"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

domenica 11 ottobre 2015

Addio a Mariuta, lucida testimone dei fatti di Avasinis

Anche Maria Rodaro se ne è andata. Per tanti anni, per tante persone, Mariuta ha rappresentato l'immagine diretta della strage di Avasinis, per la lucidità e la decisione con le quali ha rievocato il dramma personale di una ragazza che si è vista strappar via crudelmente la madre e la sorellina. Una vicenda familiare, dunque, che spesso è diventata l'emblema del dolore di un paese.
Durante le riprese del video "Tatort Avasinis"
Maria ha raccontato tante volte quelle drammatiche ore: la sua narrazione è stata pubblicata tra le testimonianze a corredo del diario di don Zossi, nei libri di P.A. Carnier e B. Ghigi, ha rilasciato interviste video diffuse in "Tatort Avasinis" e "Avasinis luogo della memoria"... 
Sempre con piglio deciso, raccontava lucidamente all'interlocutore quella drammatica esperienza che aveva segnato la sua vita, cercando di controllare la commozione per offrire quanti più dettagli fosse possibile per far comprendere a chi ascoltava il dolore che aveva avvolto il paese durante  quella giornata.
L'immagine che può forse ricordarla meglio è quella che la vede parlare a un gruppo di studenti di un istituto trentino venuti ad Avasinis a studiare le drammatiche vicende del Novecento: attenti, in religioso silenzio, ascoltavano il lucido racconto di una giovinezza strappata.
Mandi, Mariuta!
                                                     Pieri Stefanutti

Con gli studenti trentini
(da  http://blog.libero.it/2diMaj/13290545.html, con integrazione documentazione fotografica)
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Ecco  quanto raccontava Maria Rodaro nel 2005:
DOV'ERA IL MATTINO DELLA STRAGE?

Ero in paese. Stavamo per prendere il sentiero per andare  in montagna ma poi mia madre, con mia sorella piccola, non ha voluto e siamo tornate a casa. 

DA DOVE SONO ARRIVATI?

Sono comparsi all'improvviso in paese, sparando all'impazzata. I Partigiani erano sopra al cimitero a cercare di fermarli, ma con delle armi insufficienti.
Il partigiano che é rimasto ferito lo avevano portato prima in un'altra casa in cima al paese, ma lí non hanno voluto tenerlo e lo hanno portato poi a casa sua.

I PARTIGIANI HANNO DUNQUE CERCATO DI CONTRASTARLI...

I tedeschi sparavano dalla montagna sopra Trasaghis, i partigiani rispondevano da sopra il Cimitero. Ma le armi che avevano erano poche. I colpi di mortaio sono arrivati in paese, ma le armi dei partigiani hanno fatto ben poco... avevano un armamento da miseria.

E POI...

