"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

martedì 8 marzo 2016

Venerdì a Cesclans la salita alla Pieve con la Via Crucis

Risultati immagini per cesclans + pieveOrganizzata dalla Parrocchia di San Daniele  di Cavazzo, torna venerdì 11 la "via Crucis" di Cesclans. Appuntamento dal bivio della strada per Cavazzo alle ore 20.30, con la salita alla Pieve di Santo Stefano seguendo le stazioni della "via Crucis", un percorso che, negli ultimi anni, ha offerto molteplici stimoli di riflessione sul ripudio della violenza e sul bisogno di pace nella società contemporanea e che oggi trae nuova linfa dalla ricorrenza dell'anno del "Giubileo della Misericordia".


lunedì 7 marzo 2016

Ospedale San Michele, una lettera ai Sindaci del Gemonese

I Comitati in difesa dell'Ospedale "San Michele di Gemona" hanno indetto per domenica prossima alle 14.30 una manifestazione nel piazzale dell'Ospedale, inviando a tutti i Sindaci del Gemonese la seguente lettera, invitandoli ad avere parte attiva nella difesa dell'Ospedale (la lettera ai Sindaci, per chiedere la loro presenza alla prevista manifestazione del 13 Marzo, è stata inviata non solo a quelli del Gemonese, ma anche a tutti quelli della AAS 3 ( 68 ) e a tutti i Consiglieri regionali. L’invito è stato esteso ai Parlamentari eletti in Regione.). Di seguito, il testo della lettera:

Visualizza foto nel messaggioPreg.mo Signor Sindaco,
a seguito del disastroso terremoto del 1976, noi cittadini del Gemonese - Canal del Ferro- Val Canale, ricordiamo con orgoglio la volontà dei nostri predecessori di ricostruire un modernissimo ospedale antisismico, per la difesa e la sicurezza delle future generazioni nella zona più sismica della Regione.
Purtroppo l'attuale Consiglio regionale, guidato dalla Presidente Serracchiani, sprezzante della nostra tragica storia, ha declassato il nostro Ospedale in un anonimo Presidio ospedaliero della Salute, in base alla L.R. n. 17 del 16 ottobre 2014, togliendo alla nostra Comunità servizi essenziali per la Salute pubblica.
Il Sindaco, in qualità di autorità sanitaria locale ha il dovere di tutelare la salute dei suoi cittadini.
Riteniamo importante la Sua presenza, come primo cittadino, alla manifestazione organizzata dai comitati, presso l’Ospedale San Michele di Gemona, in data 13 Marzo 2016 alle ore 14.30, in piazza Rodolone ove confluira' tutta la popolazione.
All'evento sono state invitate anche autorità locali, regionali e nazionali.
In questa occasione denunceremo la trasformazione dell’attuale Pronto Soccorso + Area di Emergenza (ADE) in un Punto di Primo Intervento (PPI). 
Tale struttura, in quanto definita "temporanea", in base al D.M. n. 70 del 2 aprile 2015, sarà poi trasformata in una postazione medicalizzata del 118 entro un arco temporale predefinito. 
Quindi diventerà un parcheggio per un solo mezzo di soccorso, che porterà il paziente in un altro Pronto Soccorso. 
Fonte: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/06/04/15G00084/sg%20

Il medico di turno del PPI di Gemona potrà eventualmente uscire per emergenze, interrompendo il servizio, come già accaduto a Maniago.
Fonte: http://www.ilgazzettino.it/nordest/articolo-646350.html

Per quanto sopra esposto, il D.G. dell'AAS3 Dott. Pier Paolo Benetollo non ha mai dato nessuna comunicazione pubblica.

Con la chiusura del Pronto Soccorso di Gemona é fin troppo evidente che i tempi di risposta dei soccorsi si allungheranno inevitabilmente, con potenziali rischi e/o conseguenze alle persone. 
Senza contare che cio’ provocherà ulteriore intasamento ai rimanenti P.S. di riferimento.

