Trasaghis: «Energia idroelettrica, si muova la Regione» la richiesta all’incontro convocato dai comitati
di Piero Cargnelutti.
Una gestione regionale dell’energia idroelettrica: un cammino in salita, che va intrapreso. La volontà di procedere all’approvazione di una legge ad hoc e alla successiva costituzione di una società che partecipi alla gestione dell’energia idroelettrica prodotta sul territorio regionale è stata espressa da più parti ieri all’incontro organizzato dai comitati a difesa del lago, a cui hanno partecipato numerosi rappresentanti istituzionali. C’erano i parlamentari Walter Rizzetto (Misto) e Serena Pellegrino (Sel) con i consiglieri regionali Renzo Tondo (Ar), Roberto Revelant (Ar), Barbara Zilli (Ln), Claudio Violino (Misto), Elena Bianchi (M5S), Giulio Lauri (Sel), gli amministratori delle due comunità montane dell’alto Friuli, e molti sindaci. Dopo che Edipower ha ceduto ben 24 centrali alla società altoatesina Sel, per i comitati è venuta l’ora che la Regione partecipi alla gestione dell’energia elettrica per generare liquidità da investire sul territorio regionale: «È necessario – ha detto Franceschino Barazzutti dei comitati – che sia approvata una legge non scritta da funzionari, ma con il territorio. Bisogna che fra la Regione e la multiutility A2A, proprietaria delle due centrali Edipower di Somplago e di Ampezzo, si apra un confronto».
L’impegno della giunta regionale è già stato preso l’anno scorso con l’approvazione dell’odg Revelant sottoscritto da tutte le parti politiche del consiglio, e la volontà c’è in base a quanto emerso ieri: «È necessario andare in quella direzione – ha detto Giulio Lauri (Sel) – e capire se vi è la possibilità di costituire una società idroelettrica regionale. Tuttavia, non è una cosa semplice e ciò per due motivi: innanzitutto il nostro statuto di autonomia non ha quelle caratteristiche che hanno permesso alle province altoatesine di gestire attraverso proprie società l’energia idroelettrica. Secondariamente, è necessario trovare le risorse: è vero che sono investimenti che un altro giorno torneranno indietro, ma inizialmente bisogna avere molti fondi». Il primo appuntamento sarebbe il 2020, quando scadranno le concessioni per le centrali presenti nella zona del Meduna. In base a quanto emerso, l’obiettivo dovrebbe essere quello di giungere a quella gara pronti perché la Regione possa partecipare all’acquisizione delle stesse: «È una strada difficile – ha detto Renzo Tondo (Ar) – ma non impossibile. Ora, è necessario un accordo in consiglio regionale per avviare il percorso. In seguito, ci saranno sacrifici di bilancio da fare, ma con l’idea di recuperarli».
(Messaggero Veneto, 10 gennaio 2016)
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