Una mia amica mi ha chiamato per andare a vedere di una donna anziana che stava piangendo: era la suocera di un partigiano ferito [Ugo Pizzato]. Mia madre mi ha dato il permesso di andare raccomandandomi di tornare presto.
Siamo andati dalla donna e abbiamo cercato di darle coraggio.
Al ritorno, lungo una strada stretta, io procedevo senza paura quando la mia amica mi ha tirata per un vestito: ci siamo accovacciate e nascoste. I soldati stavano arrivando coi fucili puntati ed avevano iniziato ad uccidere in piazza. Siamo tornate indietro e siamo andate a nasconderci in un solaio, dove siamo rimaste nascoste a lungo, piangendo e pregando.
Si sentivano gli spari ed il rumore degli  scarponi dei soldati...  Per fortuna non sono entrati lì: c'era proprio uno dei partigiani che stavano cercando!
Siamo rimasti lì per tutto il giorno e alla sera, verso le 6-7, cominciavamo a vedere delle persone scendere dalla montagna, tutte impaurite. Dalla finestrella del solaio abbiamo visto che i soldati le prendevano e le portavano in una casa in cima al paese, dove avevano fatto una sorta di prigione.
Non sapevamo se dovevamo andarci anche noi due, poi abbiamo deciso per il sì e siamo uscite. Appena ci hanno viste, le sentinelle si sono avvicinate, ci hanno prese e portate su, dove c'erano già una ventina di persone rinchiuse.
Avevamo fame e sete ma io, soprattutto, ero preoccupata per mia madre, che era rimasta da sola. Una donna, prigioniera come me, si é lasciata scappare che a mia madre era successo qualcosa di brutto, ma io speravo di no.
Ho pregato un giovane soldato di accompagnarmi a vedere da mia madre e lui ha acconsentito. 
Sono entrata subito a vedere se era nascosta in solaio e in camera, ma non c'era nessuno. 
Ho chiesto al soldato, fermo sulla porta della cucina, se mia madre fosse là dentro, ma lui ha risposto di no ed ha chiuso la porta.
Mi ha riaccompagnata in prigione, ma io non ero tranquilla.
Così, dopo che c'era stato il cambio delle sentinelle, ho convinto un altro soldato a riaccompagnarmi. Sono entrata in cucina e le ho trovate, uccise: mia madre e mia sorella erano state uccise lí, in cucina, per terra era pieno di sangue.
Ho iniziato a piangere e a urlare: subito sono accorsi 5-6 soldati coi fucili puntati. Meno male che il soldato che mi accompagnava li ha allontanati tutti, urlando "Fertig kaputt!".
Mi ha riaccompagnato nella prigione, voleva darmi dei cioccolatini ma io li rifiutavo e continuavo a piangere.
Poi ci hanno detto che potevamo tornare a dormire a casa nostra, ma io non ho voluto. Mia madre e mia sorella però non erano più là! Infatti, prima ancora, quando eravamo in prigione, i soldati avevano iniziato a coprire tutte le finestre. Avevamo paura che ci uccidessero tutti... Io e la mia amica abbiamo sbirciato e abbiamo visto i carretti   con i corpi delle vittime portati via dai soldati nelle rogge fuori dal paese.
Prima di uscire da quella casa abbiamo sentito arrivare un cavallo al galoppo. Cercavamo di vedere ma non riuscivamo a scorgere nessuno; abbiamo solo sentito a dire "Fertig Kaputt!". Alcune donne mi hanno detto poi che si trattava di un soldato su un cavallo bianco, quello che ha fatto fermare tutto.

QUELLI CHE HANNO UCCISO ERANO SOLO TEDESCHI?

Erano delle SS, ma fra loro si sentiva a parlare anche in friulano. Parlottavano fra di loro, sottovoce, ma anche in italiano e friulano.

POI SI SONO ANCHE RIPRESENTATI IN PAESE...

No, non erano in paese, ma in campagna. Lì sono stati riconosciuti dalla gente di Avasinis. Li hanno portati in piazza... Ho visto un uomo, cui avevano ucciso la nuora coi bambini....  non aveva ragione a fare quello che ha fatto? Cosa fareste se vi uccidessero i vostri familiari? Io giustifico quello che é stato fatto. Sarà stato un peccato comune,  ma  non avevamo iniziato noi, abbiamo risposto a quello che ci é stato fatto. 
Ho detto anche al prete : se avessero ucciso la sua famiglia si sarebbe comportato anche lui così. Ma via: uccidere dei bambini! Cosa avevano fatto di male? Mia sorella aveva due anni: che responsabilità poteva avere avuto? 

COSA DIREBBE SE POTESSE PARLARE CON GLI AUTORI DELLA STRAGE?

Solo che la mia famiglia é stata rovinata per sempre... che io non ho mai potuto contare sull'appoggio e la confidenza di una madre, sull'affetto di una sorella... E mio padre? I medici hanno detto che é morto d'infarto. Ma se ne é andato per il dolore, per i lutti della guerra!
Non fate guerre, non fate più guerre, che ci rimettono gli innocenti...

