"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

giovedì 25 giugno 2020

Acque: un appello per "essere attori di una giudiziosa gestione ed utilizzazione della risorsa acqua"

Riceviamo e pubblichiamo:

   Comuni predatori e Comuni prede

     La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della lombarda multiutility a2a, concessionaria degli impianti idroelettrici del Tagliamento con le centrali di Ampezzo e di Somplago, contro il piccolo Comune di Forni di Sotto.
   Motivo del contendere, che ha visto la multiutility soccombente in tutti i gradi di giudizio, da un lato è il potenziamento della portata dell’acquedotto comunale attingendo l’acqua sul Rio Chiaradia a monte della presa idroelettrica di a2a, dall’altro lato la pretesa della multiutility di essere indennizzata da parte del Comune  ritenendosi danneggiata poiché la captazione dell’acquedotto riduce la portata d’acqua alla sua presa.
    La controversia, oltre ad essere significativa del punto critico a cui è giunto l’utilizzo della preziosa risorsa acqua, si inserisce in un contesto ben più vasto che merita di essere esaminato: il rapporto tra grandi centri urbani e periferie. Quelle montane in particolare, adatte alla produzione idroelettrica offrendo esse le necessarie caratteristiche quali la disponibilità di acqua ed i dislivelli.
    Se da un lato il piccolo Comune di Forni di Sotto ben rappresenta una periferia montana, dall’altro lato chi è a2a e chi rappresenta? a2a giuridicamente è una società multiservizi che opera  secondo le leggi di mercato, i cui azionisti al 31.12.2019 sono  il Comune di Milano al 25%, il Comune di Brescia al 25%, altri azionisti al 49,2% tra i quali anche soggetti esteri e la stessa a2a spa allo 0,8% con azioni proprie. Quindi a2a è un’espressione, un’emanazione, un modo di essere dei citati Comuni azionisti che ne sono i proprietari.
    Quello di a2a non è un caso isolato. Infatti anche i comuni di Genova, Torino, Reggio Emilia e Parma  detengono il controllo della multiutility Iren, mentre il comune di Bologna e quelli della Romagna detengono il controllo della multiutility Hera, che opera anche nella nostra regione.
     Che i grandi Comuni si dotino di strumenti, quali le società da loro controllate, che provvedano a fornire i servizi necessari come la raccolta e smaltimento rifiuti, l’erogazione di gas e  energia elettrica, il servizio idrico, etc sui rispettivi territori comunali è cosa logica e necessaria.
     Non lo è altrettanto quando i grandi Comuni-azionisti utilizzano le società controllate per espandere la loro attività – meglio il loro business – ben oltre il proprio territorio per sfruttare la risorsa acqua dei territori periferici montani per produrre energia elettrica, peraltro portata altrove, mentre i guadagni  finiscono nell’attivo dei bilanci dei Comuni azionisti, lasciando ai territori montani, già sofferenti sotto diversi aspetti, i dissesti idrogeologici prodotti dalle derivazioni, gli alvei in secca, l’obolo dei sovraccanoni ai Consorzi Bim e di qualche autopromozionale sponsorizzazione, nonché il monumento alla propria energia.  
     Con ciò si viene ad instaurare un rapporto di subordinazione che peggiora ulteriormente lo stato di sofferenza economica, sociale e demografica delle aree montane, tanto più se la società venuta da lontano ha la pretesa di decidere se e quanti litri d’acqua per il proprio acquedotto il Comune locale può captare da un rio del proprio territorio e anche di essere economicamente ristorata per la risibile minor produzione di energia.
   
