"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

lunedì 6 febbraio 2017

Consuntivi e progetti per il Centro di Documentazione

Dal Centro di documentazione una monografia su Avasinis


TRASAGHIS. Dopo un anno di consistente attività sia in occasione dell'anniversario del terremoto che del ponte di Braulins, procede l'attività del centro di documentazione sul territorio e la cultura di Trasaghis. Tra le attività messe in cantiere per quest'anno, l'amministrazione comunale e la direzione del centro, con la collaborazione di esperti esterni e locali, hanno avviato la raccolta di materiali e di testimonianze per la futura realizzazione di un volume monografico sulla frazione di Avasinis.
Altri percorsi di ricerca riguardano invece il periodo della prima guerra mondiale nel comune di Trasaghis e nelle zone circostanti, e la pubblicazione, in collaborazione con l'Ecomuseo della Val del lago, di una tesi di laurea sulle piante officinali tipiche della zona e una ricerca sull'intervento e sull'azione del famoso fotografo Silvio Maria Buiatti che negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale fu per parecchio tempo in zona a documentare gli aspetti paesaggistici dei paesi e soprattutto del lago.
Negli scorsi mesi, proprio con l'Ecomuseo la collaborazione è stata molto intensa, tanto è vero che ha portato alla pubblicazione di due quaderni che illustrano le caratteristiche del territorio e riprendono le ricerche che Sabino Leskovic aveva fatto negli anni '40 e '50
relativamente al patrimonio delle leggende popolari del territorio attorno al lago. E' stata inoltre completata, ed è di prossima pubblicazione, una ricerca storica (a cura di Pieri Stefanutti e Decio Tomat) sulle alluvioni che hanno colpito il territorio nei secoli e sui conseguenti interventi per garantire la sicurezza idrogeologica. In merito all'anniversario del ponte di Braulins va ricordata anche la realizzazione di alcuni pannelli che rimangono esposti in forma permanente sulla facciata della biblioteca. (p.c.)

(Messaggero Veneto, 5 febbraio 2017)


domenica 5 febbraio 2017

Pietre, carte e memorie dalla Valle del Lago

Sono stati pubblicati recentemente, su fogli valdelaghini, due articoli che, uno indipendentemente dall'altro, perseguono la medesima finalità: ricostruire fatti e vicende del passato attraverso un uso diversificato delle fonti.

Sul numero di dicembre di "Il nestri pais", il Bollettino Parrocchiale di Cavazzo, Remo Brunetti ricostruisce la dolorosa fine di due cugine, Margherita e Apollonia Macuglia,  travolte nel 1855 nel torrente Faeit  dall'acqua e dal legname di una "stua" (gli sbarramenti che i boscaioli costruivano per far fluitare poi a valle il legname tagliato). Lo stimolo di partenza è stato dato dalla osservazione di una lapide funeraria posta a ricordo di una delle due sfortunate ragazze (manufatto che ha suscitato la curiosità di un ragazzo di Verzegnis) e le circostanze dell'accaduto vengono messe assieme con l'aiuto di testimonianze d'archivio e di racconti orali della tradizione popolare.




Sul numero di dicembre di "Bordano e Interneppo oggi" (il Notiziario comunale di Bordano), invece, "Timoteos" (Emi Picco) ricostruisce la fine di due fratelli, deceduti a breve distanza l'uno dall'altro nel  1896, con alcune considerazioni che riguardano la elevata mortalità infantile nei secoli passati. Anche in questo caso lo spunto di partenza è dato da una lapide commemorativa, integrata da testimonianze orali tramandate e raccolte.


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Due percorsi paralleli, dunque,  che dimostrano come si possano ottenere interessanti risultati di ricerca attraverso il confronto e l'integrazione di fonti diverse.

Ce us pàrial? Siete a conoscenza di fatti e percorsi similari? Raccontatelo al Blog!