(Intervista del 2005 a cura di Renata Piazza e Walter Rodaro - ampi stralci dell'intervista sono riprodotti nel video "Avasinis, luogo della memoria" di Dino Ariis (Comune di Trasaghis, 2006) 

Risultati immagini per Avasinis + Tatort
Mariuta e la Mina al monumento
                                             

sabato 10 ottobre 2015

Anche da Alesso felicitazioni a don Santo per i 60 anni di sacerdozio

Diverse comunità carniche festeggiano in questi giorni i 60 anni di sacerdozio di don Santo De Caneva. Anche da Alesso in tanti si associano agli auguri nell'apprezzamento per l'opera di prè Santo, sia da parroco (dal 1967 al 1971) sia per averlo visto anche in seguito prender parte alla vita sociale e culturale del paese (per esempio anche dirigendo, per un periodo, il coro paesano).

Sessant’anni di sacerdozio: doppia festa per don Santo

CERCIVENTO I sessanta anni di sacerdozio di don Santo De Caneva saranno festeggiati con una messa domenica alle 10 a Ligosullo e un'altra alle 15 a Cercivento. Nato nel 1930 a Liariis di Ovaro, fin da piccolo ha manifestato la sua vocazione al sacerdozio. Un giorno, rientrando a casa da scuola, frequentava la 5ª elementare, trovò il cappellano, il pievano e lo zio prete che gli chiesero se avesse mai pensato di entrare in seminario. Cosciente delle difficoltà economiche della famiglia rispose di «non avere i mezzi». I tre sacerdoti si resero disponibili ad aiutarlo. Fu così che iniziò la preparazione da privatista sotto la guida del cappellano di Cludinico, don Francesco Isola, e poi della parrocchia di Cedarchis con don Mario De Giudici. Il 17 luglio 1955 venne consacrato sacerdote nel duomo di Udine e il 24 luglio celebrò la sua prima messa nella chiesa del suo paese natale. Quindi prestò la sua opera a Saletto di Chiusaforte dove istituì una scuola di canto e musica per bambini e ragazzi, a San Leonardo di Cividale, poi il ritorno in Carnia a Noiaris di Sutrio quale cappellano, successivamente parroco a Rivo di Paluzza, ad Alesso di Trasaghis, a Villanova delle Grotte, a Valbruna-Malborghetto, a Blessano di Basiliano, a Raspano di Cassacco, a Ciseriis di Tarcento e a Tricesimo. Da quasi due lustri don Santo è un valido aiuto ai sacerdoti della forania di san Pietro e in particolare nelle comunità di Ligosullo, Treppo Carnico, Sutrio e Cercivento oltre che nella Casa di riposo per anziani di Paluzza. Si è fatto benvolere per la sua sensibilità nei confronti della comunità. (g.g.)
(Messaggero Veneto, 8 ottobre 2015)

Don Santo durante una recente visita ad Alesso - Foto Angelo Stefanutti
                                       

venerdì 9 ottobre 2015

Trasaghis, duro confronto per gli statUTI

Statuto Uti ok a maggioranza l’opposizione esce dall’aula


TRASAGHIS. La statuto della futura Unione territoriale Alto Friuli è approvato a maggioranza, ma nel corso della votazione il gruppo di minoranza esce dall’aula senza neppure ascoltare la replica del sindaco.
Ecco qual è stato il destino, in aula, del documento approvato nel corso della seduta di consiglio comunale di lunedì scorso.
«Questa sera ci viene sottoposto detto statuto per mera approvazione, quindi lei signor sindaco, senza aver ascoltato il parere di nessuno, si è arrogato il diritto di approvare detto documento, che secondo noi andava preventivamente sottoposto all’attenzione e discussione di questo consiglio, seppur consapevoli che la legge regionale non lo imponeva ma nemmeno lo vietava».
Così ha parlato in consiglio comunale il capogruppo della lista “Io cittadino”, Giorgio Rodaro, annunciando la conseguente fuoriuscita dall’aula consiliare e consegnando un lungo documento firmato da tutto il gruppo consiliare alla segretaria comunale.
«Quella che istituisce le Uti – ha risposto il sindaco Augusto Picco – è una legge regionale,
e noi siamo tenuti ad applicarla, perché ognuno ha un suo livello di competenza. Lo statuto – ha concluso – è stato comunque vagliato da ogni singolo sindaco dei sei Comuni della futura unione che si prevede di realizzare sul nostro territorio».(p.c.)

