"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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domenica 21 ottobre 2012

Quel che si muove a ... Vasinas. Mercoledì il libro sul "paese senza peccato"

Sarà presentato Mercoledì 24 ottobre alle  20.30  nel  Centro Servizi di Avasinis il romanzo di Bruna Sibille-Sizia Avinis, paese senza peccato  ripubblicato, col contributo dei Comuni di Trasaghis e di Tarcento, dalla casa editrice Libraria di San Daniele del Friuli
Il prof. Angelo Floramo introdurrà la serata, promossa dal Comune di Trasaghis, presentando i contenuti del libro. E' prevista la  lettura di alcuni brani del romanzo con il commento musicale di Renzo Stefanutti.


 Ambientato in un piccolo borgo di montagna, il libro ripercorre gli anni della lotta partigiana e quelli dell’immediato dopoguerra attraverso una libera reinvenzione letteraria. Il libro è stato definito "un piccolo capolavoro riscoperto" ma va letto, appunto, come esempio di letteratura della Resistenza, senza  lasciarsi trascinare dall'idea di associare la narrazione a fatti realmente accaduti (come porterebbe, per esempio, a pensare il richiamo Avinis - Avasinis).


Alla fine del libro, una preziosa postfazione del critico letterario Mario Turello che inizia così:
La prima edizione di Avinis, paese senza peccato porta la data del 25 aprile 1960. È triste che per più di mezzo secolo il romanzo di Bruna Sibille-Sizia non sia stato riproposto. Di libri come questo, che vuole essere un monito, un’esortazione alla memoria, c’è un gran bisogno: come avvertiva Tito Maniacco, strane amnesie, insidiosi revisionismi adombrano la storia della Resistenza.
Necessaria per noi, la nuova edizione, ma anche doverosa nei confronti di una scrittrice misconosciuta che, pur essendo stata salutata, esordiente ventenne, da Diego Valeri come narratrice straordinaria” e da Pier Paolo Pasolini come “una delle poche voci valide del Friuli”, non approdò mai all’editoria nazionale né ebbe l’accoglienza che meritava almeno in ambito regionale: La terra impossibile «scivolò sulla pelle d’ippopotamo di un Friuli meschino, reazionario e bigotto come una goccia d’acqua che ha sì la virtù splendente della pietra preziosa, ma svanisce», scriveva Maniacco nel 1991, anno della terza edizione dell’opera prima di Sibille-Sizia, e ancora: «in Friuli non sono molti i libri ai quali fare ritorno così come in genere spetta allo spirito di un popolo». E appunto era tempo, da tempo, di fare ritorno anche al secondo, a mio parere più bello ancora, romanzo della nostra scrittrice.
La terra impossibile, Il fronte di fango, Un cane da catena sono stati definiti romanzi documenti, e questo loro carattere è sottolineato dal corredo fotografico che li accompagna;Avinis, paese senza peccato, è invece un romanzo-romanzo, che racconta sì di fatti reali e del vissuto stesso dell’autrice, ma attraverso l’occultamento di riferimenti precisi a luoghi, persone, avvenimenti, con un effetto di estensione all’intera esperienza resistenziale friulana.
Avinis (toponimo fantastico ricavato probabilmente da quello di Avasinis, il paese in cui i tedeschi perpetrarono la strage del 5 maggio 1945) è ciascuno dei paesi che subirono il martirio degli eccidi e degli incendi nazifascisti, e la sua piccola eroica comunità è l’archetipo delle tante coinvolte nella lotta partigiana. Lo stesso vale per i personaggi – magari riconoscibili ma assunti a tipi, ruoli, valori – e per i fatti e i misfatti, gli eroismi e le tragedie. Chi volesse, potrebbe fare il percorso inverso, per restituire al racconto collocazioni e presenze più certe, prossime all’autobiografia, attraverso i diari che la giovanissima Bruna tenne tra l’8 settembre del 1943 e il 13 maggio del 1945 (e che soltanto nel 1998 si è risolta a pubblicare col titolo di Diario di una ragazza nella Resistenza) ma il romanzo, ripeto, ad essere pienamente apprezzato dal punto di vista letterario non richiede verifiche storiche: non meno vera, profondamente vera, è questa narrazione.

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