"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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domenica 14 ottobre 2012

C'è un pezzo di Atlantide ancora in fondo al Lago - (2)


E' in corso di realizzazione il docu-film "Operazione Atlantide" che racconta la vicenda nel quadro dell'Italia inquieta della fine degli anni '60. Attualmente è in fase di produzione su soggetto e sceneggiatura di Pietro Spirito per la regia di Fredo Valla.
Un'anteprima è stata presentata quest'estate a Grado, un evento  descritto in maniera precisa e circostanziata da "Il Piccolo":



Così Atlantide riprese forma dentro il lago di Cavazzo con 12 coraggiosi acquanauti

Il Piccolo, 6 agosto 2012

Ha il sapore di fantasie sottomarine degne di Salgari e Verne o rimanda a misteriose sperimentazioni partorite dalla mente fervida di J.J.Abrams per la serie cult “Lost”, ma l'affascinante avventura di 12 acquanauti friulani rimasti a vivere per un mese a 17 metri di profondità nelle acque del lago di Cavazzo è tanto incredibilmente autentica quanto rigorosamente documentata. Durante l'estate 1969, infatti, fu realmente perseguito e realizzato il sogno fantascientifico di vita “under water” con il primo esempio di città subacquea al mondo, progettato e condotto in Friuli e rimbalzato dalle tv fuori dai confini italiani come un piccolo evento mediatico. Il progetto, denominato “Programma Atlantide”, verrà raccontato mercoledì a Lagunamovies, festival indipendente e multidisciplinare non nuovo a scovare e proporre storie curiose e inedite: a illustrarlo, presso la Diga Nazario Sauro alle 21, saranno proprio tre acquanauti che furono impegnati in quell'impresa, l'ideatore Luciano Mecarozzi, oggi grintoso settantenne, con Renato De Piero e Flavio Menegozzi, in una conversazione condotta dal giornalista Pietro Spirito. Con loro anche il fisico Valerio Rossi Albertini, che inquadrerà la missione dal punto vista storico e parlerà delle attuali frontiere della ricerca in campo energetico. 
In anteprima assoluta a suggellare l'evento verrà proiettato un trailer del film documentario “Operazione Atlantide” di Pietro Spirito, il giornalista che insieme al subacqueo professionista Stefano Caressa e grazie all'uso di un “side scan sonar”, ha ritrovato in fondo al lago i resti di “Atlantide” (uno dei moduli di zavorra utilizzati allora). Il film è attualmente in fase di produzione, per la regia di Fredo Valla, con i giovani cineasti triestini della della Blink Post Production Deborah Viviani, Cristina Milovan e Carmelo Settembrino. «È una di quelle storie quasi dimenticate – racconta Pietro Spirito - che da sole illuminano un'epoca». «Spirito un giorno mi ha raccontato una storia straordinaria – gli fa eco il regista Fredo Valla – maturata in anni duri, difficili. L'uomo andava sulla luna, in Italia c'era stato l'attentato di Piazza Fontana, eravamo in piena strategia della tensione e il Friuli Venezia Giulia era ancora l'ultimo avamposto del confine che separava l'occidente dai pericolosi “comunisti mangiabambini”. E in un momento storico in cui si concepivano idee e movimenti che avrebbero portato ad anni ben più duri e al terrorismo, fu deciso un esperimento di vita subacquea in un modo totalmente rocambolesco. La storia ci ha colpito per l'originalità e per il momento in cui avveniva, con un'Italia segnata che cercava di raggiungere un'autonomia petrolifera. La tv della Svizzera Italiana filmò tutto, dando origine a un evento mediatico suggellato addirittura dalla benedizione papale». Fu così che a settembre del 1969, pochi mesi dopo lo sbarco dell'uomo sulla luna, un gruppo di 12 subacquei, tra cui una ragazza, si immerse nel lago di Cavazzo, tra le montagne del Friuli Venezia Giulia, per prendere posto all'interno di tre case-contenitore sommerse in una cittadella subacquea dotata di completa autonomia. In materia c'erano già stati altri esperimenti, alcuni eseguiti dal grande Jacques Cousteau, ma mai con più moduli abitativi contemporaneamente. I dodici vissero per quasi un mese all'interno dei contenitori senza mai risalire in superficie, effettuando periodiche escursioni in acqua libera sul fondo del lago e tutta una serie di esperimenti per studiare il comportamento e la fisiologia dell'uomo in condizioni di isolamento e di saturazione, oltre a indagini geologiche e geofisiche. Fuori, sulle rive del lago, era all'opera un'equipe composta dallo staff dell'ideatore Luciano Mecarozzi, allora giovane speleosubacqueo con già alle spalle una serie di imprese esplorative di tutto rilievo; insieme a lui, uomini e componenti dell'Esercito, della Marina militare e della Polizia di Stato, per dare il loro contributo in termini di assistenza, mezzi e materiali. In quegli anni di grande fermento, infatti, il progetto apparentemente poco più che originale di una cittadella subacquea sul fondo di un lago iniziava a suscitare interesse anche in alcuni settori delle Forze armate. I Ministeri della Difesa e dell'Interno decisero di appoggiare il progetto, dal momento che avrebbe potuto avere interessanti applicazioni nel campo delle installazioni petrolifere, in un'Italia in piena corsa per il petrolio e attenta alle ricerche in campo energetico e militare. Così, grazie a una serie di finanziamenti e di sponsorizzazioni ottenute in un tempo relativamente breve, non più di due mesi, Mecarozzi riuscì a dare vita a quello che fino a poco tempo prima era solo un sogno. I contenitori destinati ad abitazione erano enormi cilindri d'acciaio, con un volume interno di 25mila litri e un peso di 5mila chilogrammi l'uno. Per essere affondati avevano bisogno di una zavorra supplementare di 15.800 chili l'uno, e ciascuno poteva ospitare in condizioni ottimali quattro persone. 
Fu così che, dopo tanti studi e teorizzazioni, arrivò il grande giorno: il 3 settembre 1969, dopo una cerimonia pubblica di presentazione alle autorità, i primi due equipaggi presero posto nei contenitori denominati “Alfa Tau” e “Drago II” che, assieme al terzo contenitore battezzato “Cometopo” e al contenitore-madre, costituivano l'intera cittadella subacquea. Per tutto il periodo della permanenza, gli acquanauti furono collegati con una sala controllo esterna attraverso audio e video. A oltre quarant'anni della realizzazione della prima fase del programma (ce ne fu una seconda nel 1970), l'avventura di Mecarozzi e dei suoi acquanauti appare come uno dei più interessanti e dimenticati progetti tecnico-scientifici dell'Italia di allora. Il film documentario di Spirito e Valla intende ricostruire l'avventura attraverso la voce dei protagonisti, tra ricostruzioni storiche e filmati d'epoca sempre in relazione al contesto attuale. «Ci hanno interessato soprattutto gli aspetti meno noti dell'operazione - spiega Valla -, un progetto significativo per l’Italia di allora, pronta a mettersi in gioco anche in settori originali di ricerca».