 A questo depauperamento sanitario del territorio si aggiungerà nel Giugno 2016 la chiusura dell’attuale Reparto di Medicina con i suoi 50 posti letto. Lo stesso verrà sostituito da una nebulosa Struttura Intermedia Polifunzionale dove non sarà gestita l’urgenza e la degenza ordinaria, ma solo la riabilitazione e/o cronicità. 

E’ evidente che i nostri cittadini, tra cui molti anziani, saranno dirottati altrove, senza sapere preventivamente dove saranno ricoverati (a Tolmezzo, a San Daniele, a Udine o altrove?), con conseguenti problemi di trasporto, assistenza e conforto familiare.
Il San Michele da 750 anni è riferimento sanitario fondamentale per il territorio e non può diventerare un mero poliambulatorio/cronicario. 
Per il territorio, perdere questi fondamentali servizi, rappresenterà l'inizio di un declino che nel medio e lungo termine avrà pesanti ricadute negative.
Vista l'importanza dell'evento, confidiamo nella Sua presenza.
Cordiali saluti
I Comitati a difesa dell'ospedale di Gemona



domenica 6 marzo 2016

Cartelli per salvaguardare Palâr, Leale e Tagliamento

Più volte sul Blog (e sulla parallela pagina fb degli "Amici del torrente Palar") è stata segnalata l'esigenza e l'opportunità di predisporsi per tempo verso la stagione estiva per prevenire le conseguenze di un afflusso turistico elevato e spesso di difficile gestione.
In questa direzione (naturalmente senza pretendere che vi sia relazione diretta) va la decisione presa dal Comune di Trasaghis di collocare, vicino ai corsi d'acqua maggiormente frequentati del territorio,  alcuni cartelli informativi capaci di contenere anche raccomandazioni e divieti per una corretta gestione dei luoghi.
Come sempre, lo spazio rimane aperto per raccogliere ulteriori commenti e suggerimenti. (A&D)
-------------------

In tutto il comune cartelli a difesa dell’ambiente


TRASAGHIS. Ambiente a disposizione di tutti, ma occhio alla tutela dell’ecosistema naturale. È il tema dell’iniziativa avviata dall'amministrazione comunale in vista del prossimo periodo estivo, quando i piacevoli anfratti naturali di Trasaghis ospiteranno migliaia di visitatori in cerca di luoghi per rinfrescarsi nella buona stagione. Proprio per questo, il Comune ha predisposto una serie di cartelli per informare i visitatori su quelli che potrebbero essere comportamenti scorretti nei confronti dell’ambiente naturale che li ospita. Si va dal tipico abbandono dei rifiuti all’accesso con mezzi motorizzati, al divieto di bivacco e campeggio e di accendere fuochi, per arrivare all’attenzione verso la fauna presente, ma anche alla proibizione di raccogliere gamberi e di realizzare dighe sui corsi d’acqua. I cartelli saranno sistemati nei luoghi più visitati, ovvero il torrente Palâr ad Alesso, il corso del Leale verso Avasinis, l’area giochi di Peonis e anche le sponde del Tagliamento a Braulins.(p.c.)

(Messaggero Veneto, 5 marzo 2016)

sabato 5 marzo 2016

Bordano, riaperta la Casa delle Farfalle (II)