sabato 4 febbraio 2017

Trasaghis e Cavazzo nel 1976: nuove immagini nel video di Cardazzo

L’inedito: filmato di un’ora nei paesi distrutti


Immagini inedite, girate fra giugno e luglio 1976 sui luoghi dell’emergenza dall’architetto veneziano Paolo Cardazzo, figlio di Carlo Cardazzo, gallerista ed editore fra i maggiori protagonisti dell’arte contemporanea,  sono state proiettate recentemente nel salone del palazzo comunale di Venzone, nell’ambito della presentazione del volume “Atti e documenti sulla ricostruzione delle zone terremotate del Friuli” a cura dell’Associazione consiglieri Fvg.
Da appassionato di videoarte e di riprese video, nei mesi di giugno e luglio 1976, Cardazzo venne nel Friuli terremotato e assieme a Romano Perusini e Andrea Varisco, realizzò circa tre ore di immagini fra riprese dal vivo e registrazioni di servizi mandati in onda dalla Rai. Da queste riprese Cardazzo montò un video di un’ora, “Friuli. Memoria, partecipazione, ricostruzione”, che mostrò a Venezia nell’ambito dell’omonima esposizione nel luglio 1976.
Le immagini, parte di una collezione conservata nell’archivio della Galleria del Cavallino e delle Edizioni del Cavallino a Venezia, sono state digitalizzate dal laboratorio “La camera ottica” dell’università degli studi di Udine, e affidate poi dalla figlia Angelica Cardazzo alla Cineteca del Friuli, che con la collaborazione di Lauro Pittini e il sostegno del Consiglio regionale e della Fondazione Friuli, ha realizzato una versione di 36 minuti.
Il filmato contiene immagini di Artegna, Osoppo, Trasaghis, Venzone, Cavazzo Carnico, Gemona e Montenars, con interviste a volontari, amministratori e alla gente comune. Di particolare interesse le immagini delle tendopoli, un’intervista a Remo Cacitti e un duro intervento di don Francesco Placereani. (g.p.)
(ridotto e adattato dal sito del Messaggero Veneto)



venerdì 3 febbraio 2017

La Bianca Signora sul Lago - 11 - Susan

Il tema della "bianca signora" ha fatto sperimentare generi letterari diversi, dal racconto al racconto breve, dalla poesia alla lettera, dalla canzone alla leggenda.... Ora un nuovo contributo arriva da Susan Franzil per un nuovo genere: una delicata filastrocca per i bambini ... e per i grandi.
L'autrice presenta così il suo lavoro:
"In un momento storico delicato e caratterizzato purtroppo da chiusure, confini, muri e barriere...
ho pensato di condividere una semplice filastrocca dedicata ai più piccoli ma che può far riflettere anche noi grandi.
Ringrazio il blogger per la bella iniziativa".

Il Blogger non può che essere lieto di pubblicare tante belle proposte  "a tema" e invitare a continuare.
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In cima ad una montagna grande ed imponente 
vive un bambino curioso e sorridente

Un giorno di sole giocando sul prato
allunga il suo sguardo e rimane incantato

C’è un altro bambino lontano lontano
sull’altra montagna, fa ciao con la mano

Con gli occhi lucenti assieme han gridato
“Che bello! Che gioia! Un amico ho trovato!”

Sporgendosi un po’ e sbirciando dall’alto
vedono un lago color blu cobalto

Ma c’è un gran problema ...chi salta di là?
Quest’acqua profonda aiutarli potrà?

La Signora del Lago nascosta da un ramo
li osserva paziente e poi svela il suo piano:

“Un manto di ghiaccio per voi potrò fare 
e sull’acqua del lago vi farò incontrare!”

Così i due bambini sul lago ghiacciato
si sono incontrati ed han pure giocato!

Quel manto di ghiaccio che unisce le sponde 
è un ponte di incontri cullato dall'onde

Per sempre quel ponte fra i monti restò
e per piccoli e grandi, amicizie allacciò.

                                 Susan Franzil


giovedì 2 febbraio 2017

Avasinis, chiesta l'autorizzazione per una nuova centralina sul Leale

Era da un po’ di tempo che non se ne parlava…. E puntualmente, con la fine di gennaio è arrivata la notizia della presentazione in Regione della  richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per una nuova Centralina sul Leale, ad Avasinis.
Ne dà notizia il sito della Regione:

Nuovo impianto idroelettrico di S. Antonio in Comune di Trasaghis

In data 31 gennaio 2017 Alessandrini Francesco, Fabris Federico e Mocchiutti Andrea hanno completato la presentazione dell’istanza relativa al procedimento di valutazione di impatto ambientale e valutazione di incidenza del progetto di concessione della derivazione d'acqua ad uso idroelettrico dal torrente Leale in Comune di Trasaghis.

Il progetto prevede la realizzazione di un impianto idroelettrico della potenza nominale media di 697,50 kW, con opera di presa a quota 609.00m circa, la portata media captata pari a 172 l/s, un salto di circa 400m con restituzione a monte di Avasinis, località S. Antonio.

Tutti gli atti sono consultabili presso il Comune interessato, nonché presso il Servizio valutazioni ambientali della Direzione centrale ambiente ed energia di Trieste.
L’intera documentazione è disponibile anche sul sito della Regione, nella sezione AMBIENTE TERRITORIO/valutazione ambientale, autorizzazioni e contributi/Pratiche VIA on-line.
Chiunque abbia interesse può far pervenire le proprie osservazioni al Servizio valutazioni ambientali, Direzione centrale ambiente ed energia, via Giulia 75/1 – Trieste (pec: ambiente@certregione.fvg.it) entro 60 giorni dalla data di presentazione della suddetta documentazione. 