La controversia tra a2a ed il Comune di Forni di Sotto evidenzia ancora una volta l’urgenza e la necessità, da un lato, di una profonda revisione della legislazione nazionale che dia maggiori tutele ai già deboli e sofferenti territori montani in particolare nei confronti delle già di per sé potenti multiutility urbane, dall’altro lato, che la nostra Regione, a statuto di autonomia speciale, faccia altrettanto ed in particolare costituisca con urgenza una propria società energetica che assuma via via il pieno controllo del settore seguendo l’esempio della Provincia di Bolzano. Diversamente gli spazi vuoti non resteranno tali, ma per la logica del mercato saranno occupati da altri e sarà l’intero territorio regionale ad essere sottomesso: l’anticipazione sono le notizie sulle trattative  tra a2a, Agsm del Comune di Verona e Aim del Comune di Vicenza per la fusione in un’unica società con area operativa il nord-est in concorrenza con Hera. I predatori cercano prede: è la legge della giungla.
    La conclusione di questa controversia è un messaggio ed un incoraggiamento a tutti i sindaci ed abitanti della montagna ad essere attori di una giudiziosa gestione ed utilizzazione della risorsa acqua, sempre più strategica e preziosa, nell’interesse dei loro cittadini, e non spettatori distratti, se non complici, dello sfruttamento indiscriminato non solo da parte delle forestiere società multiutility ma anche da parte di speculatori privati locali e regionali che si avvalgono degli incentivi, i certificati verdi, pagati dagli utenti con le bollette.
     Lo scarso interesse dimostrato dai sindaci e dagli abitanti della Carnia, a differenza di quelli della montagna pordenonese, riguardo al passaggio alla Regione del grande idroelettrico non è un segnale incoraggiante. Per tutti dovrebbero essere di esempio, di guida e di stimolo quei vecchi che in condizioni di miseria oltre 100 anni fa fondarono la Società Elettrica Cooperativa Alto But (SECAB), tuttora ben operante in quel territorio. Nel caso non bastasse possono documentarsi su come ben operano nell’idroelettrico, e non solo, i comuni trentini singolarmente o uniti per valle.


Franceschino Barazzutti, già presidente del Consorzio BIM Tagliamento, già sindaco di Cavazzo Carnico

sabato 13 giugno 2020

Sunait cjampanis! Mobilitazione ad Alesso per mantenere il tradizionale orario delle campane

Una richiesta (anonima) presentata a Comune, Carabinieri ed Arpa per spostare l'orario del primo suono della campane dalle 6 alle 7 ha suscitato grande discussione ad Alesso dove, soprattutto sulla pagina facebook "Sei di Alesso se..." l'assoluta maggioranza degli intervenuti si è espressa per mantenere il tradizionale orario mattutino.
Dopo un iniziale accoglimento della richiesta da parte della Parrocchia, la vicenda si è (per ora) risolta (una volta valutata la normativa e le norme consuetudinarie) con la decisione del ripristino dell'orario tradizionale delle 6.
Riproporre i diversi interventi (quasi tutti) sta a indicare l'interesse ed il senso di appartenenza ad una comunità espresso (quasi sempre) in toni civili e costruttivi.















venerdì 12 giugno 2020

Avasinis, saranno sistemate le "case svizzere"

Finanziato il restauro degli alloggi popolari

Nuovi interventi per la sistemazione di alloggi popolari destinati a chi affronta situazioni di emergenza. Il Comune di Trasaghis intende sistemare alcuni appartamenti di proprietà comunale per adeguarli alle nuove modalità di sostenibilità, e metterli a disposizione delle persone che ne fanno domanda. Tra questi, ci sono le sette case prefabbricate di Avasinis donate dalla comunità svizzera ai tempi del terremoto, che saranno presto oggetto di un intervento da 160 mila euro per il rifacimento di infissi, isolamenti e impianti. Cinque di queste case sono già abitate: «Le restanti due – spiega il sindaco Stefania Pisu – saranno messe a norma con questi lavori e così potranno essere utilizzate. Al momento, le richieste non mancano». Il Comune di Trasaghis, possessore di alcune piccole unità abitative sul territorio, si è dotato di un regolamento con il quale gli appartamenti possono essere destinati solo alla popolazione del paese, nei casi in cui le richieste siano legate a emergenze, a volte a progetti coordinati dai servizi sociali: l’affitto concordato è spesso legato all’Isee del futuro utente della struttura. Oltre alle case svizzere di Avasinis, il Comune di Trasaghis possiede un ulteriore appartamento nella frazione, altri due ad Alesso e una casa a Peonis. Queste strutture saranno oggetto di interventi: «Abbiamo ricevuto un contributo – spiega il sindaco Pisu di 170 mila euro – e ora ci apprestiamo a consultare i professionisti per capire quali potrebbero essere gli interventi prioritari sugli altri appartamenti in base alle risorse disponibili. Viste le richieste che ci arrivano dalla comunità, il nostro  obiettivo è rendere fruibili quelle proprietà comunali». 