Partita la nuova stagione alla Casa delle farfalle


BORDANO. Case delle farfalle: si parte con la nuova stagione. Dopo i tentennamenti degli ultimi giorni motivati da eventuali possibili conseguenze legali, la Casa delle farfalle è aperta come da programma. Martedì, le sue porte si sono aperte al pubblico e lo resteranno fino alla fine dell’estate nel seguente orario: dalle 9 alle 17 nei giorni feriali e dalle 9 alle 19 nei festivi per il primo mese di marzo, mentre successivamente l’apertura sarà allungata fino alle 18.
Certo, da parte del gestore, la coop Farfalle nella testa, non mancano gli interrogativi, probabilmente motivati dal timore dell’arrivo di possibili diffide legate alla sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittima la gara per l’affidamento della gestione.
«Abbiamo rischiato parecchio - ha comunicato il presidente della coop Stefano Dal Secco -, riaprendo le porte questo primo di marzo, spendendo denaro senza alcuna assicurazione di riaverlo indietro ed esponendo il fianco agli attacchi interessati, dei quali stiamo aspettando l’arrivo con serenità.
Per questo non potevo sottrarmi dal ricordare chi siamo e cosa facciamo, per tutte le persone eccezionali con cui stiamo facendo questo viaggio, e che hanno messo in campo in questi giorni tutta la testa e tutte le braccia, senza mai voltarsi indietro, per Giusy, Anna, Tatiana, Manuela, Andrea, Jessica, Massimo, Jacopo, e tutti».
Insomma, la speranza è quella di giungere a una stagione turistica che non abbia interruzioni e poi, per quanto riguarda il futuro, sarà il bando di gara, che il Comune è impegnato a predisporre, a decidere chi sarà il legittimo gestore.
«Questa nostra cooperativa – continua Dal Secco – non è stata fatta per raccattare denaro o scampoli di potere, ma esclusivamente per dare una mano alla terra e ai suoi abitanti; i denari che servono allo scopo li raccogliamo principalmente dai visitatori che vengono a vedere le nostre mostre ed entrano nelle strutture che gestiamo, ad ascoltare le nostre storie. Abbiamo sempre creduto che gestire un’azienda che funziona, fare qualcosa di buono e farlo in maniera etica, non siano affatto concetti in contraddizione tra di loro».
Ora, a Bordano, si attendono le scolaresche che hanno prenotato nel corso dell’inverno, ma Farfalle nella testa ha già realizzato il suo programma di iniziative e incontri, ben visibile sulle pagine del sito bordanofarfalle.it: quest'anno sono 26, il doppio di quelli realizzati l’anno scorso. (p.c.)
(Messaggero Veneto, 2 marzo 2016)

venerdì 4 marzo 2016

Presentati a Cavazzo gli studi sul rio Vaat

Sabato 27 febbraio è stato presentato il video realizzato per divulgare i risultati di uno studio effettuato nel corso degli ultimi cinque anni sul sistema carsico presente sul territorio della Val del Lago, compresa la sua connessione con le numerose sorgenti idriche presenti nell’intorno. Lo studio è stato realizzato dal Gruppo Speleologico “M. Gortani” del CAI – Sezione di Tolmezzo in collaborazione con il Club Alpino Triestino (CAT), con la consulenza di collaboratori scientifici, quali il chimico Gianni Cella, la geologa Antonella Astori, presenti in questa occasione, e la collaborazione, fondamentale anche questa, della Idrologa Clarissa Brun e di molte altre persone. La realizzazione di questo video faceva parte del Programma delle attività dell’Ecomuseo per il 2014 ed è stato finanziato dall’Ecomuseo mediante il contributo della Regione FVG (LR 10/2006 – Ecomusei), della Comunità Montana del Gemonese, Canal del ferro e Val Canale e dei Comuni di Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis.
La serata è stata introdotta dal coordinatore dell’Ecomuseo, Luigi Stefanutti, che ha ricordato anche alcune recenti iniziative realizzate dall’Ecomuseo e poi il Consigliere ecomuseale e Sindaco di Cavazzo, Gianni Borghi, ha evidenziato l’importanza di questa iniziativa e di tutte quelle lodevoli attività che vengono svolte come volontariato, esempio di passione e attaccamento al territorio, che andrebbero maggiormente supportate e promosse anche dall’ente pubblico. La serata è poi proseguita con l’introduzione delle attività del Gruppo Speleologico, esposte dal suo Presidente, Federico Piutti, e con l’esposizione puntuale di Daniele Pascolini, componente del Team Rio Vaat.
Il video ha evidenziato tutto l’eccellente lavoro svolto dal Team, compresa l’opera fondamentale di chi ha collaborato alla realizzazione pratica dello studio con i rilevamenti, i prelievi e l’assistenza agli esperti che hanno collaborato alla ricerca.
Al termine del video c’è stata l’esposizione dei risultati dello studio con la relazione del Coordinatore scientifico, Gianni Cella (chimico), e della geologa, Antonella Astori, che duettando simpaticamente con i dati rilevati hanno avvalorato la tesi conclusiva, peraltro condivisa.
Alla proiezione del video erano presenti un buon numero di spettatori interessati, giunti anche dai territori limitrofi, che hanno assistito pazientemente alla proiezione ed alla successiva esposizione dei dati scientifici, dimostrando interesse fino alla conclusione della serata.
La serata era naturalmente improntata alla valorizzazione dell’importante lavoro svolto dal Gruppo speleologico, ma il Consigliere dell’Ecomuseo, Gianni Borghi, ringraziando i componenti del Team Rio Vaat ha colto l’occasione per esporre la filosofia ecomuseale che sottende questa come altre iniziative alle quali l’Ecomuseo ha partecipato e parteciperà in futuro.
Ci auguriamo comunque che questa iniziativa, come altre realizzate in passato, ci consentano di attivare future e proficue collaborazioni. Tanto più che nel programma per il corrente anno sono previste attività che forse ci consentiranno di iniziare un percorso condiviso di conoscenza diffusa del territorio e l’attivazione di un sistema di promozione e visita della Val del Lago.
cui si rimanda anche per la visione di altre immagini sulla serata)

