"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 25 aprile 2015

Val del Lago sul Web. In Folcjâr, inseguendo le suggestioni dei "pagans"

Sul Blog "Montagne sottosopra" curato da Luca De Ronch, è stata pubblicata pochi giorni fa la cronaca di una escursione in Folcjâr, un itinerario arricchito da foto suggestive e ispirato dalla lettura del romanzo "Il bosco del cervo bianco" di Paolo Morganti di cui si è parlato più volte anche su questo Blog.
Ai lettori di "Alesso & Dintorni" farà dunque particolare piacere seguire la proposta della camminata alla ricerca delle suggestioni nate dalle leggende degli antichi "pagans" che avrebbero un tempo abitato la valle. Viene qui riproposto il testo ed una selezione delle immagini fotografiche: chi vuole visionarle tutte può andare alla pagina  http://montagnesottosopra.blogspot.it/2015/04/folchiar.html
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FOLCHIAR

Non molto tempo fa ho letto un libro “ il bosco del Cervo Bianco” che narrava la storia di un prete di Cesclans che entrava in contatto con un gruppo di Celti che viveva in una vallata nascosta alle pendici del Monte Faroppa.  Il villaggio  di Folchiar. Un viaggio in tempi antichi, tra demoni e benandanti con molti riferimenti alle antiche radici del nostro Friuli .........


Stavolta, approfittando di questa breve escursione nei dintorni di Cavazzo, abbiniamo il piacere di   una passeggiata in un luogo davvero particolare, con la fantasia. Ci incamminiamo lungo la strada forestale che da Alesso di Trasaghis, sulle sponde del lago di Cavazzo, sale a Folchiar, alla ricerca dei ruderi di un antico insediamento o dei buchi rotondi chiamati Fors dai Pagans. L’escursione è breve ma piacevole, con insoliti scorci panoramici sul Lago di Cavazzo e sui Monti Brancot e San Simeone. Lungo la strada che sale alla sella, sempre comunque molto comoda, la vegetazione, dopo un primo tratto nel bosco di pino, carpino e orniello, si fa via via più rada, regalando splendide viste e una varietà di fioriture che non possono far altro che rasserenare gli animi. Numerose farfalle allietano la salita che comunque è breve e ad un tratto si appiana.




Il percorso, ora sentiero piega verso nord inoltrandosi alto sul Rio Niviselis e superando quella che era nell’antichità la conca prativa di Folchiar raggiunge una selletta. Una scritta su un masso “ Folchiar, Mont dai Pagans” ci dice che siamo nel posto giusto.


Il rumore dell’autostrada è sparito, appena girato l’angolo, adesso siamo solo noi e il bosco di Folchiar, da un momento all’altro possono apparire folletti come gli Sblifs o i Mazzarots, o forse Salvans e Pagans.  Ma  noi discendenti dall’ Omp Salvadi procediamo tranquilli, in esplorazione anche lungo tracce e camminamenti “fuori sentiero”. Prima di scendere raggiungiamo una sconosciuta cimetta, da cui si gode una discreta vista sul Amariana e sul San Simeone, dove ci fermiamo. Ovattati rumori giungono da valle mentre il bosco risponde con i canti di primavera degli uccelli


La discesa verso Somplago, tralasciando il bivio per gli Stavoli Grialez,  passa sotto il Cuel di Povoleit. Una grotta si apre sulla nostra sinistra, forse era il “passaggio segreto” che nascondeva l’accesso all’insediamento di Folchiar.


Il sentiero gira intorno al grande vascone del  pozzo piezometrico di servizio alle centrale e con un ultima discesa ripida ci deposita sul piazzale dove termina la strada  asfaltata. In breve siamo a Somplago, non ci resta che chiudere questo breve anello con una bella passeggiata sulle sponde del lago 


Escursione breve,  ma con quattro passi, senza molta fatica, sembra quasi incredibile come si possa, seppur per poco, varcare il confine che separa un mondo da un altro .



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1 commento:

  1. Grazie per aver condiviso la nostra breve escursione....... a presto su per i vs. sentieri...

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