Il Blog ospita oggi un nuovo intervento di Dino Rabassi il quale allarga il discorso in generale sulla necessità di valorizzare persone e luoghi del territorio.
Come sempre, i lettori sono invitati a esprimere la propria opinione sulle tematiche affrontate.
(A&D)
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LAUREATI O MENO e CITTADINI DI SERIE A e B
Innanzitutto mi scuso del ritardo con cui rispondo a Pieri il quale, in qualità di compositore nonché estensore e coordinatore del giornalino comunale, pare si sia sentito tirato in ballo dal mio articolo che aveva a titolo “ Cittadini di serie A e cittadini di serie B”
Prendo atto della nota di Pieri con cui precisa di non essere lui il Responsabile del Giornalino comunale, bensì il Sindaco che controlla ed avvalla qualsiasi articolo, come pure quella delle pubblicazioni private che avvengono su richiesta degli interessati e, inoltre, che solo dal 1990 al 1995 non fu lui l’estensore del giornalino comunale!
In quel periodo infatti Sindaco era il sottoscritto e nel ritenere una spesa eccessiva la redazione di un notiziario da affidare a terzi, la Giunta delegò il sottoscritto alla pubblicazione e così, aiutato dai miei familiari, lo costruii in modo artigianale e gratuito, fatta salva la sola stampa.
Ovviamente un giornalino così allestito di certo non poteva essere anche patinato ma, comunque, più che sufficiente ad informare i cittadini sui lavori dell’Amministrazione risparmiando, nel contempo, qualche soldino!
Riuscendo nel 1990/91 a far ripartire la Pro Loco di Alesso ed il Drago di Braulins, a cui aggiungerei la Biblioteca, ritenevo, e tuttora ritengo, che siano queste le realtà che dovrebbero interessarsi di attività culturali, ludiche o quant’altro, non certo l’Amministrazione da usare solo quale supporo a tali iniziative, sgravandole così anche da pastoie politiche.
Tutto ciò premesso quindi, e ripeto senza alcuna polemica, specifico che il mio precedente intervento abbia sì preso spunto dai traguardi raggiunti dai nostri giovani ma anche, e soprattutto, dal silenzio assordante sulla mancanza di qualsiasi ottica rivolta al futuro di cui fanno parte proprio i giovani
Programmare è fondamentale per pianificare e porre solide basi su cui operare in tutti i campi nell’aprirsi al domani: in principal modo nella cura del nostro territorio per un suo corretto ed equlibrato sfruttamento anche economico.
D’altronde, nel mio intervento non parlavo solo dei giovani, bensì anche del lago, una perla che ben valorizzata unitamente alla montagna che lo circonda e alle ricchezze storiche delle realtà vicine, potrebbe spalancare le porte ad un diverso e ben più remunerativo sviluppo della nostra zona.
Non vi è dubbio che la dura realtà, (proprio perché a suo tempo non abbiamo insistito nel creare queste premesse che avevo cercato di pianificare con il nuovo Piano Regolatore, Commerciale, un nuovo Statuto, la Toponomastica ecc.), ci pone ora di fronte a grandi ed ulteriori problematiche, (vedi UTI), che in breve sconvolgerà non solo il nostro ultra secolare modo di vivere, ma ci porrà a confronto con altre realtà le quali, seppur friulane e limitrofe, comunque comporteranno la perdita di autonomia e conseguenti difficoltà decisionali.
Non per niente in un mio precedente intervento, ricordavo con rimpianto il tentativo dei primi anni ’90 di fondere i piccoli Comuni posti tra Gemona e Tolmezzo che già allora, uscendo dalla narcosi sociale e culturale del post terremoto, presagiva un futuro di decadenza economica dopo l’avvenuta ricostruzione, con conseguente riavvio di una emigrazione, seppur locale, già iniziata in quel periodo grazie anche ai facili trasferimenti contributivi verso i Comuni più ricchi del Friuli.
A qualcuno che mi etichettò di essere un Guru per queste mie critiche, fischieranno ora le orecchie?
La generale apatia rotta ogni tanto da piccoli incidenti che scuotono le coscienze di pochi, non può quindi essere sottovalutata da nessuno! Soprattutto dai politici quali artefici della pianificazione del futuro, non certo del passato che è da considerare solo quale maestro di vita: (e da qui il riferimento ai vecchi ossuti).
Anteponiamo dunque il nostro futuro anziché il nostro passato! Facciamo sì che qualsiasi ricchezza della nostra terra sia in grado di generare, proteggendola e valorizzandola, in funzione delle future generazioni, ai fini di creare altre opportunità per tener stretto i nostri ragazzi ed aiutarci a salvaguardare la nostra cultura ed il domani.
Augurandomi innanzitutto che non parta il solito piagnisteo: ”no vin beez”, ma neppure l’odioso “ma tant a fasin chel distes”, spero che riparta invece quel confronto di idee sulla quale un tempo si basava la politica: scontri duri basati su idee e progetti socio/economici anziché su sterili dibattiti personali creati sul nulla e torni anche la polemica, indice e sale di una sana democrazia ove tutto viene frullato e decantato per il bene della gente.
Dino RABASSI
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