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"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons
mercoledì 24 febbraio 2021
Lago, il documentario sull'Operazione Atlantide è disponibile online
AdessoCinema presenta Operazione Atlantide
Il documentario diretto da Diego Cenetiempo racconta l'esperimento svoltosi nel 1969 sul fondale del Lago di Cavazzo
Da mercoledì 24 febbraio arriva in streaming su AdessoCinema - la piattaforma creata e curata dal Visionario, da Cinemazero e dalla Cineteca del Friuli, in collaborazione con la Tucker Film - Operazione Atlantide, documentario diretto da Diego Cenetiempo e prodotto da Debora Desio per A_Lab production, che racconta l'incredibile, e per certi versi controverso, esperimento svoltosi nel 1969 sul fondale del Lago di Cavazzo.
Il giornalista Pietro Spirito, a cinquant’anni di distanza ha rintracciato i protagonisti dell’epoca e li ha riportati sulle sponde del lago per ricordare l’eccezionale esperimento. E così, l’anno in cui Neil Armstrong e Buzz Aldrin mettevano piede sulla luna, 12 ragazzi scendevano nelle profondità del lago, dove sarebbero rimasti per circa un mese, all'interno della prima cittadella sommersa al mondo. L’esperimento, chiamato appunto Operazione Atlantide, aveva l’obiettivo di indagare la capacità dell’uomo di vivere per un periodo determinato sott’acqua, senza mai risalire in superficie. La cittadella era composta da cinque moduli: tre per la gestione della vita e del lavoro e altri due come zavorra, generatore di aria e magazzino. Uno di questi è ancora sul fondo e con apposita attrezzatura, Pietro Spirito e Stefano Caressa ci accompagnano alla sua ricerca nelle torbide acque del lago. Insieme alle immagini di oggi e agli straordinari materiali d'epoca inediti, in super 8, il documentario è arricchito dalle testimonianze dei 12 protagonisti del progetto: 12 acquanauti - 11 uomini e una donna, all'epoca appena sedicenne - rintracciati e intervistati dal regista a distanza di 50 anni!
Il film sarà in streaming al prezzo di €3,00. Ricordiamo che il catalogo completo di AdessoCinema, che comprende attualmente una settantina tra film e documentari del territorio, è disponibile su www.adessocinema.it .
sabato 20 febbraio 2021
Un nuovo libro sul territorio: "La croce d'Amula"
Da qualche giorno è disponibile un nuovo libro riguardante il nostro territorio. Si tratta di un racconto a episodi che dopo essere stato pubblicato su Internet ed avere ricevuto diverse richieste in tal senso, è stato pubblicato anche nella versione cartacea. “La croce d'Amula" [di Pieri Stefanutti] vuole essere una ideale ricostruzione delle vicende di una zona montana nel corso dei secoli, quelle della valle di Amula, attraverso la rielaborazione di notizie contenute in documenti di archivio che citano vendite, affitti, liti confinarie, epidemie e fanno da sfondo alla ricostruzione.
Sui fatti reali, liberamente rievocati, si inseriscono alcuni episodi immaginari, come quelli delle due guerre mondiali, che comunque traggono ispirazione da vicende effettivamente accadute.
Il filo conduttore è dato da una pietra confinaria che si immagina essere stata muta testimone di tante vicende occorse nei secoli. L’occasione è valida anche per lanciare un appello a individuare, catalogare e conservare i tanti cippi confinari che ancora si possono trovare tra la montagna e il piano.
Per chi fosse interessato, “La croce d’Amula” è disponibile nella rivendita dei giornali e nella cartolibreria in piazza ad Alesso.
[dalla pagina fb "Sei di Alesso se...]
lunedì 1 febbraio 2021
Laboratorio per il Lago, note sulla quarta riunione
Dai Comitati Salvalago riceviamo alcune osservazioni sulla quarta seduta del Laboratorio Lago, svoltasi on line la scorsa settimana.
I Comitati Salvalago hanno incontrato in videoconferenza i tecnici componenti del Laboratorio Lago, istituito dalla Regione con la Legge 6/8/2019 n° 13, che si è già riunito 3 volte con altri portatori di interesse, quali gli esperti nominati dai tre Comuni rivieraschi, A2A proprietaria della centrale di Somplago e il Consorzio Bonifica Pianura Friulana, oltre all’ARPA e all’Ente Tutela Patrimonio Ittico. Ciò per portare il proprio contributo, finalizzato a recuperare la naturalità e fruibilità del lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, visto che questo tavolo di lavoro dovrà definire quale tipo di bypass dovrà essere realizzata per portare l'acqua in uscita dalla centrale direttamente all'emissario del lago.
