Mi permetto di inviare di questa nota che trae spunto dall’articolo del Blog: “Nel cratere della ricostruzione non c’è spazio per Trasaghis”, critico verso un DVD dell’Auser imperniato su quello che può offrire il nostro territorio dal Tagliamento all’Arzino, ma che non prendeva in considerazione il nostro lago.
E’ questa, per me, un’altra osservazione che rientra nella serie “Uniti nel lamento”, ma ben separati nel cercare o proporre soluzioni al degrado della nostra zona!
Mi ricordo anche frasi del tipo: “Trasaghis deve tornare a contare di più all’esterno!” La disse convinto un Sig. qualcuno anni fa, ma che non ho mai capito se era rivolta allo scarso peso politico di Trasaghis, o alle cariche da ricoprire che, una volta ottenute, comunque ben pochi frutti a noi ha portato.
Sembrerebbe un discorso fuori luogo, senza capo né coda: ma non è così!
Il singolo piagnisteo, il non trovare unitarie soluzioni ai problemi, la carenza di progettualità, non considerare comuni le difficoltà e i pregi dei nostri paesi: (punti su cui tutti dovrebbero compattarsi), è la causa principale di questo: “Si salvi chi può!” L’ultimo buon esempio è la gestione iniziale della questione Edipower!
Ricordo con rammarico il 1991, quando i Sindaci di Cavazzo, Amaro, Bordano, Trasaghis e Venzone , in prima persona, cercarono di varare il progetto dell’unione dei piccoli Comuni che la Legge 42/1990 già allora prevedeva!
Una via d’uscita a quello che tutt’oggi sono i problemi economici, calo demografico, ed altri ancora a cui i nostri amministratori cercano di far fronte appoggiandosi allo strapotere politico/decisionale di Gemona e Tomezzo: un abbraccio mortale che non contribuirà certo a risolverli, anzi! Ci impoverirà ulteriormente.
Un progetto che si basava sui beni comuni da valorizzare: il lago, i centri storici, i parchi, la montagna, le acque, le zone industriali, le scuole, l’energia, i servizi che un’unione poteva e può trattare benissimo autonomamente, partendo dal forte peso politico di oltre 7000 abitanti: quasi 10.000 se anche Forgaria si aggregasse.
Tutto fallì sempre e solo perché dei consiglieri comunali, troppo servili ai ras politici di riferimento, non appena seppero di questi incontri preliminari, anziché incoraggiare l’iniziativa contribuirono a far saltare.
Non so se questa prassi continui! So però che i Comuni insistono ad andare ognuno per la propria strada e, nel lamento dei conti che non tornano, cedono pian piano la nostra autonomia ed i nostri servizi alla Conca Tolmezzina o a Gemona che si limiteranno, come sempre, a succhiare risorse e vantaggi politici/economici da questa situazione.
Cosa ci si può attendere da queste due entità non ancora consce degli errori del passato quando, litigando tra loro come i polli di Renzo, non si accorgevano che ospedali, preture, tribunali ecc., prendevano altre strade?
Un fio che pagherà come sempre la debole periferia, ove raccatteranno il poco che ci rimane per sopravvivere: ancora cieche e per nulla preoccupate del fatto che, come accade per il corpo umano, anche il cuore morrà quando non potrà più contare sugli organi esterni.
Al di la degli scontri, polemiche e piccoli campanili, ma perché non si può tornare a parlare di politica e di progetti?
Sempre quale esclusivo contributo alla discussione. Cordiali saluti
Dino RABASSI
Nessun commento:
Posta un commento
Ogni opinione espressa attraverso il commento agli articoli è unicamente quella del suo autore, che conseguentemente si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione sul Blog "Alesso e Dintorni" del testo inviato.
OGNI COMMENTO, ANCHE NELLA CATEGORIA ANONIMO;, DEVE ESSERE FIRMATO IN CALCE, ALTRIMENTI NON SARà PUBBLICATO.
Grazie.