Il desiderio di
trasmettere ai giovani le memorie del passato che riguardano il nostro paese è
la ragione che ha spinto il cjavacin Franco Michelli a dedicare parte del suo tempo
alle ricerche negli archivi comunali e tra i documenti della Latteria. Michelli ritiene che "vedere
appeso all’ingresso del fabbricato ex latteria l'insegna “MOSTRA PERMANENTE
DELLA LATTERIA DI CAVAZZO CARNICO”, sarebbe stata la naturale conclusione delle
lunghe ricerche di archivio. Al momento questo sogno non si è realizzato.
Rimane però la speranza che tanti altri
condividano e sottoscrivano questo appello".
Questo il testo della lettera aperta diffusa:
LETTERA APERTA AI CITTADINI
Oggetto: dare
dignitosa sistemazione alle attrezzature ed alla documentazione della Latteria
Sociale nei locali della stessa, al pianterreno.
Agli inizi del ‘900 gli abitanti della
Carnia diedero vita alle prime esperienze
di Latterie Sociali che si diffusero in seguito nel resto del Friuli.
Anche a Cavazzo, Cesclans, Mena e Somplago furono istituite le rispettive
latterie che per tanti anni rappresentarono l’elemento di aggregazione attorno
al quale ruotava tanta parte della vita
sociale ed economica dei paesi. A
Cavazzo la Società Cooperativa “Latteria Sociale” fu fondata nel 1905 e in
seguito con il contributo economico e lavorativo dei soci fu costruito
l’attuale edificio da adibire non solo alla lavorazione del latte. Per circa 70 anni la Latteria è stata un organo vitale del paese,
indispensabile per la vita e la sopravvivenza delle famiglie. Dopo il terremoto
del 1976 l’edificio latteria del capoluogo fu ristrutturato e perse la sua funzione di caseificio. Alcune
attrezzature furono collocate nella cantina, altre in una stanza della ex
scuola elementare assieme all’archivio documentale. Gli edifici delle latterie
delle frazioni, invece, furono demoliti
e con loro dispersi gran parte dei documenti. La documentazione della Latteria di Cavazzo ci offre la
testimonianza della storia civile di
questo paese durante i momenti più
drammatici per la popolazione: la Grande Guerra, il terremoto del 1928,
l’occupazione dei Cosacchi e la Seconda Guerra Mondiale. Tali documenti ed
attrezzature sono stati riportati alla luce in una mostra nel 2016 e poi
collocati in una stanza dell’edificio della latteria in attesa della risposta dell’Amministrazione
Comunale alla richiesta di sistemarli al pianoterra come esposizione
permanente.
Poco tempo fa non solo non è
arrivato il permesso tanto atteso, ma la stanza è stata sgomberata per far
posto ad una mostra fotografica sul campo di volo militare operante nella
nostra piana da febbraio 1916 a novembre
1917. Interrogata a questo proposito, l’Amministrazione Comunale ha chiarito che non intende concedere spazio nell’ex
latteria alla mostra sul lavoro caseario, alle sue attrezzature ed ai suoi documenti
con la motivazione che l’edificio dovrà essere ristrutturato. Nel frattempo
però rimangono in sede la mostra fotografica e quella sul Forte di Monte Festa
allestite e gestite a cura di un’associazione di Osoppo.
In
tanti paesi, anche piccoli, della Carnia e del Friuli si preservano e si
valorizzano gelosamente i ricordi ed i documenti del passato. Vedasi ad esempio
le latterie di Avasinis, di Cleulis e di Dogna. Invece nel caso della latteria
di Cavazzo, nonostante i documenti, le
foto, gli attestati delle premiazioni e le attrezzature siano veramente
importanti e preziosi, sembra quasi che si voglia rimuovere la memoria e la
storia civile della comunità, che sono ben più articolate e vaste delle memorie
della Grande Guerra che attualmente occupano buona parte degli spazi
dell’edificio ex latteria.
Ricordo
che gli ottantasei capifamiglia di
Cavazzo fondatori della Latteria Sociale corrispondevano alle famiglie dei Puppini,
Brunetti, Macuglia, Stroili, Michelli, Zanini, Gollino, Danna, Lestuzzi, Angeli,
Chiautta, Monai, Macutan, Squecco, Cappello, Coidessa, Collavizza, Colomba,
Della Schiava. Ora alcuni loro
giovani discendenti siedono in Consiglio Comunale e se amano il loro paese,
dovrebbero adoperarsi affinché i ricordi dei loro nonni e parte della loro storia e della loro
identità siano custoditi nell’edificio che con tanti sacrifici i loro avi
costruirono pensando anche al futuro.
A
loro, ai cittadini del Comune di Cavazzo Carnico, a coloro che originari di
questi paesi vivono lontano, ma anche a tutti quelli che amano la Carnia e
vogliono salvaguardare le radici dell'identità di questa terra,
CHIEDO
di
sottoscrivere una Petizione al Sindaco ( come prevista all'art.34 dello
Statuto Comunale) affinché, anche in ottemperanza del disposto dello Statuto
Comunale che all’art. 2 comma 3c prevede
“il recupero, la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali,
ambientali, storiche, culturali e delle tradizioni locali”, acconsenta a dare dignitosa sistemazione alle
attrezzature e all’archivio documentale
della Latteria Sociale mettendo a disposizione un adeguato locale al
pianoterra dell’unico edificio dove hanno il “diritto morale” di essere
conservati: la ex Latteria Sociale.
Franco Michelli, cittadino di Cavazzo CarnicoDa questi elementi è stato formulato il testo di una petizione che può essere sottoscritta presso: Edicola di Macuglia Rossella, Pizzeria News Genzianella, Trattoria Borgo Poscolle, Bar al Fòr, Albergo Olivo, Alimentari Stroili Silvio , Farmacia dott. Russo Riccardo, Bar Rosso di Sera.
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