Grazie alla cortesia del giornalista e scrittore Pietro Spirito è possibile ora far vedere anche ai  frequentatori del Blog il trailer del film, che unisce in maniera stimolante filmati d'epoca e riprese attuali:

http://www.pietrospirito.it/cinema.htm 

video promo:


9 commenti:

  1. Grazie dell'anteprima del film ,fa piacere rivedere e ricordare un pezzo della storia ,ormai dimenticata e sconosciuta, della zona ..Se non sbaglio la zona interessata dall'Operazione Atlantide era la porzione del lago compresa tra il Camping e la sede della Nautilago..Finalmente ho" visto" il sig. Mecarozzi , uomo dalle mille iniziative ed idee lungimiranti..

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  2. Grazie, sono molto contento del post e vi ringrazio. Solo una precisazione per quanto riguarda il contenitore di zavorra sommerso: questo l'abbiamo ri-trovato (era già stato visto in precedenza considerata la bassa profondità) io e Stefano Caressa il 27 febbraio 2012, grazie alla segnalazione in loco di uno degli ex acquanauti, Renato De Piero, e con l'ausilio del side scan sonar di Caressa, oltre che con l'indispensabile appoggio logistico del Gruppo Sommozzatori Atlantide, che sono stati davvero eccezionali sia nelle operazioni logistiche e di supporto che nell'ospitalità. La ricognizione subacquea del relitto in quella circostanza è stata effettuata esclusivamente da me e Stefano Caressa, le riprese subacquee sono di Caressa (come si vede anche nei titoli del filmato) e il subacqueo che si vede nelle immagini e nel filmato sono io. Le uniche foto subacquee disponibili sono tratte dalle immagini del filmato di Caressa (una è stata già pubblicata sul Piccolo). Un tanto per essere precisi, anche in relazione a quanto riportato dal sito di Pechiar. Sarei grato se si potesse segnalare ciò anche sul blog.
    Un caro saluto,

    Pietro Spirito

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  3. Pubblichiamo volentieri quanto segnalato da Pietro Spirito. Effettivamente le foto subacquee pubblicate sono prese dal filmato, in attesa di poter disporre, come ipotizzato dal cap. Pechiar, delle immagini scattate durante l'immersione che però non sono ancora state diffuse.
    Si approfitta per sottolineare l'interesse che sta suscitando la pubblicazione di questi post, indice dell'importanza dell'Operazione Atlantide ma anche dell'attenzione per tutto quanto riguarda il Lago. Un argomento che è stato ed è sempre presente nell'impegno informativo del Blog.