(Messaggero Veneto, 8 ottobre 2015)


Afds, domenica la "Festa del dono" a Braulins

L'annuale appuntamento con la Festa del Dono della Sezione AFDS "Val del Lago" (che raccoglie i donatori dei Comuni di Bordano e di Trasaghis) si tiene quest'anno a Braulins dove, domenica mattina, alle 10.30, don Fausto Quai celebrerà una santa messa accompagnata dalla Corale di Alesso;  avrà poi luogo la  cerimonia della consegna delle medaglie e degli attestati ai donatori, con i saluti rivolti ai donatori e alle diverse sezioni dal delegato di zona Aldo Calligaro, dal Sindaco di Trasaghis Augusto Picco e dal Presidente della Sezione Renato Stefanutti.

I premiati nella festa del Dono svoltasi l'anno scorso a Peonis

giovedì 8 ottobre 2015

Si ricorda prè Pauli, plevan di Vasinas e Bordan, a 30 anni dalla scomparsa

A trent'anni dalla scomparsa, la figura di prè Pauli (don Paolo Varutti) viene ricordata nel suo paese natale, a San Vito di Fagagna. Indelebili sono anche i ricordi di prè Pauli in Val del Lago, dove fu parroco di Avasinis e Bordano (e proprio a Bordano volle essere sepolto).

SAN VITO DI FAGAGNA. Venerdì 9 ottobre alle 20.30 nella sala consiliare del Comune, l' associazione Afds. sezione di San Vito di Fagagna con il patrocinio del comune stesso, terrà una serata dedicata al concittadino don Paolo Varutti nel trentesimo anniversario della sua prematura scomparsa. Un uomo e sacerdote che ha lasciato un'impronta indimenticabile nelle persone e nei luoghi che ha frequentato. Persona schietta e di grande carisma, non disdegnando mai di prestare la sua opera dai lavori più umili alle scelte importanti della chiesa e della società civile. Grande sostenitore “dal grop de glesie furlane”. In questa serata si cercherà di raccogliere il suo vissuto di uomo e di prete. Interverrà, quale moderatore, il suo compagno di studi nel seminario per l’America Latina di Verona, don Gianni Chiesa. Parteciperanno i sacerdoti che con lui hanno collaborato: suor Fides, monsignor Nicolino Borgo, don Luigi Gloazzo, don Romano Michelotti, don Leonello Pecile, don Maurizio Ridolfi, monsignor Rizieri De Tina, don Giulio Ziraldo e Narciso Varutti.





mercoledì 7 ottobre 2015

Sabato e domenica, anche ad Alesso, una mela per combattere la Sclerosi multipla

SABATO 11 E DOMENICA 12 OTTOBRE

IN 3.000 PIAZZE ITALIANE

                                                            (ANCHE AD ALESSO)

TORNA “LA MELA DI AISM”:

i giovani con Sclerosi Multipla sono i protagonisti


  
Ogni quattro ore nel nostro Paese una persona riceve la diagnosi di sclerosi multipla. Una delle malattie più gravi del sistema nervoso centrale, cronica, imprevedibile e invalidante. La sclerosi multipla colpisce 72 mila persone in Italia: di queste il 50% sono giovani tra i 20 e i 40 anni, il periodo di vita più ricco di progetti nello studio, nel lavoro, in famiglia, nei figli e nelle relazioni sociali. La malattia è diagnosticata soprattutto a donne, in particolare giovani, ed esistono anche casi di sclerosi multipla pediatrica e, raramente, in bambini sotto i 10 anni.