Nei prossimi giorni cercheremo di analizzare i contenuti di questa nuova proposta.

mercoledì 1 febbraio 2017

La Bianca Signora sul Lago - 10 - Pieri

Ancora un contributo sul tema della "bianca signora sul Lago": il racconto di Pieri Stefanutti ci porta a un grigio mattino  sul lago nel 1945, durante i  mesi della occupazione cosacca.
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Nànzila, 6 gennaio 1945

La Bianca Signora decise di scendere verso il lago. Davanti alla processione che si stava formando c'era il pope, con accanto due ragazzetti che lo aiutavano nella cerimonia che era prevista. Ma dietro c'era lei. La candida pelliccia, il colbacco bianco,  gli stivali dello stesso colore...   il suo abito e la sua nobile portanza trasmettevano rispetto.  Erano abiti che non metteva da tempo, li aveva usati tanti anni prima per andare alle serate a corte a Mosca ai tempi dello zar. Tempi ora immensamente lontani ... in seguito c'era stata infatti la Rivoluzione  e  il cambio di regime, c'erano stati tanti spostamenti, da un angolo all'altro d’Europa, fino all'arrivo in Italia, in quella “Cosacchia” promessa dai tedeschi...

Anche lei era arrivata in quel piccolo paese in riva al lago – si chiamava proprio Somplago – nell’autunno del ‘44 e subito dopo aveva perso il marito. Era successo il primo giorno di novembre, quando cosacchi e  partigiani avevano iniziato a spararsi addosso.  Nella sparatoria era morto un uomo di un paese vicino, Alesso, anche lui sfollato,  anche lui lontano da casa sua…  ma  nella sparatoria era rimasto colpito anche suo marito.
Lo avevano sepolto in quello che era diventato il cimitero cosacco, un piccolo campo tra il paese ed il lago, a lato della strada che portava al villaggio di Interneppo.

Da allora lei era rimasta serrata nel suo silenzioso dolore, aveva ridotto ancor di più i contatti con la sua gente, aveva respinto anche la possibilità di confrontarsi con gli abitanti del paese dove era andata ad abitare.
Non aveva più interesse di nulla.  Non sapeva se sarebbe mai tornata a casa sua e poi… chissà dov'era casa sua, chissà dov'era e qual era la sua patria... 

Comunque, quel  6 gennaio del 1945 aveva deciso di uscire: si sarebbe aggregata alla processione che la comunità cosacca, come faceva ogni anno nei paesi di origine, aveva intenzione di fare verso il lago per il rito della benedizione delle acque. Così aveva indossato gli abiti della festa e si era avviata con la processione che si stava indirizzando verso il lago. 
Arrivati in uno spiazzo vicino all’acqua (“a van in Nànzila”, avevano detto quelli di Somplago vedendo la direzione presa dalla processione),  il pope raccolse in un catino dell’acqua del lago, mentre recitava il salmo 29, “la voce del Signore è sopra le acque,  tuona il Dio della gloria, il Signore sulle grandi acque…”. Poi prese con due mani un piccolo crocifisso, lo sollevò in alto mentre decine di mani facevano il segno della croce. Portò quindi delicatamente il crocifisso a toccare la superficie dell'acqua, lo risollevò lentamente, ripeté per altre volte l'operazione, accompagnandola con preghiere che venivano pronunciate all'unisono dai cosacchi presenti.

La signora no, non prese parte alla preghiera collettiva. Se ne stava qualche metro in disparte, ad ascoltare il lento salmodiare della orazione e, soprattutto, a osservare la piatta, grigia superficie del lago. Le era capitato altre volte, in altre situazioni, di avere la sensazione che l'acqua fosse capace di trasmetterle dei messaggi, qualche volta addirittura l'occasione di intravedere lampi di immagini che rimandavano al futuro, a cose che non erano ancora successe...

Così anche quel mattino nebbioso, guardando la grigia superficie del lago, le capitò per prima cosa di vedere l'immagine del marito morto, una immagine indistinta nella quale suo marito continuava a fissarla triste.  Poi, dopo qualche increspatura, lei vide sull'acqua immagini di cui non riuscì a capacitarsi: vide la sua gente affrontare sotto la neve e faticosamente alcuni tornanti di montagna, vide la sua gente piangere e lamentarsi, vide mani che si sporgevano dall’acqua fredda di un fiume sovrastato da un ponte, vide delle bocche che urlavano la propria disperazione… ma non riuscì a capire a cosa si riferissero.