giovedì 3 marzo 2016

I Comuni della Val del Lago ai primi posti per il dissesto idrogeologico

Dissesto idrogeologico: ecco le aree a rischio

Il rapporto dell’Ispra fotografa le zone più esposte della nostra regione. Sono 184 i Comuni sulla ‘lista nera’


Lo stato di salute della nostra regione? Non è dei migliori, almeno stando alla fotografia che emerge dal Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia pubblicato dall’Ispra, l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, che ha analizzato i dati relativi al 2015. Il rischio combinato tra frane e dissesto idrico è marcato, con 184 Comuni su 218 a elevata o molto elevata pericolosità, pari all’84,4 per cento.
Risultati immagini per Trasaghis + franaEntrando nel dettaglio, le zone a più alta pericolosità idraulica sono quelle costiere, con una superficie che interessa il 7,5 per cento del territorio regionale. L’area maggiormente esposta a frane, invece, è quella montana, pari a una superficie di 188,2 chilometri quadrati. Tra i Comuni più a rischio figurano, in provincia di Udine, Bordano (10,3 per cento del territorio amministrato), Cavazzo Carnico (8,9%)Chiusaforte (10,2%), Drenchia(12,2%), Malborghetto Valbruna (11,4%), Ovaro (7,9%), Paluzza (8,5%),Pontebba (12,8%), Raveo (16,2%), Resiutta (17,9%), Trasaghis (9%),Venzone (11,1%) e Villa Santina (17,5%); Erto e Casso (12,8%) e Vito d’Asio (8,8%) in provincia di Pordenone.
------------
NOTA: Che i Comuni della montagna siano quelli più esposti al rischio delle frane non è una novità sconvolgente. Bisognerebbe piuttosto ragionare su quale sia la situazione relativa al "tamponare" i danni e al "prevenire" i rischi... 
                                          Risultati immagini per Bordano + frana

mercoledì 2 marzo 2016

Bordano, riaperta la Casa delle Farfalle

Dal primo marzo è stata riaperta al pubblico la struttura della Casa delle Farfalle di Bordano. Come si ricorderà, taluni avevano espresso dubbi sulla effettiva riapertura, in attesa della nuova gara di assegnazione della struttura, decisa dal Consiglio di Stato.

                                      

Ecco alcuni stralci dei comunicati apparsi sul blog della Coop. "Farfalle nella testa" che gestisce la Casa:

