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mercoledì 9 novembre 2011

Lago, avviata una raccolta di firme - 3

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell'Amministrazione comunale di Trasaghis in merito alla raccolta di firme per un referendum consultivo sul raddoppio della centrale di Somplago:


Trasaghis, 9 novembre 2011 - «Il referendum promosso dalla minoranza per cassare la delibera consiliare di approvazione al progetto di raddoppio della centrale di Somplago, non potrà essere attuato perché non contemplato dallo statuto comunale». L’avvertimento viene dal sindaco di Trasaghis Augusto Picco: «Si possono indire referendum – continua il primo cittadino – solamente su materie o temi d’esclusiva competenza comunale e non, come nel caso di raddoppio della centrale di Somplago, su questioni che coinvolgono come protagonisti la Regione o addirittura il Ministero». «Gli organi tecnici e amministrativi del Comune di Trasaghis – fa sapere Picco – hanno prontamente informato la minoranza che l’iter intrapreso non è adeguato con le norme vigenti». C’è di più, anche se potesse ritenersi valida la consultazione, ai fini pratici non produrrebbe nessun risultato, come ricorda lo stesso sindaco. «Ricordiamo alla minoranza che, anche se fosse “valido” questo tipo di consultazione non produrrebbe nulla ai fini pratici, anche perché la procedura di valutazione di impatto ambientale ad oggi è già stata portata a termine dal Ministero».  Il Sindaco replica anche alle recenti affermazioni del portavoce dei comitati Claudio Polano: «I Comitati, o parte di essi, continuano la loro opera di disinformazione sbandierando lo spauracchio di possibili disastri ambientali che non hanno trovato alcun riscontro nella perizia di Garzon commissionata dai Comuni e che non è stata, è bene ribadirlo, ancora confutata tecnicamente dai comitati stessi segno che le analisi effettuate poggiano su basi solide». «L’impressione comunque – conclude Picco – è che si voglia, una volta ancora, strumentalizzare una questione seria per dare luogo a delle azioni politiche sotto l’abile regia di qualcuno, che nulla ha a che vedere con la difesa del territorio».


3 commenti:

  1. Premetto,che non conosco,il quesito che pone il referendum quindi,se il testo propone la chiusura della Centrale,o perlomeno che lo scarico dell,acqua non interferisca con il lago stesso,quindi ripristino del Lago, e dell' ambiente che lo circonda come antecedente il 1953
    Via,canneti puzzolenti,quelle orrende torri,ripopolare con spezialità ittiche proprie del lago.Se in sintesi, questo propone il quesito referendario,credo che tutti, dico tutti, apporrebero la loro firma, Sindaci in testa.
    Se però. il quesito referendario chiedesse, di lasciare le cose come stanno a modo che,il riempimento del lago avvenga nei tempi previsti dall'ing.Garzon e probabilmente molto prima il lago non sarà usufruibile in buona parte,i canneti tenderanno ad espandersi fino a ricoprirlo interamente.Se chiedesse,il ritiro dei deliberati del Consiglio Comunale( che è bene ricordare erano atti collaborativi chiesto anche dalla Regione per la definizione della procedura VIA )
    cosa potrebbe succedere,va ricordato che la nostra Regione,un primo documento, che non poteva dare parere alcun parere motivando che , il progetto era carente in tema di sicurezza ( un modo per allungare i tempi a mio avviso, forse anche giusto,a dato modo di discutre più a lungo).La società proponente integrò il progetto con altra documentazione, depositata in Municipio, che tutti possono leggere.La Regione non inviò più alcun parere al Ministero,che approvò il VIA nonostante il silenzio della Regione.
    Cosa potrebbe succedere, nella ipotesi che il Comune ritirasse la Delibera, credo nulla,farebbero una nuova Delibera contraria?Non è pensabile ,darebbero probabilmente le dimissioni con tutto ciò che ne consegue.
    Anche perchè,non serebbe corretto sedere al tavolo della Conferenza dei Servizi,non avendo alcun chè da dire .
    Riflettere fa sempre bene.

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  2. Scoop! Il sindaco ha preso un granchio. Nel lago.

    Meni

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  3. Luci ha posto alcune importanti tematiche su cui riflettere. Meni esprime una sicurezza, che però non pare essere condivisa da tutti. Dal momento che diverse persone saranno chiamate sabato a esprimersi, sarebbe opportuno che Meni, o chi per lui, spiegasse sulla base di quali motivazioni ritiene valido lo strumento referendario e conseguentemente, per quali motivi le tesi giuridiche del Comune verrebbero respinte. Questo anche per dare delle certezze alle persone che vorranno, o non vorranno, andare sabato a sottoscrivere la proposta di referendum consultivo.

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