Grazie ai progressi compiuti dalla ricerca ci sono oggi terapie in grado di rallentare il decorso della malattia e migliorare la qualità di vita delle persone con SM, ma la causa e la cura risolutiva non sono ancora state trovate, per questo è indispensabile sostenere la ricerca AISM.

Sabato 11 e domenica 12 ottobre, 4 milioni di mele saranno distribuite in 3.000 piazze italiane. Ciascuno di noi potrà sostenere la ricerca scientifica sulla Sclerosi Multipla.
                               L'appuntamento è sulla Piazza di Alesso dalle 9 alle 12                                

                                               LA MELA DI AISM

martedì 6 ottobre 2015

Anche gli Alpini della Val del Lago alla festa del 90° a Gemona

Cittadinanza onoraria alla sezione Ana che ha 90 anni

GEMONA Le penne nere sono tornate protagoniste nello scorso fine settimana con le celebrazioni del 90° anniversario dalla fondazione della sezione Ana di Gemona, in programma nei due giorni di sabato e domenica. La sezione Ana di Gemona è stata fondata nel lontano febbraio del 1925. Allora contava 52 alpini: oggi, gli iscritti sono circa un migliaio, suddivisi tra i suoi dieci gruppi operativi non solo nelle località del capoluogo pedemontano ma anche in quelle di Artegna, Montenars, Trasaghis, Bordano, e Venzone. Questo 90° anniversario è stato caratterizzato dal conferimento, da parte dell'amministrazione comunale, della cittadinanza onoraria alla Brigata Alpina Julia. (...) . Sabato, la festa degli alpini si è aperta a palazzo Elti con l'inaugurazione della mostra fotografica "Alpini nella Grande Guerra: ragazzi come noi". Il primo ammassamento si è avuto  per le 14.45 in piazza Garibaldi con il successivo alzabandiera in piazza del Municipio, per ritrovarsi in seguito nella sala del convitto Stimmatini dove sono state consegnate le benemerenze. (...) La serata di sabato si è conclusa con la rassegna corale "Lait a rosis" in duomo alle 20.30 in cui il coro Ana di Gemona è stato accompagnato dai cori Primavera e Glemonensis. Domenica, l'appuntamento in piazza del Ferro per l'ammassamento è stato fissato alle 9.45, per proseguire con l'alzabandiera e i saluti, e la successiva messa alle 10.30 in duomo. Terminata la cerimonia, il corteo  ha guidato tutti di nuovo in piazza per il celebre rancio. (p.c.)

(rid. e ad. da MV 1-10-15)

lunedì 5 ottobre 2015

La torta di Angel Roses dedicata a "Nesto" e al suo impegno per lo sport

Angel Roses prosegue nel suo viaggio di riscoperta dei luoghi sull'onda degli affetti e dei ricordi. La sua ultima produzione è una torta che richiama la indimenticata figura di "Nesto"...

"Ci sono luoghi che ti fanno ricordare immediatamente alcune persone, anche quando non sono più con noi.
Il loro legame era così forte che ne avverti ancora la presenza, ne senti l'assenza.
Per me, il campo della gloriosa Val del Lago è Nesto, che arriva con la sua Panda, che taglia pazientemente il prato, che saluta con il suo sorriso semplice e incantato...
Ormai è per sempre li, e come lui sono in tanti ad Alesso: la piazza, le strade, sono affollate di queste presenze-assenze, nostalgiche ma gioiose. Sono il risvolto bello di nascere e di vivere in un piccolo paese, sono la sua anima e la sua storia.
Chi hai conosciuto ed amato rimane attaccato al luogo e al cuore e... non viene mai dimenticato!"






domenica 4 ottobre 2015

Sabato mattina un "flash mob" in difesa dell'ospedale di Gemona (II)