Non sapeva cosa sarebbe successo ma la sua esperienza le diceva che quelle cose sarebbero effettivamente capitate. Fra pochi giorni, fra poche settimane, fra qualche mese? Chissà. Sentiva però che difficilmente sarebbe riuscita a scappare e ad evitare questi avvenimenti dolorosi che si stavano preparando per la sua gente e probabilmente anche per lei.
Così non disse nulla, mentre a poca distanza il pope stava terminando la sua preghiera di benedizione dell’acqua, quell’aghiasma che sarebbe poi stata di lì a poco utilizzata per la benedizione delle case e dei campi.
Si inginocchiò, per cercare di vedere meglio quelle immagini, tese la mano verso di loro … e si mise a piangere, lentamente, silenziosamente.
Le immagini sulla superficie del lago erano scomparse, a nulla era servita la carezza che aveva tentato di fare per fermarle.
I fiocchi di neve che intanto avevano iniziato a cadere sul lago e tutt'intorno avevano rapidamente cambiato l'aspetto dei luoghi. Anche la neve aveva accarezzato il lago. La Bianca Signora non alzò nemmeno la testa a osservare quello che era stato il regalo del cielo. Trattenendo a stento le lacrime si riavviò verso casa, questa volta in coda alla processione.
Il suo cuore continuava ad essere estremamente triste, in quel paese non suo, in riva al lago. 


Pieri Stefanutti




Nota: il racconto è ovviamente opera di fantasia ma si basa su un contesto e su fatti reali legati alla occupazione cosacca dell’Alto Friuli. Sono effettivamente accadute, in particolare, la sparatoria del 1° novembre 1944 a Somplago e le cerimonie della funzione ortodossa al lago, ricostruite sulla base delle stupite testimonianze dei friulani presenti. La “visione” finale si riferisce alla tragica fine di parecchi cosacchi in Austria i quali, per non essere riportati in Russia, preferirono lasciarsi annegare nelle acque del fiume Drava.



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Come sempre, potete lasciare il vostro commento sul racconto e contribuire con le vostre proposte narrative. C'è spazio ancora, prima che sul Lago arrivi ... la Signora fiorita.

martedì 31 gennaio 2017

La Bianca Signora del Lago - 9 - Emi tris

LA BIANCA  SIGNORA SUL LAGO   (N.2)

Seguendo il consiglio  del Blogger di  “fare il bis “   ho deciso di scrivere questa seconda storia , ch’è la leggenda più famosa del lago  e riguarda la costruzione della chiesa di S. Candido a Somplago. Forse i giovani non la conoscono, ma quando c’è da divulgare… divulghiamo con piacere.

Si racconta che al tempo delle crociate un cavaliere germanico stava rientrando   a casa  dalla Palestina. Era inverno e faceva molto freddo. Dopo aver guadato il Tagliamento all’altezza di Osoppo,  aveva iniziato  a percorrere  quella strana valle che  s’era  trovato davanti, notando  che dopo poche miglia era  completamente piatta e senza nessun albero o presenza  umana …
Allora, via  al  galoppo  su quella strana  pianura! Arrivato in cima   alla pianura, dove inizia la  salita, era sceso da cavallo  e avendo trovato due viandanti   ha chiesto loro  spiegazioni e notizie  su quella strana e piatta pianura:
“ Signore, quella non è una pianura, bensì è   un lago  completamente ghiacciato “.
Il cavaliere resosi conto dello scampato pericolo - e del miracolo - decise di far costruire  la chiesetta  dedicata a S. Candido a ricordo del candido lago ghiacciato (o forse questo cavaliere  si chiamava Candidus ). Ecco perché  nei paesi   della Valle del Lago tanti portano questo nome.

        
                                             Emi Picco


Aggiungo questo post scriptum in quanto   la Bianca Signora del lago   mi ha ricordato che l’acqua che sgorga da  sotto la chiesa di S. Candido ha fatto funzionare per secoli il mulino dei miei avi Juri, pertanto  così si “ chiude il cerchio” del mio avo Francesco Colomba  annegato  nel lago e di sua  moglie Lucia Juri.


