Prosegue la discussione sul Progetto presentato da Edipower e sulle possibili conseguenze per il Lago. Sul Messaggero Veneto del 22 agosto è stato pubblicato questo intervento di Loredano Tomat, sindaco di Trasaghis negli anni '70.
Lo spezzatino in Val del lago
Val del Lago. Rieccoci, come sempre, dagli anni Cinquanta dello scorso secolo lo spezzatino continua. Per un motivo o per l’altro, per transitarci o per prendere quelle risorse che la valle offre e portarle via altrove, ogni nuova scusa è buona. Si è infierito sulla natura del lago e della sua vallata più negli ultimi sessanta anni che non nei millenni precedenti. Qui si è fatto di tutto e di più! Ora è Edipower Spa a presentare un progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago che, se realizzato così, intonerebbe – a parer mio – il “de profundis” per il lago. Dalla presentazione del progetto, invece, scaturisce una musica più allegra: tutto bene per il lago! Anzi, si avrà un qualche miglioramento! Capisco: i tecnici di Edipower fanno il loro mestiere, che è quello di dare le migliori soluzioni per la società che li paga e minimizzare le ricadute negative. Capirei meglio la valutazione di tecnici veramente indipendenti e autonomi che non siano quelli delle commissioni di Via, operanti presso il potere. Ritengo che il proposto intervento di Edipower non possa essere disgiunto dai problemi che sono stati rovesciati addosso al lago e alla sua valle negli ultimi 50 anni, senza dare occupazione stabile, che sinteticamente sono: centrale idroelettrica con relativi impatti sul lago, sulla valle, sul clima e dalle reti di trasmissione; l’oleodotto con l’irrazionale ubicazione della stazione di pompaggio e serbatoio proprio sulla sponda del lago; l’autostrada che si è messa sotto i piloni (i piedi!) il lago, la sua valle e la sua gente. Ebbene, dopo tutto questo, è legittimo e giusto che si dica “basta”! Basta a Edipower, che intende attuare un intervento speculativo impostato sulla differenza di prezzo del kw tra le ore di punta e quello di bassa domanda del mercato. Basta alla Regione. Basta al ministero. Questa doveva essere la posizione dei Comuni e non quella di rendere subito pareri favorevoli e di spostare il discorso sulle compensazioni, di cui la gente non sa niente, tenute dai sindaci come fossero segreti di Stato. E se osi chiedere loro di informare la gente ti considerano un rompiscatole e ti rispondono «lasciateci lavorare in pace». Questo è l’opposto della trasparenza e della democrazia. Ma contemporaneamente al “basta”, dopo tutte le malefatte compiute sul lago e nella sua valle per “interessi superiori” o altrui, è legittimo pretendere dalla Regione un piano organico condiviso e relativa legge che valorizzino le potenzialità del lago e della sua valle, in cui si tenga conto degli interessi di tutti, ma in primo luogo di quelli locali. Un piano che raccordi con il lago tutti i siti interessanti del circondario (fortezza di monte Festa e S. Simeone, pieve di Cesclans, Venzone, Gemona, forte di Osoppo ecc). Un “basta” che dica forte al governo, alla Regione, a Edipower che per la Val del Lago è il tempo dell’“avere”, perché quello del “dare” è stato troppo lungo e doloroso. Un “basta” ad “A2A S.p.A.”, azienda municipale di Brescia e Milano (e ai sindaci di riferimento) azionista di Edipower per il 20% e a “Iride S.p.A.”, azienda municipale di Torino e Genova (e ai sindaci di riferimento), azionista di Edipower per il 10%, che non possono venire qui ad attivare i vecchi progetti della Sade a vantaggio loro e a discapito del nostro territorio. Trovino i nostri sindaci (e il presidente Tondo) il coraggio di dire questo ai loro colleghi di quelle città. Sul “basta” e su questa ferma richiesta alla Regione di un piano e di una legge per il lago e la valle vanno superate le polemiche e costruita l’unità. Un piano organico sarebbe anche l’occasione per conoscere lo stato reale del lago e quanto fango si sia accumulato sul suo fondo in 50 anni di esercizio della centrale idroelettrica. Così potremo calcolare in quanti secoli il lago si trasformerà in una pianura a mais, ben diversa da quella del lago ghiacciato, attraversato a cavallo – come vuole la leggenda – dall’ignaro viaggiatore nobiluomo Candido, che, a ringraziamento del pericolo scampato, fece erigere la chiesetta di San Candido sotto la rupe omonima. Questo renderebbe anche onore alla memoria di coloro che ci hanno lasciati e che hanno lottato per la valorizzazione del lago e della sua valle. Persone che ricordo con affetto e con l’amarezza di non essere nelle condizioni fisiche di dare continuità al loro operato. Ho scritto con fatica queste righe soltanto perché in cuor mio mi sarei sentito un disertore se non avessi almeno espresso la mia opinione sul progetto Edipower e sul da farsi. Mandi.
LOREDANO TOMAT
già sindaco di Trasaghis
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