Innanzitutto abbiamo contestato la tesi che "la realizzazione della derivazione irrigua proposta dal Consorzio di Bonifica Friulana non avrebbe conseguenze negative sul lago " come ha dichiarato a verbale un esponente del Consorzio, mentre invece ne abbasserebbe il livello quando la centrale è allo stato di fermo. Il Piano Regionale Tutela Acque, a fronte di un prelievo del Consorzio per fini irrigui di una parte delle acque dello scarico del lago, afferma che " contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico/economica di realizzazione di un bypass o altra soluzione progettuale che mitighi l'impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago, con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità"! Quindi nessuno pensi di mettere le mani sulle sue acque, prima che venga realizzato il bypass! Un tentativo rimandato al mittente ancora alla fine degli anni '80!
Così come abbiamo categoricamente smentito, anche grazie agli studi dell'ing. Dino Franzil, l’affermazione secondo la quale il lago senza l’apporto dello scarico della centrale non esisterebbe a lungo. Il lago invece esiste da millenni e millenni, c'era prima della centrale e ci sarà anche dopo la realizzazione del bypass, tornando un lago temperato come ante 1959, ricco di pesce, che ha sfamato da sempre le popolazioni rivierasche e offerto una risposta turistica alla Val del Lago.
Ecco perchè e' necessario che i tecnici di questo gruppo di lavoro, siano posti in condizione di poter operare al meglio e senza indugio avendo già a disposizione più che sufficienti studi sullo stato di sofferenza del lago, mentre sono vigenti chiare normative regionali che ne prevedono il ripristino della naturalità e fruibilità turistica.
Abbiamo per questo segnalato gli studi e le ricerche che l'ing. Dino Franzil ha condensato nel suo libro " Lago Energia Ambiente", la perizia dell'ing. Franco Garzon, per conto dei Comuni rivieraschi, delle due Comunità Montane e del BIM e infine gli studi effettuati recentemente dal CNR/Ismar di Bologna, che tramite un drone ha fotografato tutto il fondale del lago, evidenziando come questi sia coperto da uno spesso strato di fango, proveniente dai corsi d’acqua della Carnia. L'Ismar ha anche effettuato alcuni carotaggi dei fondali, che sono in fase di elaborazione e che verranno resi pubblici, non appena completato lo studio che li riguarda.
Ma al Laboratorio lago abbiamo chiesto con forza che si proceda celermente nell'iter di individuazione del progetto del bypass, perchè nel frattempo altro fango continua a depositarsi sui fondali ed è nostro dovere, nei confronti delle generazioni future, riportare il nostro lago a condizioni di naturalità e fruibilità turistica, di pesca, di sport, di balneazione e di svago.
I Comitati hanno sottolineato come la realizzazione del bypass faciliti la risoluzione integrata delle criticità del Tagliamento a valle di Ospedaletto, della derivazione irrigua del Consorzio di Bonifica Friulana, della rinaturalizzazione del Lago dei Tre Comuni, della continuazione della produzione della centrale di Somplago, per la quale si deve pensare ad un regime di lavoro funzionale alle esigenze del territorio, tanto più che passerà in proprietà della Regione nel contesto di una nuova politica della Commissione Europea più attenta all’ambiente, al quale ha destinato adeguati finanziamenti.
Claudio Polano per i Comitati Salvalago
Sul tema vedi anche:
https://www.studionord.news/lago-di-cavazzo-sul-bypass-i-comitati-salvalago-incontrano-i-tecnici-del-laboratorio-lago/?fbclid=IwAR1Z6gQ5NAaYlv99qiMKWEkakJYaqpZp1_6zSavaWffH57MrfDIHSwSxG44
Laboratorio per il Lago, ecco il verbale della terza riunione
Da mesi è attivo il Tavolo tecnico - Laboratorio per il Lago, istituito dalla Regione per individuare le soluzioni preferibili per la salvaguardia del Lago. Ora la Regione stessa (comunicazione della DIREZIONE CENTRALE DIFESA DELL’AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE in data 29 gennaio 2021) ha autorizzato la diffusione dei verbali delle sedute, per una migliore conoscenza di quel che si dibatte e delle posizioni che stanno emergendo all'interno del tavolo tecnico. Ecco il verbale della terza riunione, tenutasi online il 24 novembre 2020.
