"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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venerdì 24 agosto 2012

L'acqua del Lago contro la siccità, una soluzione vecchia a un problema antico


E' estate. Come ogni estate, il problema è la siccità. Come ogni estate,  la soluzione è semplice, con l'evergreen "L'acqua c'è (nel lago di Cavazzo) per  spegnere la sete delle campagne" [citazione di un gettonatissimo, famoso articolo del 23 agosto 1986].
Puntuale, anche nell'anno di grazia 2012, riprende fiato l'idea (o la richiesta?) di captare l'acqua in uscita dal Lago.

(AGI) - Udine, 23 ago. - "Non possiamo non evidenziare che dall'ultimo incontro dell'unita' di crisi sulla siccita' di luglio a oggi e' maturata, da parte della Regione e dell'assessore regionale Claudio Violino in particolare, la consapevolezza di una mutata situazione climatica e delle necessita' di dare il via a una nuova fase progettuale per superare l'emergenza che anche quest'anno si e' registrata in settore vitali come l'ortofrutta e la viticoltura, oltre che dei seminativi". Lo ha detto il presidente di Coldiretti del Fvg Dario Ermacora al termine del tavolo di crisi sulla siccita'. "La carenza di precipitazioni nevose invernali, la scarsita' di piovosita' in pianura praticamente durante tutto il 2012m - precisa una nota - hanno abbassato sia il livello delle falde sia quello dei bacini. La salvezza e' venuta solo dalle ripetute precipitazioni piovose estive nell'area montana e pedemontana. Per questo occorre agire con urgenza, superando le emergenze con un piano pluriennale". "L'agricoltura ha dato molto in questi anni, in termini di superfici alle strade, alle autostrade, alle rotonde, ai centri commerciali e industriali, agli insediamenti civili e ora e' venuto il momento - ha aggiunto Ermacora - che riceva qualcosa in termini infrastrutturali: servono almeno tre opere importanti, una sull'Isonzo, una nel pordenonese e una di captazione delle acque sul lago di Cavazzo. Dopo occorre procedere sulle derivate. Ma servono fatti concreti, gia' nella prossima finanziaria". "Dalle prime stime sappiamo che in alcune aree, come quella della sinistra Torre - ha detto ancora Ermacora - la perdite dei raccolti di mais e soia si puo' dire che raggiunga il 100% mentre i foraggi sono andati persi per il 70%. In pratica e' stato portato a casa solo il primo sfalcio". E' stato concordato che oltre a un nuovo piano per l'irrigazione, che vedra' impegnati la Regione, i Consorzi di bonifica e le associazioni di categoria, occorrera' anche ripensare alle politiche colturali perche' non e' pensabili coltivare mais in tutta la superfici agricola utilizzabile.

(http://www.agi.it/trieste/notizie/201208231854-cro-rts1010-siccita_coldiretti_ok_su_posizioni_assessore_violino)

E "Il Piccolo" oggi precisa:


Il clima cambia Più in generale l’incontro tra Regione, Consorzi di bonifica, categorie, Ersa, Etp, Protezione civile, Osmer, Prefetture, Anci, Upi ed Edipower ha fatto emergere che l’agricoltura regionale – pur con problematiche diffuse anche nelle aree del vino: Carso, Collio e Colli Orientali – non è a rischio immediato di siccità, ma lo stato di crisi non è più un fatto straordinario in quanto i cambiamenti climatici impongono lunghi periodi senza precipitazioni.
Nuove strategie Di qui, condivisa da tutti, la scelta strategica di una nuova linea di condotta caratterizzata dalla progressiva trasformazione degli impianti di irrigazione dal sistema a “scorrimento” a quello “a pioggia”, un progetto pluriennale che comporterà costi quantificati in 10-12 mila euro a ettaro, oltre a una cinquantina di milioni da riservare agli impianti sull’Isonzo, sul lago di Cavazzo e a Colle nel Pordenonese. Risparmio d’acqua e maggiore efficienza strutturale sono gli obiettivi. «Con la stessa quantità d’acqua – spiega Violino annunciando un Piano irriguo regionale entro l’anno e convocando per questo un tavolo di lavoro nell’associazione dei Consorzi di bonifica – possiamo irrigare un solo ettaro a scorrimento contro i tre a pioggia. Ecco perché puntiamo a una maggiore elasticità gestionale per le varie colture, guardando con estremo interesse al modello virtuoso israeliano».


