"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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giovedì 23 gennaio 2014

Bordano, preoccupazioni per il futuro della Casa delle farfalle (III)

Nella discussione e nel confronto anche duro di questi giorni sul futuro della Casa delle Farfalle di Bordano, si inserisce un contributo importante, quello di Paolo Medeossi  che ha offerto  una vasta, approfondita ricostruzione di quello che è stato il "miracolo pavees", indicando anche una strada ideale per risolvere la situazione:

Quell'estate in cui il sogno cominciò a volare

Messaggero Veneto, 22 gennaio 2014

Che sulle pendici del San Simeone volassero, felici e leggeri, splendidi esemplari di “Callophrys Rubi” o di “Parnasius Apollo” lo sapevano in pochi. Anzi lo sapevano solo quei simpatici e austeri signori stranieri che arrivavano armati di retine e trascorrevano lassù le loro giornate come bambini fuori del tempo. Ai piedi della montagna, fra Bordano e Interneppo, in un angolo di Friuli dove nessuno ci passava se proprio non doveva andarci, non avevano fatto caso a una ricchezza, a lungo ignota come un tesoro nascosto. Eppure il San Simeone, rilievo di 1500 metri sulle rive del Tagliamento, dalla cui pancia nel maggio del 1976 si era sprigionata la scossa che aveva raso al suolo mezzo Friuli, da sempre è un regno per le farfalle, una sorta di terra promessa spuntata fuori proprio lì non per un dono della provvidenza, ma per un motivo legato alla posizione e al microclima creatosi grazie al lato sud soleggiato, al lato nord esposto verso il Canal del Ferro e i fianchi bagnati dal fiume e dal lago dei Tre Comuni.
Mettete insieme questi ingredienti, come in un cocktail, e salta fuori il paradiso dei lepidotteri. Cosa che austriaci e tedeschi avevano scoperto, visto che le loro avanguardie militaresche erano passate di qui sia nella prima sia nella seconda guerra mondiale. Anzi, in quest’ultima tragica occasione, avevano mandato a Bordano le carovane con i cosacchi mentre sulla vetta del San Simeone, abbastanza piatta, avevano creato una sorta di aeroporto. E nel far tutte queste manovre belliche avevano appunto notato il mare di colori sulle ali di migliaia e migliaia di farfalle, appartenenti a un numero sterminato di specie.
Aspetti invece trascurati dai residenti, circa ottocento, presi dai gravi problemi contingenti visto che in 60 anni, dal conflitto del ’15-18 al sisma del ’76, avevano dovuto fare e rifare le case ben tre volte mentre la necessità di un lavoro spingeva tanti all’emigrazione. Così, nei paesi popolati dai Picco e dai Colomba (controllare sull’elenco telefonico quanti sono), la gente non aveva avuto il tempo e la voglia di correre dietro ai graziosi insetti, finché un giorno tutto cambiò. E a determinare la svolta, proprio epocale per questa zona appartata e marginale di Friuli, fu un libretto, intitolato “Pavees”, splendido e necessario come di rado accade nel mare di pubblicazioni stampate ovunque.
Esiste una data precisa a ricordo della presentazione, avvenuta l’11 agosto 1995, quando, su iniziativa del Comune guidato dal sindaco Enore Picco, Giuliano Mainardis e Federico Sgobino illustrarono il risultato della loro paziente e lunga ricerca che era andata a scoprire, fra immagini e disegni bellissimi, le visitatrici del San Simeone. L’evento (in questo caso la parola ci sta tutta) ebbe un effetto magico in quell’estate fortunata e originale visto che in regione, in tempi nei quali non c’era ancora la corsa al finanziamento pubblico per sostenere ogni iniziativa, stavano venendo fuori idee e personaggi che hanno segnato gli ultimi 20 anni.
E tutto ciò aveva per protagonisti i paesi, luoghi nascosti che fino ad allora mai erano apparsi sulla scena e che ora svelavano vicende preziose con intelligenza e capacità.
A Bordano fu subito farfalla-mania. Già l’estate successiva le farfalle del San Simeone divennero autentiche e leggiadre “star”, sorrette da manifestazioni di impatto popolare. Un gruppo di amministratori e artisti, riuniti da Enore Picco, mescolando bordanesi e non, con in prima fila Jan Franzil e Giuseppe Brombin, avviò progetti fondamentali anche in senso economico perché richiamavano fiumi di visitatori. Nel 1996 si partì con i murales, dipinti su case e aziende, vista la disponibilità dei proprietari, che avevano deciso di dare un tocco di vivacità a strutture ricostruite dopo il terremoto. Il concorso, che radunò pittori e anime inquiete, andò avanti fino al 2000 lasciando come testimonianza oltre 300 murales, che si possono ancora vedere, nonostante gli effetti del tempo e della pioggia.
Ma non fu l’unica idea: Bordano divenne un laboratorio costante e un punto di riferimento. Prese molto piede il concorso delle fiabe illustrate sotto la guida di Livio Sossi, capace di convogliare qui centinaia di ragazzi e insegnanti. Con tanti tocchi magici, le farfalle del San Simeone avevano messo le ali ai piedi a una valle che, partendo dalla sua storia e dal suo impegno, aveva potuto fare doni inattesi a tutti. Non mancavano nemmeno gli eventi un po’ mondani, come la visita di Vittorio Sgarbi, che una sera apparve con al fianco la conturbante Eleonoire Casalegno, al debutto in tale ruolo, per parlare di arte e farfalle avendo come motivo ispiratore le poesie di Gozzano (pensa un po’). E poi tutti a Gemona a bere moijto e aspettare l’alba.
Questi dunque gli inizi di una fiaba continuata poi concretamente quando, fondata la cooperativa Pavees, nel 2003 si aprì la Casa delle farfalle, visitatissima da migliaia di persone di ogni età e gemellata con importanti strutture straniere, ma sulla quale, come racconta ora la cronaca, cala l’ombra della crisi. Forse, per saltarci fuori, si dovrebbe recuperare lo spirito pionieristico, generoso e compatto di allora, quando la suggestione sincera per le farfalle metteva alla fine tutti d'accordo.
Paolo Medeossi

Quanti hanno promosso, partecipato, o comunque seguito l'evoluzione del progetto probabilmente si riconosceranno nell'auspicio finale. (A&D)

1 commento:

  1. Il piccolo e dimenticato paese (comune) di Bordano è sempre stato un'officina di idee e d'iniziative ,..ma a Bordano , purtroppo, esiste un detto " Se a Bordano si 'costruisce ' una fabbrica di cappelli o di berretti ..la gente nasce senza testa "..Così va la vita..ma stavolta speriamo di no! Mandi

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