Terza riunione Tavolo tecnico Laboratorio Lago dei Tre Comuni
(LR 13/2019, Art.4, commi 35, 36, 37, 38, 39, 40)
Martedì 24 novembre 2020, riunione sulla piattaforma Teams, presenti all’incontro:
per il Comune di Trasaghis: dott. Luca Gasperini
per il Comune di Bordano: ing. Gianfranco Pederzolli ed ing. Gianluca Vignoli
per ARPA: dott. Andrea Cicogna
per ERSA: dott. Michele Fabro
per Consorzio di Bonifica Pianura Friulana: dott. Armando di Nardo, ing. Stefano Bongiovanni
per Coldiretti: dott. Martino Caon
per la Regione Friuli Venezia Giulia: ing. Massimo Canali, ing. Paolo De Alti, ing. Daniela Iervolino, dott.ssa Lucia Kneppers, arch. Pierpaolo Zanchetta, ing. Paolo Tonello, dott. Urbano Mazzucato
Il direttore del servizio gestione risorse idriche ing. Paolo De Alti apre il tavolo, prospettando l’ordine del giorno, ovvero un approfondimento sul tema irriguo e sull’uso della risorsa idrica.
Il dott. Gasperini prende la parola sottolineando che non sono ancora disponibili le indagini batimetriche pregresse con relazione tecnica di A2A, base importante per valutare se le condizioni del lago sono mutate o meno nel tempo. Ribadisce inoltre l’auspicio che dalle discussioni del tavolo in questione scaturisca l’esigenza dell’uso delle carote di sedimento sul lungo periodo. In queste infatti è registrata la storia degli impatti naturali, ma anche dell’uso del territorio: a titolo esemplificativo si possono trovare dei traccianti che raccontano tutta la storia passata (fertilizzanti, pollini, altre sostanze chimiche ma anche piovosità, clima in generale).
L’arch. Zanchetta della Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche, Posizione organizzativa funzioni in materia di tutela ambienti naturali ed aree protette, sottolinea poi l’interesse naturalistico della zona, più nelle zone limitrofe del lago che nel lago stesso, molto interessanti e non riconosciute a livello nazionale.
Per il Consorzio Bonifica Pianura Friulana prende la parola l’ing. Bongiovanni il quale focalizza sulla proposta progettuale di realizzare una tubazione che da Somplago porti l’acqua al sistema Ledra Tagliamento per ridurre i problemi legati al rispetto del deflusso minimo vitale alla presa di Ospedaletto. Analizzando le precipitazioni e le temperature degli ultimi vent’anni si nota che gli eventi siccitosi sono stati numerosi. Negli anni dal 2003 al 2019 la portata è andata spesso in crisi e circa per 12/13 anni si è registrato un grave deficit idrico. La nuova opera di presa potrebbe garantire un afflusso di circa 10 metri cubi al secondo. L’ing. Bongiovanni sottolinea tuttavia che le problematiche del Lago in questione non sono strettamente collegate alla realizzazione di questa opera.
Gli indirizzi del Piano regionale di tutela delle acque infatti collegano l’intervento infrastrutturale sullo scarico del lago di Cavazzo alla riqualificazione del lago, da cui la necessità di estendere in questo senso l’approccio alle problematiche del lago.
Il dott. Gasperini si interroga se la rinaturalizzazione del lago dipenda dall’intervento di bypass. Il Piano tuttavia non individua una soluzione tecnica in materia ed il Consorzio sottolinea come dal punto di vista tecnico gli interventi non sono necessariamente correlati.
Il dott. Cicogna di Arpa apporta un contributo di ampio contesto. Ricorda al tavolo che in questo momento temporale siamo all’interno di una situazione di cambiamento climatico, sia per le temperature più elevate della norma sia come distribuzione diversa delle precipitazioni: il numero di giorni da una pioggia all’altra è infatti aumentato, e le esigenze idriche ed irrigue devono essere ripensate.
