E' possibile chiedersi se anche la Valle del lago debba associarsi a tale festa? In altre parole, cosa sappiamo del rapporto tra i vari Patriarchi succedutisi sino al 1420 e i territori attorno al Lago? Non ne sappiamo molto, a dire il vero; sono comunque noti alcuni documenti che possono risultare illuminanti.
In primo luogo è noto il documento che ricorda l’infeudazione del Lago fatta dal Patriarca di Aquileia Volchero al nobile Ottone da Gemona nel 1212, alla condizione che le mense patriarcali venissero imbandite col pesce pescato nel Lago stesso (prima attestazione storica della qualità del pesce lacustre!).
Un altro dei primi atti noti è quello del 15 gennaio 1267 quando, alla presenza del Patriarca Gregorio, vennero definiti i confini della Pieve di Osoppo (che aveva sotto di sé anche Avasinis, Peonis, Braulins e Trasaghis); l’atto doveva suggellare una definizione concorde dopo varie contese territoriali avute con Alesso e Somplago, appartenenti invece alla Pieve di Cavazzo.
Risalita la valle del Tagliamento lungo la sponda destra, le milizie ebbero un primo scontro con quelle patriarcali alla Pinade, non lontano da Osoppo; inferiori per numero, le forze aquileiesi indietreggiarono sino a Ospedaletto e qui trovarono rinforzi. Breve lo scontro e i Goriziani furono messi in rotta; con mezzi di fortuna riattraversarono il fiume, dirigendosi su Bragolino tenuto da Folchero di Wlasperg, capitano di Venzone e alleato del Conte di Gorizia. I Patriarcali, discesi da Bordano e per la valle di Trasaghis, attaccarono subito i fuggitivi; molti tuttavia si erano rinserrati nel fortilizio e non intendevano cedere all'intimazione di resa. Dopo ripetuti assalti risultati inefficaci, il 24 agosto 1336 le milizie, condotte dallo stesso Patriarca, superarono le difese. Fu il nobile Birisino di Toppo a penetrare per primo nel mastio di Bragolino, inalberandovi lo stendardo aquileiese. Numerosi i prigionieri, che vennero sottoposti dal Patriarca a dure condizioni. II 31 agosto del castello di Bragolino nulla restava: il patriarca Bertrando aveva dato ordine di raderlo al suolo. Nel duomo di Venzone sottomessa venivano appesi alle pareti gli stendardi e le armi prese a Bragolino. Quell'impresa fu poi ricordata a lungo, con annuali processioni di ringraziamento, il giorno di San Bartolomeo, anniversario della vittoria.
Dodici anni dopo, in una lettera del 30 ottobre 1348 del Patriarca di Aquileja Bertrando all'abate di Moggio, si concedeva ad Avasinis la licenza di far costruire un cimitero accanto alla chiesa di San Nicolò (da allora, dunque, venne meno l'obbligo secolare di sepoltura presso il cimitero della Pieve di Osoppo, un evento reso difficile in primo luogo dalle difficoltà causate dal passaggio del Tagliamento).
Sin dai tempi antichi, la villa di Alesso aveva cercato di far valere, anche in sede processuale, la propria specificità: così nel 1411 i rappresentanti di Alesso dissero di non essere tenuti a contribuire per le spese sostenute dai paesi contermini per il mantenimento della strada che, lungo il lago, portava in Carnia e nel 1415, ribadendo la funzionalità della propria organizzazione di vicinia, sostennero di non essere tenuti a pagare le tasse legate alla "muta" per le merci acquistate o vendute o comunque transitanti in zona. Il 17 giugno 1415 il Meriga, gli uomini e la comunità tutta di Alesso e Oncedis (i due paesi venivano sempre considerati un corpo unico) vennero citate in giudizio davanti al Gastaldo di Tolmezzo: il rappresentante patriarcale era allora Osvaldo di Fresach.
Alesso era accusato di aver fatto autonomamente uno statuto, di aver stabilito prezzi di vendita di vino, di aver provveduto alla suddivisione di pascoli presso il rio da Côt e di non aver pagato le tasse relative alla muta (la dogana dell'epoca), senza alcun permesso da parte del gastaldo. I rappresentanti di Alesso, nell'udienza, tesero a sminuire l'entità delle accuse rivolte, ma ribadirono comunque di ritenersi esentati dal pagamento delle tasse doganali. E tale posizione ricevette l'avallo dello stesso Patriarca di Aquileja Ludovico di Teck che, il 25 luglio 1415, dopo aver ascoltato le parti in causa, sentenziò che "gli uomini della villa d'Alesso non debbono pagare la muda né sono tenuti alle tasse come in Carnia".
Che dire, dunque? Ovviamente bisogna tener conto che siamo di fronte a un "principato medioevale" che va valutato con le coordinate temporali che gli sono proprie; pare comunque di poter dire essersi trattato di una istituzione attenta alle istanze e alle richieste provenienti anche da un territorio sostanzialmente marginale come quello della Valle del Lago.
Pieri Stefanutti
Caro Alesso e Dintorni hai fatto bene a ricordare queste verità storiche riguardanti alcune vicende medioevali della Val del Lago..Non tutti sanno che la bandiera del Friuli è il vessillo del famoso Patriarca Bertrando ,si quello che distrusse il castello di Bragolino ,quello che consacrò il nuovo duomo di Venzone e Venzone gli dedicò la porta di "di SanGenis " (quella con l'entrata piccola) Quanta storia abbiamo attorno a noi ..dai romani a Napoleone ,tutto li a portata di mano e specialmente "documentato " Lo so ci vuole passione , ma la soddisfazione di potersi dire "Ma che stupido sono stato a non capirlo prima " è grande .Ricordate che quello che ora facciamo noi uomini supertecnologici lo facevano anche gli "antichi " senza aver problemi di Batterie "scariche" ,mancanza di copertura del segnale etc. A loro bastavano due o tre alture e una buona vista .. Giovani se non sapete che fare ,fate una visita sul Castello di Bragolino ..è sopra la galleria denominata Pic dopo le ultime case di Braulins sulla strada per andare a Bordano.. Purtroppo io ho la passione per le ricerche riguardanti ,storie ,leggende e fatti della zona dell'Alto Friuli e mi si rallegra il cuore a leggere i documenti riportati sopra Mandi
RispondiEliminaComplimenti Pieri per la passione che ci mette nel ricostruire la storia del tuo paese. Quella antica e quella moderna? Non sono proprio sicuro che l'identità friulana sia nata attorno ad uno stato retto da Patriarchi, piombati qui da ogni parte del mondo. Preferisco risalire a molti secoli prima quando Carni e Romani, Celti e Cristiani, realizzarono una originale forma di integrazione rimasta nei secoli, come è rimasto il nome Carnia.
RispondiEliminaGrazie prof per le parole di apprezzamento. Per le radici ... chissà. Più si va indietro nel tempo e più sfumate risultano le connessioni.
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