"L’acqua che sgorga da  sotto la chiesa di S. Candido ha fatto funzionare per secoli il mulino dei miei avi Juri" 

lunedì 30 gennaio 2017

Energia, quelle complesse triangolazioni

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di F. Barazzutti sugli scenari che vengono a porsi dopo gli ultimi movimenti societari a proposito di energia e specificatamente per il discorso sull'idroelettrico, temi di cui si è a lungo parlato anche sul Blog partendo delle probleatiche legate al funzionamento della centrale di Somplago.
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     L’IDROELETTRICO  E  LA  NOSTRA AUTONOMIA SPECIALE
     
Nell’aprile del 2015 in sede di esame del DDL 82 “Disciplina organica in materia di difesa del suolo e di utilizzo delle acque” uno schieramento trasversale di Consiglieri regionali (Revelant, Riccardi, Colautti, Boem, Dal Zovo, Lauri, Violino, Edera) presentava il seguente emendamento:  Art.35 bis (Società Energia Friuli Venezia Giulia) che al comma 1 così recitava “L’Amministrazione regionale è autorizzata,entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge, a costituire una Società di capitali denominata <<Società energia Friuli Venezia Giulia – SEFVG>>, nella forma ritenuta più confacente all’oggetto sociale, totalmente partecipata della Regione FVG, che abbia ad oggetto l’organizzazione dei mezzi  tecnici, economici, finanziari ed umani per le attività di ricerca, produzione, trasporto e distribuzione di energia al fine di raggiungere l’autonomia energetica del Friuli Venezia Giulia tutelandone nel contempo l’ambiente”.
      Questo opportuno e coraggioso  emendamento non finì nel testo approvato della legge, ma ….nel nulla! Ad  esso  seguì  la ritirata su un flebile Ordine del Giorno (presentatori Revelant, Riccardi, Colautti, Boem, Shaurli, Lauri, Paviotti, Ciriani, Piccin, Frattolin, Barillari) accolto dalla Giunta, che la impegnava “a presentare al Consiglio regionale entro 12 mesi un disegno di legge recante la disciplina delle concessioni di derivazione d’acqua a scopo idroelettrico”. A  quasi due anni da allora  tale impegno è inevaso.  Nel frattempo,  operatori  energetici “foresti” hanno sguazzato a loro piacere nell’idroelettrico del Friuli.
      Vediamo chi e come.  Alla fine del 2015 veniva portata a termine un’operazione finanziaria  che ha cambiato profondamente l’assetto  proprietario del settore idroelettrico in Friuli. L’operazione è avvenuta nel  disinteresse  della Regione,  degli enti locali,  degli imprenditori e della società friulana. I protagonisti di tale operazione sono stati:
     Edipower  spa, nel cui assetto  azionario figuravano a quel tempo la controllante potente multiutility A2A dei comuni di Milano e Brescia per 79,5%, alcune banche per l’11,96%, la Società Elettrica Altoatesina (SEL) per l’8,54%.  Edipower allora era proprietaria di ben 26 centrali idroelettriche in regione localizzate sull’asta del Cellina, sul canale derivato dall’Isonzo, sul canale Ledra e in Carnia le centrali Tramba, di Luincis, di Arta e – le più importanti -  di Ampezzo e di Somplago.
     Società Elettrica Altoatesina (SEL),  allora controllata dalla Provincia Autonoma di Bolzano, avente partecipazioni con Edison nelle società  Hydros (60%) e in Seledison (58%) proprietarie di centrali idroelettriche  in Alto Adige, nonché in Edipower (8,54%) come suesposto.
     Edison spa, controllata da Electricité de France (EdF), con SEL è azionista  nelle società bolzanine Hydros (40%) e Seledison (42%), è proprietaria in Friuli delle 5 centrali dell’asta del Meduna (Valina, Chievolis, Meduno,  Colle, Istrago con concessioni in scadenza nel 2020-21)) e della centrale  turbogas di Torviscosa.
     L’operazione finanziaria tra questi tre protagonisti si è attuata in due fasi.