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  4. Complimenti! Mi auguro il film sarà anche pubblicato in dvd e che non si risolva tutto in alcune proiezioni. Spero che una copia del materiale della rai svizzera sia in mani sicure.
    C'entra poco con l'Operazione ma, nell'articolo, si parla di "indagini geologiche e geofisiche", sono state pubblicate? Ad una decina d'anni dall'insediamento della Sade potrebbe esseci qualcosa d'interessante sulla salute del Lago in quel periodo.

    Mandi.
    OG Loc

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  5. OG Log, ti credevo meno ingenuo!

    Ryder

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  6. Ryder, se tu sai cose che noi umani non conosciamo, esplicitale: l'auspicio di OG Loc era legittimo anche se, francamente, è difficile pensare che ci sia qualcuno oggi in grado di dare delle risposte esaurienti.

    Per tutti: il Blog avrebbe bisogno di contributi corposi e costruttivi, dato che di malignità esplicite e di sottintesi malevoli ce n'è anche troppi in giro. Grazie

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  7. Ryder on the storm!!!

    A&D, il mio era un auspicio/suggerimento: riguardo il dvd mi auguro un interessamento da parte dell'Amministrazione per un'eventuale pubblicazione, sul materiale rai, potrebbe essere interessato il Centro di Documentazione ma, in ogni caso, spero non vada perso...in fondo sono svizzeri!

    Se non sbaglio, negli anni 70, sono stati pubblicati degli studi di Enel ed Ente Tutela Pesca, oltre ad una tesi di laurea (ristampata successivamente), mi domandavo se i dati raccolti comparissero da qualche parte e se avessero qualche rilevanza (dovrebbe trattarsi di una zona ristretta ed il lavoro principale del team non era occuparsi di geologia). Forse hai ragione, chiedo troppo!

    Mandi.
    OG Loc

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  8. A OG Loc e a quanti seguono con interesse la ricostruzione delle esperienze dell'Operazione Atlantide. Per fare l'articolo pubblicato poi su "La Panarie" in occasione del quarantennale, Decio Tomat e il sottoscritto hanno scartabellato tutta la documentazione esistente nell'Archivio comunale oltre a varie raccolte di giornali dell'epoca. E' evidente quindi che il materiale pubblicato è solo una piccola sintesi dell'esistente. L'interesse suscitato di questi tempi dalla realizzazione del film può forse contribuire a ricostruire il clima di quegli anni ma anche a far riflettere su tanti approcci diversi alla "questione Lago". Due esempi per tutti: nel dicembre 1969, alla vigilia della seconda edizione dell'Operazione, il sindaco di Trasaghis chiedeva agli acquanauti di realizzare svariati studi e indagini sul Lago: "Saremo vivamente grati se codesta spett.le Sezione Ricerche Subacquee, operante nelle acque del lago dei Tre Comuni volesse gentilmente fornirci gli studi sotto elencati per una indagine conoscitiva sulle attuali situazioni dal lago stesso in relazione al suo possibile sviluppo turistico:
    1 ) Dati sulla formazione delle correnti, in relazione all'immissione di acqua da parte della Centrale;
    2) C/S in relazione allo scarico da parte del canale e Tr.Pieno
    3) Studio sulla temperatura in relazione alle correnti ed a profondità variabile; -
    4) Studio sulla sedimentazione e depositi;
    5) Studio sull'esistenza di sorgenti naturali;
    6) Localizzazione di sorgenti;
    7) Stato attuale delle sorgenti."
    Non risulta che simili importanti ricerche siano state compiute (o comunque, se sono state fatte, nessuno ne ha mai dato notizia).
    Altro spunto "stuzzicante": nel settembre del 1969, in una conferenza stampa, il sindaco di Trasaghis ebbe a dichiarare: "Non è tempo di trastullarsi in poetiche disquisizioni, ma è tempo di passare decisamente all'azione guardando in faccia la realtà che ci circonda e che nessuno può modificare piangendo sulla perduta lucentezza delle acque del Lago e prospettando avveniristiche soluzioni programmatiche a lunga ed irraggiungibile scadenza." Si tratta di tematiche che, a quarant'anni di distanza, trovano ancora tiepidi ammiratori e feroci contestatori, e che ancora, in sostanza, dividono.

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  9. Grazie Pieri per l'interessante intervento. Da quel che si può capire, non c'è stata la richiesta ad "eseguire", ma a "fornirci gli studi", evidentemente già pianificati ed anche molto accuratamente. Lascia perplessi il comportamento dei "vertici" (suppongo) della Sezione Ricerche, ma neanche tanto, vengono, fanno i loro comodi e se ne vanno. Andiamo bene.

    Mandi.
    OG Loc

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