Come abbiamo fatto sempre, anche questa volta ci teniamo fuori dalle polemiche e apriamo la Casa delle farfalle di Bordano alle famiglie e alle scuole dal 1° di marzo, come alle famiglie e alle scuole era stato promesso. Apriamo con nuovi animali e moltissimi nuovi eventi. Apriamo come da programma e con la voglia di accogliere i visitatori dal Friuli Venezia Giulia, dall’Italia e dall’estero, con un sorriso e una bella storia di farfalle e di natura, da riportare a casa. - (...)
Abbiamo rischiato parecchio, riaprendo le porte questo primo di marzo: spendendo denaro senza alcuna assicurazione di riaverlo indietro ed esponendo il fianco agli attacchi interessati, dei quali stiamo aspettando l'arrivo con serenità. Per questo non potevo sottrarmi dal ricordare chi siamo e cosa facciamo, per tutte le persone eccezionali con cui stamo facendo questo viaggio, e che hanno messo in campo in questi giorni tutta la testa e tutte le braccia, senza mai voltarsi indietro, per Giusy, Anna, Tatiana, Manuela, Andrea, Jessica, Massimo, Jacopo, e tutti.
La Casa delle farfalle di Bordano è una tra le più importanti ricchezze di questo Friuli Venezia Giulia e una realtà di tutto rispetto in Italia; noi crediamo inoltre abbia davanti ancora dei grandissimi margini di crescita. Ragion per cui ci assumiamo volentieri tutti i rischi del caso e apriamo le porte questo primo di marzo. Per tutte le classi e le scuole che hanno prenotato la loro gita nella foresta dietro casa. Per tutti gli insegnanti che hanno voglia di fare molto di più che arrivare alla campanella. Per le famiglie che pensano che la fatica di prendere l’auto e progettare una mattinata al museo e una passeggiata nel bosco sia sudore ben speso. Per i pensionati che volentieri farebbero un viaggio ai tropici ma intanto si permettono un giro nelle serre, facendosi volare addosso le farfalle.
- Leggi tutto l'articolo su: http://www.bordanofarfalle.it/it/blog/la-casa-delle-farfalle-2016-879#sthash.Xt4g18VN.JacDqkDt.dpuf




martedì 1 marzo 2016

Il Lago e le acque nell'agenda della politica per la montagna

Laura M. Puppini ha pubblicato sul sito "Non solo Carnia" una lunga e articolata riflessione nata dall'incontro sull'idroelettrico tenutosi ad Alesso in Gennaio, in un discorso che si allarga alle complesse tematiche della politica per la montagna.
Riproduciamo le parti espressamente dedicate alle tematiche che riguardano il Lago, invitando i lettori a leggere tutto l'articolo cliccando su questo link:
http://www.nonsolocarnia.info/quale-politica-per-la-montangna-in-questa-italia/

Saranno, come sempre, gradite osservazioni e commenti.
....

Quale politica per la montagna in questa Italia?