 La prima fase riguarda il rapporto tra SEL ed Edipower ed è esposta  nel comunicato stampa di A2A del 28.12.2015: “Per effetto dell’operazione, viene assegnato a Cellina Energy srl, società interamente partecipata da Società Elettrica Altoatesina spa  (SEL) , il compendio costituito dal complesso di impianti idroelettrici di titolarità di Edipower costituenti il cd. “Nucleo di Udine”, fatta eccezione per gli impianti idroelettrici di Ampezzo e Somplago e le opere ad essi inerenti, insieme ai rapporti giuridici attivi e passivi ad essi funzionali e cassa per complessivi 38,5 milioni di ero, previa acquisizione  da parte di SEL, titolare di una partecipazione in Edipower pari all’8,54 del capitale sociale, delle restanti partecipazioni detenute in Edipower dai soci Finanziari Banca Popolare di Milano S.c.a.r.l., Fondazione Cassa di risparmio di Torino e mediobanca – Banca di Credito Finanziario Spa, pari all’11,96 del capitale sociale di Edipower. La scissione avrà efficacia il 1 gennaio 2016; è previsto un meccanismo di aggiustamento in relazione alla situazione patrimoniale del compendio scisso al 31 dicembre 2015. Per effetto dell’operazione A2A deterrà il !00% del capitale sociale di Edipower”.  E così la quota azionaria di SEL è liquidata con il trasferimento in proprietà alla stessa  di 24 centrali idroelettriche di Edipower in Friuli.
     La seconda fase  riguarda i rapporti tra SEL ed Edison. La politica energetica della Provincia Autonoma di Bolzano punta al potenziamento di SEL escludendo dal proprio territorio operatori esterni, Edison compresa.  Pertanto  SEL ha liquidato le quote azionarie di Edison in Hydros ed in Seledison trasferendo ad Edison le 24 centrali friulane ricevute da Edipower, diventando così proprietaria al 100% di Hydros e di Seledison. Nel 2016 SEL e la energetica altoatesina AEW si sono fuse nella nuova società Alperia, a seguito di che il presidente della Provincia Arno Kompatscher poteva dichiarare   "L'energia è in mani altoatesine"  e  un grande passo avanti dal punto di vista della nostra autonomia….che porterà tariffe ancora più competitive  a beneficio di imprese e famiglie”. Ciò che la presidente Serracchiani non può, purtroppo, affermare relativamente alla situazione nella nostra regione.
     E così lor signori si sono tutti sistemati:  la lombarda multiutility A2A ha potuto assorbire in sé Edipower essendone diventata l’unica proprietaria e conservare le grandi centrali di Ampezzo e Somplago, oltre alla termoelettrica di Monfalcone. SEL  si è liberata dalla presenza dell’esterna Edison.  Edison, che già deteneva le  5 centrali  del Meduna e quella  termogas di Torviscosa ha acquisito attraverso  SEL altre 24 centrali idroelettriche in Friuli, diventandovi una presenza dominante. Così,  il suo  amministratore delidato  Bruno Lescoeur dichiarava: “Edison si rafforza nell’idroelettrico  e allunga la vita media del proprio portafoglio idroelettrico riducendo i rischi legati ai rinnovi delle concessioni”. Già, le concessioni! In assenza  (voluta?)  della sopracitata società energetica  regionale, che possa concorrere all’assegnazione  o all’acquisizione delle  concessioni, la Giunta regionale continua a  concedere i rinnovi agli stessi concessionari.
     Di fronte all’ operazione Edipower-SEL-Edison  del valore di 230 milioni circa, eseguita  sotto gli occhi (bendati o che guardavano altrove?) dei nostri governanti, al disinteresse dei friulani, al quadro che ne è risultato  la nostra autonomia speciale ne esce umiliata: non è accettabile che in Friuli società “foreste” se la facciano da padrone assolute nell’idroelettrico. Così non va!
     Io vorrei che, come Kompatscher, anche una/un Presidente della nostra Regione  potesse  quanto prima affermare   "L'energia è in mani friulane" e  che ciò  costituisce un grande passo avanti dal punto di  vista della nostra autonomia”. Sì, perché l’autonomia, per essere veramente tale  e non solo teorica,  va realizzata (e ampliata!) nel concreto, utilizzando (e disponendo!) a loro vantaggio le risorse dei territori,  di cui l’idroelettrico è fondamentale particolarmente in quelli montani.  
    