(Messaggero Veneto, 10 giugno 2020)

giovedì 11 giugno 2020

Da settembre, la Primaria di Bordano farà scuola a Interneppo

Tornano le lezioni a Interneppo La scuola Montessori è salva

Piero Cargnelutti / BORDANO

A Interneppo la scuola riaprirà i battenti per accogliere di nuovo i bambini.
L’amministrazione comunale di Bordano ha infatti deciso di utilizzare l’ex struttura scolastica realizzata negli anni Sessanta nella frazione posta sul lago dei Tre Comuni, per far fronte al problema che si era originato nel plesso di Bordano. Come è noto, le indagini antisismiche che hanno interessato lo scorso anno la struttura scolastica del capoluogo non avevano dato esito positive, e questo aveva costretto l’amministrazione comunale a dichiarare inagibile tale edificio. Per far fronte all’organizzazione dell’anno scolastico, il Comune aveva dunque deciso di ospitare gli alunni delle elementari nella scuola materna, e i bambini di quest’ultima in un modulo opportunamente affittato per loro. Ora, però, gli amministratori comunali hanno deciso di portare la scuola  temporaneamente a Interneppo. 
«Anche l’ex plesso di Interneppo – spiega il sindaco Ivana Bellina – è stato sottoposto negli ultimi mesi a una serie di verifiche in tema di sicurezza ed è emerso che la struttura è sicura e può ospitare i bambini. Sarà necessario fare una serie di piccoli interventi e alcuni sono già programmabili: noi pensiamo di riuscire a far ripartire l’anno scolastico da lì per le primarie, mentre le materne potranno tornare nella loro sede a Bordano dove non sarà più necessario affittare un modulo. Crediamo anche – continua il primo cittadino – che la presenza del plesso sarà di buon auspicio per la frazione di Interneppo dove la scuola era stata chiusa alcuni decenni fa».

Va ricordato a Bordano da anni il Comune e la direzione didattica di Trasaghis stanno portando avanti un progetto di insegnamento con il metodo Montessori, che ha permesso di salvaguardare la scuola del piccolo paese della Val del lago, richiamando l’interesse delle famiglie da molti paesi del territorio pedemontano e collinare interessate a far seguire al proprio figlio quel particolare metodo di insegnamento.

Quello di Bordano è l’unico plesso pubblico Montessori in tutto l’alto Friuli e uno dei pochi in tutta la provincia: «Il ricorso alla struttura di Interneppo – precisa ancora il sindaco Bellina – andrà a risolvere problematiche relative alle future direttive del post emergenza, per le quali attendiamo direttive dal ministero. Dall’altro lato, i bambini aumenteranno, passando da 45 dell’anno scorso a una sessantina previsti per il prossimo e la materna di Bordano non è sufficiente per far fronte a tutte le attività. La struttura di Interneppo è adatta, naturalmente si tratta di una scelta temporanea perché l’amministrazione continuare a verificare con la Regione la possibilità di riportare il plesso a Bordano». 
(Messaggero Veneto, 5 giugno 2020)

mercoledì 3 giugno 2020

Trasaghis, si riparte anche con i nuovi parchi-gioco nelle frazioni

Aumentano i nuovi nati - Più parchi nelle frazioni


Piero Cargnelutti / dal Messaggero Veneto

Aumentano i bimbi a Trasaghis e il Comune dota il paese di parchi giochi per tutte le frazioni. Con un investimento di circa 70 mila euro, l'amministrazione comunale ha risistemato i parchi gioco del centro a Trasaghis, delle frazioni di Peonis e Alesso, e anche quello sulle rive del lago dei Tre Comuni. Allo stesso tempo, ha avviato la progettazione di un parco giochi da realizzare ad Avasinis, località che ne è sprovvista, e vi è la volontà di intervenire anche a Braulins. «È un intervento - spiega il sindaco Stefania Pisu - che abbiamo avviato con convinzione per due motivi: da un lato i parchi già presenti erano ormai rovinati tanto è che abbiamo scelto di realizzare quelli nuovi con materiali più duraturi come l'acciao "smart city" e non il legno, sperando che possano durare di più. Secondariamente, visti i numeri di nuovi nati a Trasaghis, ci è sembrato opportuno venire incontro alle famiglie». Trasaghis è un paese che sta registrando numeri positivi in quanto nascite di bambini: l'anno scorso erano 19, 5 dei quali venuti al mondo nel giro di un mese, e ciò su una popolazione di circa 2 mila persone. Nel 2017 erano 13, mentre l'anno sono saliti a 14, numeri che disegnano un trend in crescita. «Per noi - dice il sindaco Pisu - è un bel segnale, per questo vogliamo dotare ognuna delle cinque frazioni del suo parco giochi».