Per chi vuole andare a rileggersi  quanto già trattato dal Blog, solo negli ultimi mesi,  sull'argomento:

22 aprile, la prima segnalazione della ripresa del discorso, dal Gazzettino, con le richieste del Consorzio:
http://cjalcor.blogspot.it/2012/04/si-riparla-dellacqua-del-lago-per-il.html 

16 maggio,  il parere negativo dei sindaci all'ipotesi del  nuovo prelievo:
http://cjalcor.blogspot.it/2012/05/lago-ledra-tagliamento-riparte-il.html 

1° agosto, la riflessione del Blog sull'abnorme, contemporanea richiesta di utilizzo delle acque:
http://cjalcor.blogspot.it/2012/08/tra-leale-e-tagliamento-unoverdose-di.html 

Tutto, quindi, tranne il "nessuno ne sapeva niente".  Sarà il caso che qualche risposta arrivi: non istintiva e "a caldo" ma frutto della  pacata riflessione su "che cosa vogliamo farne di questo territorio"? Perché, come spesso accade, il dilemma non è tanto (o almeno non solo) tra "Si" o "No", tra "ricchi" e "poveri", tra "egoisti" e "altruisti".  Servirebbe, qui come per altre tematiche, l'auspicato "pensatoio progettuale". Ovvero: questo è il nostro ambiente, la nostra ricchezza. Come lo preserviamo? Come lo valorizziamo? Come lo promuoviamo? Definita la cornice, "dentro"  ci possono forse stare centrali, centraline, derivazioni e quant'altro. Ma in un quadro coordinato e preciso, attento alle inter-relazioni. Come diceva un vecchio dei nostri, "a na si à di tacàsi in tancj as tetas da vacja, ma bisugna tegni cont inmò di pui da vacja par che a continui a dà il lat". (A&D)


2 commenti:

  1. Ma perchè coltivano solo mais e altre colture che richiedono tantissima acqua?

    Se c'è poca acqua e c'è ogni anno siccità, si scelga di coltivare "altro" !

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  2. Leggendo e sentendo le proposte fatte ultimamente riguardo alle misure da "prendere " contro la siccità.. lasciamo perdere ,aimè la zona orientale della provincia di Udine, e trattiamo della zona sevita dal canale Ledra Tagliamento ,che"inizia" captando le acque del Tagliamento all'altezza di Ospedaletto..tanto per capirci di fronte a Bordano.Io non sono un ingegnere ,,ma spiegatemi come si fa a costruire "il canale per recuperare l'acqua dal lago di Cavazzo ed usarla per l'irrigazione del Friuli".. I casi sono due "O si buca le montagne che circondano il lago ..(ricordando che il letto del Tagliamento è più "alto del lago")..oppure captando l'acqua prima della centrale di Somplago ,ma questo non è possibile in quanto non si produce elettricità..e poi ora c'è il progetto del raddoppio della centrale di Somplago" I paradossi della storia.Forse basterebbe scaricare più acqua dalla diga di Sauris e di Verzegnis nel Tagliamento..ma torniamo sempre lì "Non si produce abbastanza corrente elettrica ..!" Qualcuno ha previsto di trasformare ,nei prossimi 10 anni,il Friuli in una specie di Israele ..Certo.."verde vicino ai canali e deserto nel resto del territorio" Un po' complicato ma questo è il mio modo di vedere la faccenda di captazione dell'acqua del lago per annaffiare la pianura friulana..Mandi

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