Il bello è che … anche a Tarcento, in casa Toffoletti, viene conservata una struttura per molti versi simili, anche qui si tratta di una barca che, nelle memorie locali, viene indicata come "barca cosacca" e che Alfonso Toffoletti ha così descritto: "Ho conservato una barca che mio padre chiamava barca da neve utilizzata dai cosacchi per trasportare i feriti. Non sono riuscito a trovare conferme sulla sua origine. Probabilmente è stata sottratta da qualche deposito militare alla fine della guerra a Tarcento. E' strano che una barca da fiume, si trovi a Tarcento. Ho notizie che una barca simile si trovava ad Alesso negli anni 60 e veniva definita come barca cosacca".
Lanciamo un appello, allora, a chi potesse fornire qualche elemento di chiarimento: sia sulle vicende "spicciole" della "barcjuta di Dalès" (di cui esiste un'unica foto), sia, in generale, dell'effettiva attribuzione specifica ai cosacchi dell'oggetto (o se non sia, invece, un attrezzo in uso a qualche esercito del nord Europa…).
Eventuali, gradite informazioni possono essere fornite con un commento o una mail al Blog oppure intervenendo sulla pagina facebook di "Alesso e Dintorni Web".
(In alto, una foto scattata nel 1953 ad alcune ragazze di Alesso sulla neve con la "barcjuta"; in basso la barca da neve conservata a Tarcento. Sono evidenti le analogie)
Per quello che ne resta dei miei ricordi,anchio feci qualche disesa,con quella"barcjuta"solitamente si andava in (Val di Barcjas)ero ancora un ragazzino,e come me, tanti altri,più adulti,era uno dei pochi divertimenti,che ti concedevano quei lughi inverni,che a noi ragazzi sembravano interminabili.La foto pubblicata, con quelle tre splendite ragazze,ancor oggi signore di bel aspetto,e felici Nonne, mi sembra,scattata nel "prat da Cilia"dove ora ce la casa della Dottoressa Candido, località di ritrovo della domenica anche per le signorine.
RispondiEliminaPer quanto,la provenienza della"barjuta"credo che i Cosacchi non c'entrino nulla,ma più semplicemente,era il mezzo di trasporto dei feriti,delle truppe alpine,ancora oggi in dotazione al soccorso alpino anche se in forme e materiale diverso,credo che la sezione Alpini di Alesso ne sanno certamente più di me, e forse anche qualche immagine nella loro sede.Molto diversa, di quella di Tarcento,la nostra "barcjuta" era più corta circa 2,20 ml non lo mai misurata,era tronca dietro e senza schienale.Come sia arrivata ad Alesso non lo so,forse durante la ritirata,forse in uso ai Patigiani, forse risalendo al propretario,si potrebbe saperne dipiù Luci
Perbacco, molto interessante. Fa piacere notare che anche Luci nutre le stesse passioni e gli stessi interessi del blogger. I suoi interventi, guarda caso, giungono sempre nei momenti più opportuni, quando l’attenzione dei frequentatori sugli argomenti trattati attraversa momenti così detti critici e/o assenti. Dunque anche questa volta ridiamo il benvenuto e il bentornato fra noi a Luci, o scusate volevo dire A&D, alias blogger. Meni
RispondiEliminaFacendo una semplice analisi linguistica, si può ipotizzare che il Meni appena intervenuto sia diverso dal Meni che aveva partecipato qualche giorno fa alla discussione sulla visita dell'assessore Violino. Analogamente, dovrebbe essere ancor più semplice stabilire e concordare che il Blogger e Luci siano persone diverse... ma tant'è, ognuno ha il diritto di mantenere le proprie convinzioni.
RispondiEliminaDa Meni 2°, però, ci sarebbe aspettati almeno un gesto di apprezzamento per il lavoro di analisi e di sintesi che sta dietro alle pubblicazioni in corso di articoli sulla centralina del Leale, che si sono lette sinora SOLO su questo Blog...
Ah.. per quanto riguarda la documentazione sulla centralina sul Leale, niente che dire." Brâf, brâf e basta"! Meni
RispondiEliminaAttenzione però, la coscienza non si lava come una maglietta sporca!
RispondiEliminaMeni
Meni, si attenga al tema! Se lei ha degli argomenti per sviluppare il discorso "barcjuta dai cosacs", intervenga nello specifico. Se ha qualcosa da dire su Leale, Lago o Comitati, intervenga negli articoli appropriati. Ha qualcosa da dire ai lettori di Alesso e Dintorni? Mandi una mail e sarà probabilmente pubblicato. Ma se lei ha (o crede di avere) qualche risentimento personale col Blogger, cerchi di risolverlo in separata sede.
RispondiEliminaIO ho origine cosaccha di Don e posso dire - la barca antica da pescare !
RispondiEliminaSignora Valeria, se lei ha informazioni precise su quel tipo di barca, ce le faccia avere .... Sarà interessante pubblicarle e risolvere questo interrogativo che si trascina da tanto tempo. Grazie
EliminaCercando informazioni sulle barche cosacche di Tarcento ho trovato questo post, aon quella bellissima immagine degli anni '60.. avendo trovato qualche notizia interessante, la condivido: https://www.abc.se/~pa/publ/amphibia.htm
RispondiEliminanella seconda immagine del link si vede una barca simile al modello tronco (quindi non quello fotografato, ma sempre una barca da neve cosacca), e sembra che l'origine sia scandinavo-lappone; il fatto che poi l'abbiano impiegata i Cosacchi non mi sorprende, visti gli importanti contatti commerciali e culturali che c'erano tra le popolazioni russe e quelle scandinave, almeno dall'era vichinga (la costruzione con i corsi di fasciame sovrapposti è tipicamente scandinava, tra l'altro, proprio come una nave vichinga). Mandi!
RispondiEliminaVedete, il bello del Blog è che esso è una sorta di "enciclopedia aperta sulla Val del Lago" che può venire aggiornata e integrata costantemente, anche a distanza di anni, come in questo caso. Col nuovo contributo (grazie!) vengono posti interessanti parallelismi addirittura tra cosacchi e vichinghi! Tutto da dimostrare, naturalmente, ma intanto è interessante confrontarsi e discutere.
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