Purtroppo non lo si  è fatto sinora, ma non è mai troppo tardi per imparare dalle positive esperienze dell’Alto Adige e del Trentino, per iniziare un percorso partecipato che, attraverso  la costituzione della  Società energia  Friuli Venezia Giulia,  realizzi  l’acquisizione in capo alla stessa  del maggior numero di concessioni,  comprese quelle delle centrali di Ampezzo e Somplago, sui dissesti  ambientali delle quali necessita un intervento.  Un percorso in cui un ruolo importante devono avere sin dall’inizio gli operatori idroelettrici locali quali la Società Elettrica Cooperativa Alto But, la Società Cooperativa Idroelettrica di Forni di Sopra,  la Comunità Montana della Carnia,  l’Idroelettrica Valcanale Sas e altri produttori minori.    
    Un percorso  che attui  il passaggio dall’attuale situazione di  “acque  nostre ma  centrali, kilowatt e profitti loro” ad una nuova di “acque nostre quindi centrali, kilowatt e redditi pure nostri!”. 

Franceschino Barazzutti, 
già presidente del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano (BIM) Tagliamento,

                                            già sindaco di Cavazzo Carnico 1977-1995

domenica 29 gennaio 2017

Lunedì il video sui problemi dell'ospedale di Gemona

Riceviamo e pubblichiamo:


IndyGroundFilm e il Coordinamento dei comitati per la difesa dell’ ospedale di Gemona
  
Vi invitano

Lunedi 30 Gennaio 2017 ore 18.00
 alla proiezione del video 
MANI SULLA SANITA': la RIVOLTA

Auditorium ISIS D’Aronco

Via Battiferro, 7

Gemona(Udine)

Ingresso libero


Italia 2017, 120’, HD, colore

Regia Giuliano Bugani

Sceneggiatura Giuliano Bugani
Aiuto Regia e Comunicazione Raffaella Gamberini
Musiche Barbara De Biasi

Produzione IndyGroundFilm



Mani sulla Sanità: la Rivolta vuole far luce su una precisa scelta politica che mette a rischio il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione, dando voce a realtà resistenziali in lotta contro la chiusura e il depotenziamento di unità operative ospedaliere e di pronto soccorso.

Un documentario per capire quale sarà il futuro della Sanità Pubblica, che Indygroundfilm mette a disposizione di chiunque vorrà organizzare una visione pubblica.







sabato 28 gennaio 2017

La bianca signora sul Lago - 8 - Angela bis

Anche Angela prova a fare il bis nel proporre una versione della "bianca signora sul Lago": dopo il testo di ispirazione ungarettiana, ecco una delicata fiaba d'amore ... in riva al Lago.


UNA STORIA D'AMORE NONOSTANTE TUTTO

Il loro amore era nato alla fine di quella calda estate, improvviso e sorprendente: per lei era un'esperienza nuova, inebriante; per lui, una speranza che non pensava di poter più avere, l'ultimo regalo dalla vita...
Si sedevano, ogni giorno, in riva al lago, su dei vecchi tronchi ricoperti di edera e muschio, circondati dal sussurro di piante centenarie e dal profumo intenso dei ciclamini. Il resto della magia la creavano i mille riflessi sull'acqua, il pontile di legno, le montagne protettive sullo sfondo e il loro bisogno, incessante, di parlarsi ed abbracciarsi.

Non sapevano che, lì vicino, sotto quel pontile amico e profumato di pece, c'era una piccola risorgiva, silenziosa, protetta da una  agana particolarmente curiosa, invidiosa e odiosa.
Non riusciva a sopportare quell'amore totale e smisurato e così, giorno dopo giorno, smisurata divenne anche la sua cattiveria.
Trasformò lei in una roccia adagiata sulla riva, e lui, non molto distante, in un vecchio salice piegato negli anni dal vento.
La loro condanna era tremenda: guardarsi ma non toccarsi.

Passò settembre e giunse l'autunno: il vecchio salice, piangente, ingiallì le foglie e le lasciò cadere, dolorante; lei ne venne tutta ricoperta e proprio in quel momento fece una scoperta sconvolgente: le poteva sentire, dolcemente, come un tocco lieve, ma emozionante...
La gioia fu breve perché arrivò la gelida Bora e con un soffio crudele le spazzò via tutte quante.
La pietra rimase di nuovo nuda e sola.
Tuttavia il salice, disperato, aveva imparato a sfruttare la forza di quel vento: si piegava, ondeggiava e... ogni tanto, la sfiorava.
Come aspettavano quei momenti fuggenti che parevano eterni!

Poi, a gennaio, verso sera, improvvisa, scese la Bianca Signora ad accarezzare il lago e la sua valle, rendendo tutto soffice, ovattato e incantato.
Al mattino, qualcuno notò che i rami nodosi e nevosi della triste pianta, erano adagiati e intrecciati a quella pietra amata, in un abbraccio disperato, ma appassionato.
La Signora aveva regalato loro una insperata notte d' amore.


Il salice e la pietra cominciarono così ad aspettarla ogni anno: ogni nevicata liberava un po' del loro dolore e permetteva di far vivere, per sempre, il loro amore.

La sciocca agana, ormai,  non poteva fare altro che guardare, invidiare e raccontare di quella storia d'amore nonostante tutto.

                                                                               Angela Turisini 


Come sempre... commentate e magari contribuite al progetto con i vostri testi.

venerdì 27 gennaio 2017

Giornata della memoria. Dalla Valle del Lago ai Lager

In occasione della Giornata della Memoria, si presenta l'elenco (assolutamente incompleto) di quanti, dai paesi della Valle del Lago, vennero internati o deportati nei campi di concentramento: parecchi vi morirono, altri riuscirono fortunosamente  a rientrare alle proprie case.
E' un argomento che ha avuto sinora pochi approfondimenti: può essere quindi anche questa una occasione per dare un senso ulteriore alla "giornata della memoria" di quegli eventi così tragici.



