PRESENTATO UN PIANO
ALTERNATIVO AL CONTESTATO PROGETTO DI
POTENZIAMENTO DELL’IMPIANTO IDROELETTRICO DI SOMPLAGO
Centrale Edipower, raddoppio evitabile
Un progetto di Dino Franzil
permetterebbe di utilizzare solamente gli impianti attuali per soddisfare le
esigenze di tutti i soggetti a cui l’acqua del bacino montano fa gola
SPUNTA UN PIANO alternativo per
lo sfruttamento del lago di Cavazzo. Un progetto dell’ingegnere Dino Franzil
che permetterebbe di utilizzare solamente gli impianti attuali per soddisfare
le esigenze di tutti i soggetti a cui l’acqua del bacino montano fa gola. Lo
studio è stato presentato lunedì 21 maggio, nella sede della Regione a Udine,
dal Comitato per la difesa e lo sviluppo del lago che trova nella nuova
proposta una valida alternativa al tanto contestato progetto di raddoppio e
potenziamento tramite pompaggio della centrale idroelettrica di Somplago,
presentato da Edipower. Un progetto che secondo il Comitato segnerebbe la fine
dell’intera zona. «Il livello dell’acqua inizierebbe a oscillare, le acque
diventerebbero troppo fredde per far sopravvivere l’ecosistema e il fondale si
riempirebbe di fango», ha denunciato parecchie volte il portavoce Franceschino
Barazzutti. E anche alcuni esercenti hanno chiesto chiarimenti in merito
all’impatto che potrebbe avere sulla vita della valle il potenziamento della
centrale. «Se la gente non può più fare il bagno nel lago smette di venirci, e
noi siamo costretti a chiudere», prevede Sandra Stefanutti, titolare della
pizzeria «Alla darsena», locale che si trova in via Lago ad Alesso, in comune
di Trasaghis.
Il nuovo piano metterebbe
d’accordo un po’ tutti, anche gli altri soggetti interessati alle acque di
Cavazzo: il Consorzio Ledra Tagliamento che vuole
utilizzarle per il sistema irriguo in caso di siccità utilizzando lo scarico
del lago per far derivare 10 metri cubi di acqua al secondo da convogliare nel
canale Ledra tra Gemona e Osoppo e il Cosint (Consorzio sviluppo industriale di
Tolmezzo) che invece vorrebbe sfruttarle per far funzionare una centrale da
costruire nei pressi dello scarico del lago con due turbine che utilizzerebbero
12,5 metri cubi di acqua al secondo.
«Adesso illustreremo il nuovo
studio agli esponenti politici – prosegue Barazzutti – e poi tocca alla Regione
fare un discorso complessivo sull’uso
corretto ed ecologico delle acque della Carnia. Non possiamo lasciare il lago
nelle mani "voraci" di Edipower – continua –, il cui unico scopo è il
guadagno. Edipower è un’azienda lombarda e allora perché non fa a casa sua questi
tipi di pompaggio? Evidentemente qui ha trovato chi accetta il suo
colonialismo».
Ma veniamo al progetto di
Franzil. Secondo Barazzutti, questa proposta utilizza in maniera complessiva e
logica le acque del lago per produrre energia, prodotti agricoli e turismo.
Prevede che due delle tre turbine funzionanti attualmente 8 ore al giorno per
complessive 24 ore al giorno, siano invece utilizzate 24 ore su 24,
complessivamente per 48 ore al giorno dando una maggiore produzione. «La terza
turbina andrebbe sostituita con una reversibile pompante, pescante nel lago, ma
dal pozzo di scarico delle due turbine con il conseguente invio al bacino di
Verzegnis di circa 22 metri cubi al secondo». Secondo lo studio di Franzil, i
residui 22 metri cubi verrebbero intubati e portati allo scarico del lago con
l’uscita al bivio di Avasinis. «In quel punto 10 metri cubi di acqua possono
essere derivati dal Consorzio Ledra Tagliamento – va avanti il portavoce del
Comitato – e i rimanenti 12 andrebbero ad alimentare la centrale Cosint, il cui
scarico a sua volta alimenterebbe il torrente Leale e quindi il Tagliamento».
Il bacino di Verzegnis riceverebbe acqua dalla terza turbina e altrettanta
dalla Carnia e sarebbe così in grado di mantenere un livello costante. «E anche
il lago di Cavazzo, non ricevendo più lo scarico della centrale, potrebbe
stabilizzarsi ritornando alla sua vita naturale».
Valentina Pagani
(La Vita Cattolica n. 21, 24
maggio 2012)
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