Il 9 gennaio si teneva ad Alesso un incontro sul lago di Cavazzo, sulle due grosse centrali e sulle centraline carniche e friulane, con riferimento, pure, al problema della politica regionale in un settore così delicato. 
Su detto incontro ha relazionato subito la stampa locale, ma forse in modo non esaustivo, e privilegiando la sequela dei politici presenti.
Esso aveva come oggetto, secondo Franceschino Barazzutti che lo introduceva, principalmente, il lago dei Tre Comuni e la sua salvaguardia, ma pure: «Il passamano delle centrali idroelettriche in Friuli», come precisava Piero Cargnelutti il 5 gennaio 2016 sul Messaggero Veneto, sottolineando che «in Friuli si produce energia ma i proventi finiscono nelle tasche di società extraregionali». (Piero Cargnelutti, Non svendete le centraline del lago dei tre comuni, in: Messaggero Veneto, 5 gennaio 2016). 
Quindi Barazzutti continuava riassumendo gli aspetti salienti del passaggio di mano delle centrali e centraline carniche e friulane per la produzione di energia elettrica, mai state però, come ben precisava Cargnelutti, in possesso e sfruttamento da parte di enti od agenzie territoriali carnico/friulane. (Ivi). 
Per dir la verità ai primi del Novecento, Vittorio Cella, in rappresentanza del gruppo delle cooperative carniche, ed altri avevano cercato di sfruttare, a fini energetici, le acque dei principali fiumi carnici, dopo aver creato, a livello provinciale, l’Ente Autonomo Forze Idrauliche in Friuli, proponendo un progetto globale che superasse la «proliferazione incontrollata delle piccole centraline». (Cfr. Laura (Matelda) Puppini, Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le Cooperative Carniche 1906-1938, Gli Ultimi, 1988, p. 175-192). Ma poi, quando pareva che la possibilità di iniziare i lavori per la derivazione del Tagliamento in zona Avons fosse cosa fatta, era venuto il fascismo, che aveva reso l’Ente inoperante regalando alla S.A.D.E., presieduta dal conte Giuseppe Volpi di Misurata, magnate dell’industria elettrica, Ministro dell’industria dal 1925 al 1928, presidente di Confindustria dal 1934 al 1943, promotore dell’industria di Portomarghera, e prima governatore della Tripolitania, lo sfruttamento delle acque carniche. (Ivi, p. 191). 
Ma ritorniamo all’ oggi.
Con un comunicato del 28 dicembre 2015, A2A, la multiutility lombarda che controlla Edipower faceva sapere che, per effetto di un’operazione di scissione, era stato assegnato a Cellina Energy Srl tutto il nucleo udinese costituito dal complesso di impianti idroelettrici di titolarità Edipower, fatta eccezione per le due grosse centrali di Ampezzo e Somplago.
Cellina Energy Srl è interamente partecipata dalla Società Elettrica Altoatesina (Sel srl), «società creata dalle Provincia autonoma di Bolzano, che aveva una partecipazione dell’8,4% in Edipower» (Ivi). Cellina Energy Srl, a sua volta, cedeva le centraline friulane, appena acquisite, a “Edison s.p.a.”, ricevendone in cambio le quote che “Edison” aveva nelle società satellite della stessa, l’altoatesina “SelEdison s.p.a.” e “Hydros”, di Bolzano. 
La nuova configurazione, che interessa anche le proprietà degli impianti friulani, è già entrata in funzione con il primo gennaio, e pare essere il frutto della volontà della società altoatesina Sel (ora sparita essendosi fusa con Azienda Energetica s.p.a. a creare Alperia s.p.a.) di rinunciare a diverse partecipazioni esterne per mantenere il controllo dell’energia locale in Sud Tirolo: «Ora le società pubbliche – ha dichiarato Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano – potranno attuare politiche energetiche e tariffarie per i cittadini». (Ivi). 
Di fronte a questa situazione, che vede ben 26 centrali friulane passare di mano in mano, i comitati carnici per l’acqua intendevano aprire la discussione sulla possibilità che la Regione si occupasse direttamente dell’energia che viene prodotta sul suo territorio ed allo stesso tempo cercasse di attuare politiche di sviluppo del settore a vantaggio degli abitanti delle zone montane. 
Il problema, a mio avviso, è di rilevanza notevole. In sintesi noi abbiamo la materia prima, ma non la sfruttiamo. Quanto valga per esempio lo sfruttamento della sorgente di Fleons, a Forni Avoltri, non perché sia esempio da seguire ma per capire quanto vale ora l’acqua, è presto detto: da che si legge su L’Adige del 28 gennaio 2014 la Società Goccia di Carnia, in quella data in mano a “Avm private equity”, milanese, che stava assorbendo la Pejo da San Pellegrino, aveva chiuso il bilancio, l’anno precedente, con un attivo del 3%, 20 milioni di euro di fatturato e 140 milioni di bottiglie vendute. (Nicola Guarnieri, Acqua Pejo sposa Goccia di Carnia, in http://www.cisltn.it/…/rass…/2014/01/20140128LAdige1.pdf).
