E alla Regione chiede una lista dei torrenti di pregio da difendere
ALTA VAL D'ARZINO
“L’idroelettrico è una fonte di energia rinnovabile e perciò meritevole di sostegno, però la sua attuazione sul territorio va fatta con criteri di compatibilità ambientale e di economicità, non può essere vista come un'iniziativa piratesca di depauperamento delle risorse locali, e per questo motivo in grado di pregiudicare lo sviluppo turistico e sociale dei territori in cui ricade”. È con queste parole che Wwf e Movimento tutela dell’Arzino plaudono alla decisione della giunta regionale di bocciare il progetto – presentato da Itv Industria tessile del Vomano srl – riguardante l’impianto idroelettrico "Di Marins" tra i comuni di Verzegnis e di Vito d'Asio in alta val d’Arzino, giudicandolo “non compatibile con l’ambiente”.
La decisione della giunta – sancita con delibera 1616 del 20 settembre – è secondo le associazioni, “una vittoria dell’ambiente e del buon senso, il risultato finale di una intensa e prolungata collaborazione tra Wwf, Legambiente Fvg, Movimento Tutela Arzino, Aiw Associazione italiana per la wilderness, Assieme per il Tagliamento e Comitato Arca che ha dato i frutti che tutti si aspettavano, il risultato finale della accresciuta sensibilità ambientale da parte della popolazione, non solo di quella residente, consapevole che è necessario tutelare e preservare le ultime oasi di naturalità del territorio regionale”.
Concetto, del resto, ribadito nella stessa delibera della giunta regionale dove si trova scritto che “i potenziali impatti negativi indotti in fase di esercizio dell’impianto si presentano prevalenti rispetto al beneficio ambientale legato al fatto che trattasi di energia da fonte rinnovabile considerato in particolare che la zona interessata è uno dei contesti ambientali più importanti del patrimonio naturalistico, paesaggistico e turistico dell’intero comprensorio regionale”e che quindi “…gli obiettivi di progetto sono comunque tali da generare impatti di natura ed entità non compatibili con l’ambiente interessato”.
Con questo atto si conclude una vicenda iniziata nel lontano 1985 quando venne rilasciata la concessione a derivare. Da allora, data anche la scarsa rimuneratività dell’investimento, il procedimento si è trascinato fino al 2009 quando, complice un generoso regime di incentivi, ha ricevuto un inaspettato impulso ed è stato sottoposto alla procedura iniziale di “screening” per arrivare poi rapidamente ai giorni nostri.
“A questo punto è necessario che la Regione – affermano le associazioni - si doti di linee guida con criteri certi e definiti per il rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione di tali impianti, e che prima definisca l’elenco dei torrenti di particolare pregio ambientale, come l’Arzino, esclusi da qualsiasi ipotesi di sfruttamento a fini idroelettrici. Solo così l’impiego della risorsa acqua sarà compatibile con le imprescindibili esigenze di tutela del nostro territorio”.
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