L’ing. Iervolino illustra e mette a disposizione del tavolo le conclusioni della parte del PTA sugli indirizzi di Piano, da cui si evince che il Tagliamento a valle di Ospedaletto è stato definito quale corpo idrico fortemente modificato. Tale individuazione è provvisoria e propedeutica al processo di designazione definitivo. In particolare nel documento si legge che il flusso di lavoro dovrà prevedere la valutazione di alternative agli usi specifici esistenti. La valutazione delle alternative dovrà prendere in considerazione il progetto di realizzazione di una condotta di collegamento tra il Lago di Cavazzo e il sistema derivatorio Ledra Tagliamento che consentirebbe di risolvere le difficoltà che annualmente si verificano ad Ospedaletto, garantendo da un lato il fabbisogno del Consorzio e migliorando dall’altro gli ecosistemi acquatici del fiume Tagliamento a valle di Ospedaletto, che ogni estate vengono messi a dura prova. Contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico-economica di realizzazione di un canale bypass o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul Lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità.
Il dott. Di Nardo del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana sottolinea l’importanza di un piano strategico riferito a tutto il lago, ma ribadisce che l’opera non è legata da un punto di vista tecnico e che il termine “contestualmente” nel capoverso sopra riportato si riferisce alla valutazione tecnico-economica e non alla sua realizzazione.
L’ing. Canali ribadisce l’importanza di ragionare con soluzioni condivise per contemperare tutti gli interessi e mitigare le questioni presenti. La regione aveva preso le mosse dal concorso di idee con gara europea pensato per ragionare su queste tematiche che è andato deserto. Le soluzioni per “mitigare l’impatto” non possono considerare a questo punto l’eliminazione della centrale, perché ormai è chiaro che altrimenti la regolazione del livello del lago verrebbe meno e non si potrebbe pensare ad un uso turistico del lago. Il bypass che sposta tutta l’acqua dal lago al Tagliamento comporterebbe comunque diversi problemi (non si regolerebbe più il livello del lago e anche la produzione delle turbine ne sarebbe compromessa), quindi la fattibilità dell’opera dovrà studiare bene questi argomenti.
Ricorda inoltre che la regione ha appena promulgato una legge sulle concessioni idroelettriche in base alla quale l’impianto in questione andrà a gara nel 2029, con gara che partirà nel 2027.
Il dott. Gasperini si chiede dove siano reperibili i dati rispetto alla forte escursione del Lago. A tale domanda l’ing. Canali ricorda che sono contenuti nei documenti messi a disposizione del tavolo su dropbox. Si interroga inoltre se dal punto di vista tecnico sarebbe possibile un’opera di bypass parziale in alternativa a quella totale. L’ing. Canali risponde che vi sono due argomenti in questione: ovvero quello del trasporto solido e quello della temperatura. L’impianto esistente deve funzionare sotto battente. Non è fattibile in questa fase realizzare un impianto “ibrido”, per la presenza appunto di turbine Francis. La soluzione sarebbe nel cambiare tipo di impianto, con conseguente valutazione di tipo costi/benefici. Il rinnovo della concessione sarà l’occasione di valutazione strategica se il sistema è quello corretto all’interno della programmazione prevista anche in considerazione dell’uso strategico della risorsa.
L’ing. Pederzolli sottolinea come far tornare il lago in condizioni di totale naturalità è impensabile. Ribadisce come siano necessari i dati batimetrici detenuti da A2A. Il concetto su cui intende porre attenzione è che il tema ambientale in contesto alpino ha un valore forse superiore a quello dello sfruttamento energetico e l’occasione del 2027 appare unica per questo tipo di valutazione. In Trentino la scelta di tipo ambientale è stata centrale e tale addirittura da rinunciare ad un ritorno economico per mantenere le condizioni naturali dell’ambiente.
Il tema ambientale è ribadito anche dall’ing. De Alti e l’ing. Vignoli torna sul discorso dei sedimenti. La maggior parte degli impianti sulle Alpi sono dotati di serbatoio a monte e scaricano nel corso d’acqua a valle un flusso di sedimenti. Il nostro caso è anomalo, in quanto i sedimenti sono scaricati nel lago. Le tecnologie che vengono usate di solito non sono quindi applicabili al caso concreto. E’ necessario arrivare al 2027 con alternative valide, una tesi di laurea sul tema ad esempio parla di un bypass di tipo idrodinamico in grado di passare una corrente sotto gli strati superficiali. Da cui ancora una volta ribadita la necessità di richiedere i dati batimetrici in possesso di A2A.
Il Tavolo si chiude calendarizzando la prossima riunione all’inizio del prossimo anno.
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