Ma per ritornare all’incontro, Franceschino Barazzutti faceva notare come, in consiglio regionale, fosse stato presentato, nel corso del 2015, un ordine del giorno trasversale, chiedendo un disegno di legge sulla gestione dell’energia idroelettrica, per non giungere impreparati ma competitivi al 2020, data della scadenza delle concessioni in uso per le due grandi centrali di Ampezzo e Lago dei Tre Comuni, nel tentativo di raggiungere l’autonomia anche in detto importantissimo settore. 
Il problema però, secondo me, è come mai la Regione Friuli Venezia Giulia non sia intervenuta nell’acquisto delle centraline, lasciando in mano a privati la gestione e lo sfruttamento anche delle ultime acque carniche e friulane. Infatti nel 2015 essa ha prodotto il “Piano regionale di tutela delle acque (PRTA)”, strumento previsto all’articolo 121 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, avente lo scopo di descrivere lo stato delle acque nella nostra Regione e di definire le misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità attraverso un approccio di tutela della risorsa, di garanzia del minimo deflusso vitale ed attraverso il risparmio idrico. Ma detto piano prevede pure interventi per la sostenibilità dello sfruttamento delle risorse idriche. Naturalmente il Piano doveva avere una fase attuativa. Che ne è stato? 
Eppure a Tolmezzo, come in altri centri regionali, nel 2015 era stato pure previsto un incontro -convegno, svoltosi il 5 maggio 2015, con argomento: il Piano di gestione 2015 – 2021, direttiva quadro acque 2000/60/ce, per il distretto idrografico delle Alpi Orientali, ed in particolare: «l’incidenza della pressione determinata dall’uso idroelettrico sullo stato complessivo delle acque del Friuli Venezia Giulia», «La definizione dell’algoritmo di calcolo del deflusso minimo vitale in Friuli Venezia Giulia», «Le misure del Piano Regionale di Tutela delle Acque – Uso Idroelettrico», «Le misure del Piano di Gestione delle Acque per i corpi idrici in relazione all’uso idroelettrico». (http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/ambiente-territorio/pianificazione-gestione-territorio/Foglia20/). Ma poi … Ma poi? 
Non si sa, infatti, perché la Regione Friuli – Venezia Giulia non abbia tentato di presentarsi come acquirente delle centraline, allo scadere delle concessioni, come suggeriva anche Enzo Marsilio, ma forse tardivamente. Vi è chi ipotizzava la mancanza di un ente preposto da crearsi all’uopo, ma vi era anche chi diceva che forse in regione non si conoscono le potenzialità del già esistente B.I.M. 
Comunque ci si deve presentare preparati alle prossime scadenze del 2020-2021, in modo che la Regione F-vg, superando gli schieramenti politici, possa acquisire almeno le 5 piccole centrali della Val Meduna ed almeno una parte di quelle grosse di Somplago e di Ampezzo, iniziando a trattare con Edipower e vedendo come fare sin da ora.
Risultati immagini per Cavazzo + Ledra TagliamentoNella parte conoscitiva dell’PRTA, il Tagliamento, a valle di Ospedaletto, viene considerato come corpo idrico fortemente modificato. Il piano prevede, pertanto, lo studio di azioni di mitigazione del fenomeno e una valutazione costi/benefici delle possibili alternative agli usi specifici esistenti. Una soluzione evidenziata è quella di prendere in considerazione il progetto di realizzazione di una condotta di collegamento tra il lago di Cavazzo e il sistema derivatorio Ledra – Tagliamento, per garantire il fabbisogno di acqua per fin irrigui del Consorzio Ledra-Tagliamento da un lato, ed il miglioramento degli ecosistemi acquatici del fiume Tagliamento a valle di Ospedaletto dall’altro. In detto contesto, veniva ipotizzata, pure, la realizzazione di un canale di by – pass che convogliasse direttamente le acque della centrale di Somplago all’emissario del lago di Cavazzo, come da progetto dell’ingegner Dino Franzil, (http://comitat-friul.blogspot.it/2012/10/salviamo-il-lago-di-cavazzo.html) con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso. (Progetto di piano regionale di tutela delle acque. Lago Cavazzo).
Risultati immagini per franceschino BarazzuttiDi questo si è parlato, pure, ad Alesso, e Franceschino Barazzutti ha sostenuto con forza che si deve prima bypassare l’acqua della centrale di Somplago e poi dare risposta ai problemi del Consorzio in questione, pena l’avere un ulteriore problema. Si è inoltre ribadita l’importanza di seguire le linee dettate dalla conferenza sul clima di Parigi del 2015, modificando il piano energetico regionale che volge ancora, per esempio con la centrale a gas di Monfalcone, all’utilizzo di combustibile di origine fossile. Infine bisogna guardare ad esempi positivi già presenti sul territorio, come Secab, e tendere all’autogestione delle risorse idriche ed ambientali e loro sfruttamento. Ma per questo argomento rimando ai miei precedenti sempre su: www.nonsolocarnia.info. (...)