Lutto al braccio a Gemona e lunedì tutti a Trieste


Una trentina di attivisti dei Comitati che difendono ormai da vent’anni il nosocomio gemonese, si sono ritrovati sabato mattina per un flash mob di fronte all’Ospedale San Michele, per sottolineare "l’infausta" data del 2 ottobre 2014, quando fu approvata "l’iniqua" legge di riforma sanitaria targata Serracchiani/Telesca.
image“Una legge che ha penalizzato fortemente la Montagna e la Pedemontana friulana e pordenonese, con la trasformazione degli ospedali di Sacile, Maniago, Gemona e Cividale in Presidi Ospedalieri per la salute, con la conseguente riduzione di reparti e servizi per quei territori. Non è possibile trasformare una struttura ospedaliera – sostengono con forza i Comitati gemonesi – costruita con criteri antisismici di primo grado e in grado di reggere con un sisma del nono Mercalli, in un poliambulatorio/cronicario , come vorrebbe la Legge, a servizio degli Ospedali di Tolmezzo e San Daniele. Mentre nel contempo vengono stanziati 10 milioni di euro per una struttura vicina, che non potrà mai avere le garanzie antisismiche del San Michele”.
“Oltretutto – aggiungono – Gemona è collocata nella zona sismica più importante della Regione e il tremendo terremoto del 1976 lo ha purtroppo dimostrato. Ma la riforma non ha tenuto conto di questo e “ politicamente “ ha privilegiato i grandi centri provinciali ( 150 milioni di E a Pordenone per il nuovo Ospedale e pochi di meno a Trieste ) e le zone amministrate dal CentroSinistra, penalizzando ingiustamente le periferie regionali”.
image“Lo stesso è successo con il Piano delle Emergenze – attaccano ancora i Comitati – redatto anche con logica matematica, come ha ribadito l’Assessore Telesca, come se questa si potesse applicare a un bene come la salute! Un Piano, che se approvato, trasformerà l’attuale Pronto soccorso di Gemona in un Punto di Primo intervento, in pratica solo un passaggio verso altre strutture, con la perdita dell’Area di Emergenza e della seconda ambulanza diurna con infermiere a bordo”.
Per contestare tutti questi assurdi tagli, i comitati annunciano la loro  presenza lunedì 5 in Terza Commissione regionale a Trieste. “Abbiamo chiesto al D.G. della ASS 3 , dott. G.P. Benetollo un incontro urgente per approfondire alcune tematiche attinenti al San Michele. Naturalmente la nostra protesta non si fermerà qui e nei prossimi mesi sono in cantiere eventi e azioni comuni per rilanciare il contrasto a questi iniqui provvedimenti” concludono.


(Foto: Comitati in Difesa dell'Ospedale di Gemona)

sabato 3 ottobre 2015

Il Sindaco di Cavazzo alla guida della Conca Tolmezzina

L'agenzia di informazioni della Regione dà notizia dell'imminente insediamento del Sindaco di Cavazzo al vertice della Conca Tolmezzina:

(AGENPARL)- Cavazzo Carnico 02 ott 2015 –
L’Associazione Intercomunale Conca Tolmezzina ha un nuovo presidente: il Sindaco di Cavazzo Carnico Gianni Borghi, eletto nella Conferenza dei Sindaci tenutasi lunedì 28 settembre, che svolgerà la funzione a partire dal 10 ottobre subentrando a Laura Zanella, Sindaco di Amaro.
Dal 2006, quando fu costituita l’Associazione Intercomunale, i Sindaci di Amaro, Cavazzo Carnico, Tolmezzo e Verzegnis si avvicendano, infatti, nella carica di presidente a turno per un anno.



Simpatico constatare come  il sito Agenparl, per illustrare l'articolo, adoperi il collage fotografico ideato e usato a suo tempo dal Blog "Alesso e Dintorni" per parlare dell'intervento del Sindaco di Cavazzo sulle tematiche dell'Azienda Sanitaria. Ancja chês a son sodisfazions.... 