Deceduti nella deportazione o  nell'internamento:

Comune di BORDANO

PIAZZA Aldo (1920 - 1945)
PIAZZA Primo (1922 - 1944)
PICCO Eliseo (1927-1945)
PICCO Gino (1917-1945)
ROSSI Pietro Antonio (1918 - 1945)

Comune di CAVAZZO CARNICO

BARAZZUTTI Oreste (1920-1944)
BORGHI Costantino (1910-1944)
DANNA Rino (1922-1944)
MICHELLI Pietro Bernardino (1886-1945)
MONAI Modesto (1899-1945)

Comune di TRASAGHIS

CECCHINI Arturo (1892-1945)
CUCCHIARO Amerigo (1916-1945)
DE CECCO Antonio (1923-1944)
DEL BIANCO Ettore (1916-1944)
DEL NEGRO Antonio (1924 - 1943)
DEL NEGRO Dante (1925-1944)
FEREGOTTO Giovanni (1917-1945)
FEREGOTTO Italo (1924-1945)
FEREGOTTO Remigio (1913-1944)
RIDOLFO Giacomo (1913-1944)
TURISINI Pietro (1880-1945)



Rientrati dalla deportazione o  dall'internamento

Comune di BORDANO

Colomba Celso (1924)
Colomba Elio (1927)
Colomba Giovanni (1919)
Picco Antonio (1922)
Picco Arrigo (1927)
Picco Celeste (1905)
Picco Duilio (1927)
Picco Elido (1926)
Picco Rino (1926)
Rossi Costantino (1907)
Rossi Eligio (1916)
Rossi Girolamo (1921)
Rossi Ugo (1915)



Comune di CAVAZZO CARNICO

PICCILIN Pietro  (1920 - 1945) [deceduto a Cavazzo per infermità contratta in prigionia in Germania]
(...)

Comune di TRASAGHIS

DI SANTOLO Domenico
ORLANDO Valentino
RABASSI Celeste

Sul Blog sono già state citate le testimonianze raccolte da Anselmo Picco nel libro "Cuant che las caneles..." e quelle relative alla vicenda di Tinut Orlando; vi saranno sicuramente altri libri, articoli e materiali che meritano di essere conosciuti.
Si ringraziano quindi anticipatamente quanti vorranno integrare o correggere, anche con notizie e documentazione, gli elenchi sopra riportati.

(a cura di Pieri Stefanutti)


giovedì 26 gennaio 2017

Una recensione del "Lunari di Dalés" su "La Vita cattolica"

Ancje il settimanale diocesano "La Vita cattolica" nel numero uscito il 25 gennaio, dà notizia dell'uscita del "Lunari di Dalés", dando conto dei contenuti legati alla vita "ta baràca" nel dopo terremoto.
La foto a corredo dell'articolo che riassume l'intero percorso rappresenta il prefabbricato del "bar Sport" sotto la neve, in un inverno degli anni '80.




mercoledì 25 gennaio 2017

Bordano, suggestioni antiche col palo della cuccagna

Sabato 21 gennaio, Festa di S. Antonio a Bordano
Festa semplice, familiare e dal sapore di altri tempi ... tant'è che ci si diverte ancora a vedere questi prodigiosi tentativi di salire a prendere i premi sul PALO DELLA CUCCAGNA, ben ingrassato e scivoloso a dovere. Ben quattro squadre partecipanti, ma ... ... i campioni indiscussi di questa specialità sono LIS VIPARIS! Jo no sai cemût che a fasin, ma a van su par chel pâl come simis, une rôbe incredibil, a si ingropin su e a gafin su dut! Brâfs e vonde!

(Testo e foto di Mary Copetti)






martedì 24 gennaio 2017

Ricordo del'impegno di Lagorio per i terremotati friulani

Riceviamo e pubblichiamo:

Il giorno 7 di questo mese, all'età di 91 anni, è deceduto Lelio Lagorio, esponente di primo piano del partito socialista, primo presidente della Regione Toscana, che nel post-sisma del 6 maggio 1976 inviò in soccorso del Friuli terremotato una vera e propria organizzazione di operai, tecnici e mezzi meccanici che installò la propria base a Osoppo da dove operava normalmente nei Comuni di Bordano e di Trasaghis con puntate anche nel Comune di Cavazzo Carnico, provvedendo all'esecuzione di importanti interventi di vario tipo. 
Per ricordare con riconoscenza la persona di Lelio Lagorio invio la foto  relativa a una cerimonia svoltasi nell'estate sempre del 1976 nella citata zona operativa. 




Da destra: il presidente Lelio Lagorio, Arnaldo Pittoni, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Valentino Trombetta, sindaco di Osoppo, Loredano Tomat, sindaco di Trasaghis, e Giulio Colomba, sindaco di Bordano eletto deputato nelle elezioni del giugno 1976. 

Loredano Tomat,  già sindaco di Trasaghis 1970-1978