"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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giovedì 1 marzo 2012

Il Lago e la richiesta di referendum. Riflessione sul metodo - II

Riceviamo e pubblichiamo:



REFERENDUM SI O NO
Caro A&D, da sempre nessuno è più sordo di chi non vuol sentire e più cieco di chi non vuol vedere!
Ben più subdolo è chi capisce e fa finta di non capire cercando di salvare chi, al corrente dell’imminente inizio della raccolta delle firme referendarie sul lago, si precipitò in regione a chiedere un parere che, possibilmente, gli facesse da scudo alla volontà popolare nel voler esprimere una sua opinione.
So bene che un po’ tutti preferiscono spingere il carretto del proprio tornaconto e in ciò, pur non approvandolo, non trovo nulla di male, ma cercare di stemperare responsabilità precise tacciando chi si è prodigato per dare voce alla gente di averla presa in giro, lo ritengo quanto meno scorretto e intollerabile.
Vede A&D, scorrettezza per scorrettezza, se il Sindaco avesse posto il quesito alla Regione dopo la raccolta delle firme, sarebbe stato certamente più apprezzabile, anche perché al corrente del tenore del quesito posto ai cittadini dai referendari e, quindi, in grado di formulare la richiesta di un parere alla Regione in modo più completo e preciso!
Da che mondo è mondo su tutti i referendum proposti fin’ora in Italia, chi ne valuta l’ammissibilità, si esprime sempre sul tenore del quesito proposto: non certo sulle intenzioni!!!
Allora, chi è stato il più scorretto?
  • Chi ha chiesto un parere ancor prima di avere un quesito in mano, oppure chi, alla luce del sole, voleva dar voce al popolo?
  • Chi rifiuta di sentire il popolo nonostante le 660 firme raccolte oppure chi , nonostante si sia prodigato a dar fiato alla democrazia, prende atto che comunque il Sindaco e la sua maggioranza diranno di no?
Non c’è bisogno poi di tanti esperti in materia per capire quanto è successo e come si sono svolti i fatti!
Soprattutto nei comitati, di cui faccio parte, c’è gente abbastanza preparata e, se del caso, legali all’altezza cui chiedere chiarimenti che noi, di solito e prima di esprimerci, spesso consultiamo senza bisogno di suggerimenti!
Già tempo fa feci pervenire a questo Blog un articolo in cui, quale Sindaco all’epoca dell’approvazione dello Statuto comunale, raccontavo dello spirito che mosse il Consiglio Comunale ad approvare l’art. 69 sul referendum popolare in materie che, di fatto, escludevano solo quelle fiscali.
Chiarivo che le leggi di tutela ambientale prevedono, oltre ad un parere pur non vincolante dei Comuni su opere di competenza regionale e statale sul proprio territorio, anche un’idonea informazione e partecipazione pubblica: (vedi VIA e VAS) e quindi, trattandosi di precisi obblighi dell’Amministrazione nell’ esprimere un parere positivo o meno, fa sì che la competenza dei Comuni sia implicita: pur se limitata al solo parere!
Nulla vietava quindi al Sindaco di sentire il popolo per trarre indirizzi e sintesi nell’azione amministrativa da proporre: prima o dopo il rilascio di un suo provvedimento!
Bene ha fatto quindi la minoranza a chiedere al Sindaco di portare in Consiglio il problema! Organo deputato a stabilire l’ammissibilità o meno del referendum!
Questa è la verità! Il resto, come dicono in altre parti d’Italia, sono solo ciofeche o, più simpaticamente in romanesco, delle sole!!!
Come sempre, mi auguro che questo mio intervento sia colto solo quale contributo costruttivo.


Dino RABASSI già Sindaco di Trasaghis


2 commenti:

  1. Signor Rabassi, una lettura degli avvenimenti con la partita ancora in corso è doverosa, la ringrazio per la precisazione e le porgo le mie scuse in anticipo per le mie eventuali inesattezze.
    Ho letto spesso sui giornali che i sindaci, attraverso il loro portavoce signor Picco Augusto, intimano ai comitati di "dire la verità" ma allora sono i comitati i primi attori in questa vicenda e a conoscere risvolti che non intendono rivelare pubblicamente.
    Le risulta che sia così?
    Inoltre, sempre da quanto si legge sulla stampa e su questo blog i comitati da un paio di anni a questa parte (o forse sono di più?) chiedono:
    1. incarichi a tecnici superpartes per uno studio approfondito del progetto in seguito alla rilevazione di diverse criticità
    2. la realizzazione dello scarico del pompaggio/ripompaggio bypassando il lago
    3. consultazione popolare

    I sindaci in risposta a questo hanno:

    1. incaricato 1 ingegnere di Trento specializzato nella progettazione di centrali idroelettriche (com'è che non hanno ottenuto dalla Regione o da Edipower fondi per sostenere gli oneri di incarico di più tecnici qualificati? Non ce ne sono? Neanche all'università di Udine e Trieste?)
    ma non fugato la preoccupazione dei comitati con dati certi ed inconfutabili
    2. ignorato il punto 2
    3. risposto negativamente alla richiesta di referendum sottoscritta da una parte dei cittadini del Comune di Trasaghis su iniziativa della minoranza dello stesso Comune.

    Allo spettatore che guarda cosa sta accadendo, sembra che i sindaci siano più impegnati a chiudere gli spazi a quelli che loro considerano "avversari" rischiando l'autogol piuttosto che - furbescamente - rubare palla per preservare faccia e lago.
    In termini calcistici si direbbe giocare in contropiede per vincere e non retrocedere.
    Questa strategia da kamikaze mi è del tutto incomprensibile ma lo è perchè non conosco quali siano le regole del gioco, da chi siano dettate e quale sia la porta da difendere.
    Ringrazio chi fornirà elementi chiarificatori (prego i guardalinee facenti funzioni di astenersi dallo spostare le linee di demarcazione a seconda della propria convenienza).

    Meni III dinastia Mentis

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  2. Cjâr siôr Meni, a son in tancj, tai paîs ator dal lâc, a domandâsi il parcè di chescj compuartaments misteriôs dai nestris sindics. jo, siôr Meni 'o crôt che il difiet al seti tal mani.Ven a stai che dulà che a è une aministrazion democratiche e rispietôse da dignitât dai siei citadins,e dal lôr dirit a partecipâ a la vite publiche, dut al è clâr come traviers di un veri apene netât.Ma in chês aministrazions che di democratic a àn dome il non, là lis decisions a vegnin cjapadis da solite clape, cence la preocupazion di rindi cont ai lôr citadins i parcès di chestis sieltis,vè alore che a nassin i misteris.Dome che no son misteris gloriôs...

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