida, in quanto purtroppo morì quello stesso 6 maggio presso il bar paesano del signor Romano Mamolo, dopo un vano tentativodi trasporto verso l’ospedale di San Daniele o di Gemona. Fu lo stesso vicesindaco del Comune,Ivo Del Negro, a prodigarsi nel suo e in altri salvataggi. Egli infatti incrociò l’auto di tale Bulfon, che portava sul sedile posteriore il ferito; Del Negro se lo adagiò sulle ginocchia e tentarono di guidare sino a destinazione, ma le frane staccatesi dalla Cima Pala, verso Cornino, e dal Monte Covria, verso Trasaghis, impedirono qualsiasi spostamento oltre Peonis. La ricostruzione di Peonis non risultò dissimile da tante altre, ma il paese ebbe la grazia di non dover subire una delocalizzazione come fu in parte per Trasaghis e Braulins, e per questo il suo assetto originario è stato conservato. Si arriva quindi ai giorni nostri, al III millennio, in cui Peonis sicuramente non figura tra i paesini più noti della pedemontana, perché mancante di un’attrazione cardine, come può essere la Casa delle Farfalle per Bordano, la Riserva del Lago di Cornino per Cornino e la Festa dei Lamponi e dei Mirtilli per Avasinis, giusto per rimanere nei dintorni; ma, fornendo questa trilogia di storie, spero di aver fatto ben intendere come il destino abbia in serbo spesso e volentieri dei capitoli particolari e inattesi per molte nostre località.

Fonti principali:

NB: tutte le immagini sono prese dal web, tranne quella contrassegnata col nome dell’autore
Enrico Rossi
(https://forumjuliiblog.wordpress.com/2017/07/30/peonis-tra-il-mito-di-bottecchia-il-film-di-scola-e-il-terremoto/)

martedì 1 agosto 2017

Fine settimana con Bordano ... in festa

La Proloco di Bordano e Internepp,o assieme alle molte associazioni presenti sul territorio, e grazie all'aiuto dei molti volontari e degli sponsor ha diffuso  il programma della 2a edizione di Bordano in Festa:

Venerdi 04/08: Ore 17 apertura chioschi, musica con dj, apertura cucine e cocktail party.
Ore 21:30 concerto della band Bordanese Wonderlings 2.0 .
Ore 24 pastasciutta per tutti (offerta dalla Proloco di Bordano e Interneppo.

Sabato 05/08: Ore 9:00 1° torneo di calcio a 7 Memorial Picco Olivo presso il campo sportivo di Bordano.
Nel pomeriggio presso la zona dell' atterraggio volo libero Fvg sarà possibile effettuare voli biposto col parapendio assieme ai professionisti.
Ore 17 apertura chioschi, musica con dj, apertura cucine e cocktail party.
Ore 20 premiazione del torneo di calcio presso l'area festeggiamenti.
Ore 21:30 serata musicale assieme a dj Pietro Berti, storico dj della discoteca alla Grotta di Artegna che ci delizierà con le migliori hit degli anni 70-80-90-2000.

Domenica 06/08
: ore 9:00 apertura chioschi e inizio della 7a edizione della gara di pesca sportiva "trofeo Picco Renis" presso i laghetti Pighin di San Daniele.
Ore 9:30 camminata in chiave naturalistica presso la zona della campagna di Bordano organizzata dalla Casa delle Farfalle di Bordano.
Ore 10:30 laboratorio di Danza creativa e mosaico per bambini presso l'area festeggiamenti.
Ore 12 apertura cucine e mescita della grande polenta assieme ai Polentars di Verzegnis.
Ore 13 premiazione della gara di pesca e pranzo dei pescatori.
Ore 15 Mini Mastercogo, pomeriggio per bambini assieme a Mago Deda, truccabimbi e letture con il gruppo della biblioteca ei Bordano.
Ore 16 iscrizioni per la 2a edizione del torneo di calcio balilla memorial Ivan Picco, per info Mattia 3479191432
Ore 18 apertura cucine, musica con dj e cocktail party
Ore 21:30 concerto assieme alla band Tributo Italiano.

Durante tutta la durata dell'evento sarà possibile degustare piatti tipici locali, ci sarà anche una ricca PESCA DI BENEFICENZA!