                                           

venerdì 2 ottobre 2015

Sabato mattina un "flash mob" in difesa dell'ospedale di Gemona

Riceviamo e pubblichiamo:

Risultati immagini per ospedale + GemonaIl 2 ottobre 2014 il Consiglio regionale ha approvato la Legge 17, che ha riformato la sanità in Regione. Una Legge che vorrebbe trasformare il San Michele di Gemona da Ospedale per acuti a poliambulatorio /cronicario. Per protestare contro questa iniqua legge, il Coordinamento dei Comitati a difesa dell’ospedale, organizza un flash mob  per sabato 3, alle ore 9.30  in piazza Rodolone, di fronte al nosocomio. Tutti i partecipanti porteranno al braccio destro una  fascia nera di lutto per la morte della sanità regionale.

Per il Coordinamento – Claudio Polano

                                                   

                                                  Risultati immagini per ospedale + Gemona


giovedì 1 ottobre 2015

L'incidente al Lago e la gestione delle ambulanze gemonesi

Come i lettori hanno ormai imparato, il Blog, per scelta editoriale, non pubblica solitamente articoli riguardanti fatti di cronaca nera. In quest'ottica, la scelta di non riferire dell'incidente in autostrada della settimana scorsa e di quello al Lago di domenica scorsa, che pur tanto interesse hanno suscitato anche per il coinvolgimento di diverse persone.
A margine di quest'ultimo incidente, c'è però un comunicato emesso dai Comitati in difesa dell'Ospedale di Gemona che da quell'episodio traggono indicazioni preoccupate sulla gestione e l'utilizzo dei mezzi di soccorso:

AMBULANZE DELL'OSPEDALE DI GEMONA UTILIZZATE SEMPRE Più FREQUENTEMENTE PER TRASPORTI NON URGENTI ANCHE DA E PER L'OSPEDALE DI TOLMEZZO.
I comitati, anche a seguito di quanto successo a Alesso il 27 settembre, tornano sul tema dell'emergenza, in una settimana "estremamente calda", vista la vicina approvazione definitiva del piano delle emergenze regionale. Il caso dell'incidente di Alesso si è risolto positivamente visto che i soccorsi sono stati puntuali e efficienti. Ma c'è un grosso però.
La prima ambulanza intervenuta sul posto, quella che poi si è fermata per un guasto improvviso, proveniva da Tolmezzo, non da Gemona, come testimoniano le foto (targhette Tz18). Soprassedendo sul fatto che vorremmo proprio sapere chi ha fornito al giornalista questa falsa notizia (forse per screditare ancora una volta l'ospedale di Gemona?), siamo perplessi di fronte a una consuetudine che sta diventando sempre più frequente e depenalizzante per i cittadini del gemonese: la seconda ambulanza diurna in dotazione all'ospedale gemonese San Michele, infatti, viene utilizzata con frequenza per trasferimenti o trasporti non urgenti, anche da e per l'ospedale di Tolmezzo, anche quando in quest'ultimo nosocomio sono presenti mezzi liberi.
Il 27 settembre infatti, la prima ambulanza gemonese era impegnata in un incidente e la seconda stava trasferendo un paziente di Tolmezzo all'ospedale di Udine per una consulenza. La seconda ambulanza gemonese DEVE essere usata primariamente per le emergenze e solo in seconda istanza per trasferimenti di pazienti di altri ospedali, altrimenti il gemonese e Canal del Ferro Val Canale saranno sempre più scoperti. "Potrebbero parere dettagli non importanti, purtroppo, però, sono proprio queste consuetudini che partono in sordina e poi diventano abituali, a logorare letteralmente il servizio del nostro ospedale.
Cosa succederà con il nuovo piano delle emergenze che prevede per Gemona addirittura un peggioramento? Di giorno perderemo un'ambulanza con infermiere (sostituito da un operatore non sanitario) e di notte non si accenna al mezzo oggi in reperebilità; inoltre, non si potrà contare su altre ambulanze aggiunte dal piano (Ampezzo, Chiusaforte, Ovaro, Paluzza) perchè sono state previste solo in orario diurno.
PREPARIAMOCI AL PEGGIO.